Grazie a un articolo segnalatomi da Cassidy de La Bara Volante scopro un titolo del periodo “in bianco e nero” del genere WIP (Woman In Prison).
Mentre il 19 maggio 1950 esce negli USA Caged, che ambirà ad alcuni premi importanti, il giorno dopo vede la luce So Young So Bad, di pretese decisamente più basse.
Prodotto da una piccola casa britannica e distribuito dalla statunitense United Artists, il film è scritto e diretto dal prolifico e stimato Bernard Vorhaus a fine carriera: il maccartismo lo spazzerà via dal cinema e i secondi cinquant’anni della sua vita li passerà in Inghilterra con la moglie, lontano dalla cinematografia. (Poteva andargli peggio.)
La particolarità del film è che viene presentato in pompa magna in Italia il 25 giugno 1952, quando cioè la Distribuzione Associata Internazionale parla di Belle, giovani e perverse come un trampolino di lancio per quattro nuove «stelle di domani».
«I loro nomi furono destinati a divenire popolari da quando, su 250 fanciulle esaminate dai produttori Danziger e dal regista Bernard Vorhaus, ebbero la fortuna di essere prescelte» si legge quel giorno del ’52 sul quotidiano “La Stampa”. «Le loro interpretazioni non saranno facilmente dimenticate» vaticina l’articolo, sbagliando in pieno: dopo un paio di anni in sala, dal 1954 del film scompare ogni traccia nel nostro Paese…
La storia si apre con delle ragazze che fuggono da Elmview, una “scuola di correzione” femminile. Ne viene informato lo psichiatra John H. Jason (l’attore e regista triestino Paul Henreid) che inizia a macerarsi: dove ha sbagliato con quelle ragazze? Avrebbe dovuto aiutarle a costruirsi una vita migliore e invece sono fuggite: è stata colpa sua?
Inizia così il flashback sulle quattro protagoniste che vengono subito chiamate per nome: Jane (Enid Rudd), la dura Jackie (Anne Jackson, la dottoressa di Shining!), la frizzante Loretta (Anne Francis, la mitica Altaira de Il pianeta proibito) e Dolores (la bravissima portoricana Rosita “Rita” Moreno, protagonista di un mare di splendidi ruoli televisivi).
Spogliate, pesate, misurate, perquisite, sbatacchiate, rivestite e fatte marciare, in breve tempo delle ragazzette problematiche si ritrovano vere e proprie detenute in carcere: altro che “scuola correttiva”.
Teoricamente sono ragazze abbandonate o spiantate, non criminali, ma la Elmview è un’istituzione rigida e la ragazze sono controllate dalla brusca (e brutta) signorina Beuhler (Grace Coppin), che non fa sconti a nessuna.
L’obiettivo sarebbe rendere le ragazze socialmente accettabili e beneducate… in realtà è una scuola per criminali.
Malgrado il buon dottor Jason sia tenerone (e mollicone) con le ragazze che assiste, i continui soprusi e le umiliazioni, le privazioni e gli stenti e non ultimo l’uccisione barbara da parte della Beuhler di un coniglietto, mascotte del reparto, rendono la situazione esplosiva.
Tra messe in piega e fanghi facciali, tra vestiti e fiocchettoni, tra gonne lunghe e colletti chiusi, anche rivestite le ragazze non smettono di essere delle ribelli, e più l’istituzione cerca di trasformarle in donnine degli anni Cinquanta, più la ribellione si fa potente.
Dietro la ridicola storiella d’amore impossibile tra Loretta e lo psichiatra, in realtà si nasconde un atto di denuncia (molto opaco, in realtà) verso una società opprimente che bolla a vita ed espelle come un tumore chiunque non si lasci sottomettere.
So Young So Bad non è un film particolarmente riuscito, ma va apprezzato il tentativo di usare i dettami del genere “carcerario” per additare un malcontento che esula da epoche e generi: quello di chi non fa parte della “buona società” e lotta per conquistare il proprio spazio malgrado questo.
L.
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Sono contento che l’articolo ti sia servito ad arricchire la tua già nutrita WIP-Rubrica, appuntamento che mi allieta il Martedì 😉 Cheers!
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Il periodo in bianco e nero del WIP è ricco di titoli ma poco citato, perché tutti partono da Roger Corman: ecco perché quel post che mi hai segnalato è stato prezioso 😉
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Realizzazione datata (inevitabile) e piuttosto zoppicante (questo poteva essere già meno inevitabile, forse) al servizio di una denuncia senza tempo…
P.S. Anne Francis, Anne Jackson e Rita Moreno: da WIP a VIP, con moderazione. Giusto un po’ 😉
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Vippettine, diciamo 😛
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