Nel 2002 la Discovery Channel presenta un lungo documentario su un “vero” caso di possessione a dieci anni esatti dalla sua scoperta: da quando cioè Ed e Lorraine Warren l’hanno raccontato in un loro libro.
A questo punto, perciò, scatta il banner…
La Discovery, dunque, nel 2002 presenta A Haunting in Connecticut, un film televisivo in cui degli attori ricreano le “vere” terribili vicende della famiglia Snedeker, così come i ghost hunters Warren le hanno raccontate allo scrittore Ray Garton per il libro In a Dark Place. The Story of a True Haunting (1992), inedito in Italia come tutto ciò che riguarda i Warren.
Vale la pena dare un’occhiata alla possessione degli Snedeker.
Alan e Carmen Snedeker nell’aprile 1986 si trasferiscono a Southington, nel Connecticut, e vanno ad abitare alla vecchia Hallahan House in Meridan Avenue. Il motivo del trasferimento purtroppo è doloroso: al figlio tredicenne Philip (ma nel libro è chiamato Stephen) è stato diagnosticato un cancro del sangue ed ha bisogno di cure costanti. La famiglia così si è avvicinata al John Dempsey Hospital, facilmente raggiungibile da Southington mediante la Interstate 84, inoltre l’ospedale garantisce una cura sperimentale che potrebbe dare dei giovamenti al ragazzo.
Sistemando la casa scoprono che precedentemente era la sede della Hallahan Funeral Home, agenzia funebre che conservava in cantina apparecchiature a dir poco inquietanti. Subito Philip comincia a vedere dei fantasmi, ma la famiglia risolve la questione attribuendo le visioni alla cura sperimentale a base di cobalto. Il carattere del ragazzo cambia profondamente e la tensione è palpabile: i vicini raccontano di una litigata in cui ha affermato di voler uccidere il proprio patrigno.
Passano così due anni e intanto nella casa già affollata – Philip ha due fratelli e una sorella – arrivano anche due nipoti: una di loro, Tammy, afferma che in diverse occasioni una mano invisibile l’ha toccata mentre era a letto. Non è che qualcuno ha allungato le mani e ora si dà la colpa a qualche spiritello porcello?
Non sembra essere un particolare secondario il fatto che Philip assumesse droghe, e che per vari atti di vandalismo sia stato interrogato dalla polizia: ammettendo anche di aver toccato la cugina e aver progettato ben altro ai suoi danni. Altro che mano invisibile!
Lo psichiatra del riformatorio ha giudicato Philip schizofrenico, ma siete liberi di pensare che sia un errore e che il giovane sia vittima degli spiriti maligni di Hallahan House.

La “vera” casa del Connecticut (da NPA)
Disperati dagli strani eventi che stanno vivendo, gli Snedeker chiamano due professionisti, Ed e Lorraine Warren, che subito fanno quello che fanno sempre: niente. Anzi, no: ci scrivono su un bel libro così che tutti ci guadagnino. Per i fantasmi invece non c’è nulla da fare: e meno male che sono ghost hunters!
La storia degli Snedeker la conosciamo solo grazie al saggio In a Dark Place di Ray Garton, ma lo stesso Garton ha disconosciuto il proprio scritto giungendo addirittura a ripudiarlo: si lamenta che all’epoca era terribile scrivere una storia coerente quando tutte le testimonianze discordavano profondamente.
Intervistato nel marzo 2009 da Ray Bendici in occasione dell’uscita del film liberamente ispirato al suo libro, ha affermato che all’epoca aveva accettato di scrivere il testo perché ammirava i coniugi Warren e i racconti delle loro imprese che leggeva sulle riviste, ma averli conosciuti dal vivo è stato molto deludente.
«Sono andato in Connecticut per passare del tempo con i Warren e gli Snedeker. Quando mi sono reso conto che le testimonianze degli Snedeker erano tutte inaffidabili, ho esposto il problema ad Ed Warren. “Sono pazzi”, gli ho detto. E lui ha risposto “Tutta la gente che viene da noi è pazza, per questo viene da noi. Usa quel che puoi e inventa il resto. Tu sei uno scrittore horror, giusto? Be’, crea una storia paurosa (make it scary). È per questo che ti abbiamo ingaggiato”» (da “Damned Interview: Ray Garton”, in Damned Connecticut, 1° maggio 2014).
