Intervista ad Evit di Doppiaggi Italioti

intervista2Sono ormai un fan sfegatato del blog “Doppiaggi Italioti” di Evit, e dei suoi videocommenti su YouTube insieme al “complice” Petar.
Scoperto che siamo affetti entrambi dalla sindrome incurabile della cinefilia – che, come tutte le filìe, non lascia scampo – ho voluto intervistarlo: sia per conoscerlo meglio io che per farlo conoscere ai lettori del Zinefilo. Il risultato lo considero sorprendente: alla fine di questa intervista sono sicuro che andrete a rovistare nelle vostre cantine alla ricerca del materiale citato da Evit!

Vi esorto a seguire Evit sia sul suo blog che sul suo canale YouTube, ma prima di tutto… non perdetevi questa intervista.

Quanto è importante il cinema nella tua vita? È una passione adulta o già da ragazzo ti bruciava nel petto un cuore cinefilo?

Potrei dirti che da ragazzo mi leggevo il dizionario dei film di Mereghetti come se fosse narrativa e non lo dico tanto per dire. In un certo senso conoscevo i film ancor prima di averli visti, mi faceva venire voglia di recuperarne tanti e all’epoca non era facile, non c’era internet. Ogni fine settimana mi vedevo un film preso a noleggio in videoteca e avevo un vicino con centinaia di VHS che mi permetteva di prenderle in prestito quando volevo, ne aveva davvero di tutti i colori inclusi alcuni film passati solo in TV e mai più rivisti (spero non le abbia buttate), ma i film migliori li ho visti da agghiaccianti registrazioni notturne su videocassette da 240 minuti, col rischio che mancasse il finale perché poi di notte la programmazione televisiva era balorda e non rispettava mai gli orari. Insomma ho sempre ricercato attivamente nuovi film, da quando ne ho avuto la facoltà.

VCR con pila di VHS avanzate dalle registrazioni notturne

VCR con pila di VHS avanzate dalle registrazioni notturne

Non è un esagerazione dire che amo guardare film da quando ne ho memoria. Del resto crescere con i film degli anni ’80 non poteva non lasciare un segno indelebile in uno spettatore bambino; gran parte dei film amati dai ragazzi all’epoca erano essenzialmente film per adulti con personaggi, gadget o tematiche che facevano presa anche sul pubblico più giovane, ma non erano unicamente destinati a loro. L’unico studio che in quegli anni ancora produceva film destinati quasi esclusivamente ai bambini era la Disney, che infatti all’epoca non ne azzeccava quasi più una giusta (con i film non animati), velo pietoso sulle dozzine di seguiti di Herbie il maggiolino tutto matto, che ovviamente all’epoca mi sono anche guardato ma poi mai più ripresi in mano oltre la scuola elementare.
Ricordiamo che Harrison Ford ne I predatori dell’Arca Perduta (1981) spara in faccia ad un numero spropositato di persone mentre nel quarto Indiana Jones (2008) credo che non ammazzi nessuno direttamente, sto cercando di ricordare se estragga mai la pistola, penso di no.
Se prendiamo altri esempi stranoti, Ghostbusters (1984) era essenzialmente una commedia per adulti e se Venkman era perennemente arrapato, fino ad una certa età ci interessava il giusto, al massimo ci avrebbe fatto ridere qualche anno più tardi; Scuola di Polizia (1984) aveva la gag del pompino al vetusto comandante Lassard da sotto il leggìo per la miseria! E ricordo che se ne discuteva a scuola di queste scene, sicuramente non capendole per intero, data l’eta.
Insomma erano altri tempi, non c’erano i “teen movies”, cioè i film creati da laureati in economia a partire da indagini di mercato, unicamente dedicati alla specifica categoria degli adolescenti che sembra essere la più redditizia. Gli anni ’80 e fino alla metà dei ’90 (quando ancora ci vedevamo i film del decennio precedente) erano gli anni d’oro per quella generazione che oggi si trova largamente disoccupata ed è agnostica verso l’idea dell’esistenza della Pensione (ti piace il tema sociale buttato così, a caso?).

Risposta breve, sì, possiamo dire che ho sempre avuto la passione, sebbene non mi ritenga un cinefilo perché non credo si addica il termine. Sono un cultore dei film che mi piacciono ed ho sempre avuto la curiosità di scoprirne altri perché so di non sapere, so che ci sono tanti film che non ho mai visto ma non è che brami di vederli tutti, soltanto di trovarne di belli per soddisfazione personale. Questa ricerca puramente edonistica mi motiva ad appassionarmi al cinema. Là fuori ci sono ancora film che non ho mai visto ma che per me saranno molto significativi.

Visto che su YouTube recensisci anche film che non ti piacciono, quanta parte di Zinefilia c’è nella tua Cinefilia?

Non sono uno di quelli che si va a cercare Sharknado (2013) perché detesto i film studiati a tavolino per essere di serie Z… che poi derivano dallo stesso abominevole sistema che produce i “teen movies”. Le catastrofi più divertenti sono quelle che iniziano con le migliori intenzioni, con registi che credono davvero di stare girando un buon film. Insomma, i migliori film di serie Z sono quelli involontariamente brutti e possibilmente non noiosi (perché di brutti e noiosi ce ne sono anche troppi).
In generale sono appassionato di fantascienza, quindi anche nella mia “zinefilia”, come la chiami tu, sono molto limitato. Ti dico solo che tra i miei film di fantascienza di serie B preferiti c’è Classe 1999 (1990), che posso rivedere in qualunque momento senza che mi annoi mai. Ben lontano dunque dalle sciocchezze della moderna Asylum ma anche dal genere “Z”.
Una volta rimasi sveglio fino a notte inoltrata per vedere come andava a finire Omega Doom (1996) e la mattina dopo alle 5 dovevo prendere un aereo… se questo conta.

