Dopo aver esordito alla regia con il kolossal Centravanti a quattro zampe, Tony Giglio ha voluto aggiungere alle sue già molte mansioni cinematografiche anche quella di sceneggiatore: prima di cimentarsi con l’ottimo Chaos (2005), il tutto sommato buono Death Race 2 (2010) e il pessimo Death Race 3 (2013), Giglio scrive e dirige il marinaro In Enemy Hands, con l’aiuto dell’amico John E. Deaver.
Il film esce in DVD in giro per il mondo, prima di arrivare negli USA il 26 ottobre 2004: la Eagle Pictures lo porta in DVD italiano il 12 settembre 2005 con il titolo U-429. Senza via di fuga.
Nell’estate del 1943 la U.S.S. Swordfish parte per una missione nell’Atlantico: scovare e colpire i temibili U-Boat che l’esercito nazista ha prodotto in gran quantità. L’ammiraglio Kentz (Xander Berkeley) ha messo a capo dell’operazione il giovane comandante sbarbatello Randall Sullivan (Scott Caan, prima di diventare famoso per il suo ruolo nella serie Hawaii Five-0) ma per fortuna ad arginare il suo giovanile ardore c’è la maturità sapiente del secondo Nathan Travers (un sempre impeccabile William H. Macy).
Seguendo il copione di K19, il comandante sfianca l’equipaggio a forza di esercitazioni a manetta, poi passa a scopiazzare U-571 ma ben presto arriva il momento dell’azione: trovano infatti l’U-Boat U-429 e lo prendono a bombardate. Il sottomarino non sta certo lì a prendersi bombe in bocca, così risponde al fuoco ed ha la meglio: la nave americana affonda e i superstiti dell’equipaggio vengono caricati a bordo dell’U-Boat.
Il capitano Jonas Herdt (il sempre cazzutissimo Til Schweiger) non vuole infierire sui prigionieri ma i suoi uomini, come il secondo ufficiale Ludwig Cremer (Thomas Kretschmann), non sono dello stesso parere.
Il giovane Sullivan si scopre essere affetto dalla meningite quindi è fuori gioco: è il secondo Travers a prendere il comando dei superstiti ed è a lui che il capitano Herdt farà la proposta “indecente”: l’U-429 sta per incappare in pericoli da cui, con il poco equipaggio superstite, non sarà in grado di sopravvivere… Per salvarsi tutti, nazisti e americani dovranno cooperare… Ne saranno capaci?
Malgrado la trama intrigante, gli sceneggiatori non riescono a creare un prodotto che lasci desta l’attenzione più di tanto: l’ampio respiro della sceneggiatura odora troppo di “allungamento di brodo” per essere apprezzato. Gli attori sono tutti ottimi ma il film sembra che non riesca mai ad iniziare, è perennemente in fase di stasi anche quando tecnicamente la storia è nel suo fulcro.
È un prodotto onesto che si guarda con piacere, ma si sente che non è riuscito in pieno.
L.
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