Il povero Garton si rende conto che i “testimoni” sono lì a raccontare una storia che assicuri loro un buon ritorno economico, che cioè già hanno messo in conto un libro di successo e pensano ai diritti cinematografici. Garton prova a lamentarsi con l’editore ma non serve a nulla: c’è un contratto, quindi il libro si fa e basta.
Dieci anni dopo la Discovery sa che il mistero vende, e vende bene, così prende il libro e crea un film televisivo molto più vicino ad un horror che ad un documentario vagamente serio: si limita a mostrare scene “fantasmatiche” di grande effetto e possessioni potenti, con gente sollevata in aria e gettata per la stanza, mentre gli attori Ralph Denton sr. e Shirley Vaughn interpretano dei lugubri Ed e Lorraine Warren.
Il successo di questa pacchianata è scontato e l’interesse monta. Nel 2007 piccole case canadesi si mettono insieme e, contando su ottimi marchi per la distribuzione (Lionsgate, Warner Bros, ecc.), dal 10 settembre al 16 dicembre girano un film che uscirà solo il 27 marzo 2009.
Un film nel cui titolo si passa dall’indeterminatezza all’affermazione granitica, mediante cambiamento dell’articolo. Non più A Haunting, “una possessione”, ma LA possessione: The Haunting in Connecticut.
Si sbriga ad arrivare nelle nostre sale già il 21 agosto successivo (fonte ComingSoon.it) con il titolo immotivato e sconclusionato de Il messaggero: sarà una pubblicità del noto quotidiano romano?
La Keyfilms Video lo porta in DVD e Blu-ray dal 21 gennaio 2013.
Gli sceneggiatori Adam Simon – che abbiamo già incontrato alla regia e sceneggiatura di Carnosaur (1993) – e Tim Metcalfe – che ha scritto alcuni capitoli della saga Porkys – non hanno nulla su cui lavorare ed esattamente nulla fanno: si limitano a prendere di peso il documentario del 2002 e ad aggiungere stupidate a casaccio, intorbidando talmente le acque che ad un certo punto ci si chiede come si possa non star capendo nulla di un film dove nulla accade…
Aggiungono arbitrariamente il personaggio del reverendo Popescu (interpretato dal sempre bravo Elias Koteas, anche se inutile), appiccicato con lo sputo e imbarazzante visto che sbaglia tutto quello che fa.
Abbiamo così Sara Campbell (la sempre brava Virginia Madsen) che… un momento, ma nel libro dei Warren non si chiamava Carmen Snedeker? In effetti questo film è talmente lontano dai “veri” eventi che poteva pure chiamarsi Cippa Lippa!
Sara ha un marito alcolizzato (che è inutile ai fini della storia e si vede sì e no due volte) quindi vive sola con il figlio malato Matt (Kyle Gallner). Vive anche insieme al marito Peter (Martin Donovan), che però non c’è mai e non si capisce dove viva e dove si alcolizzi. Ah, e vive anche con una secchiata di ragazzi che non si sia chi siano, visto che entrano in scena solo a metà film e si comportano come se stessero interpretando un altro film.
Matt è malato di cancro e bla bla bla, sta provando una nuova cura ma vede fantasmi, e la cura prevede che se si vedono fantasmi allora bisogna smettere: c’è scritto proprio così nel bugiardino, «sospendere la somministrazione in caso di fantasmi».
Dopo fiumi di fantasmi, finalmente l’aiuta Wendy (la sempre bella Amanda Crew), che non ho capito chi diavolo sia: entra film così, perché passava di lì. Che sia la cugina molestata nel letto? Visto quant’è caruccia, è facile che sia così…
Bisogna dunque fare qualcosa per questi ectoplasmi.
