Lo so dove vi è caduto l’occhio, lo so che trovate irresistibile l’accostamento “Seagal – Van Dam”, ma ovviamente capite bene che è una presa in giro colossale, visto che manca un “me” finale…
La piccola Hybrid, specializzata in filmetti stagionali e che abbiamo già incontrato per Turbulent Skies (2010), si unisce alla Steamroller Productions – la casa di produzione di Seagal! – per creare un infimo prodottino da due soldi: il colpo grosso è farlo distribuire a livello internazionale da un grande marchio come la Lionsgate e da un nome noto come la Voltage Pictures, molto radicata ma fin troppo schiava dei voleri di Seagal.
Il colpo ancora più grosso è avere alla sceneggiatura e alla regia Fred Olen Ray, uno dei Maestri della Z la cui opera più immensa è la meno nota: è infatti il padre di quel Christopher Ray che imperversa alla Asylum!
Il risultato è il ridicolo Sniper: Special Ops, uscito in patria il 3 maggio 2016 e ancora inedito in Italia. (Ma vedrete che arriverà di sicuro.)
Cacciatore bianco, pizzetto nero. Steven Seagal ha perso totalmente qualsiasi dignità e senso del ridicolo e non ha problemi a tentare di farci credere che le Forze Speciali americane accetterebbero un toro seduto nelle proprie fila.
Per fortuna il regista-sceneggiatore pensa per lui il solito ruolo minore in cui deve stare seduto e guardare la parete, unica attività che ormai riesca al devastato Seagal, fantasma di ciò che era vent’anni fa.
Siamo in un paese mediorientale immaginario, ricostruito malamente al Blue Cloud Movie Ranch di Santa Clarita (California), set d’elezione di decine di film tra cui anche American Sniper (2014). Qui il gruppo scelto di special ops guidato dal sergente di prima classe Victor Thomas Mosby – interpretato da quel Tim Abell che abbiamo incontrato nel warmovie zintage Tuono nel deserto (1999) – è impegnato in una missione di soccorso per salvare un politico americano tenuto prigioniero.
È ovviamente una trappola, e appena liberato l’uomo arrivano le “teste di stracci” (perché per gli americani quella gente non è altro: i cattivi non vengono neanche inquadrati a viso scoperto!), che cominciano ad uscire fuori «dalle fottute pareti» (cit.) ma in una formazione di battaglia davvero curiosa: escono fuori sempre uno alla volta…
Per fortuna dall’alto c’è Mucho Panza (Steven Seagal) che col suo fuciletto ne ammazza due alla volta, anche se i nemici escono fuori uno alla volta: la potenza dell’adipe di Seagal permette anche questa magia matematica.
Tornati al campo base con diversi morti e feriti, i militari lasciano indietro Seagal e un ragazzetto. Questa è una grande prova per il giovane Daniel Booko, che interpreta un ragazzino ferito nel primo minuto di film e che per tutto il resto della storia starà appoggiato ad una parete a parlare con Seagal dei propri problemi, della propria visione della vita, dell’universo e di tutto quanto (cit.), dei propri sogni per il futuro, dell’amore, del lavoro, dei soldi e di quanto ormai sia tutto fatto con le polverine, signora mia. Intanto la facciona tonda come il mondo di Seagal, con il pizzetto tinto e gli occhiali scuri a nascondere la morte dell’anima, fissa la parete cercando un motivo per continuare a fare film così ridicolmente ridicoli.
Non si sa perché Seagal e il giovane ferito siano rimasti indietro: può darsi che contino così poco ai fini della trama che nessuno se li sia filati…
Intanto al campo base la giovane e intraprendente Janet Conrad (Charlene Amoia), nipote dell’ammiraglio Willet nonché fotoreporter per la NATO, spinge il sergente Mosby a portarla con sé: vuole documentare… bah, le solite cazzate per giustificare la quota rosa, se no poi dicono che sono film maschilisti: perché inserire nella storia la solita donnetta stracciapalle che affossa la sceneggiatura è una mossa molto femminista…
Bla bla bla, si parte per una missione piena di insidie. Ma dopo due secondi è chiaro che è la missione più economica della storia del cinema: metà film si svolge intorno ad un camion fermo per strada, nel deserto. Ammazza che missione di grande impatto!