VHS di 5 ore con la serie animata di Men in Black

VHS di 5 ore con la serie animata di Men in Black

Ritornando alla domanda iniziale sulle mie recensioni su YouTube, se per “recensire” ti riferisci ai nostri commenti registrati durante una visione di film brutti, sì, con il mio amico Petar finisco per vedere anche film che non mi piacciono perché prevediamo che possano essere almeno risibili e degni di qualche battuta. C’è da dire che anche le peggiori visioni con Petar si rivelano divertenti, se poi il film è inguardabile abbassiamo il volume e finiamo per parlare di altri film o dei cavoli nostri ma sono casi rari (il recente The Vatican Tapes ad esempio era così ignobile che non meritò neanche una battuta).

Ricordi il momento in cui ti sei reso conto che il doppiaggio italiano era tutt’altro che perfetto ed hai deciso di studiarlo (e bacchettarlo)?

È stata una lenta evoluzione, con varie conoscenze accumulate separatamente ma che alla fine sono confluite nel blog così come lo conosci. Si parte sicuramente dallo studio dell’inglese per cui ho sempre avuto un interesse che andava oltre i programmi ministeriali, diciamo che non si arriva a livello madrelingua solo prendendo buoni voti alle scuole superiori. Iniziai già ai tempi delle elementari, quando all’epoca non era prevista una seconda lingua nell’istruzione primaria, cose come eccezioni alle regole grammaticali e le parole che non si pronunciano mai come sono scritte mi hanno sempre intrigato. Ognuno è squilibrato a modo suo.
In quel periodo vidi Alien (1979) in VHS in lingua originale in un centro linguistico multimediale che aveva televisori sui tavoli e cuffie individuali per l’ascolto di materiale in lingua, non ci capii quasi niente ma è per darti un’idea del mio prematuro interesse sia verso il cinema che verso la lingua inglese. Adesso fa ridere pensare quanto dovevi romperti le palle per imparare qualcosa, se volevo vedere un film in lingua originale c’era questo centro, ma questo perché vivo in un capoluogo, altrimenti dovevo sperare che qualcuno mi portasse una VHS da qualche viaggio in Gran Bretagna, quando ancora non c’era Ryanair e non esistevano i voli low-cost.
L’arrivo del DVD dalla fine degli anni ’90 fu una vera manna per me. Lì veramente potei cominciare a scoprire i film in lingua originale e a quel punto avevo già una lunghissima lista di film che da oltre un decennio bramavo di scoprire in inglese e che intanto avevo già imparato a memoria, battuta per battuta, in italiano. Era davvero come vederli per la prima volta. Quindi all’avvento del DVD avevo già le conoscenze linguistiche adeguate e i dialoghi doppiati memorizzati ed è stato facile fare i primi confronti, imparare cos’è l’adattamento, apprezzare le soluzioni lessicali e, perché no, scoprirne anche gli errori.

Altre passioni inutili, come quella del dizionario dei film Mereghetti (in epoche antecedenti a internet, vorrei sottolineare), sono tornate utili per la mia formazione come autore del blog Doppiaggi Italioti, infatti quel dizionario, anche grazie ad un pratico indice dedicato ai titoli originali, mi aprì al mondo di titoli alterati dai distributori italiani, cosa che poi ha trovato spazio nella mia rubrica “titoli italioti”.

Nel 2011 decisi di aprire il blog di intrattenimento, non enciclopedico, dove riversare le mie opinioni su tutti questi argomenti che ormai conoscevo bene. Ad oggi ho diversi professionisti del settore, tra direttori di doppiaggio, doppiatori, traduttori e dialoghisti, che seguono il mio blog e leggono i miei articoli, sono i primi ad apprezzare il mio contributo verso “il buon doppiaggio”.

Come è nata l’idea della collaborazione in video con il tuo “complice” Petar?

È stata una normale continuazione di quello che già facevamo da oltre quindici anni. Con Petar ci frequentiamo dai tempi del liceo, quando ci incontravamo per guardare film, visioni che di solito organizzavo io, alle volte proponendo le perle di cui parlavo sopra, quelle che scoprivo registrando film a notte inoltrata (L’uomo che fuggì dal futuro, 1971, di George Lucas, uno dei miei film di fantascienza preferiti, lo scoprii così). Abbiamo gusti affini sia per il cinema che per l’umorismo e in tanti anni siamo diventati molto affiatati continuando ad incontrarci regolarmente, di solito per guardare film insieme.
Solitamente ricerchiamo un’esperienza cinematografica positiva ma quando si rivelano stupidi e/o brutti almeno ci intratteniamo commentandoli. Le battute e le interazioni che si vedono nei nostri video sono spontanee e abituali, non c’è niente di preparato in anticipo, ci siamo sempre divertiti così. Anzi, direi che quello che appare su YouTube sia solo una frazione delle nostre abituali interazioni, se c’è un film scemo in TV (mi viene in mente di recente un Final Destination) uno di noi due scrive all’altro “guarda cosa c’è su questo canale” e se l’altro non è indaffarato è facile che la serata “degeneri” in una cornucopia di messaggi su WhatsApp che ci riducono in lacrime dalle risate. Ovviamente non tutti i film si prestano a questo genere di commenti e avere un amico che ha gli stessi gusti in fatto di umorismo è la chiave di tutto.

