Un gruppo di case produttrici di film di medio livello, che possono però contare sulla presenza di attori molto noti, presenta la reinterpretazione moderna di un grande classico: il Westworld (1973) di Michael Crichton, noto in Italia come Il mondo dei robot.
Visto che Bruce Willis fa volentieri apparizioni a due soldi – impegnato com’è a girare imbarazzanti spot pubblicitari italiani – visto che ha girato una cosa simile con Il mondo dei replicanti (2009, ispirato al fumetto Surrogates, di cui ho parlato nel mio blog Fumetti Etruschi) e visto infine che il regista Brian A. Miller già l’ha diretto in un filmetto in cui fa giusto una comparsata, The Prince (2014), ecco che Bruno si ritrova coinvolto in Vice.
Malgrado locandine e trailer siano pieni del suo faccione, la sua parte davvero minima.
Scritto dalla coppia di sceneggiatori quasi esordienti Andre Fabrizio e Jeremy Passmore, già “colpevoli” di The Prince e pronti a firmare San Adreas (2015) con Dwayne Johnson, il film esce in patria il 16 gennaio 2015.
La Sound Mirror lo porta in DVD ad aprile 2016, a noleggio: in vendita dal 25 maggio successivo.
Il film è disponibile su Prime Video.
Siamo nel futuro e il potente Julian (Bruce Willis) gestisce un “parco divertimenti” davvero unico: un palazzo (che in realtà è quasi un quartiere) in cui i ricchi ospiti possono fare ciò che vogliono con il personale di servizio: in quanto il personale è costituito da sofisticatissimi robot.
Esattamente come il Westworld di Crichton ci troviamo davanti ad un’attrazione che offre ai clienti di realizzare le loro più sfrenate fantasie, ma non sono più gli anni Settanta: il sesso viene a malapena citato, perché oggi i clienti vogliono principalmente picchiare, uccidere e torturare le povere donne robot.
Kelly (una giovane e bella Ambyr Childers) fa la barista in questo palazzo ed è felice di potersene finalmente andare, non amando particolarmente l’ambiente. L’ultima sera però un ubriaco la uccide… e il giorno dopo Kelly si ritrova di nuovo al bancone. Perché Kelly è una gynoid: una macchina a forma di donna.
Ogni volta che una donna robot viene “uccisa”, dei tecnici le cancellano la memoria e la rimandano a lavoro, ma ovviamente – come succede sempre con i robot cine-letterari – Kelly per un qualche motivo sembra conservare brani di ricordi, che tornano ad ossessionarla.
Sfuggendo fortuitamente ai tecnici, il robot Kelly fugge dal palazzo del vizio robotico e raggiunge uno strano edificio che vede nelle proprie memorie: l’edificio del suo creatore.
Intanto il rude e lurido poliziotto Roy (un Thomas Jane più unto che mai) ha giurato di distruggere l’impero di Julian. Se lì tutti gli psicopatici imparano ad uccidere, dice, poi una volta usciti lo faranno anche nel mondo reale. (Questo sillogismo buffonesco ricalca la convinzione popolare che chi ascolti musica violenta o giochi a videogames violenti poi metta in pratica quella violenza: il disprezzo è l’unico commento possibile a questo preconcetto ridicolo.)
Sarà lui ad aiutare Kelly e il suo creatore Evan (Bryan Greenberg) a colpire dritto al cuore Julian e la sua casa del vizio robotico.
Malgrado sia un film di medio livello, non di serie Z, non è propriamente un titolo riuscito: eppure si guarda con piacere e il poco ritmo che riesce a creare lo regge comunque fino alla fine.
Non è un capolavoro di fantascienza – genere che ormai è estinto da tempo, sebbene i fan irriducibili appiccichino il suo nome a qualsiasi prodotto pur di riempirsene la bocca – e se qualcuno mai lo vedrà se lo dimenticherà dopo un’ora, ma è un buon modo per creare un piccolo prodotto di fantascienza golden age senza bisogno di tirare pipponi insopportabili (alieni, cospirazioni e robaccia varia) o di scadere nella Z più becera. Vice sta in equilibrio precario ma è un buon equilibrio.
Se poi siete intrigati dalle ginoidi e volete saperne di più sulle macchine a forma di donna che da duecento anni (1815-2015) invadono l’immaginario collettivo occidentale… be’, allora dovete per forza comprare il mio saggio digitale Gynoid. A forma di donna a soli 99 centesimi!
Approfittatene ora, perché l’ho appena aggiornato ad aprile 2016 con tutto il materiale trovato sulle ginoidi dopo la prima edizione del saggio (marzo 2015).
