Una delle perversioni più esecrabili della modernità è di creare pessimi film da ottimi videogiochi, sperando di spillare soldi a giocatori che non sono così fessi come li vorrebbero i produttori (o almeno si spera). Dopo il grande successo di Red Faction della THQ – da me ignorato perché non gioco, ma mi fido di ciò che si dice in giro! Per saperne di più rimando alla relativa pagina Wikipedia – la stessa THQ prepara per la famigerata rete televisiva Syfy un filmaccio su due piedi: Red Faction: Origins.
Apparso in patria il 4 giugno 2011, la altrettanto famigerata Nuova Alfabat si premura di ammollarcelo in DVD italiano dal 21 maggio 2015.
Marte, 2145. Alec Mason (un Robert Patrick particolarmente svogliato) ha liberato il pianeta ma poi la banalità e il luogo comune hanno preso il sopravvento, così arriva suo figlio Jake (Brian J. Smith) che vuole ritrovare sua sorella Lyra (Tamzin Merchant), che è reclutata dal super-cattivo monocolo Stoller (Tamer Hassan), a capo dell’esercito di bianco vestito chiamato White Faction.
O qualcosa del genere, perché è tutto molto fumoso.
Lo sceneggiatore televisivo Andrew Kreisberg probabilmente cerca di raccogliere gli spunti del videogioco, che ignoro perché non lo conosco, ma di sicuro non ha molto a disposizione: deve tutto svolgersi nel minor numero di location per ovvi motivi di budget, e deve essere tutto orribilmente banale.
Il regista televisivo Michael Nankin – che nel 1987 sceneggiò Non aprite quel cancello – cerca di fare il possibile per far sembrare questo film almeno decente, ma anche lui non ha molto su cui lavorare.
Se siete amanti del videogioco, siete abituati a grafiche eccezionali quindi dubito fortemente che potrà interessarvi ’sta minchiatina; se non vi interessa il videogioco, doppiamente vi sconsiglio questo inutile spreco di digitale…
L.
Non conosco nemmeno il videogames originale, quindi seguirò il tuo consiglio 😉 Cheers!
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Nemmeno io conosco il videogame originale, ma la cosa dovrebbe contare fino a un certo punto, quando si riesce – o si tenta, perlomeno – a creare una storia che sa reggersi sulle proprie gambe (e magari, anche parzialmente slegata dall’universo narrativo del gioco). Ma non è proprio questo il caso: ho fatto u bel po’ di fatica ad arrivare fino alla fine del film e, come se non bastasse, già non me lo ricordo più…
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Sottoscrivo in pieno 😛
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Allora non era una LEGGENDA URBANA!
Esiste veramente questo ABORTO CINEMATOGRAFICO, roba che il film su Doom con The Rock è un CAPOLAVORO….
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Il che è tutto dire…
Robert Patrick ormai accetta qualsiasi tipo di ruolo, forse se facesse un minimo di scrematura tornerebbe ad essere il bravo attore di un tempo…
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