Petar ed Evit durante le riprese di un videocommento a base di film di serie Z

Petar ed Evit durante le riprese di un videocommento a base di film di serie Z

Per rispondere alla domanda iniziale, nel 2014 mi pare, un fine settimana dopo l’altro, ci vedemmo a ruota Godzilla (2014) e uno dei nuovi capitoli del Pianeta delle Scimmie, la reazione a questi film mi spinse a cominciare a registrare i commenti durante la visione di determinati film, materiale che poi avrei montato in maniera più concisa tenendo solo le parti migliori.
Inizialmente progettavo di avere anche ospiti diversi, altri blogger etc., ma il nostro pubblico di nicchia si è subito affezionato a Petar ed è difficile replicare con altri lo stesso affiatamento che viene da oltre 15 anni di stretta amicizia, quindi siamo diventati praticamente una “coppia fissa”, sebbene non precluda a priori la presenza di ospiti in futuro, chissà. Sai, il pubblico che si affeziona ad una certo “format” poi esige di ritrovare sempre le stesse cose, cambiare qualcosa generalmente piace poco e credo che i nostri spettatori abituali si siano affezionati soprattutto alle dinamiche tra me e Petar e al nostro tipo di umorismo, più che ai film trattati. Cambiare ingredienti ad una ricetta è sempre rischioso.

Quello che abbiamo allestito è concettualmente il “format” più svogliato che si trova su YouTube (dopo i video sui gattini, s’intende) dato che nasce registrando ciò che già facciamo abitualmente senza nessun impegno aggiuntivo da parte nostra, senza prepararsi nessuna battuta. L’unico sforzo extra è quello di dover pensare al lato tecnico delle riprese e ovviamente montare il tutto.
Non aspiriamo ad avere più seguaci di quanti non ne abbiamo già adesso (poco oltre il migliaio), i nostri video servono prima di tutto ad intrattenere noi stessi (ho scoperto che anche Petar ogni tanto se li riguarda come faccio io) e se piace ad altri tanto meglio.

Chi è la misteriosa Christine, che non è mai inquadrata ma che sentiamo sghignazzare in sottofondo? Oppure è il grande segreto del tuo canale YouTube? Chi c’è “dietro” la telecamera?

Non volevo farne nessun grande segreto, è semplicemente la mia ragazza la quale, pur tenendosi stretta la sua privacy britannica e quindi rifiutandosi di apparire, ogni tanto si unisce alle nostre visioni e spesso ne propone lei stessa se sospetta che potremmo tirarne fuori qualcosa di divertente. The Visit (2015) ad esempio ce lo propose lei dicendo “questo fa per voi” e aveva ragione.
Quando è presente alle riprese mi dà una mano con l’attrezzatura in fase di registrazione (ci sono mille cose a cui pensare e anche un piccolo aiuto fa la differenza). Spesso si trattiene dall’interagire perché non vuole alterare le dinamiche tra me e Petar durante la registrazione, non che io glielo impedisca, e perché molte delle sue osservazioni sono in lingua inglese ma per fortuna qualche sua battuta ogni tanto è trapelata. Durante la registrazione della discussione su The Visit lei era dietro l’apparecchiatura di registrazione con una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.

Un collaboratore forse ancora più misterioso è Leo, che in realtà mi ha seguito sin dai primi passi del blog ed è parte integrante di “Doppiaggi Italioti”, quando dico “noi di Doppiaggi Italioti” di solito mi riferisco a me e Leo. Anni fa progettavamo con lui tutt’altro genere di contenuti, basati sul doppiaggio, con sketch, interpretazioni comiche (Leo è un ottimo interprete vocale) e non ricordo le tante altre cose che ci erano venute in mente, puoi farti un’idea del genere di sketch che avevamo in mente guardando un video che ho pubblicato chiamato “Nonno Simpson narra l’introduzione di Mad Max 2” ma la distanza geografica tra me e Leo, il poco tempo e soprattutto i limiti con i copyright in vigore su YouTube ci hanno fatto desistere da qualsiasi estro creativo, solo anni dopo ho utilizzato lo stesso canale per proporre i video che giro con Petar e che poco hanno a che fare con quello di cui parlo sul blog.

Ogni tanto Leo mi aiuta ancora facendo qualche voce (la voce del papero nel video su Terminators 2 è sua, ad esempio [il film è recensito anche nel Zinefilo!]), mi compone qualche musica o propone idee di gag che potrebbero far ridere. È anche il consulente tecnico e sono sicuro che mi sto dimenticando mille altre cose che fa o che ha fatto per me e per il blog.
I primi video (quelli sui commenti a The Lady) li montava lui perché nei primi tempi avevo un computer del tutto inadeguato, quindi le prime gag alla fine di ogni episodio erano spesso farina del suo sacco.

Come scegliete i film da video-recensire? Seguite l’istinto o avete un piano?

Per la serie “i videocommentatori” non c’è nessun piano, seguiamo i nostri gusti intuendo ciò che potrebbe portare ad un commento divertente. Dopo l’esperimento d’esordio con i commenti alla serie The Lady di Lory Del Santo (una serie che all’epoca non era ancora finita nel radar dei vari “youtuber” dai quali ci vogliamo sempre allontanare il più possibile) ci siamo potuti focalizzare sui film.
Si va dai blockbuster scemi hollywoodiani come Indiana Jones 4, alla rivisitazione dei classici come L’Esorcista (1973), alle produzioni anni ’80 della Cannon, che poi sono adorabili se si hanno gli occhi per vedere oltre i limiti del budget (I Dominatori dell’Universo, Trancers) oppure i film della Marvel post-Iron Man, che spesso odiamo ma unicamente perché vorremmo che fossero migliori (ad oggi me ne sono piaciuti pochissimi). Come vedi sono prevalentemente film “mainstream” ma nel futuro prossimo andremo a scavarne di più sconosciuti, titoli assurdi, anche per il gusto di farli scoprire al nostro pubblico. Ne abbiamo già registrati tanti di episodi, il tempo di montarli… che poi è la cosa che richiede più tempo. Però voglio sottolineare che non c’è una regola che il film scelto debba essere detestabile, l’importante è che il nostro commento sia di intrattenimento.

