Sean S. Cunningham è lì nel letto che si agita, madido di sudore: Roger Corman l’ha costretto all’abominio più abominevole con House II, fondendo horror, commedia, western e dinosauri. Un’ignominia ignominiosa.
Scende dal letto, va alla finestra e grida alla notte: «Fanculo, Corman: la prossima “Casa” me le giro tutto da solo!»
Affidandosi alla United Artists per la distribuzione il 28 aprile 1989 esce il suo The Horror Show, il cui titolo di lavorazione era però House III: cambiarlo forse è servito a sottolineare che Corman non c’entrava più niente.
La distribuzione internazionale di questo film ha scatenato i titolatori di tutto il mondo, che hanno mediamente voluto legarlo ai due precedenti House, intitolandolo quindi di solito House 3.
Non ho trovato prove di un’uscita italiana in sala, benché ci siano molte locandine cinematografiche dell’epoca in vendita su eBay. Nel maggio del 1991 arriva in VHS RCA-Columbia con il titolo La Casa 7 e, sebbene non sia riuscito a stabilirne la data, nei primissimi anni Novanta è stato trasmesso da Italia1 con il titolo La Casa 7: Horror Show: quest’ultimo però è un ricordo personale.
Il 6 giugno 2007 la misteriosa Mac Records (con copyright 2003) presenta in DVD italiano il film… con il titolo La Casa III… Maledetti distributori italiani!
Per finire, vi consiglio uno speciale del blog Doppiaggi Italioti in merito ai “titoli italioti”.
Scritto da tre sconosciuti – uno dei quali era talmente schifato che si è firmato anonimamente Alan Smithee – di cui solo l’esordiente Leslie Bohem tornerà a farsi conoscere per sceneggiature come Daylight (1996) e Dante’s Peak (1997), il film è diretto con mano sicura e gusto anni Ottanta da James Isaac, piccolo nome dell’horror che ha lavorato pochissimo.
IMDb afferma che il film è stato co-diretto dal neozelandese David Blyth, che fa piccolissimi film quindi non sembra aver apportato qualità alla pellicola. Ma ne parlo meglio più sotto: rimanete in sospeso…
Malgrado dunque la regia non sia il suo punto forte, The Horror Show rimane un piccolo gioiello foss’anche solo per i due titani che si dividono la scena: i mitologici Lance Henriksen e Brion James, grandissimi mattatori dell’horror.
Il detective Lucas McCarthy (un Lance Henriksen più Lance Henriksen che mai, splendente e scintillante) è ancora sconvolto per il suo ultimo caso: ha catturato lo spietatissimo killer Max Jenke (Brion James) e gli ha assicurato la condanna a morte sulla sedia elettrica, però… Lo shock emotivo non è facile da gestire, soprattutto se Jenke – mentre sfrigola sulla sedia elettrica – giura che tornerà per ossessionare e torturare il detective.
Un rude come McCarthy non si lascia certo spaventare dalle minacce di un assassino morente, eppure… certi strani orribili sogni ossessionano le sue notti, e non aiuta l’essere avvicinati dal lugubre dottor Peter Campbell (Thom Bray, il mitico nerd della serie Riptide) che afferma di essere in grado di poter risolvere il problema di Jenke. Perché il serial killer è tutt’altro che morto.
Grazie alla sedia elettrice Jenke si è trasformato in energia, e… come dite? Chi ha detto Sotto Shock di Wes Craven? Un film uscito sei mesi dopo questo? Che maligni che siete, è noto che la cinematografia statunitense non copia mai da nessuno…
Jenke, dicevo, è diventata energia e appare dovunque ossessionando il protagonista, che per sconfiggerlo deve ricorrere proprio all’elettricità… Oh, ve la piantate di ripetere Sotto Shock? Con voi non ci parlo più…
«A mia moglie piace parlare, dopo aver fatto l’amore: ieri infatti mi ha telefonato da Las Vegas.»
