Ehi, aspetta: che ci fa un film di serie A in un blog che recensisce filmacci di serie Z? Che c’entra un blockbuster costato svariate decine di milioni di dollari con le fetecchie in DVD, girate nel giardino di casa?
Visto che il tanto decantato Fury – arrivato in home video italiano a noleggio per Sony Pictures, e in vendita dal prossimo 23 settembre – l’ho trovata una visione insopportabile molto più che i soliti filmacci che recensisco, farò un’eccezione alla regola e inserirò una produzione importante nel Zinefilo.
Il film è forte abbastanza per sopportare i miei sberleffi e avrà un luminoso successo stellare, quindi non offendetevi se un signor nessuno come me si permette di punzecchiarlo da un piccolo blog.
Agli inizi del 2013 un regista e sceneggiatore 45enne si presenta alla Columbia Pictures.
Salve, sono David Ayer, forse vi ricorderete di me perché vi ho annoiato a morte con U-571, ma quello era solo il mio esordio. Ho scritto film di successo e di impatto ma curiosamente in Italia un certo Etruscus me li stronca tutti: a parte questo, ho sotto mano una sceneggiatura che sarà il vostro prossimo grande successo. Si intitola Fury.
Cos’è, il remake del film del ’78 di Brian de Palma?
No, no, è un film di guerra molto potente, che…
Ti fermiamo subito: non ci sono soldi per un film di guerra, troppe comparse, troppe esplosioni, troppe armi pesanti.
Tranquilli, ho pensato a tutto. Avete presente quel film a cui lavorerà Mark Wahlberg, che si chiamerà Lone Survivor? Lo girano tutto in Messico, mettono sul set quattro sassi e dicono che è l’Afghanistan, tutti gli attori si annidano tra i sassi e il film va via così. Costa meno di una commedia romantica! È così che oggi si fanno i film di guerra ed è quello lo stile a cui miro.
Londra ha già i set pronti per un film bellico, ci saranno due o al massimo tre esplosioni, i proiettili saranno inseriti al computer e con la scusa che si tratta di tedeschi le comparse saranno mute tutto il tempo, così costeranno poco: al massimo canteranno, e voi sapete che parlare all’unisono non è considerato “recitare” ai fini del compenso.
Avete appena speso 100 milioni per Django Unchained, ne state spendendo 120 per quella buffonata di After Earth e 150 per White House Down: io ve ne chiedo solo una sessantina. In realtà servirebbero molti meno, ma c’è il compenso di Brad Pitt.
A proposito, perché vuoi pettinarlo come Galeazzo Ciano?
Come chi?
Galeazzo Ciano, il Ministro degli esteri italiani che nel ’39 andò a Berlino per firmare il Patto d’Acciaio con Hitler. Sapendo che le foto sarebbero passate alla storia, ed essendo lui un “lanciatore di mode”, Ciano si presentò con un taglio di capelli nuovo per l’epoca: cortissimi sulle tempie.
Sfido chiunque a sapere chi sia stato Ciano: questo è un film che parla alle nuove generazioni e mostra quello che nessuno ha mai mostrato. Che la guerra fa schifo.
Ammazza che novità. Esce ogni anno un film che fa finta di dire la stessa cosa.
Sì, ma questo scava nell’animo umano e trova un cuore palpitante, un cuore che si lancia oltre l’ostacolo per immolare il proprio petto alle barbarie nemiche: perché chi muore per la patria, vive per sempre.
Ma non sono tutti slogan fascisti?
Non li hanno depositati, quindi possiamo usarli.
Va be’, ma di che parla ‘sto film?
È una cosa nuovissima, mai vista sullo schermo: un gruppo di carristi si aggira in territorio nemico scoprendo le brutture della guerra, e il gruppo è guidato da un carismatico sergente forgiato da mille battaglie, che ama così tanto il suo carro armato da dargli addirittura un nome: Fury.