Per l’altra serie “Non comprate quel biglietto”, dove discutiamo di film appena usciti al cinema, la risposta è molto semplice: sono i film che hanno deluso di più entrambi (oppure anche uno solo di noi). Nonostante il titolo provocatorio (che mi propose Leo per scherzo) chi ci segue da tempo ha già capito che sono semplicemente conversazioni tra amici che non vogliono portare nessuna grande verità assoluta sul pubblico, né convincere nessuno a non andare al cinema (anzi, qualcuno ci ha anche detto che gli era venuta voglia di vedere un film dopo la nostra discussione), ma sono unicamente volte a divertire gli spettatori dotati di un umorismo compatibile al nostro. Sotto quei video sono tanti i commenti del tipo “non concordo col giudizio sul film ma ho riso comunque per 30 minuti di fila”, che per me è il massimo complimento… ovviamente i commenti più abbondanti sono del livello “non capite un cazzo, datevi fuoco” ma quello fa parte del “bello” di stare su internet.

Mi sembra di capire che il blog “Doppiaggi Italioti” è gestito da te solo: come consideri questa esperienza?

Il blog, così come il canale YouTube, è interamente gestito da me nel tempo libero ma considero “Doppiaggi Italioti” come una specie di famiglia allargata di cui fanno parte tutti gli amici che contribuiscono in qualche modo ai suoi contenuti, anche solo concettualmente. Da Leo che è in assoluto il mio braccio destro, a Petar che compare nei video (ed ha all’attivo anche un articolo sul blog), a Christine che indirettamente ispira diversi articoli, a Michele Traversa, un giornalista che si occupa di cinema e lavora a Los Angeles, anche lui con un paio di articoli all’attivo (e si spera altri in futuro) e l’ultima aggiunta, Antonio, con cui chiacchieriamo spesso di doppiaggi, anche lui presto pubblicherà qualcosa.

doppiaggi_titoloCome esperienza, quella del blog è molto catartica, liberatoria. Le mie analisi sugli adattamenti servono principalmente a me stesso come piccolo sfogo, scrivo di cose che mi hanno infastidito così me ne libero e non ci penso più, al massimo me li vado a rileggere e ci rido sopra. I miei articoli, mi è stato detto, sono il giusto mix tra l’informativo e l’intrattenimento. Tutte le arrabbiature che trovi nei miei testi sono iperboliche al fine di ottenere un effetto comico, sebbene molti dei lettori non abituali pensino che io sia veramente iracondo. Leo stesso mi dice che spesso legge i miei articoli immaginandoseli recitati con la voce stizzita e urlante di Oreste Lionello (doppiatore di Gene Wilder) in Frankenstein Junior (1974), eppure lo sa che sono una persona molto pacata; nella mia vita ho avuto a che fare con gente che combatte il cancro, ho preso in mano organi umani ed ho assistito a dissezioni di cadaveri, figuriamoci se perdo il sonno per delle scelte lessicali. Certo è sempre un peccato quando dei bei film vengono sciupati da adattamenti incoerenti o pieni di errori grossolani, perché l’errore può anche essere momentaneo ma l’arte (il cinema, il doppiaggio) è per sempre.

Ritornando all’esperienza da blogger, scrivere, in generale, mi rilassa. Se poi da questa attività ne esce qualcosa che faccia anche ridere altri ed insegni allo stesso tempo ad apprezzare cosa sia un buon adattamento tanto meglio.

Immagino che casa tua sciaborderà di film: sei un tipo che conserva solo i titoli che ha amato o anche quelli brutti, per collezione?

Cerco sempre di non iniziare collezioni perché ho la tendenza ad accumulare ma non ho così tanti titoli come potresti immaginare. Con il passaggio da VHS a DVD eliminai molte videocassette, stupidamente. Col tempo poi ne ho recuperate molte su eBay. Al momento ho film in vari formati, prevalentemente in VHS e DVD, poi qualche Blu-ray di film americani usciti con titoli in lingua italiana, quindi prodotti a partire dal master italiano, cosa rarissima (Hateful Eight ad esempio).

Hateful Eight (2015) con i titoli in italiano

Hateful Eight (2015) con i titoli in italiano

Di solito tengo copie fisiche solo di film che amo oppure che rischiano di scomparire. Posseggo anche film in pellicola 35mm, sempre per scopi culturali di preservazione storica, un argomento che mi sta molto a cuore. Quando un giorno vedrete ricomparire L’uomo che fuggì dal futuro in 4k con doppiaggio originale e senza aggiunte digitali di Lucas allora saprete chi ringraziare, che io sappia lo posseggo solo io e vi posso dire che ha più dettagli della versione Blu-Ray ritoccata da George Lucas… perché se oggi vuoi vederti quel film in un formato moderno (DVD o Blu-ray) così come uscì al cinema (sia in America che in Italia), sappi che non esiste. Nei negozi esiste solo la versione con le scimmie digitali e altre cagate simili, un pugno nell’occhio in un film del 1971.

Ti viene in mente qualche film che è migliorato nella versione doppiata in italiano?

Come no! Classe 1999… prima che lo ridoppiassero per l’uscita DVD però.

