Ciclo dedicato alla tetralogia di Sex Crimes nato grazie a questo post del blog Malastrana VHS.
Inarrestabile nel suo riproporre identico uno schema ormai ben noto, la Mandalay Pictures stavolta perde l’attenzione della Columbia Tristar, che deve finalmente essersi resa conto che si sta rovinando il nome a produrre ’sta robaccia. Tranquilli, nella distribuzione arriva in soccorso una casa specializzata in minchiate ridicole: la Sony Pictures.
Come dite? Una volta la Sony Pictures faceva roba seria? Avete ragione… una volta.
Presentato dalla Stage 6 Films – che ha iniziato a produrre film nel 2008 con Seagal e Van Damme: è tutto dire! – il 1° giugno 2010 esce in patria Wild Things: Foursome.
La Sony Pictures ce lo porta subito in DVD italiano dal 5 agosto 2010, con il titolo Sex Crimes 4.
Andy Hurst sta smaniando perché vuole dirigere un film che ha scritto, Evolver (2011), così si sbriga velocemente a dirigere questo Sex Crimes 4. La vera domanda è: perché la Mandalay propone allo sceneggiatore del secondo e terzo episodio di fare il regista? Possibile non aveva proprio nessun altro sotto mano? Evidentemente no.
Se Hurst non è più alla sceneggiatura, chi scrive ’sta robaccia? Ci pensa la Mandalay che si sbriga ad ingaggiare di corsa due passanti: Howard Zemski e Monty Featherstone, che nella vita hanno solamente scritto la sceneggiatura di di SharkMan (2005), che basta per essere condannati all’Aja.
Dialoghi a cacchio e tettine microscopiche: abbiamo gli ingredienti, possiamo cominciare.

La zoccoletta bionda Rachel Thomas (Marnette Patterson) e il riccone Carson Wheetly (Ashley Parker Angel)
Il giovane belloccio dagli occhi cerbiattosi Carson Wheetly (Ashley Parker Angel) è il solito figlio viziato del solito riccone di Bluebay, e appena il padre muore in un incidente automobilistico si ritrova erede di un pacco di miliardi: peccato che il testamento sia chiaro e non possa toccarli.
Ci sarebbe la possibilità di sposare la sua fidanzata zoccoletta bionda Rachel Thomas (Marnette Patterson, vista in Starship Troopers 3) così da accedere all’eredità, ma il giovane innamorato e poetico fa un ragionamento illuminato e romantico: perché sposare la vacca se puoi avere il latte gratis?
Intanto arrivano i guai in Paradiso quando il giovane viene accusato di stupro. Chi lo accusa? Una brunetta dagli occhi da porca, interpretata da Jillian Murray, che ha il nome più porno che esista: Brandi Cox… (Vi devo ricordare che Cox significa “cazzi”?)
«Si ferma da noi, signora?»
«Puoi scommetterci il culo!»
Una signora la si riconosce dalle piccole cose, come per esempio i biglietti di piccolo taglio con cui Brandi Cazzi si è fatta pagare i 25 milioni di dollari ottenuti per l’accusa di stupro. Abbiamo già capito tutti che, esattamente come nei precedenti film, è solo una scusa per mettere le mani sull’eredità, e che Brandi, Carson e la biondina Rachel sono tutti d’accordo.
Aspetta, ma questo è un foursome, un’ammucchiata a quattro: manca una zoccoletta all’appello! Così mentre i tre si ammucchiano e fanno il bagno coi dollaroni, arriva Linda Dobson (Jessie Nickson), si spoglia e si butta nel mucchio… Ma chi accidenti è questa? È la testimone del finto stupro, ma principalmente è un grosso buco di sceneggiatura…
A risolvere l’intricatissimo caso sotto il sole della Florida c’è il detective Frank Walker (John Schneider), un personaggio così ridicolo e posticcio da essere imbarazzante. Con aria da tenente Colombo va in giro a fare le faccette, a bere cocktail, e a fare domande che dovrebbero essere intriganti. Si vede che è solo un momento di pausa tra una “scena calda” e l’altra.
Rispetto al primo castissimo film, l’andazzo è crescente e se già nel terzo le scene si facevano più audaci in questo quarto in effetti già si può parlare di pruriginosità. Nulla che una commedia italiana anni Ottanta non abbia già mostrato, quando si parla di nudi sotto la doccia la nostra cinematografia non la batte nessuno, ma rispetto allo stile da educande dei primi film è già un guizzo che potrebbe vagamente giustificare il “sex” del titolo.
Tra i giovani ricconi che bevono champagne e giocano a calcio balilla e le zoccolette che zoccoleggiano, questo film chiude davvero il cerchio di inutilità e buffonaggine che contraddistingue il ciclo: i colpi di scena sono così citofonati che c’è da arrossire.
La vera domanda scottante è… uscirà mai un quinto film? Speriamo ardentemente di no.
L.
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Rachel Thomas me la ricordo proprio per il terzo “Starship Troopers”, beh almeno qui un pò di sex lo hanno messo. Non solo nel titolo 😉 Però se anche la chiudono qui questa serie, penso che nessuno si dispiacerà 😉 Cheers!
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Mi sa che Starship sarà una saga da… zinefilare 😛
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