Lo spirito di Robb White non riesce ad avere pace, e la sua sceneggiatura conosce addirittura un sequel…
La Warner Bros affida alla Dark Castle Entertainment – casa specializzata in prodotti piccoli che sembrino grandi – il compito di girare un film che costi non più di due dollari e mezzo: quello che avanza ce lo metteranno gli attori di tasca propria.
Il regista spagnolo Víctor García accetta subito: è un quasi esordiente pronto a future porcate come Arctic Predator (2010). Fermano un passante, un certo William Massa, e decidono che sarà lui a fare lo sceneggiatore sporcando fin nel profondo lo script originale di Robb White.
Il risultato è l’inguardabile Return to House on Haunted Hill, presentato (con che coraggio?) in patria il 16 ottobre 2007. Non risulta uscito in home video nel nostro Paese, solamente trasmesso in TV – come mi confermano i miei informati lettori – con il titolo Il ritorno nella casa sulla collina.
Nel precedente remake del 1999 si salva Sara Wolfe, che invece si suicida in questo sequel. Sua sorella Ariel (Amanda Righetti) non si dà pace e vuole capire il motivo del gesto: l’unica soluzione è tornare in quella casa sulla collina.
Vuole andarci anche il dott. Richard Hammer (Steven Pacey) perché sa che in quella casa è custodito un idolo di Baphomet che manca alla sua collezione. (Oh, uno colleziona quello che vuole!)
Altra gente strana vuole andare in quella casa, criminali che vogliono… boh, non l’ho mica capito: diciamo che un bel po’ di gente si ritrova ancora una volta chiusa nella casa sulla collina. Ah, ma mica siamo di nuovo al Griffith Observatory di Los Angeles, dove è stato girato il precedente film: e che, siamo qui a buttar via soldi? Si va tutti in un bel set cinematografico di Sofia: si sa che il Duemila è il millennio bulgaro!
Abbiamo Kyle (Andrew Lee Potts), il giovane demente che fa battute insopportabili; abbiamo Michelle (Cerina Vincent), la zoccolona mora che fa il doppio gioco; abbiamo Desmond (Erik Palladino), il super criminale che si affida ad ogni stereotipo possibile; abbiamo Norris (Gil Kolirin), forzuto macho che è così macho che prende mucho sganassoni.
Tutti personaggi ridicoli oltre ogni sopportazione e tutti giustamente destinati a morti ridicole. Non prima ovviamente della solita scena lesbica: mica vorrai fare un horror senza carezze saffiche, eh?
Stavolta la Casa è la vera protagonista. Posseduta dal demone Baphomet e dalle anime dannate dei pazienti dell’ex manicomio maciulla ogni forma di vita che le entra dentro. Un paio di morti sono anche visivamente azzeccate, ma sembra quasi un errore in un film girato palesemente con lo sfintere.
Return to House on Haunted Hill è uno spettacolo imbarazzante: una sceneggiatura così storica non meritava un insulto così degradante.
L.
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Vale la solita regola insomma, bella locandina, brutto film. Per gli occhi! L’attrice è stata scelta per gli occhi! 😉 Cheers
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ahahah giusto! 😀
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Questo si che me lo ricordo! Mamma mia, però non ricordavo tanto silicone… e si che doveva essere l’unica cosa interessante della pellicola 😀
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Si tratta di poche scene, quelle al silicone, quindi neanche giustificano la visione 😛
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Beh, è probabile che abbiano cercato di farle passare per un importante effetto “prostetico” così, per darsi un tono, perché il budget bastante non l’avevano: peccato che il film, più che altro, verrà ricordato per l’ingrossante effetto “prostatico” sugli spettatori 😛
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ahahah hai reso benissimo l’idea 😛
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Confermo il passaggio televisivo con quel titolo circa un mesetto fa mi pare su Italia 2 o Cielo, confermo che l’unica cosa gradevole della pellicola sono lesbo e silicone, confermo che, ahinoi, il film l’è inguardabile!
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Ah, mi è sfuggito quel passaggio! Grazie della dritta, così aggiorno 😉
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a me il film piace
.
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