Stuzzicato dal mitico Ivano dei Beati Lotofagi, che proprio ieri ha recensito questo film, ripesco (correggendola) la mia recensione apparsa il 26 febbraio 2014 sul mio vecchio blog Senza esclusione di colpi. (Blog chiuso che pian piano sto traghettando qui nel Zinefilo.)
Visto che differiamo nell’opinione su questo film, a dimostrazione che siamo due appassionati recensori che pensano con la propria testa, è un chiaro caso di Satos vs Etruscus!
Dopo aver partecipato ad alcuni festival statunitensi – come il Tribeca Film Festival – il 20 maggio 2014 è stato finalmente distribuito in home video americano l’atteso piccolo film Raze, esordio al lungometriaggio per Josh C. Waller.
Corteggiata da Tarantino, che però non le ha mai dato spazio, finalmente la più apprezzata stuntwoman e attrice marziale occidentale ha un’occasione per poter brillare: questo film è infatti l’apoteosi di Zoë Bell.
«Da australiano, sono contento che facciano fuori una neozelandese»: questa battuta di un personaggio del film ci ricorda che la Bell è partita dalla Nuova Zelanda per conquistare il mondo dello stunt hollywoodiano. Non ci sarebbe bisogno di ricordare che fra le sue molte prove c’è l’essere stata stunt double di Lucy Lawless nella saga televisiva di Xena, e che quindi ogni volta che la regina guerriera ha mosso un dito in realtà era Zoë a farlo. La Lawless si è sdebitata partecipando ad Angel of Death, progetto del 2009 nato sul web – una storia raccontata in brevi filmati a puntate – divenuto poi lungometraggio. Poco conosciuto, è sicuramente il vero lancio della Bell, stupenda e dirompente: prima o poi lo dovrò presentare per bene qui nel blog…
Dimentichiamoci di Tarantino, che ha usato la Bell come controfigura e comparsa senza mai darle un briciolo di spazio: meglio ricordare Game of Death (2010), piccolo film spy action dove la nostra si misura con Wesley Snipes e fiancheggia il mitico Gary Daniels, oppure il mitico Mercenarie (2014) in cui la Asylum dimostra di saper ben sfruttare la neozelandese.
In una parola, Zoë Bell sa cascare, sa volare e sa picchiare, in un mondo in cui tutti fingono di saper fare queste cose.
La trama del film è semplice: cinquanta ragazze vengono rapite da un’organizzazione segreta e misteriosa, una specie di massoneria, che le fa combattere a favore di alcuni ricconi dai gusti perversi. Per assicurarsi che le donne obbediscano, vengono rapiti alcuni loro familiari: se vinceranno gli incontri, questi rimarranno in vita. Le donne che perdono, sanno che oltre a loro moriranno anche i loro familiari. Giunti alle ultime sei concorrenti, inizia l’azione.
Sabrina (Zoë Bell) è una ex soldato che ovviamente è più in gamba delle altre, ma non è che sia circondata da donnine tremebonde: ognuna di loro ha subìto un trauma che l’ha resa forte, e con la violenza ci fa i conti sin dalla nascita. Quindi nulla è scontato.
Di solito nel genere Pit Fighter, o meglio nel sotto-genere Pink Fighter a cui dedicherò presto uno speciale, ci troviamo di fronte a filmetti raffazzonati che nel tentativo di mostrare belle donne impegnate in catfight finiscono per dimostrare solo la pochezza delle attrici coinvolte: le brave atlete hanno muscoli e carne sulle ossa, non sono dunque le rachitiche donnine che il cinema considera “belle”.
Zoë Bell è tutt’altra cosa: ha un bel fisico ma temprato nell’allenamento marziale, è in grado sia di fare la “bella” che la dura. E il suo naso “importante” non può che fa pensare alla mitica Cynthia Rothrock, che ne fece quasi un simbolo.