Parlando seriamente, certo, ci sono casi in cui l’italiano standard del doppiaggio aiuta a superare certe recitazioni improponibili come l’accento inglese di Keanu Reeves in Dracula (per il quale penso lo stiano ancora prendendo in giro) ma non posso dire che siano tantissimi i film di cui consiglierei una visione esclusivamente doppiata in italiano.

Evit con il doppiatore Fabrizio Mazzotta, uno dei lettori del suo blog

Evit con il doppiatore Fabrizio Mazzotta, uno dei lettori del suo blog

Poi “migliorato” in questo ambito è molto soggettivo, nel mio blog come sai mi occupo prevalentemente di adattamento, cioè che i dialoghi siano tradotti ma soprattutto adattati con criterio, le mie opinioni sulla recitazione le lascio il più possibile nel dimenticatoio perché non è un argomento che mi interessa molto. È più facile scrivere articoli di intrattenimento dicendo che “flying saucers” non sono “salsicce volanti” bensì “dischi volanti” (non mi sto inventando niente), rispetto a dire che “il soffio del doppiatore italiano sia più significativo del soffio originale secondo il mio particolare gusto estetico in merito alla recitazione dei due”, non so se mi spiego.

Comunque Classe 1999 senza dubbio è migliore in italiano (nel primo doppiaggio), sia per adattamento che per recitazione, così anche la Trilogia del Dollaro di Sergio Leone. In quel caso è discutibile però quale sia “la vera” lingua del film visto che sia in inglese che in italiano l’audio è stato inciso solo in post-produzione e gli attori americani non sono tutti bravi in sala di doppiaggio. Quindi entrambe le tracce audio partono ad armi pari e quella italiana, sia per i dialoghi che per la qualità della recitazione in generale, vince. Difatti di recente degli americani mi hanno chiesto di sottotitolare in lingua inglese i dialoghi del parlato italiano de Il buono, il brutto e il cattivo (1966), perché i veri fan dall’estero lo sanno che ci sono state tante alterazioni dal copione italiano a quello americano e sono curiosi di sapere cosa dicevano esattamente nella versione che loro considerano “l’originale”, ovvero la versione italiana.
Pensa che il personaggio di “Sentenza” (Lee Van Cleef) ha un nomignolo diverso in inglese (“Angel Eyes”) solo perché, quando in America richiamarono gli attori per doppiare il film in inglese, Eastwood era già ai ferri corti con Leone e gli metteva i bastoni tra le ruote come poteva, al doppiaggio si presentò con una differente versione del copione (ce n’erano tante) e si rifiutò di chiamare il personaggio di Lee Van Cleef con altri nomi che quello di “Angel Eyes”, un nomignolo che gli aveva dato lui per scherzo durante le riprese quando ancora il personaggio non aveva un nome definitivo. Quindi qual è la versione più “autentica” di questo film?

Come dico sempre, quando si parla di film doppiati bisogna analizzare caso per caso, che poi è ciò che faccio io con i miei articoli dove analizzo l’adattamento di un film alla volta. Dire, come fanno molti, che il “doppiaggio fa schifo a priori” oppure “il doppiaggio in Italia è il migliore del mondo” sono esclamazioni inutili e non costruttive. Se ci sono miglioramenti da parte del doppiaggio questi sono di solito limitati a singole scelte di adattamento, singole battute, a modi di recitare una battuta magari, tutte cose di cui parlo negli articoli… poi c’è Christine la quale sostiene che Una notte da leoni (The Hungover, 2009) la lasciò indifferente in lingua originale ma che trovò esilarante nella nostra lingua. Oh, parola di madrelingua!

Prima hai parlato di preservazione storica di film in italiano…

Sì, un argomento che mi sta molto a cuore.

Ti riferisci alla versione italiana della versione “despecializzata” di “Guerre Stellari”: me ne parli?

Quella è stata la scintilla che mi ha fatto appassionare all’argomento. Tanti anni fa, in un forum lontano lontano, emerse un utente chiamato Harmy, un ragazzo ceco, che propose ed attuò una delle idee più pazze che abbia mai sentito: eliminare tutte le alterazioni introdotte da George Lucas negli anni (da qui il termine “despecializzata”), questo grazie a varie tecniche che non starò ad elencare. Per descriverlo in parole semplici, creò delle “toppe” per coprire i nuovi obbrobri in CGI, prendendo queste “toppe” da varie fonti che spaziano dal Laserdisc alla pellicola 35mm. Un lavoro protrattosi letteralmente per anni.

Scena sottotitolata di Guerre Stellari dalla versione italiana di Evit e Leo della Harmy's Despecialized Edition

Scena sottotitolata di Guerre Stellari dalla versione italiana di Evit e Leo
della Harmy’s Despecialized Edition

Io e Leo lo contattammo chiedendogli se avremmo potuto usare la sua creazione (nota su internet come “Harmy’s Despecialized Edition”) per farne una versione italiana e così diventammo i curatori della versione italiana di questa Harmy’s Despecialized Edition. All’epoca era il mio amico Leo che si occupava di tutti questi lavori e ricreò fedelmente i titoli di inizio e fine lasciandoci anche un errore di battitura che trovammo nei titoli di coda, tutto all’insegna della preservazione storica del film, cioè l’idea di avere in home video il film esattamente come apparve la prima volta al cinema. Il nostro intervento non si limitò ai titoli, c’era anche la scena sottotitolata con Greedo che in home video è sempre stata risottotitolata (prima elettronicamente in VHS, poi digitalmente in DVD) con nuove traduzioni, neanche troppo fedeli, quindi intrapresi un viaggio fino a Ravenna per poter vedere questi sottotitoli originali da pellicola 35mm che nessuno aveva più visto dal 1977. Solo nella nostra versione della Harmy’s Despecialized troverai questi sottotitoli fedelmente ricostruiti, altrimenti non rimane altro che la pellicola 35mm.

