Agli inizi degli anni Cinquanta gli spettatori italiani assistettero ignari all’arrivo di un prolifico caratterista non sempre accreditato nei titoli di coda e, nei casi migliori, con nomi diversi in quelli di testa. Un attore il cui nome oggi è un mito: Charles Bronson.
Inizia un viaggio nella carriera italiana dei film di genere di un grande caratterista.
Tolti i molti piccoli ruoli in cui appare dal 1949, probabilmente la sua prima apparizione concreta nei cinema italiani risale al 24 ottobre 1953, quando ricopre il ruolo di Igor ne La maschera di cera (House of Wax, 1953) di André De Toth, dove è accreditato come Charles Buchinsky: il vero nome dell’attore originario della Pennsylvania.
Il sodalizio con De Toth prosegue con La città spenta (Crime Wave, o The City is Dark, 1953), nei cinema italiani dal 24 ottobre 1953 e poi scomparso nel nulla – se non per alcuni passaggi televisivi negli anni Ottanta con il titolo La città è spenta – quindi con il western L’assedio di fuoco (Riding Shotgun, 1954), dal 14 gennaio 1955 nei cinema italiani.
Sono anni d’oro per il western e Bronson ha subito un piccolo ruolo ne L’ultimo Apache (Apache, 1954) di Robert Aldrich, al fianco di Burt Lancaster – nelle nostre sale dal 27 novembre 1954 – ma il suo ruolo più noto e più di risalto in questo primo periodo è il sanguigno indiano ribelle Capitan Jack in Rullo di tamburi (Drum Beat, 1954) di Delmer Daves, al fianco di Alan Ladd, nelle nostre sale dal 17 marzo 1955.
Il 30 luglio 1955 finalmente la locandina italiana di Un pugno di criminali (Big House, U.S.A., 1955) di Howard W. Koch riporta la scritta “Charles Bronson”: è ufficialmente sbarcato in Italia uno dei più prolifici e controversi attori di genere del cinema americano.
(continua)
Tutte le foto in bianco e nero sono tratte da
“The Films of Charles Bronson” di Jerry Vermilye, Citadel Press 1980.
L.
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