I combattimenti di Raze sono sporchi e sgraziati, perché non siamo di fronte al solito tema dei combattimenti clandestini, del protagonista forced to fight che noi (pochi) amanti del genere ben conosciamo: siamo di fronte a un film durissimo che vede il mondo attraverso il fango e il sangue che ricoprono l’arena. Sicuramente è stata una questione di budget, ma scegliere di mostrare per il 90% del tempo solo l’arena di scontro e pochi ambienti chiusi serve a dare allo spettatore un grande senso di claustrofobia. Esiste la realtà? Esiste il mondo al di fuori della violenza? Non si sa, ma le donne protagoniste sono disposte a tutte pur di scoprirlo.
Raze dimostra che anche un piccolo, piccolissimo film può regalare grandi emozioni, che non servono valanghe di soldi per stuzzicare lo spettatore: basta il talento, cioè la cosa più rara che esista nel cinema.
In attesa che l’Italia possa mai scoprire il film (assolutamente difficile, visto che i distributori italiani odiano la marzialità) consiglio assolutamente l’acquisto al di fuori del nostro distratto Paese.
L.
– Ultimi post su donne toste:
- [Death Wish] L’angelo con la pistola (1992) Nikitalia!
- [Death Wish] Altre punitrici anni Ottanta
- My Name is Princess (2022) Ragazze di menare
- [Death Wish] Pazze come api punitrici (1981-85)
- Army of One (2020) La bionda che ti sfonda
– Ultimi post simili:
- All Men Are Brothers (1973) I 7 guerrieri del kung fu
- Bruce Lee, l’uomo più forte del mondo (1979) True Game of Death
- Water Margin (1972) Le 7 anime del Drago
- Bruce Lee il campione (1978) Un altro Game of Death
- Goodbye, Bruce Lee (1975) Il primo Game of Death
Onoratissimo che il “Satos vs Etruscus!” sbarchi su IL ZINEFILO, Amicius!!!
"Mi piace"Piace a 2 people
Dobbiamo farlo più spesso! 😛
"Mi piace"Piace a 1 persona
Amato incondizionatamente 😉 Anche per i comprimari, Doug Jones in versione cattivo è fantastico, il cameo di Rosario Dawson, ma lo spettacolo è Zoe, palesemente più avanti di tutte nelle preparazione fisica, un gran film secondo me 😉 Cheers!
"Mi piace"Piace a 2 people
Ad avercene di pink fighter così, rozzi e sporchi ^_^
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sei un vecchio porco, è questa la verità! XD
… a proposito: dov’è che lo trovo, questo film?
"Mi piace"Piace a 2 people
ahahah nego ogni accusa: il film è castissimo e si vedono solo donne vestite che si picchiano. Il ciclo WIP, con le donnine in galera, lì sì che c’è roba da vedere 😛
Comunque “Raze” non mi risulta distribuito in Italia, mi spiace…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sbaglio, o hai parlato di donnine nude in galera…? 😛
"Mi piace"Piace a 2 people
Sto facendo un lungo speciale sul genere WIP (Women In Prison): ogni martedì sul Zinefilo recensisco un filmaccio di donnine in galera, per cercare di ricostruire questo prolificissimo filone.
https://ilzinefilo.wordpress.com/tag/wip/
"Mi piace"Piace a 1 persona
https://ilzinefilo.wordpress.com/tag/wip
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bello ❤
"Mi piace"Piace a 1 persona
E’ un prodotto rozzo, ma ghiotto 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Pingback: [Asylum] Mercenaries (2014) | Il Zinefilo
Pingback: Martial Girls 7. Pink Fight (2) | Il Zinefilo
Pingback: Female Fight Club (2016) Torna il Pink Fight | Il Zinefilo
Pingback: Camino (2015) Fuga nella giungla | Il Zinefilo
Pingback: Chick Fight (2020) Luoghi comuni all’attacco! | Il Zinefilo