Il successo travolgente e mondiale di The Conjuring rende obbligatorio un “qualcosa” a stretto giro: in attesa del sequel, la New Line Cinema e Warner Bros tirano fuori un bel prequel. Che però tutti chiamano misteriosamente spin off non avendo forse capito che Annabelle si svolge esattamente un anno prima di The Conjuring…
La Warner Bros è là che si scervella su che film fare. Come finiva il film di James Wan? Con i Warren che vanno ad Amityville, bene: facciamo un film su Amityville Horror! Come dite? Ce ne sono già mille e il Zinefilo a breve li presenterà tutti? Allora cambiamo prospettiva: come cominciava il film? Con il caso della bambola Annabelle: e allora vai, il film si è già scritto da solo!
Prima però… il banner…
Siamo agli albori dell’attività dei coniugi Warren, siamo cioè nel 1970: il “New York Times” non ha ancora reso celebre il loro nome per il fantasma di West Point né i fan dell’occulto hanno potuto ammirare Lorraine aggirarsi per Amityville House, ma la miticità è dietro l’angolo.
Il saggio Il libro completo dell’autodifesa psichica (Protected by the Light, 1998) di Bruce Goldberg (Hermes Edizioni 1999), scritto prima che gli Warren divenissero fenomeno cinematografico, ci racconta che in quel 1970 l’infermiera Donna compie 28 anni e la madre le regala una enorme bambola di pezza usata della serie Raggedy Ann.
Chissà cosa avrà pensato la compagna di stanza di Donna, Angie, infermiera pure lei, al vedersi arrivare una titanica bambola che occupa metà della camera: è sicuramente una presenza ingombrante… soprattutto se inizia a muoversi!
Ogni volta che la bambola viene messa in una posizione, la si ritrova poi in tutt’altra posa, ed iniziano ad apparire pezzi di pergamena con delle scritte dalla calligrafia infantile che mettono in guardia da futuri pericoli sia le donne che Lou, il ragazzo di Angie.
Alla parola “pergamena” qualcuno dev’essere sbottato a ridere – come fa un’infermiera ad avere le conoscenze tecniche necessarie a riconoscere una pergamena? E perché un fantasma dovrebbe usarne? – e ha chiesto alla donna di vedere queste scritte: incredibile a dirsi… i pezzi di fantomatica pergamena non si sono più trovati.
Il copione prosegue con l’infermiera Donna che fa ricerche – dove e come non si sa – e scopre che nella sua camera in passato è morta una bambina di nome Annabelle Higgins: il gioco è fatto, è sicuramente il suo spirito che risiede nella bambola e fa i dispetti con la pergamena.
Le due donne organizzano una seduta spiritica e la medium scopre un’informazione fondamentale: in quella camera è morta una bambina di nome Annabelle Higgins… Ammazza che medium, pare quasi large!
A questo punto è chiaro che si tratta di un lavoro per i Warren… e qui scopriamo una storia ben diversa.
Ci viene in soccorso il saggio The Demonologist (1980) in cui il fido Gerald Brittle ricostruisce i casi dei coniugi Warren usando i loro archivi e documenti. Scritto in anni vicini agli eventi, ci fornisce la versione “primaria” della storia, così scopriamo che non sono le donne ad aver fatto ricerche: il nome di Annabelle Higgins viene rivelato direttamente dalla medium.
Non è chiaro quando Ed e Lorraine siano stati chiamati ad intervenire, se nel 1970 – quando ormai la bambola faceva cose strane da un anno – o nel 1971, comunque il loro racconto inizia mentre bussano alla porta di Donna… e Deirdre apre loro la porta… E ora chi è ora questa Deirdre?
Esce fuori che fino al 2013 tutte le fonti chiamano le due infermiere Donna ed Angie, e il ragazzo di quest’ultima Lou – infatti Goldberg nel 1999 riporta uno dei messaggi trovati su pergamena: «Aiuta Lou»- ma poi nel 2013 la ristampa del libro di Brittle cambia i nomi: ora le due donne sono Deirdre e Laura, e il ragazzo Cal. Anzi, sappiamo addirittura il cognome della padrona della bambola: Deidre Bernard.
Nel 2015 il dottor Andrew Nichols per il suo Parapsychology: Ghosts and Hauntings ritira fuori i nomi di Donna ed Angie: ma insomma, come si chiamano ‘ste due infermiere? Questo è il vero mistero…
Visto che questa storia – come tutte le altre di questo ciclo – la conosciamo solo grazie ai racconti degli Warren, e visto che nessuno fornisce una spiegazione per questa confusione nominale, immagino che Donna ed Angie siano stati nomi di “copertura” per Deirdre e Lara, ma ripeto: è una mia congettura.
Alla richiesta di raccontare la storia dall’inizio, Deirdre si trasforma in una Queen of Drama e sospira un «Ci sono due storie… ma entrambe riguardano Annabelle.»
«Chi è Annabelle» chiede giustamente Ed Warren.
«Appartiene a Deirdre» interviene l’amica Lara.
«”Appartiene”» chiede Lorraine Warren. «Annabelle non è un essere vivente?»