«Cos’è un ectoplasma?» chiede Matt. Davvero? Siamo a questo livello? Facciamo finta che nessuno abbia mai visto Ghostbusters?
A parte il solito thriller montage dove una voce fuori campo ci racconta di quanta gente è morta cercando di scrivere una buona sceneggiatura, senza mai riuscirci, e di quanti spiriti caccino roba bianca di bocca ai medium – che pure loro, una mano davanti alla bocca no? – tutto il resto è pura paccottiglia preconfezionata, tutto scontatissimo fino alla risata incontrollata, tutto confuso e immotivato.
In almeno due scene, poi, viene ricopiato di netto il documentario del 2002: quando la madre lava per terra col sangue e l’aggressione nella doccia. Segno che questo film del 2009 è nato unicamente come “estensione” di quel filmetto televisivo della Discovery.
Mentre nella “vera” storia il giovane finisce in manicomio, nel film guarisce dal cancro e corre felice nei prati, dimostrando quanto Il messaggero sia un prodotto non all’altezza delle vere imprese di Ed e Lorraine.
Ma state attenti, perché i due ghost hunters torneranno…
L.
P.S.
Assolutamente consigliato il saggio American Hauntings: The True Stories behind Hollywood’s Scariest Movies (2015) di Robert E. Bartholomew e Joe Nickell.
- Ouija House (2018) Non giocate in quella casa
- Miller 4. Under the Bed (2012)
- Amityville: The Awakening (2017) Un inutile risveglio
- Christina’s House (1999) La casa di Cristina
- La casa nel tempo (1989)
- La casa delle anime erranti (1989)
- La casa 3 (1988) Ghosthouse
- The House of Usher (2006) La casa degli Usher
- House of Mortal Sin (1976) La casa del peccato mortale
- The Comeback (1978) Chi vive in quella casa?
GUARDA IL FILM A € 2,99
Amanda Crew me la ricordo ancora agli esordi nel demenziale Sex Movie 4D e fa sempre la sua gran figura. D’altronde non c’è cosa più divina……
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In questi anni fa un piccolo ruolo nell’ottima “Silicon Valley”, e più cresce più migliora 😉
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…come il vino…
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Ti ho già detto che questa rubrica è fighissima? Rischia seriamente di essere più interessante dei film trattati, sono sicuro di aver visto “The Haunting in Connecticut”, perché quando hai parlato di uno sprecato Elias Koteas, in testa mi si sono accese delle lucette (sempre meglio di stramba roba che esce dalla bocca…) ma del film non ricordo quasi nulla, il che di solito non è un buon segno 😉 I due Ghost Hunter di James Wan alla fine hanno avuto più comparsate al cinema di quanto ricordassi. Cheers!
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Il film non fa nulla per farsi ricordare, è svogliato e asettico.
Wan non è uno sprovveduto, i coniugi Warren sono noti in America sin dagli anni Settanta, lo strano è come mai non li abbiamo resi protagonisti di film molto prima!
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Virginia Madsen me l’ha ricordo in Candyman,questo film lo guardato dopo 20 minuti con avanti veloce ,ti segnalo questo filmetto con Robert Picardo,Firenight-monsterwolf l’ho registrato da Rai 2 quindi pui recuperarlo in streaming,senti che bellissima trama: Picardo vuole comprare in una citttadina dei terreni da trivellare ma scatena lo spirito animale degli indiani Cacina-wea!
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Trama di pura serie Z 😀 Grazie della segnalazione 😉
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Ho paura che lo sfortunato disteso lassù abbia sottovalutato il senso dell’umorismo degli spiriti maligni…
Vittima: “Spirito inquieto… manifestati, parlami!”
Fantasma: “E se invece, che so, provassi a SCRIVERTI?” 😀
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ahaah ci sta tutta! E’ una scena senza alcun senso, non spiegano perché mai sono apparse quelle scritte sul corpo del giovane, quasi a citare “Il libro di sangue” di Barker in forma ridotta!
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Già! In questo caso “Il bigino di sangue”, direi 😉
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