Assolutamente imperdibili le battute di Brion James, che se la diverte un mondo a gigioneggiare col suo faccione assassino: è l’unico attore al mondo che, sulla sedia elettrica, può far sempbrare dannatamente cazzuta la frase «Aumenta il voltaggio, stronzo!»
Per ultimo mi tengo Lance Henriksen, mio mito personale nonché più titanico caratterista mai apparso su schermo: questo è uno dei rarissimi, ma proprio rarissimi film da protagonista. Sebbene la sua filmografia sia la più sterminata dell’universo, i film in cui è protagonista assoluto si contano sulle dita di una mano monca…
Per sapere qualcosa del suo coinvolgimento in questo film, mi affido alla sua strepitosa biografia: Not Bad for a Human (2011). Se non cogliete la citazione dal film Aliens, siete pregati di uscire da questo blog!
Lance ci spiega che David Blyth era stato originariamente scelto come regista ma poi sostituito all’ultimo secondo. «Il cambio causò enormi problemi. Quando inizi con un regista, leghi con lui e quel legame è qualcosa che difendi strenuamente. La sostituzione ci ha lasciato storditi per almeno una settimana, ed è stata davvero traumatica.»
Con il copione completo, «forse la quinta generazione di ciò che era all’inizio», Lance confessa di non aver amato per nulla il film però si è divertito a recitarci. Soprattutto si è divertito a lavorare con Brion James.
«Sapevo che potevo far ridere Brion facendo qualcosa di eccessivo. Lui doveva colpirmi in bocca nella scena della lotta, così mi preparai una quantità assurda di sangue: quando mi colpì iniziai a spargere così tanto sangue che sembrava mi avesse mozzato la testa. Brion ha cominciato a ridere così forte che il regista ha dovuto dare lo stop, infuriato.»
A parte la cantina in cui sembra imperversare lo spirito dell’assassino, la casa davvero c’entra poco: il film è una lotta tra il buono umano e il cattivo “elettrico”.
Rimane ancora oggi uno spettacolo divertente, sebbene sia nato male e forse sia meno noto rispetto ai suoi due predecessori: però la mia venerazione incondizionata per Henriksen forse offusca il giudizio…
L.
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Non l’ho mai visto,per forza Brion James vale più voltaggio e un replicante!
Ti segnalo tre chicche viste di recente in chiaro Limite estremo senti che cast :Wesley Snipes,Dan Hedaya,Dennis Hooper,Tobin Bell(Jigsaw!),Viggo Mortensen e due con Jackie Chan Il mistero del conte Lobos e Protector diretto dal regista malastrano dei due Exterminator.
Sto gioco di Conan e arrivato:)
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Ottime visioni e buon gioco con Conan 😉
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E con questo chiudiamo il ciclo delle scopiazzature di scopiazzature, ogni volta ti grana sempre più grossa e scadente…;)
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Magari si finisse qui: il cinema statunitense è la scopiazzata di se stesso 😀 Se abolissero il copia e incolla scomparirebbe nel nulla…
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Soprattutto in questo decennio dove sembra non esistere altro che remake e reboot…
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Lance Henriksen e Brion James, due dei più celebri replicanti (non chiamiamoli sintetici che è maleducazione) della storia del cinema nello stesso film, e proprio loro sono l’unico motivo di interesse della pellicola, non vedo questo film da anni, ma la prova di quei due la ricordo molto bene, ricordavo anche la battuta della moglie a Las Vegas 😉 Cheers
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Facile che l’abbiamo visto entrambi su Italia1 quando ancora era un canale televisivo: bei tempi lontani…
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No, non ti offusca niente perché quello è anche il mio, di giudizio. E non siamo mica tipi da farci offuscare facilmente, noi (nemmeno quando Lance porta l’orologio a vita alta come i pantaloni) 😉
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ahahah è vero, aveva l’orologio che faceva pandan con il pantalone 😀
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