Qualcuno che ha visto questo nostro lavoro mi ha detto di aver pianto nel rivedere il suo film preferito così come lo ricordava da bambino, quando i titoli di inizio riportavano solo “GUERRE STELLARI”.
Da questa prima esperienza è nata la mia attenzione verso la preservazione storica di film.

Perché, ci sono altri film che richiedono simili attenzioni?

Praticamente tutti. Dall’introduzione del DVD, i riversamenti dei film avvengono quasi esclusivamente a partire da copie americane, quindi in tutto il mondo un film in DVD (ma anche in Blu-ray) avrà la parte visiva che deriva da un riversamento della versione americana (quindi con tutte le scritte in inglese) e poi l’audio in altre lingue semplicemente “appiccicato” sopra. Ma non è così che si presentano i film.

Evit che tiene in mano la pellicola de L'Impero colpisce ancora (1980)

Evit che tiene in mano la pellicola de L’Impero colpisce ancora (1980)

La mia “fissazione”, che poi coinvolge solo pochi appassionati, è quella di poter vedere i film in italiano così come vennero proiettati nei cinema italiani la prima volta, cioè con i titoli localizzati nella nostra lingua. Ma spesso non si tratta solo dei titoli… ad esempio, solo i possessori di Terminator in VHS (e gli italiani che lo videro al cinema in pellicola 35mm) sapranno che anche le scritte del terminator furono tradotte in italiano. Vista l’epoca, tutti questi “cartelli” (mi pare si chiamino così nel settore) erano vere e proprie opere artigianali, e non nel senso di “alla buona” ma nel vero senso della parola, cioè fatti a mano, sicuramente con incredibile pazienza e professionalità.
Il nome che ho visto più spesso sui titoli di coda era quello dello StudioMafera, evidentemente erano tra i più capaci nel settore… ed è un peccato che il loro lavoro rimanga relegato alle pellicole 35mm che certo non sono eterne. Tutto quell’impegno sta andando letteralmente e completamente perduto, per sempre.

Con il DVD nasceva anche una splendida tecnologia chiamata “seamless branching” che doveva servire proprio a questo: selezionando una determinata lingua dal menu principale avremmo dovuto vedere i film automaticamente con titoli e “cartelli” vari in quella lingua. Solo che non è mai stato adottato veramente. Io personalmente l’ho visto solo in pochissimi DVD, in Guerre Stellari ad esempio ma, a parte quello, solo i film di animazione ricevono simili attenzioni (e neanche tutti) e viene utilizzato in certe (pochissime) edizioni speciali dove puoi scegliere quale finale alternativo vuoi vedere. Robetta.

Un esempio di titoli localizzati in italiano (da VHS)

Un esempio di titoli localizzati in italiano (da VHS)

La scomparsa delle versioni localizzate in italiano non riguarda solo i vecchietti nostalgici come me che amano i film precedenti agli anni ‘90… chi nel 2016 ha visto Deadpool al cinema potrà aver apprezzato l’ironia presente nei titoli di apertura del film. Se adesso vai a comprare Deadpool in Blu-ray noterai che la comicità dell’introduzione è stata vanificata dato che i titoli li ritrovi solo in inglese, quelli dalla versione americana del film. Se sai l’inglese meglio per te, se non lo sai allora avrai un’esperienza “domestica” diversa (inferiore) rispetto a quella di chi lo vide la cinema in Italia. E secondo me non è giusto.
Ho un amico tedesco che si lamentava proprio di questo, cioè che sul Blu-ray di Deadpool non aveva ritrovato le scritte in tedesco che lo avevano fatto ridere al cinema.

Hai curato la preservazione di altri film?

Ho in mente di “salvarne” tanti ma sono fissato per la precisione e l’accuratezza “filologica” (qualcuno usò questa espressione parlando dei nostri lavori di preservazione) quindi, per come lavoro io, non posso inventarmi niente! Per ricostruire la versione cinematografica di un film nella sua interezza servono vari ingredienti, quasi tutti difficili da recuperare:

  • Un riferimento visivo dei titoli dalla versione italiana in 35mm.
    Questo può venire da versioni in VHS, oppure da copie pirata girate all’epoca e riversate su VHS (spesso le uniche testimonianze di come apparivano i titoli!). In questi casi qualsiasi scritta va ricostruita in digitale trovando il font esatto e se non esiste crearlo da zero! E non ti dico che perdita di tempo è quella. La cosa migliore è sempre quella di trovare il film direttamente in pellicola 35mm, però è anche l’opzione più costosa, non solo per l’acquisto della stessa ma anche la digitalizzazione in alta definizione richiede macchinari appositi e un portafoglio a fisarmonica.
  • L’audio con missaggio originale e in qualità… decente.
    Spesso più facile a dirsi che a farsi. Sempre per la mia fissazione con l’accuratezza, se Terminator uscì con missaggio “mono” al cinema, nella nostra versione Blu-ray “filologicamente accurata” ci ritroverete il “mono”, e basta! I nuovi missaggi 5.1 non mi interessano, sono quasi tutti fasulli e poco convincenti. Specialmente quello di Terminator che ha subìto un’alterazione dei suoni degna solo di George Lucas (tutti odiano Lucas per le continue modifiche a Guerre Stellari ma anche James Cameron non scherza).
  • Un riferimento visivo per i colori.
    I film in Blu-ray hanno SEMPRE colori alterati per venire incontro ai gusti moderni del pubblico. A volte queste alterazioni della colorimetria sono veramente esagerate, gli aggiungono tinte “teal” o arancioni con l’unico scopo di “svecchiarli” o di nascondere la grana. L’unico riferimento adeguato per correggere i colori della versione Blu-ray di un film e sperare di riportarlo il più vicino possibile a come appariva nei cinema è, ancora una volta, la pellicola 35mm. In mancanza di questa, possiamo approssimare prendendo come riferimento formati home video come il Laserdisc, alla disperazione la VHS, ma non sempre è possibile.
  • La locandina italiana originale
    La mia ossessione con il ricreare l’esperienza cinematografica non si ferma al film, quando sullo scaffale metto la una nostra versione “restaurata” in Blu-ray accanto al Blu-ray ufficiale, voglio anche che in copertina ci sia il poster che apparve al cinema. Questo ovviamente è un vezzo personale ma in tanti quando vedono queste copertine rimangono stupiti. Le copertine italiane erano spesso dei veri e propri capolavori, opera di artisti italiani bravissimi! Quella di Terminator per esempio è fenomenale e non si trovava facilmente, ho dovuto comprare il poster gigante per averla, non ti dico quanto mi è costato e quanto è stato difficile da rintracciare perché la Orion Pictures all’epoca ne stampò pochi.

