«Il 18 febbraio 1976, Marvin Scott, del Quinto Canale di New York, decise di svolgere ulteriori indagini sulla presunta casa maledetta di Amityville, a Long Island. Per far questo occorreva trascorrere la notte nella casa di Ocean Avenue abitata dagli spettri. Medium, chiaroveggenti, un demonologo e parapsicologi furono invitati a partecipare alla ricerca»: così inizia l’Epilogo del saggio Orrore ad Amityville. Minuto per minuto, la cronaca di 28 giorni diabolici (The Amityville Horror: A True Story, 1977) di Jay Anson, giunto in Italia nel febbraio 1979 per Sonzogno (al prezzo di 1.000 lire) con la traduzione di Mario Baccianini.
«I ricercatori tennero la prima delle loro sedute alle 10,30 della sera. Erano presenti attorno al tavolo Lorraine Warren, una chiaroveggente, e suo marito Ed, un demonologo; i medium Mary Pascarella e la signora Alberta Riley; e George Kekoris dello Psychical Research Institute di Durham, North Carolina.»
I coniugi Warren iniziano la loro grande carriera mediatica che dura tuttora, a quarant’anni da quella sera. Perciò… vai col banner!
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La prima a “cadere” è Mary Pascarella, che lascia la seduta affermando come «dietro ogni cosa sembra esserci una specie di ombra nera che forma una testa e si muove. E quando si sposta, mi sento personalmente minacciata.»
Poi tocca alla signora Riley, la quale afferma «È di sopra, nella camera da letto. Qui c’è qualcosa che fa battere in fretta il cuore. Il mio cuore palpita forte.» Pian piano tutti gli ospiti abbandonano la seduta a causa di malumori e malesseri vari, tanto che Ed Warren propone di interrompere tutto per evitare ulteriori problemi: rimane solo Lorraine, che rilascia infine il suo rapporto sulla questione.
«Qualunque cosa si aggiri qua dentro, credo si tratti, senza alcun dubbio, di una forza del tutto negativa. Non ha niente a che vedere con spiriti di defunti. Proviene direttamente dalle viscere della terra.»
Alle tre del mattino un’altra seduta, stavolta più tranquilla, e alla fine «tutti erano ormai convinti che la casa di Ocean Avenue ospitasse uno spirito demoniaco, di quelli che possono venire allontanati solo da un esorcista.»
La vicenda è stra-nota e raccontata in mille modi, la riassumo brevemente per i più distratti, che se vogliono posso approfondire ovunque.
Nel dicembre 1975 George e Kathleen Lutz entrano, con i loro tre figli, in una casa di Long Island ed iniziano subito a vivere esperienze terrificanti e paranormali. A gennaio fuggono dalla casa, troppo terrorizzati per continuare ad abitare nel luogo dove nel novembre 1974 Ronald DeFeo jr. ha sterminato la propria famiglia a fucilate, venendo condannato al carcere proprio un mese prima che i Lutz prendessero possesso della casa di Amityville: per tutto il processo DeFeo ha affermato che erano state delle voci a spingerlo ad agire in quel modo.
Decenni dopo, nel documentario Amityville: The Haunting (History’s Mysteries 7×01, 30 ottobre 2000), i coniugi Lutz in persona racconteranno che per combattere lo stress di aver abitato per un mese in una casa posseduta hanno raccontato la loro storia, per filo e per segno, al microfono di un registratore “come si usava all’epoca” (?): quei nastri sono stati usati da Jay Anson per il suo saggio, che ricostruisce giorno dopo giorno, ora dopo ora, l’incubo dei Lutz ad Amityville.
Malgrado già nel 1979 William Weber, avvocato di DeFeo, abbia rivelato di aver incontrato i Lutz e di aver pianificato tutta la truffa Amityville per soldi e per ottenere la riapertura del processo del suo cliente – e infatti guarda caso la possessione inizia un mese dopo la condanna! – il mito della haunted house è nato e nessuno potrà mai infrangerlo.
C’è davvero poco di vero nelle ricostruzioni e nelle testimonianze degli eventi di Amityville, intorbidite e manipolate per interessi personali, quindi… è materia perfetta per un film!
