U-Boot 96 (1981)

U-Boot96Nel 1981 il regista tedesco Wolfgang Petersen non è ancora l’autore del celebre La storia infinita (1984) che gli aprirà le porte di Hollywood e lo renderà un regista poco attivo ma molto bravo. È ancora un tedesco di Emden che riesce a mettere insieme alcune case di produzione per dar vita al progetto Das Boot.
Il film è sceneggiato da Petersen stesso partendo dal romanzo “U-Boot, il sommergibile” (Das Boot, 1973) di Lothar-Günther Buchheim (Mondadori 1974).
Esce in Germania il 17 settembre 1981 (vista la data, va specificato che si tratta della Germania occidentale) e arriva nei cinema italiani il 27 febbraio 1982 con il titolo U-Boot 96. La Sony Pictures lo porta in DVD italiano il 24 gennaio 2000, in versione Director’s Cut dal 7 gennaio 2002 e in Blu-ray dal 6 luglio 2011.

Il capitano Henrich Lehmann-Willenbrock (un eccezionale Jürgen Prochnow)

Il capitano Henrich Lehmann-Willenbrock (un eccezionale Jürgen Prochnow)

Siamo nell’autunno del 1941 e gli sforzi alleati stanno arginando il grande pericolo rappresentato dagli U-Boat nazisti, che fino a questo momento hanno controllato l’Atlantico. La soluzione di Hitler è: mettere in mare ancora più sottomarini, con equipaggi sempre più giovani, e sembra stia funzionando.
Il capitano Henrich Lehmann-Willenbrock (un eccezionale Jürgen Prochnow) salpa a bordo del suo sommergibile con un ospite a bordo: il corrispondente di guerra Werner (Herbert Grönemeyer), che dovrà fare foto per raccontare la vita di bordo ai lettori del Terzo Reich. Inizia un viaggio molto scomodo e pericoloso.

Un viaggio oscuro in un mare di noia

Un viaggio oscuro in un mare di noia

Il viaggio prosegue. E prosegue. E prosegue. E il sottomarino sottomarina qua e là, e naviga, e naviga, e naviga, e naviga, e la barba dell’equipaggio cresce (e pure quella degli spettatori), e passa una nave, e passano due navi, tre navi, quattro navi…
Oddio, è una pellicola devastante: dov’è l’oblbò che abbandono la nave?

Non è un posto per claustrofobici

Non è un posto per claustrofobici

Sicuramente il romanzo di Buccheim sarà più avvincente, anche perché è basato su esperienze personali e documentati in loco, sarà sicuramente una bella ricostruzione di veri eventi e della vita a bordo degli U-Boat nazisti, ma il film di Petersen è di una noia micidiale.
Tre ore di film – nella versione estesa – in cui non succede nulla se non in un paio di scene. Il momento in cui il climax raggiunge i massimi livelli è durante l’epidemia di piattole a bordo…
Gli attori sono tutti bravissimi e adoro Petersen come regista: ma come sceneggiatore è da imbarcarlo in un sommergibile a lasciarlo in alto mare…

L.

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13 risposte a U-Boot 96 (1981)

  1. Cassidy ha detto:

    Concordo con te sul Petersen sceneggiatore, non è la prima volta che lascia un pò delusi, Cheers 😉

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  3. Vincenzo ha detto:

    Sarà che amavo i sottomarini da bambino (come credo tutti i bambini), ma avevo apprezzato sia questo che Duello nell’Atlantico… Poi concordo che con ambientazioni claustrofobiche come quelle dei sottomarini si finisca per provare un po’ di angoscia anche personale, però mi sento di difendere un po’ Petersen e Powell, non è facile creare una buona sceneggiatura “infondoalmar” 😉😉😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sicuramente il racconto della vita all’interno di un sottomarino sarà stato un ottimo romanzo, ma la resa scenica mi ha messo a dura prova: non chiedevo un film action ma che almeno avesse una trama diversa dalla semplice vita di bordo. Paradossalmente sono molto più intriganti filmetti moderni sui sottomarini che questo, di fattura autoriale…

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