Praticamente svolgi il lavoro che dovrebbero fare i distributori.

Esattamente. Se non lo fanno loro lo facciamo noi di Doppiaggi Italioti, per amor del cinema. Chi distribuisce film lo fa per soldi e spesso tira via o deve andare incontro ai consumatori più ignoranti, quelli che vorrebbero uno sfavillante audio 5.1 anche sui capolavori del bianco e nero; noi i film (nella loro prima incarnazione cinematografica italiana) li “salviamo” per passione, anzi, ci rimettiamo pure un sacco di soldi! Infatti tutto il materiale di riferimento, dal Blu-ray su Amazon alla pellicola in 35mm, lo compriamo noi privatamente. Sono progetti che facciamo per passione nostra, perché non c’è nessun altro che lo fa.

Preservazioni in corso...

Preservazioni in corso…

Cristiana Astori ha scritto per “Il Giallo Mondadori” una trilogia su una apprendista “cacciatrice di pellicole rare”, e nell’ultimo romanzo – “Tutto quel blu” (2014) – parla proprio di Terminator! Nelle tue ricerche ti sei imbattuto mai in titoli introvabili che richiederebbero appunto un “cacciatore”?

Non conosco questo testo ma sembra proprio una cosa che potrebbe interessare a me. Mi sono imbattuto in tanti film, forse troppi, che necessiterebbero di quel tipo di cacciatore.
Dal mio punto di vista ovviamente mi concentro sui doppiaggi perduti, più che i film in sé, però non voglio rivelare pubblicamente nessun titolo fin quando non li avrò recuperati perché non vorrei che i collezionisti se ne mettessero alla ricerca oppure, nel caso ne fossero in possesso, che ne inflazionassero i prezzi.
Ahimè i collezionisti sono il nemico numero uno della preservazione storica e culturale perché tendono ad acquistare rarità per il piacere personale di possedere una cosa che nessun altro ha o, peggio, se ne appropriano come un investimento economico e nessuno poi li vede più per 40-50 anni finché non muoiono e i parenti si ritrovano cantine piene di questa roba per loro inutile, nel frattempo magari le pellicole si sono ammuffite o peggio. La storia dell’orrore più spaventosa che io abbia mai sentito è quella di centinaia di pellicole buttate nel cassonetto perché il proprietario che le aveva ereditate non aveva più spazio per tenerle.

Titoli localizzati in italiano del film Space Vampires (1985)

Titoli localizzati in italiano del film Space Vampires (1985)

Io ho una mentalità da illuminista, i film che “salvo” voglio che ne possano goderne anche altri, non voglio contribuire alla loro scomparsa, non concepisco che i film (specialmente nelle loro versioni originali) possano scomparire, specialmente quando si parla di film moderni. L’unico limite che mi sono imposto è quello di condividere i film che salvo dall’oblio solo con persone che già ne posseggono copie originali legalmente acquistate. Se in futuro dovessi trovare film che non sono mai arrivati in home video probabilmente li donerei alla Cineteca di Bologna o altri istituti simili. Di recente però li ho contattati un paio di volte per offrigli la custodia de L’uomo che fuggì dal futuro ma non mi hanno neanche risposto. Si vede che se non sono capolavori del neorealismo non interessano.

Quali film avete salvato o contate di salvare in futuro?

Io al momento sto lavorando su 1997: Fuga da New York, con titoli in italiano, una cosa che nessuno ha mai più visto dal 1981, infatti si trovano solo su pellicola 35mm, ma ci sono molti altri film per i quali abbiamo già raccolto il materiale necessario.
Di solito possiamo dedicare a questi lavori solo dei ritagli di tempo, non ci paga nessuno per farlo, quindi qualsiasi intervento richiede tempi molto lunghi, specialmente quando ad esempio vuoi eliminare un difetto presente su 100 fotogrammi e devi farlo manualmente, fotogramma per fotogramma, perché anche i migliori programmi hanno i propri limiti e non possono fare miracoli. Per quanto io possa essere rapido, anche se ci mettessi 1 minuto a sistemare ciascun fotogramma, si parlerebbe comunque di 100 minuti per 100 fotogrammi, siccome i film vanno a 24 fotogrammi al secondo, si parla di oltre un’ora e mezzo di lavoro per sistemare circa 4 secondi di film. E non sempre si riesce a sistemare ciascun fotogramma in un solo minuto!