Il film The Amityville Horror, prodotto da case indipendenti come la AIP (American International Pictures) e distribuito dalla Metro-Goldwyn-Mayer, esce in patria il 27 luglio 1979 e spunta nei cinema italiani il 9 febbraio 1980 con il più stringato titolo Amityville Horror.
Viene distribuito in VHS Domovideo e Skorpion e la MGM lo presenta in DVD dal 16 gennaio 2002.
Il film inizia subito con una bella discrepanza: mentre George (James Brolin) e Kathy Lutz (Margot Kidder) ammirano la casa prima di comprarla, un montaggio serrato ci mostra DeFeo che uccide i familiari: le immagini però ci verranno spiegate in seguito, quando Kathy “scoprirà” il delitto compiuto nella casa prima del loro arrivo.
Eppure il 5 febbraio 1976 la trasmissione televisiva “Ten O’Clock News” del Quinto Canale di New York, probabilmente la prima fonte a raccontare gli eventi di Amityville, dice chiaramente che i Lutz comprano la casa ben sapendo degli omicidi in essa commessi. Lo specifica anche Anson nel suo saggio: «L’agente rivelò senza esitazione alla coppia che era stata la casa di DeFeo».
E già che ci siamo, perché in questo film del 1979 le povere vittime di DeFeo dormono supine mentre nel documentario citato del 2000 viene rimarcato che dormivano prone? Probabilmente per lo stesso motivo per cui nel libro di Anson non c’è traccia di cimiteri indiani…
Nel 1982 il successo del film Poltergeist lancia nel mondo il canone della “casa posseduta perché costruita su antico cimitero indiano”, sfruttato e abusato da molti autori, e così nel 2000 il documentario potrà dire tranquillamente che i familiari di DeFeo dormivano proni, cioè nella posizione in cui riposavano i morti indiani sepolti sotto Amityville.
Invece dobbiamo tornare nel 1979, quando il successo de L’esorcista (1973) ha fatto sbucare demoni ovunque: infatti in questo film si dice che la casa è costruita sopra la dimora di John Ketcham di Salem, adoratore del demonio. È una notizia buttata là, senza darle troppa importanza, e pure nel libro Anson la snocciola come fosse una curiosità locale: «Cacciato da Salem, nel Massachusetts, perché dedito alla stregoneria, Ketcham fissò la sua dimora nel raggio di centocinquanta metri dall’attuale casa dei Lutz, continuando a praticare la sua magia nera.».
Quindi la casa è posseduta dai demoni evocati da Ketcham o dagli spiriti indiani? Non lo sapremo mai…
I Lutz dunque acquistano una enorme casa che non potrebbero mai permettersi e la vita sembra scorrere tranquilla, finché George non inizia a sentire freddo e a fare la faccia malata. Fine del film…
Ad onore del saggio di Anson va detto che è molto intrigante e ti prende subito nella lettura: puoi mantenere il tuo scetticismo quanto ti pare, ma la bravura dell’autore ti fa girare pagina dopo pagina per sapere cosa mai stia succedendo in quella casa.
Pare che la sceneggiatura che Anson stesso ha scritto non sia piaciuta alla produzione, che invece si è affidata a Sandor Stern: il risultato è la noia più totale, a meno di non vivere nel ’79 e di non aver mai visto un horror prima d’ora.
Il regista Stuart Rosenberg viene dalla TV ed è specializzato in gialli e polizieschi: fa un onesto lavoro ma crea un prodotto molto datato. Per carità, è un film dal successo travolgente che ha dominato per decenni il genere horror, ma non confondiamo il fascino del mito di Amityville con la qualità del film: se la stessa identica pellicola avesse avuto per soggetto un’altra casa, magari poco nota, sarebbe già dimenticata un anno dopo la sua uscita.
Ogni aspetto “demoniaco” è abbozzato un po’ rozzamente e verrà presentato meglio da film posteriori. Tutto è didascalico e quasi cronicistico, la telecamera segue muta l’agire inspiegabile e inspiegato del protagonista quasi a darci conto di ogni suo passo, come se ce ne fregasse qualcosa: non c’è mai alcun tipo di atmosfera, a meno (lo ripeto) di non vederlo nel ’79 per la prima volta. Invece il saggio di Anson almeno crea una certa aria tesa che travalica l’evento in sé e lo rende un libro ancora oggi più che leggibile.