L.
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Sinceramente non l’ho ancora visto, ma nonostante la spirale regressiva che sta attraversando Bruce Willis, disposto com’è ad apparire in spot italiani di dubbio gusto, ogni film che lo vede protagonista per me è favoloso. Per me Bruce sarà sempre quello con la canottiera lurida di Die Hard… 🙂
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Ogni volta che vedo Bruno nelle pubblicità ho voglia di attaccarmi alla bottiglia.
Qui si impegna poco, anche se lo ammetto, ho visto il film solo per la sua presenza. Dici bene regge abbastanza bene, ma non brilla, ho fatto anche fatica a riconoscere Thomas Jane più stropicciato che mai 😉 Cheers!
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Dietro quella jungla di capelli unti, difficilmente si scorge il volto tumefatto di Thomas 😀
Ho un debole per le ginoidi quindi ho visto il film con occhio più benevolo, pur ammettendo che siamo sempre nel campo delle produzioni minimaliste, se non minime.
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Si povero Bruce finito in orredi spot come Banderas(dove vengono messi come stupidi almeno Clooney se l’ha cavata con un caffè),visto nell’orrendo The Prince(c’era anche uno spompato John Cusack),quindi nel futuro invece di trombare diventiamo sadici torturatori e assassini di poveri ginoidi(io me le facevo costruire su misura uguali alle mie preferite).
Sulle ginoidi c’è il bel anime Armitage 3 e l’ottimo gioco Binary Domain(simil Gear of War ma più bello per trama e boss battle fatto dalla Sega.
🙂
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Grazie per le dritte sui videogiochi e anime: cercherò di approfondire per ampliare il mio saggio 😉
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In effetti, una riproposizione se pure “politicamente corretta” (secondo l’americano/puritano dei giorni nostri, s’intende: non si scopa ma si ammazza senza problemi) di Westworld qualche motivo di interesse per una visione non troppo impegnata lo suscita anche: oggi come oggi, è impresa non da poco trovare buoni titoli -che pure ci sono- riguardo a robot, androidi e ginoidi (come ad esempio quella interpretata da Caity Lotz in The Machine, che dovrò decidermi a vedere)…
P.S. Gli spot pubblicitari di Bruce? Proviamo a vederle come prove per una versione nostrana di Westworld: Vodaworld, un futuribile parco di divertimenti dove i sadici visitatori si divertono a mettere la sua dimessa versione androide in situazioni sempre più umilianti e ridicole 😉
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“The Machine” te lo consiglio caldamente, sebbene a quanto pare io sia l’unico ad averlo trovato un ottimo film. Della terzina ginoide degli ultimi anni è indiscutibilmente il migliore, dopo il confuso e livido “Automata” e “Ex Machina”, che è una blanda e supponente copia non dichiarata di un vecchio racconto di Fritz Leiber.
Caity Lotz è bella oltre ogni umano parametro quindi è perfetta per una ginoide. Mena come un fabbro ed è perfetta per il ruolo in un film che ho trovato molto ben scritto. (Non a caso è britannico.)
Chi lo critica dice che non c’è niente di nuovo: ma perché, esiste qualcosa di nuovo al cinema? Non conta come ce l’hai lungo (il copione) ma come lo usi 😀
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Eh, direi che il paragone ci sta proprio a fagiolo 😀
P.S. Automata l’ho visto: Facce giuste, budget non stratosferico ma ben sfruttato, l’ho trovato davvero niente male…
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Purtroppo è una storia di uomini, i robot sono ai lati della vicenda. Aveva i numeri per creare qualcosa di più ricco invece rimane una classico noir (alla “con lei fino all’inferno”) virato alla fantascienza. (Protagonista corrucciato salva la bella dalla strada e affronta i boss che la rivogliono, mettendo a rischio la propria vita per lei: che “lei” sia un robot è ininfluente.)
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“Se lì tutti gli psicopatici imparano ad uccidere, dice, poi una volta usciti lo faranno anche nel mondo reale. (Questo sillogismo buffonesco ricalca la convinzione popolare che chi ascolti musica violenta o giochi a videogames violenti poi metta in pratica quella violenza: il disprezzo è l’unico commento possibile a questo preconcetto ridicolo.)”
Quoto su tutta la linea questo passaggio … personalmente, il mio cuore rimane legato a Westworld, questo remake non ne ha niente dello stesso fascino
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Nel deserto che è il cinema moderno, è un prodotto simpatico 😉
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