A parte dieci minuti di azione ad inizio film, Sniper: Special Ops è totalmente immobile, una pozza d’acqua stagnante dove nuota il faccione sfatto di Seagal e vari caratteristi che non sanno cosa fare nella vita, tipo il wrestler Rob Van Dam, che ci prova a fare l’attore – l’abbiamo visto in 3-Headed Shark Attack (2015) – ma proprio non sembra esserci speranza per lui. La sua rotondità, seconda solo a quella di Seagal, va bene sul ring ma lo rende goffo nel ruolo di action man cinematografico.
La noia regna sovrana per tutto lo svolgersi della ridicola trama, e più Fred Olen Ray cerca di scrivere qualcosa di rispettoso verso la cultura mediorientale, più esce fuori una roba da mettersi le mani tra i capelli.
In chiusura va segnalata la minuscola apparizione di Paul Logan nel ruolo di autista dell’Humvee che riporta al campo i soldati. La sua rudezza è stata sfruttata solo dalla Asylum: altre case non sembrano averlo voluto fare protagonista ed è un peccato. È un attore di genere da premio Oscar… in confronto al devastato Seagal!
L.
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È sempre bello vedere Seagal bolso come Ronaldo. Aspetta forse sono la stessa persona!
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Mi sa di sì: Dottor Seagal e Mr. Ronaldo 😛
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Mamma mia un film che fa gonfiare le gonadi come i suoi protagonisti,Rob Van Damche aveva uno stile acrobatico negli ultimi tempi era sul ring svagliato e le mosse macchinose(non colpa sua,l’età) quello roba del fucile che con un colpo uccide due alla volta l’ho visto nel memorabile Hard Boiled di Woo la summa del genere heroic bloodsheed .
Comunque nel gioco di Alien l’ho incontrato la xenomorfo e praticamente invicibile puoi solo distrarlo con bombe flash e allarmi,e nasconderti negli armadietti (terrorizzante quando guarda dentro e non devi respirare perchè apre la porta!!) insomma hanno fatto un Micheal Myers spaziale:)
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Ammazza che ansia: mi mette paura anche solo a sentirlo raccontare 😛
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La locandina oltre ad essere un pessimo Photoshop, è una vera trappola per polli, mettere il nome Seagal vicino a quello di Van Dam (inteso come Rob) serve ad accalappiare quei due sul pianeta che non sanno che Van Damme e Seagal si odiano… anzi, Seagal odia tutti i suoi colleghi 😉 Ho visto il film l’altro giorno, volevo vedere fino a che punto potevano arrivare, il tuo commento è perfetto, nel film fanno una figura di niente tutti, da “Cacciatore bianco, pizzetto nero” al povero Rob che ormai è uno straccio… Pessimo! 😉 Cheers
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Non ho mai visto Rob sul ring, ma spero fosse più in forma all’epoca 😛
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Si lo era, anche se più in forma che in questo film, ci va anche poco 😉 Cheers
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Poteva essere un’idea mettere davvero fianco a fianco Seagal e Van Damme sul set: senza bisogno di trama né di sceneggiatura, vista la simpatia reciproca, sarebbe bastato lasciarli fare e avremmo avuto un action movie involontario (più divertente di cotanta ciofeca) 😉
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E’ un film che potrebbero girare dei fan. Mandano dei falsi inviti ai due attori e danno loro appuntamento sullo stesso set, pieno di telecamere nascoste. I due arrivano, iniziano a battibeccare e la storia si scrive da sola 😀
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Van Damme: “Stai reinterpretando Gino Felino? Felino nel senso del salame che ti sei mangiato pure a colazione, in tutti questi anni? Beh, di sicuro riesci a dare al personaggio un PESO non indifferente! AH AH AH”
Seagal: “Ma non eravamo qui per il sequel di Colpi proibiti? Nel senso che, viste quante ne hai azzeccate ultimamente, ormai ti hanno proibito di tirare qualsiasi colpo? Fosse anche un coppino? EH EH EH!”
I fan (nascosti): “Telecamere pronte: dai, ci siamo… CI SIAMO” 😉
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Quello sì che sarebbe un grande spettacolo 😛
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a completare un trio di panzuti simili ci vorrebbe Panz, pardon, Matt Hardy
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Sembra il cast per il remake di “Sette chili in sette giorni” 😀
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È vero, questo film è una rottura/tortura!!
Fa schifo.
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Devastante oltre ogni limite, ma Segal continua ad essere osannato e venerato, e spazzatura come questo film continua ad essere considerata di qualità…
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