Ci stai prendendo in giro? È la trama di “Sahara” con Humphrey Bogart, l’abbiamo fatto proprio noi nel 1943 plagiando un film sovietico, ed è piaciuto così tanto che è stato plagiato a sua volta vent’anni dopo: vuoi vendere alla Columbia la roba della Columbia?
Ma… Bogart aveva battezzato il suo carro armato?
Sì, l’aveva chiamato Lulubelle.
Be’, ma il mio film è diverso, spiega che il nemico è sempre cattivo ed è giusto massacrarlo; che anche gli innocenti è giusto massacrarli, perché sono stupidi a vivere in un paese nemico; che la guerra è giusta ed è giusto morire a milioni; che è giusto immolarsi in modo stupido e se nel frattempo si dicono cose stupide e scontate è ancora meglio. E ovviamente il film spiega che chi parla una lingua diversa dall’inglese è stupido o nasconde qualcosa, quindi nel dubbio è meglio ammazzarlo.
E cosa cambia da qualsiasi film americano prodotto dal 2001 ad oggi?
Che Brad Pitt ha i capelli fighi.
In effetti, per le locandine è perfetto. Potremmo farne qualcuna dove si struscia sul cannone del carro armato: venderebbe a iosa.
E poi non manca il contenuto religioso, roba forte. Perché a un certo punto lo spettatore potrebbe farsi la più inquietante delle domande…
Perché Brad Pitt è l’unico dell’esercito americano a portare i capelli in quel modo?
No, perché Dio permette tutto questo. E la risposta arriva dal super-pippone carpiato che ho già pronto: la concupiscenza del mondo!
La concupi… che?
«Il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio vivrà in eterno.» È il mondo che è sbagliato, e noi dobbiamo sistemarlo: diamo per scontato che la volontà di Dio sia di uccidere chiunque ci dicano di uccidere, e il gioco è fatto.
Vuoi far dire ’sta roba a Brad Pitt coi capelli di Ciano?
Sì, e tutti piangeranno, e non si faranno la vera domanda: perché i protagonisti adottano una soluzione così drammatica invece di una semplice e meno tragica? È tutta una tecnica per evitare l’Effetto BAZ.
E che sarebbe l’effetto BAZ?
Avete presente il film Base Artica Zebra del 1968? A film finito, a trama completata, un personaggio a sorpresa salta addosso ai russi insultandoli e quelli gli sparano. È una delle morti più stupide della storia del cinema, tra le più gratuite, inutili e buffonesche mai concepite, tutta votata alla propaganda politica e all’indottrinamento anti-sovietico: per evitare che da oggi si parli dell’Effetto Fury – perché le premesse sono identiche – mandiamo in video i capelli fighi di Pitt e la «concupiscenza del mondo», lo spettatore si distrae e piange.
Mio Dio, ci manca che butti dentro il giovane soldato inesperto che si forgia sul campo, che prima è pauroso e poi diventa eroe: allora sì che si andrebbe sul ridicolo.
Ehm, in effetti c’è ed è il co-protagonista. Gli spettatori di oggi non hanno letto i romanzi di Erich Maria Remarque e non hanno mai visto un vero film di guerra, neanche Tropic Thunder di Ben Stiller, quindi non sanno che stiamo proponendo ingredienti vecchi cucinati male, ma tutti vedono al TG giovani ragazzi confusi partire per la guerra e tornare a zampe dritte: in questo modo diciamo loro che sono eroi. Una volta li chiamavamo “mandati a morire in battaglia”, oggi preferiamo “eroi”: è più conciso.
Ci hai convinto, partiamo con il film. Però ad una condizione: ci dev’essere Shia LaBeouf che fa le facce buffe come in quel video con la ragazzina, “Elastic Heart”.
Andata!
Non prendetevela se ho sbatacchiato un po’ Fury, che sono sicuro tutti voi adorerete: è un successo internazionale che si farà un baffo delle mie critiche. Nel caso fatevelo anche voi, un baffo, delle mie critiche.
L.
