Aces ‘N’ Eights (2008) Giustizia a Oak Hill

Oak_HillMa ve lo ricordate Craig R. Baxley? Il mitico regista-stuntman che dopo A-Team ha iniziato a sfornare ottimi film d’azione come Action Jackson (1988), Arma non convenzionale (1990) e Forza d’urto (1991)? Va be’, parliamo di un altro tempo e un altro pianeta.
Oggi Baxley è un nome di spicco della TV americana (ha curato anche alcuni prodotti scritti da Stephen King) e quando un gruppetto di case minuscole – che lo stesso anno produce La febbre della prateria – gli affida un western televisivo la domanda sembra essere stata una sola: «Lo volete brutto o da schifo?»

Quando Clint si scrive con la Z...

Quando Clint si scrive con la Z…

Andiamo, che Zinefilo ingiusto che sono. Aces ’N’ Eights vanta la presenza di un gran numero di attori caratteristi, che pure loro devono mangiare, e Baxley non può essere sempre ispirato: ogni tanto un po’ di western di serie Z scappa a tutti…
Il film esce in patria il 15 marzo 2008 e non esiste traccia di distribuzione italiana, se non un passaggio televisivo su SKY il 26 giugno 2011 con il titolo Giustizia a Oak Hill.

Jeff Kober tanto per cambiare fa il cattivo cattivone

Jeff Kober tanto per cambiare fa il cattivo cattivone

Il super-cattivissimo Tate (interpretato dal celeberrimo Jeff Kober, cattivo d’eccezione sin dagli anni Ottanta) imperversa per Oak Hill frustando, mutilando e poi uccidendo gli onesti contadini del posto. (Con sequenze, va specificato, censuratissime e castissime: è un western da parrocchia!) L’obiettivo di Tate è il più banale possibile: far sloggiare i contadini perché di lì passerà la ferrovia e il solito politico affarista del paese vuole comprare la terra a due soldi perché sa che poi varrà cento volte di più.

Ernest Borgnine tanto per cambiare fa il buono bonaccione

Ernest Borgnine tanto per cambiare fa il buono bonaccione

Quante altre volte sarà stata usata questa trama? Un secolo di western, da cinema a fumetti, l’ha usata fino alla nausea… va be’, ma quante altre trame western esistono, in fondo? Per sceneggiatori incapaci, non molte…
Uno della banda si è stufato della situazione (e della trama abusata), appende le Colt al chiodo e si butta nel rutilante mondo dell’agricoltura: questi è Luke Rivers, interpretato dalla leggenda del cinema di serie Z, Casper Van Dien. Dovunque passi lui, la Z diventa più Z!

Dimenticami, baby: sono un duro dal passato oscuro...

Dimenticami, baby: sono un duro dal passato oscuro…

Arriverà il momento in cui l’ormai onesto Luke dovrà confrontarsi con i suoi ex compagni, e per farlo dovrà riprendere in mano la pistola. L’ex assassino che cerca di cambiare vita e invece gli tocca tornare a uccidere… accidenti quanta freschezza di sceneggiatura!
Per fortuna a rendere interessante il duello finale c’è l’arma segreta di Casper Van Dien, qualcosa di letale e disumano: la sua barba! Cerca di fare il duro e gli mettono pure addosso il poncho di Clint Eastwood, ma proprio non ci siamo.

Casper Van Dien: la barba più veloce del West!

Casper Van Dien: la barba più veloce del West!

Che questo film sia null’altro che banalità lo rivela il titolo originale, che cita quegli “Assi e Otto” che si ritrovò in mano Wild Bill Hickok prima di venir ammazzato, diventando poi celebri come la mano del morto. Uno stereotipo del western sicuramente abusato, che però impallidisce davanti alla barba di Van Dien: solo quella merita una visione…

Il tocco del maestro Baxley però alla fin fine si sente: negli ultimi 6 minuti del film esplode la creatività e il guizzo visivo, riscattando tutto il film.

L.

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14 risposte a Aces ‘N’ Eights (2008) Giustizia a Oak Hill

  1. Cassidy ha detto:

    Craig R. Baxley è un grande, il mitico baffo ha firmato tre film di culto, per poi purtroppo perdersi…. Che enorme peccato. Se non altro qui una zampata la piazza 😉
    Ernest Borgnine nella parte del buono, impossibile stare dietro alla sua filmografia, ha lavorato con TUTTI grazie al Zinefilo scopro che ha lavorato anche con Baxley 😉 Casper Van Dien basta la sua presenza…. Ed è subito Z 😉 Cheers!

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  2. blackjack86 ha detto:

    Me lo ricordo come una discreta ciofeca, come tutti quelli che all’epoca sfornò Rai2 nella sua maratona western (La febbre della prateria, Il sentiero per Hope Rose, La vendetta di McKay, La promessa di un pistolero, ecc.).

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  3. Giuseppe ha detto:

    Peccato che si “baxleyzzi” solo verso la fine: con i nomi coinvolti (anche Van Dien, sai mai che un giorno si ritorni ai fasti di Verhoeven) e al lordo della fiera dello stereotipo e mancanza di originalità, poteva aspirare ad essere almeno un western tra la B e la C 😉

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    quando il protagonista ha un poncho e non è Eastwood, al 99,99% stai per assistere a una fetecchia

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