Secondo appuntamento con il Cine-MMA lanciato dall’argentino Héctor Echavarría, che con Never Surrender (2009) lancia sia la sua casa di produzione Grindstone che uno stile particolare di parlare di mma (mixed martial arts): fare dei piccoli film con veri lottatori famosi. E già che c’è, mostrare attrezzature sportive come se fosse un grande spot…
Otto mesi dopo Never Surrender, ecco dunque Death Warrior, uscito direttamente in home video nel dicembre 2009: come tutto il resto dell’opera di Echavarría è inedito in Italia.
Mentre nel precedente film si limitava ad una comparsata, qui ha un ruolo maggiore Quinton “Rampage” Jackson, il granitico lottatore che si cala nel ruolo del campione “Wolf” Jackson (ammazza che fantasia con i nomi!), che appena vinto l’Ultimate Challenge 2008 Revelation si sente in dovere di lanciare una sfida: vuole mettere a tappeto la leggenda delle arti marziali, il lottatore fenomenale che si è ritirato imbattuto. Ovviamente si parla di Echavarría, che quando si parla di ego non lo frega nessuno, nel ruolo di Rainerio “Rain” Isandro.
Il tronfio Rain accetta subito e i due danno triste spettacolo sul ring: ok, lo ammetto, sono di quelli che trovano ridicoli gli show dei wrestler che si fomentano e si insultano a vicenda per sfidarsi.
La moglie Kira (Tanya Clarke) non vuole che Rain torni a combattere, rischiando di farsi male, ma ovviamente il lottatore se ne sbatte altamente della coniuge.
La storia sportiva cambia completamente registro quando di notte dei criminali entrano in casa della coppia e la immobilizza: entra in scena il bieco Ivan Mikhailov, interpretato da Nick Mancuso, storico caratterista “cattivo”.
Questi inocula un virus in Kira (e niente battute sul fatto che si inocula la donna!) che le dà solo pochi giorni di vita: cosa vorrà mai questo Ivan? È abbastanza chiaro: vuole che Rain combatta degli incontri all’ultimo sangue ripresi da telecamere, una specie di reality show per ricchi scommettitori.
Il primo lottatore è proprio Wolf Jackson, a cui è stato rapito il figlio per convincerlo: i due si affrontano all’ultimo sangue e, per salvare il bambino, Rain è costretto ad uccidere il lottatore.
Poi è il turno di El Croco, così ci scappa il ruolo cameo per il lottatore Rashad Evans.
Echavarría rinuncia alla regia per far posto a Bill Corcoran, onesto artigiano che in pratica dirige esattamente nello stile del lottatore argentino, così da avere le “mani libere” per curare – con Quinton Jackson – la coreografia dei vari combattimenti.
La trama infatti prevede un gran numero di incontri con veri lottatori – torna anche Georges St-Pierre nel ruolo di The Shaman – ed Echavarría crea ottime sequenze marziali in ambienti diversi.
Lo scontro finale sarà con l’amico Andre Fontaine, interpretato dal granitico Keith Jardine con tanto di orecchio a cavolfiore, segno del suo lungo vissuto sul ring.
L’unico a rimanere coperto è il “ninja master” Kang Lai interpretato dallo stuntman e coreografo canadese Louis Paquette: essendo un tecnico del mondo del cinema, in effetti non ha un volto noto.
Death Warrior è un onesto film marziale con tanti buoni combattimenti e bravi combattenti: nessuno di loro si finge attore, e questo lo pone al di sopra della media del cinema marziale!
L.
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Quinton “Rampage” Jackson è quello che ha fatto Mr. T nel film sull’A-team vero? Pieno di nomi grossi che si menano invece di recitare, come dovrebbe sempre essere! 😉 Cheers
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Sì, ha avuto 5 secondi di notorietà cinematografica per A-Team, evaporata insieme al film stesso 😛
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Echavarría (in quel famigerato primo piano) ai colleghi: “Ricordate, gente: siamo qui per combattere e NON per recitare! Tanto come attori chi volete che ci si inoculi, a noi…” 😛
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ahaah fanno bene a non provarci nemmeno, a recitare 😛
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