Complimenti per esserti ricordato di “Sahara” con Humphrey Bogart 😉 Per il resto a me David Ayer anche se ha fatto titoli che non mi hanno convinto in pieno (U-571 e quello con gli sbirri ad LA di cui mi sfugge il titolo). “Fury” ha gli stessi Pro e gli stesi Contro di molti dilm di Ayer, qui si perdono in chiacchere (la scena con le due ragazze tedesche eccessivamente lunga e tediosa) e in clichè da war movie (lì hai elencati bene tutti tu, non serve aggiungere altro), ma è uno con una visione di cinema chiara, fa film con cameratismo virile, non sempre lì azzecca ma è coerente, il finale poi è la parte che ho apprezzato di più, ok l’abusato tema del sacrificio, ma per colori ed efferratezza mi ha ricordato un pò “Excalibur” di John Boorman, ok anche Star Wars per gli spari laser 😉 Non posso dire sia un film perfetto, però mi è piaciuto, ma soprattutto mi è piaciuto questo tuo commento, perchè hai finalmente elencato TUTTI i difetti del film, per i pro c’è sempre tempo 😉 Cheers!
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Ayer davvero non so come giudicarlo, sa dosare con grande bravura storie fresche e stantie allo stesso tempo, firmando film dall”innegabile qualità e successo, ma se appena appena li vai a guarare con occhio critico cascano come pere. Di sicuro è lodevole la sua propensione per l’amicizia virile, poco nota in Occidente, e per ritrarre criminali onorevoli e uomini di legge corrotti, e sicuramente ha successo: però non mi convince 😛
Di sicuro mi è piaciuto il suo “Street Kings” con Keanu Reeves, e per capire quanto è buono il primo film basta vedere l’orripilante seguito apocrifo. Fury proprio non mi è piaciuto: è un prodotto qualitativamente impeccabile, ma concettualmente esecrabile.
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P.S.
Sahara lo ricordavo perché ho studiato quel filone per il mio saggio “Dieci contro mille. Il grande cinema d’assedio”, scaricabile A GRATIS da qui
http://luciusetruscus.altervista.org/assedio/assedio.htm
Visto che è gratis, non la considero una marchetta 😀
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Mi ricordo un’altro film di guerra ambientato sul carro armato mi pare che c’era Gene Hackman in Afghanistan,Shia LaBeouf(ti riferisci al video di Sia) mi e antipatico assieme a (Jamie Foxx,Zac Effron,Jaden Smith).
Nine Lives discreto c’è Kim Coates come cattivo.
Ieri ho visto questo filmetto con Drew Barrymoore, Alter ego dove non seguendo il consiglio di E.T(fai la brava) ed essendo da piccola tormentata da un goblin che usciva dal muro,diventa una specie di dark lady(anche se sembra ancora una bambina).Motivi per vederlo le tette della paffutta Drew,i trucchi di Nicotero che la fanno diventare un mostrone nel finale ,resto palloso.
Per la Bara Volante ho visto l’action figure di Ming(uguale a Max Von Sidow e d’annata e sigillata)
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Drew subiva le attenzioni di un mostriciattolo anche ne “L’occhio del gatto”: è proprio affezionata ai mostri 😀
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Non l’ho visto e volevo vederlo, la recensione tua mi ha strappato un gran sorriso, sapevo che non avresti perso occasione di parlare di un combat movie.
Un film tutto dedicato a un carro armato e al suo equipaggio l’hanno fatto anche gli israeliani: Lebanon, nel 2009, dedicato al conflitto israeliano nel libano nel 1982.
Mi piacque parecchio, tutto che ruota nel carro armato e con protagonista il suo equipaggio
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Ti ringrazio della segnalazione, e a questo punto rilancio: i russi nel 2012 hanno fatto uno splendido film, “White Tiger” (Belyy tigr) che rielabora in tema carresco (o carraio?) il mito di Moby Dick. Molto bello, e toccherà fare uno speciale sui film “carreschi” 😛
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lo attendo in gloria
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