Ci sono storie d’amore che sfidano i secoli, come per esempio quella tra il pessimo regista Ernie Barbarash e il più che tramontato divo Jean-Claude Van Damme. Non paghi di aver girato insieme Assassination Games (2011) e 6 Bullets (2012), proprio quando Barbarash sembrava risollevarsi girando l’ottimo Falcon Rising (2014) ecco che Van Damme torna ad esigere il tributo di sangue.
Con la sceneggiatura scritta da un passante di nome Joshua James, i due girano Pound of Flesh, passato curiosamente in TV nel Canada il 23 marzo 2015 e poi uscito negli USA il 7 maggio successivo.
La 01 Distribution, sempre attenta agli economici filmacci che girano nel mondo, lo porta in Italia in DVD a noleggio dal 9 luglio 2015.
Il film è disponibile su Prime Video.
J.C. sbarca in un paese del sud-est asiatico con una musica di Paul Hertzog in sottofondo: no, purtroppo non è Bloodsport o Kickboxer, e il compositore Paul Michael Thomas sta solo scopiazzando le sonorità anni Ottanta di Hertzog.
In 55 anni di vita Van Damme non ha ancora imparato a camminare come un essere umano, così si aggira dinoccolato e spaesato in una sala d’albergo piena di asiatici che lo guardano male da dietro piantine di corallo (Storia vera, come dice Cassidy)
Era bello il sole a Manila, ma non per J.C. che invece è tormentato dagli incubi. Fa il bagno in una vasca asiatica, grande quanto un bidet, e si agita agitandosi agitato, poi si alza e cammina come un goblin nudo per la stanza: il cattivo gusto ormai non ha più segreti per Van Damme.
In sogno gli torna il giorno che ha pistato di botte Darren Shahlavi… aspetta, ma non è morto? L’ha ucciso Van Damme?
In realtà è un sottile richiamo inquietante: l’attore marziale britannico Shahlavi è morto il 14 gennaio 2015 durante le riprese del sequel di Kickboxer, in cui interpreta il ruolo di Eric Sloane… quello massacrato da Tong Po! Pound of Flesh è il penultimo film in cui appare Shahlavi, prima di Tomorrowland, ed una cosa è chiara: mi sa che qualcuno porta sfiga…

Il compianto Darren Shahlavi, attore caratterista e bravo atleta,
che su schermo ha affrontato tutti gli action heroes falliti
La storia la conoscete. Lui salva lei da una rissa, lei se lo porta a letto e quando lui si sveglia trova scritto sullo specchio «Benvenuto nel mondo dell’Aids». Ah no, mi sa che questa era una canzone di Elio…
Deacon (J.C.) a Manila salva Ana (Charlotte Peters) da una finta aggressione di Drake (Darren Shahlavi), e lei per sdebitarsi lo porta in un locale, lo fa ubriacare, se lo porta a letto, e al suo risveglio J.C. è senza un rene. Inizia la lunga strada della vendetta.
J.C. inizia a picchiare la gente con la Bibbia (storia vera, cit.) e a uccidere cattivi con la copertina del libro sacro. Per farsi dire dove trovare Ana, agguanta una barista e le rivolge la più spietata minaccia mai udita da orecchio umano: guarda che ti lascio dei lividi, eh?Una minaccia così spietata era stata capace di lanciarla solo Totò a Capri, quando mostrò un cagnolino di gomma e disse «Ti faccio mordere, sa?» (Totò a colori, 1952)
Finito di pestare a suon di Sacre Scritture, J.C. spara quella che per me è la frase maschia del 2015; «Quanto sangue versato nella Bibbia… Non succede niente a versarcene un po’ anche sopra». Applauso. Sipario. Altro applauso.
Ricordiamoci che il povero J.C. è senza un rene, e così collassa. Suo fratello George (John Ralston) lo porta da un negrologo, e dopo aver capito l’errore e tiratosi su i pantaloni, lo porta da un nefrologo.
Questo fa sì che i due fratelli si conoscano meglio. George infatti ignorava che Deacon è un esperto di R e S, Rapimenti e Sequestri. (Suona meglio in lingua originale: K and R, Kidnap and Rescue.) «Viene ingaggiato per liberare la gente e riportarla direttamente a casa, sana e salva». Tipo 6 Bullets, tanto per non sforzarsi a scrivere un altro personaggio.
«Ho attraversato il deserto con le gambe rotte» la spara grossa Deacon ricordando le sue precedenti imprese, in una perfetta imitazione del Carlo Verdone di Cuori nella tormenta. («Mi sono ritrovato una lama qua, alla gola. Lo chiamavano Jason: gli feci molto male») Ma in realtà è un bonaccione.
Il twist di sceneggiatura è che il rene di Deacon doveva essere trapiantato alla nipotina Isabella (Adele Baughan), figlia di George, malata di glomerulosclerosi segmentaria e focale con scappellamento a destra: le rimangono tre mesi di vita, al contrario della variante con lo scappellamento a sinistra che è benigna.
Inizia una sarabanda di chiacchiere e di confessioni: non parlando da almeno dieci anni, i due fratelli hanno un mucchio di segreti da confessarsi e di scheletri da tirare fuori dagli armadi. Se magari lo andassero a fare a casa loro, invece di annoiare noi spettatori, sarebbe cosa gradita.
Dopo un inizio comunque scoppiettante, Pound of Flesh si trasforma in “Amici” di Maria de Filippi, dove tutti parlano facendo casino. L’azione torna nel fiacchissimo finale, dove la controfigura fa tutto e J.C. appare solo nei primi piani.
Dello scontro finale tra Van Damme e Shahlavi, che poteva essere “L’ultimo combattimento di Darren”, è meglio non parlare: J.C. si impegna in un combattimento a terra che farebbe pena anche se interpretato da uno bravo…
Rispetto alle tante porcate annuali che Van Damme ci regala a pieni piedi (perché non vanno mai toccate con le mani), Flesh of Pound ha il vantaggio di avere siparietti ridicoli per farsi due risate: il resto è il solito nulla totale a cui tutti gli action heroes anni Ottanta-Novanta ci hanno abituati.
L.
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JCVD che va in giro con la Bibbia e un fratello precisino, per il resto hai ragione l’incipit sembra un pezzo degli Elii, pensare che Van Damme ci credeva tantissimo in questo progetto… Ma ormai quando parla dei suoi film ha perso il senso della misura 😉 Cheers!
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Può credere in quello che vuole, ma certo un dozzinale vengeance movie girato in economica non è che sia un progetto da far girare la testa!
Idee carine ci sono, tipo quella della “Bibbia Menante”, che in mano ad altri magari avrebbero dato risultati migliori, ma lo sguardo spento di J.C. e un impianto tecnico-artistico carente non può offrire molto di più. Cominciasse a chiamare attori veri, un direttore della fotografia (assente dai suoi film da almeno 15 anni), uno sceneggiatore che non sia un demente e un regista minimamente capace: allora sì che può credere in un progetto. Ma questa gente costa, e i soldi non ci sono più per nessuno.
Inoltre J.C. continua a voler fare tutto lui: addirittura Seagal lascia spazio a veri atleti, gente davvero in gamba, nei suoi film! Invece J.C. vuole essere l’unico, non chiama più i vecchi amici in video e se li chiama è solo per impedir loro di fare qualunque cosa. (Chiamare un grande atleta come Shahlavi e fargli fare una mazza è davvero criminale!)
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Mi piange il cuore vedere come si è ridotto Van Damme
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Piange a tutti: proprio perché sono stato un suo fan sfegatato della prima ora mi fa male vedere come si è ridotto…
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