Il futuro è bbuio, perché non esiste vita al di là di Blade Runner, e quindi da trent’anni il futuro è bbuio e pieno di pubblicità. Quello che Blade Runner non ha indovinato è però che i soldi sarebbero finiti e che quindi il futuro sarebbe stato anche a basso costo.
Per fortuna nel mare di Blade-cloni ogni tanto capita qualche simpatica intuizione, come questo Hardwired, produzione USA-Canada della Stage 6 Films uscita direttamente in video il 3 novembre 2009 e solo un mese dopo in DVD italiano targato Sony Pictures, con la stupida didascalia Nemico invisibile.
Un grande attore di serie A come Cuba Gooding jr. si ritrova costretto a produrre filmacci a raffica come le ex star marziali: si sperava in qualcosa di meglio per un attore davvero bravo.
Ernie Barbarash è un onesto piccolo regista di piccoli film, che a parte una recente parentesi action – il pessimo Assassination Games (2011) e il non proprio orripilante 6 Bullets (2012) con Van Damme – si dedica al fantascientifico a tinte forti, anche se film come Cube Zero (2004) e Stir of Echoes 2 (2007) sfuggono a definizioni di genere: sono solo filmacci e basta. Barbarash dirige uno svogliatissimo Cuba Gooding jr. in un film di pura fantascienza che – a rischio di bestemmiare – può trovare echi del celebre romanzo di culto Mercanti dello spazio (1952) di Kornbluth-Pohl, ma ovviamente non si deve confondere la cioccolata con qualcosa di pari consistenza e colore…
Il futuro, come si diceva, è bbuio e soffre del più grande dei mali che abbia mai colpito l’umanità: i capelli di Val Kilmer.
Impossibile definire questa star che è salita tanto in alto solo per crollare così in basso da uscire dall’altra parte. Distrutto dalla vita, con il fisico devastato e l’espressione ottusa, cerca di salvare la situazione con una pettinatura che dovrebbe essere fuori legge: grazie all’aspetto particolarmente ridicolo e a una oculata regia che lo riprende sempre di volto e mai di pinguedine, l’attore interpreta (va be’, che parolone) Virgil Kirkhill, lo spietato direttore dell’agenzia pubblicitaria Hope Industries dalla politica commerciale particolarmente spregiudicata.
Nel futuro bbuio, infatti, gli spot pubblicitari non si limitano ad infestare ogni aspetto della realtà: passano anche alla fantasia! Vengono così impiantati nei cervelli delle persone degli apparecchi che inviano al cervello degli spot pubblicitari impossibili da ignorare. L’idea perfetta: com’è che non ci hanno ancora già pensato?
Per fortuna c’è la solita resistònza – che Val Kilmer conosce sin dai tempi del geniale Top Secret – guidata da Hal (un Michael Ironside che fa sempre la sua porca figura, sia in bei film che in porcate) che con l’aiuto di un genio informatico chiamato Er Tastiera (Keyboard, in inglese, interpretato da Chad Krowchuk) riuscirà a contrastare il predominio dei malvagi capelli di Val Kilmer.
Pur essendo un prodotto di bassissimo livello, Hardwired può contare su due innegabili punti forti: tre attori ottimi (al di là di tutto, Gooding jr., Kilmer e Ironside sono un tris d’assi di consumata bravura) e un’idea stuzzicante, scritta da uno specialista in Z come Michael Hurst (noto per MosquitoMan, Pumpkinhead 4 e il Ninja di Isaac Florentine).
Questo è uno di quei film che malgrado tutto si può consigliarne una visione, anche solo per ridere del look di Val Kilmer.
L.
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