A proposito di “Fuga da New York”, cambieresti il doppiaggio, magari chiamando il protagonista “Serpente” Plissken?

Assolutamente no. Sto scrivendo un articolo proprio su questo film.

In attesa che Evit presenti la sua versione ridoppiata del film di Carpenter – «Chiamatemi Serpente!» – lo ringrazio di cuore per la sua disponibilità e per il suo eccezionale lavoro di preservazione.
Prima di andare tutti a cercare vecchie VHS per preservarne i titoli localizzati, vi ricordo che Doppiaggi Italioti lo trovate anche su facebook e twitter.

L.

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33 risposte a Intervista ad Evit di Doppiaggi Italioti

  1. Pingback: Evit intervistato per il blog “Il Zinefilo” | Doppiaggi italioti

  2. Cassidy ha detto:

    Ho letto solo un pezzo, mi leggerò l’intervistona in qualche viaggio sul bus.
    Ma siccome siete due grandi vi spamHo letto solo un pezzo, mi leggerò l’intervistona in qualche viaggio sul bus.
    Ma siccome siete due grandi vi spammo sulla fiducia! 😀 Cheersmo sulla fiducia! 😀 Cheers

    Piace a 1 persona

  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Bellissima intervista, ricca di cultura cinematografica…poi ho letto “Classe 1999″…e mi sono sentito a casa! 🙂
    E complimenti ad Evit per il blog…davvero una chicca!

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  4. loscalzo1979 ha detto:

    Bella intervista e complimenti a Doppiaggi Italioti

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  5. canenero ha detto:

    Intervista splendida, l’amore per il cinema (e per lo scazzo!) traspare ad ogni frase 🙂

    Piace a 2 people

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  14. Fra X ha detto:

    Il Mereghetti è una banderuola, però grazie a lui ho trovato e visto un sacco di film! Al momento non si trova da nessuna parte “La renna bianca” del 52! Ho scritto a “Fuori orario”! Solo che poi non controllo sempre la programmazione nel clamoroso caso l’ abbiano ritrasmesso! XD
    Sta storia del taroccamento di suoni che ho letto nel blog di DI riguardo Terminator mi ha scioccato!
    Mamma mia! Quella della programmazione sballata notturna è un mio incubo tutt’ ora attuale! XD Riescono a farla anche con i canali come Rai movie! Assurdo!
    Riguardo il digitale… ora meno, ma nel decennio scorso aveva dato alla testa! Almeno Spielberg per E.T. si è pentito!
    A me i collezionisti della serie “Il mio tessoooro” stanno sul cavolo. Come ha detto qualcuno “dovrebbe stare in un museo”! XD D storia dell’ orrore quella del collezionista e la mancanza di spazio per le pellicole. Sic!
    Ma tu guarda te comunque, come detto nell’ intervista, se uno deve mettersi a fare taroccate perchè Giorgione Lucas non molla le pellicole dei suoi film! Mah!

    “Con il DVD nasceva anche una splendida tecnologia chiamata “seamless branching” che doveva servire proprio a questo: selezionando una determinata lingua dal menu principale avremmo dovuto vedere i film automaticamente con titoli e “cartelli” vari in quella lingua. Solo che non è mai stato adottato veramente. Io personalmente l’ho visto solo in pochissimi DVD, in Guerre Stellari ad esempio ma, a parte quello, solo i film di animazione ricevono simili attenzioni (e neanche tutti) e viene utilizzato in certe (pochissime) edizioni speciali dove puoi scegliere quale finale alternativo vuoi vedere. Robetta.”

    Quando il DVD sembrava la meraviglia finale ed aveva cominciato alla grande o quasi! XD
    Nell’ ultimo di Biancaneve ormai tutto in inglese! Per le didascalie animate ci hanno piazzato un narratore! Sic!

    “Di recente però li ho contattati un paio di volte per offrigli la custodia de L’uomo che fuggì dal futuro ma non mi hanno neanche risposto. Si vede che se non sono capolavori del neorealismo non interessano.”

    O film di Chaplin. XD Ma veramente comunque!?! Oh, mamma! Scimmie in CGI!?! °_o Oh, mamma! XD

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      E stiamo comunque parlando di film di serie A. Chi, come me, ha casa che sciaborda di DVD di serie dalla D alla Z, deve ringraziare se nella scarna e triste edizione italiana trova anche solo il trailer, perché molto spesso si limitano al più fenomenale dei contenuti speciali. “Accesso diretto alle scene”!
      Quando uscì il DVD tutti sognammo un futuro dove potevi fare dei film ciò che volevi. Leggevo i recensori sulle riviste – quando ancora credevo nelle riviste – che mi raccontavano come con il DVD avresti potuto scegliere tu il montaggio e ricrearti il film come più ti piaceva. Tipo le macchine volanti nel futuro immaginato nel passato.
      I primi DVD che ho comprato sono stati i Legocart, che si vedevano peggio delle VHS e dovevi ringraziare se avevano messo tutto il film: altro che seamless branching 😀

      "Mi piace"

      • Evit ha detto:

        Rispondo ad un anno di distanza, scusate, con un piccolissimo aneddoto su Die Hard, il DVD edizione speciale aveva una scena (quella del condotto di aerazione) che potevi montare tu stesso (grazie al seamless branching) scegliendo da differenti “take” della stessa scena. Quindi il suo uso era limitato a quell’unica scena, quasi come un’esperienza “giocosa” che ti insegnava soltanto che il montaggio dei professionisti rimane il migliore e che altre variazioni non funzionano altrettanto bene. Che lezioni importanti eh?

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