«Vivente?» ripete misteriosamente Deirdre. «Si muove, come se fosse viva. Ma no, non credo sia viva.»
Con questa incredibile teatralità – che sottolineo per far capire l’affidabilità del saggio in questione – Deirdre e la sua amica dicono agli ospiti che Annabelle è in salotto, seduta sul sofà, e dopo uno sguardo ricco di tensione Lorraine chiede «State parlando della bambola?»
Insomma, questa storia sta venendo raccontata proprio come se già si pensasse ai diritti cinematografici…
Deirdre racconta che da un anno la bambola “si muove”, prima limitandosi a cambiare posizione poi entrando in stanze chiuse, e ha lasciato messaggi scritti su pergamena utilizzando una matita. Deirdre specifica che ha perquisito ogni angolo della casa, e non solo non ha trovato alcuna pergamena… ma neanche una matita!
Ed Warren si rende conto che quelle due tipe le stanno sparando troppo grosse, così fa una riflessione sensatissima per riportare la discussione a livelli razionali: «Sembra che qualcuno abbia le chiavi del vostro appartamento e vi stia facendo uno scherzo di cattivo gusto.»
Quello che Ed avrebbe dovuto far notare alle ragazze è che stavano raccontando la stessa storia che in Florida ha reso celebre Robert Eugene Otto e il suo bambolotto indemoniato Robert, che pullman pieni di turisti pagano per visitare.
Deirdre comunque racconta della seduta spiritica e della conclusione: la giovane Annabelle è bloccata in quel luogo da tanto tempo e vuole solo un po’ di compagnia. Visto che è una spiritella buona, per evitare altri problemi propone di entrare nella bambola per rimanere insieme alle due donne, brava brava. (Ma non era già nella bambola?)
A questo punto Ed Warren serra la mascella e sforna il suo duro responso: non esiste alcuna Annabelle Higgins, un demone ha preso in giro le ragazze sin dall’inizio e loro stesse si sono fregate con le proprie mani…
Come hanno specificato più volte i Warren, i fantasmi non hanno la forza di manomettere gli oggetti del mondo reale, è stato invece un demone a spostare la bambola per creare attenzione, e Deirdre e Lara hanno commesso il grande errore di chiamare una medium, la quale ha aperto la via al demone per insediarsi nelle loro vite.
«La bambola non è posseduta – conclude Ed. – Gli spiriti non possiedono gli oggetti, ma le persone.» Ok, detto da uno che ha un museo di oggetti posseduti – compresa la bambolona Annabelle, chiusa in una teca con tanto di croce a sigillo – suona un po’ strano, ma magari sono io che non colgo le sottigliezze spiritiche.
A questo punto non rimane che chiamare l’esorcista padre Everett e dare una “ripulita” all’appartamento: i Warren se ne vanno felici… con la bambolona appresso!
Guidare nella notte con sul sedile posteriore una bambolona posseduta non è piacevole, infatti l’auto di Ed non fa che rischiare di uscire fuori strada, finché si rende necessario fare un segno della croce su Annabelle con l’acqua santa. (Che non manca mai nella borsa di un demonologo…)
I Warren raccontano che a casa loro la bambola si comporta pure peggio che dalle infermiere, lanciandosi in vari numeri cinematografici a cui crediamo ciecamente, visto che ce li raccontano i Warren stessi. La cosa dura più di un anno poi il demone si stufa… oppure capisce che diventerà protagonista di un film e si cheta.
L’importante per il film è avere uno sceneggiatore bravo che sappia gestire bene la storia e il personaggio, uno sceneggiatore che sappia lavorare sull’impercettibile e creare l’atmosfera giusta… così viene scelto il terrificante (non in senso “buono”) Gary Dauberman, che ha appena iniziato la sua (spero corta) carriera scrivendo due assurdi filmacci per la thailandese Thai Occidental Productions, chiusa subito dopo: Caccia al ragno assassino e Le scimmie assassine, entrambi del 2007.
Dopo ragni e scimmie assassine… una bambola assassina è la morte sua!
Il meglio però la Warner Bros se lo è tenuta per la sedia del regista, dove al posto di James Wan poggiano le terga di John R. Leonetti.
Come dite? È un nome familiare? Sì, anche a me è stato un po’ a penzoloni nella memoria finché ho fatto mente locale: curiosamente si chiama proprio come quel direttore della fotografia che nel 1997 si finse regista per dirigere l’assurdo Mortal Kombat 2…
Come dite? Non è un’omonimia? È proprio lui? Ma allora, Warner, dillo che Annabelle ti sta sulle palle…
Uscito in patria il 29 settembre 2014, Annabelle arriva in Italia immediatamente il 2 ottobre successivo (fonte ComingSoon.it), e sempre la Warner Bros lo presenta in DVD e Blu-ray dal 12 febbraio 2015.
Inizia esattamente come inizia The Conjuring, con le due infermiere che raccontano della loro bambola posseduta, poi facciamo un saltone indietro a quei magici anni in cui Charlie Manson lanciava la moda delle sètte segrete e tutti si ammazzavano a suon di Disco Music.