Nessuno dei due attori ha mai creduto per un attimo nel film, né in fondo ci ha creduto la produzione visto che ha accettato che James Brolin, per un compenso minore, si accaparrasse il 10% delle entrate generali della pellicola: in breve tempo questa scelta oculata l’ha reso ricchissimo! (Si parla di una percentuale di 17 milioni di dollari dell’epoca.)
Brolin ha fatto i compiti e ha assecondato il marketing, dicendo in giro che è stato turbato dal copione, che robe si sono mosse mentre lo leggeva e tutte le solite chiacchiere pubblicitarie: in realtà è assente ingiustificato e usa una stessa identica espressione per tutto il film, anche quando prende un’ascia in mano e rifà molte scene che l’anno successivo avrebbero reso celebre Jack Nicholson in Shining.
Occhi sgranati e pelle livida: tutta qua l’interpretazione di un attore molto bravo ma vistosamente svogliato.
Il saggio American Hauntings (2015) di Robert E. Bartholomew e Joe Nickell, che ho già citato in questo ciclo sui “casi” dei coniugi Warren, impiega molte pagine a descrivere minuziosamente le molte falle della storia di Amityville, le discrepanze, gli errori, le contraddizioni e gli sfondoni di una storia che Anson ha affermato di aver trascritto fedelmente, cioè una semplice cronaca degli eventi, ma che in realtà ha creato molto di più di quanto il “diritto di cronaca” gli concedesse. Malgrado le prove che si tratti di una truffa siano tantissime e molto convincenti, è tutto inutile: il mito di Amityville esplode potente e grazie alla fiction dura ancora oggi. (E a questo punto durerà per sempre.)
Non ci resta che dare un’occhiata agli altri film che si sono ispirati a questo mito moderno.
L.
- Ouija House (2018) Non giocate in quella casa
- Miller 4. Under the Bed (2012)
- Amityville: The Awakening (2017) Un inutile risveglio
- Christina’s House (1999) La casa di Cristina
- La casa nel tempo (1989)
- La casa delle anime erranti (1989)
- La casa 3 (1988) Ghosthouse
- The House of Usher (2006) La casa degli Usher
- House of Mortal Sin (1976) La casa del peccato mortale
- The Comeback (1978) Chi vive in quella casa?
Non sapevo che James Brolin avesse anticipato il moderno metodo di retribuzione delle super star, ho sempre sostenuto che quell’uomo lì è un drittone 😉 Gran pezzo su un film ormai mitico come la storia che lo ha generato, sei stato bravissimo a rimettere ordine, immagino ci sia una montagna di materiale su Amityville. Mi piace questo “Spin-off” della rubrica sulle case stregate 😉 Cheers!
P.S. Grazie per la citazione!
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Mi sa che Brolin in buona fede ha guadagnato più di quelli che hanno speculato furbamente sulla casa 😛
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Amityville ha sempre avuto un fascino inspiegabile, tanto più inspiegabile in Italia dove praticamente nessuno aveva mai sentito nominare il caso DeFeo (e lo avrebbe scoperto solo decenni più tardi, soprattutto grazie a internet). Credo che il successo dalle nostre parti sia stato semplicemente dovuto a quelle due inquietanti finestrelle semicircolari, molto più simili a occhi diabolici che a semplici finestre….
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In effetti nel film e nel saggio il caso DeFeo è appena abbozzato: visto che è ancora in carcere, possibile che in tutti questi anni nessuno abbia proposto all’assassino un libro per raccontare la sua versione?
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Evvai finalmente la saga d Amityville! La rileggo con piacere…
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Mi sono scordato di guardare se su Movies Tavern l’avevi già trattata: nel caso ti linko 😉
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No non ho ancora trovato il tempo di buttarmici dentro…ma grazie per il pensero! 😉
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Ho visto un’Amytiville diretto da Damiani con Burt young padre violento non era male,la rece di ti mandato ieri riguardava proprio Salem,ma Jack Ketcham non è anche lo scrittore dove hanno tratto dei film sui cannibali,a me The Woman piaciuto come film.
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Anche a me è piaciuto The Woman, e quell’Amytiville di Damiani ce l’ho in scaletta per questo ciclo 😉
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E, detto fra noi, il film di Damiani è di gran lunga migliore rispetto allo sciapo Amityville di Rosenberg 😉
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Ancora devo vederlo, sono curiosissimo 😉
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