Amityville Possession (1982)

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Nel gennaio 1982 l’Italia è ancora un Paese “libero da case” – deve cioè ancora uscire La casa di Mary, che darà il via alla “titolazione casalinga” di film a caso – ed il friuliano Damiano Damiani viene chiamato da Dino De Laurentiis a raggiungerlo in America per dirigere un bel filmaccio fresco fresco.
Sono ancora potenti, da entrambi i lati dell’Oceano Atlantico, gli echi del Mito Amityville e tocca assolutamente continuare a sfruttare quel tema per l’epoca fresco e frizzante. Sfruttarlo all’italiana, si intende: ripetendo pari pari gli elementi principali ma fatti peggio e recitati male.
Mentre in Italia si creano piccoli gioiellini – come Bomber (1982) – i nostri “cervelli” vengono esportati per dirigere robe imbarazzanti tipo questo Amityville II: The Possession.

La riproduzione di questo film porta alla possessione!

La riproduzione di questo film porta alla possessione!

Alla sceneggiatura esordisce un giovane Tommy Lee Wallace, che lo stesso anno De Laurentiis fa debuttare alla regia con Halloween III.
Presentato negli Stati Uniti il 24 settembre 1982, il film arriva sugli schermi italiani dal 20 maggio 1983 come Amityville Possession, e il titolo de “La Stampa” del 24 maggio successivo è geniale: «Il posseduto da Satana duella con l’esorcista».
Staziona poco nei nostri cinema e già il 7 aprile 1987 sbarca in TV (Italia1). Gira in VHS Domovideo e Skorpion, mentre la Medusa lo porta in VHS e DVD dal 14 gennaio 2003, ristampando il DVD dall’11 febbraio 2013 e presentando il Blu-ray – con il titolo Amityville 2 Possession – dal 30 marzo 2016.
Esiste anche un’edizione in DVD della MTC e un’altra, che sembra decisamente migliore, della Pulp Video.

Le finestre più famose del cinema...

Le finestre più famose del cinema…

Visto che Amityville Horror (1979) si focalizzava interamente sulla famiglia Lutz, che andava ad abitare nella casa dov’era avvenuto un massacro, perché a questo punto non raccontare il massacro stesso? Così rimaniamo sempre nella stessa celebre casa al 112 di Ocean Avenue ma abbiamo una trama “diversa” da approfondire.
Affermando di rifarsi al saggio Murder in Amityville (1979) di Hans Holzer (inedito in Italia), il film in pratica è una rielaborazione dei tristemente noti eventi della famiglia DeFeo, ribattezzata Montelli ma sempre italo-americana.
Così abbiamo il papà rozzo e violento (perfettamente interpretato dal sempre lurido Burt Young), una madre assente (Rutanya Alda), una sorellina popputa e incestuosa (Diane Franklin) – ma sì, infiliamoci in mezzo l’incesto che vende sempre – e via dicendo.
E ovviamente il protagonista suo malgrado: l’omicida Ronald DeFeo jr., ribattezzato Sonny Montelli (un pessimo Jack Magner).

Ahhh, la cara vecchia famiglia tradizionale...

Ahhh, la cara vecchia famiglia tradizionale…

La famigliola si trasferisce ad Amityville e subito un’entità maligna li tortura: in cinque minuti siamo già a puntarci il fucile addosso. Eppure è una famiglia tradizionale, la più amata dai divorziati e dai religiosi celibi!
Padre Adamsky (James Olson) lancia benedizioni come un ninja lancia shuriken, ma non c’è niente da fare: se i coniugi Warren ci hanno insegnato qualcosa, è che le benedizioni e gli esorcismi non servono a una beneamata cippa. Il Maligno fa quello che gli pare, sempre ovviamente a favore di camera.
Così alla fine il posseduto Sonny compie il delitto che la cronoca ben conosce, anche se non uccide i suoi cari mentre dormono – come ci raccontano i verbali di polizia – bensì in modi più sensazionalistici.

La solita antica copia del Scemum qui leggem...

La solita antica copia del Scemum qui leggem

A questo punto abbiamo il capolavoro universale, perché padre Adamsky va negli archivi… Negli archivi dove? Boh, in archivi non meglio identificati, e va a consultare il solito Scemum qui leggem, l’immancabile libro antico che serve in questi filmacci per avere notizie impossibili dal passato.
Scopriamo così che:

«Una donna, che era stata scacciata come strega dalla città di Salem, costruì Amityville violando però la legge indiana che impediva di costruire sui terreni precedentemente usati come cimiteri. Da allora la maledizione si è abbattuta su chiunque abitasse in quella casa.»

Il diabolico sceneggiatore Tommy Lee Wallace riesce ad acchiappare il pencolante suggerimento del primo film – anche nel libro originario di Jay Anson si suggerisce un vago legame tra la casa e uno stregone (uomo) scacciato da Salem – e a fonderlo sfacciatamente col tema “antichi cimiteri indiani” che solamente tre mesi prima è stato inaugurato da Poltergeist (giugno 1982).
Solo De Laurentiis sa trovare talenti così diabolici…

E ora aspettiamo i Lutz...

E ora aspettiamo i Lutz…

Amityville Possession cerca disperatamente di fondere L’Esorcista (1973) con Amityville Horror (1979) passando per Poltergeist (1982) con scappellamento a destra. Dite un film horror famoso dell’epoca, ed è probabile che venga scopiazzato da questo.

Mezzo Esorcista, mezzo Amityville

Mezzo Esorcista, mezzo Amityville

Per un momento, a tre quarti del film, sembra quasi che la sceneggiatura si stia salvando perché inizia il processo al giovane assassino, dove egli si professa indemoniato – come è avvenuto in realtà – ma dopo 30 secondi il prete rapisce il giovane e lo riporta alla casa per una noiosa sfida finale a colpi di esorcismo, svaccando tutto.

Basta sangue, se no dobbiamo pagare i diritti a Shining (1980)

Basta sangue, se no dobbiamo pagare i diritti a Shining (1980)

A parte qualche effettaccio carino nel finale, in questo film c’è solo noia e banalità, una storia stantia recitata male e diretta peggio. Anche se certe inquadrature alla Evil Dead sono molto belle… considerato che il film di Raimi era ancora ignoto in Italia!

L.

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16 risposte a Amityville Possession (1982)

  1. Cassidy ha detto:

    Tommy Lee Wallace in quel periodo era nelle grinfie di De Laurentiis, con tutto il tempo che ha passato con Carpenter, purtroppo non ha imparato molto, grazie per la citazione e per questa rubrica, il mito di Amityville sta prendendo tutta una altra forma 😉 Cheers!

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  2. canenero ha detto:

    me lo ricordo vagamente, probabilmente l’ho visto in qualche notte horror di Italia Uno, visto che non me ne perdevo una 🙂

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