La famigliola composta da John (Ward Horton) e Mia Gordon (Annabelle Wallis… cioè… l’attrice si chiama Annabelle? Mitico!) è sconvolta perché due seguaci di non si sa che setta piombano in casa loro e accoltellano il pancione di Mia incinta, prima di morire con una bambolona tra le braccia.
I Gordon cambiano casa ma, sebbene John l’abbia buttata, la bambolona ritorna e comincia il solito circo di spiritismo spicciolo.
Scopriamo che la bambola apparteneva alla figlia dell’assassina della setta, una bambina di nome Annabelle morta giovane, e ci pensa padre Pereza (Tony Amendola) a fare le veci dei Warren che qui non sono tirati in ballo.
Con estrema banalità e un livello altissimo di qualunquismo la storia procede scontata e senza mai un solo effettaccio: in effetti la bambola è così terrificante di suo che non c’è bisogno di farla mai muovere…
Liberati ed esorcizzati, i Gordon mollano la bambola in un negozio dell’usato… dove viene acquistata dalla mamma di un’infermiera per farle un regalo, e il cerchio è chiuso: Annabelle finisce un anno prima di The Conjuring ed è un mistero che ancora venga definito spin off.
Se già il film di Wan non eccelleva per atmosfere, qui c’è il nulla portato all’eccesso: una sceneggiatura ridicolmente vuota per un film che si basa unicamente sulla pupazza protagonista. Be’, allora è mille volte meglio Ghost Movie 2 (2014) dove Marlon Wayans passa una bollente notte di sesso con la bambola e poi non riesce più a liberarsene!
Infine vi regalo un’idea-vacanza: andate a visitare la bambola Annabelle al Warren Occult Museum a Monroe (Connecticut), poi fate un salto pure all’East Fort Martello Museum, in Florida, a visitare Robert il bambolotto posseduto, ispiratore del mitico Chucky cinematografico.
L.
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LE bambole, specie quelle di porcellana, hanno sempre un che di inquietante. Tuttavia ho perso la fede nel cinema bambolesco dopo essermi guardato Dolls e sopratuttto la infame saga di Chucky. E dire che visto l’aspetto sinistro di alcune bambole, se un cineasta si impegnasse sul serio potrebbe fare un filmone (guarda cos’hanno fatto con It che ha terrorizzato due-tre generazioni di -all’epoca- bambini)
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Paradossalmente il film non usa gli strumenti che i Warren – professionisti del raccontare storie di paura – hanno usato per Annabelle. Invece quegli strumenti li raccoglie il film “The Boy”, la cui bambola segue fedelmente il racconto Warren di Annabelle e tira fuori una bella atmosfera, anche se rimane un piccolo film.
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Devo ancora vederlo, ho letto recensioni contrastranti…
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Non è un capolavoro, è un piccolo film ma secondo me fa un onesto lavoro: niente di nuovo, ma buona idea e buona atmosfera. E poi il bambolotto si comporta esattamente come la “vera” Annabelle dei Warre 😉
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Con la cazzata della bambola si son fatti soldi a palate,di Wan mi ricordo Death Silence sui bambolotti assassini ,La sposa di Chucky di Ronny Hu l’ho trovato divertente,m l’unica bambola che mi fatto scappare via da picolo e lo Zuni africano.
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Quando Chucky faceva il “serio” deludeva, ma poi con la Sposa e la Medizione si è buttato sul cazzeggio e allora sì che mi è piaciuto 😛
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Conoscevo la storia di Robert, ma ti ringrazio per i dettagli 😉 Non ho mai capito il vizio dei Warren di riempirsi la casa di manufatti potenzialmente pericolosi. ” Annabelle” è un filmetto da poco secondo me, ho preferito un pò di più “The Boy” che resta comunque un filmettino ma almeno mette su una buona atmosfera. Cheers!
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D’accordissimo: viva The Boy 😛
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Ed: “Ma voi spiriti non possedete gli oggetti?”
Spiriti: “Mah, possederli… di tanto in tanto li noleggiamo per fare un po’ di scena, magari”
Annabelle:
“Me le fai girar
me le fai girar
anche se son ‘na bambola
se mi butti giù
poi io torno su
a me non mi s’imbambola
Non ti accorgi che mi incazzo
quando arrivi a farmi il mazzo ma tu
ti credi meglio di me”
Robert:
“No ragazza no
No ragazza no
qua sei tu a copiare me
mi girano di più
perché al posto mio sei tu
mai che pensassi a me
Ma stasera cambio vita
quelle mani di sceneggiatore no,
non farò scriver più” 😀
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Ahahah sapevo che ti avrei acceso la creatività musicale 😀
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La figura dello Zuni della Trilogia del terrore, terrificante ed energico contrasta con l’apparente staticità di Annabelle e The boy che vira più verso il thriller anche se l’apprensione che mettono è abbastanza inquietante 🙂
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Solo che Annabelle punta tutto sulla bruttezza inquietante della bambola senza fare altro, risultando noiosetto: almeno The Boy mi ha intrigato di più…
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