A festeggiare i dieci anni di Cobra (1986) ci ha pensato Franco Battiato – che con La cura (1996) omaggia palesemente il protagonista del film, che è la cura al male dei criminali – mentre ai trent’anni in Italia del film ci pensa il Zinefilo con l’aiuto di valorosi amici:
- “La Bara Volante” lo recensisce con il suo inimitabile stile.
- “Doppiaggi Italioti” con il suo irriverente Videocommento.
- “Il Cumbrugliume” recensisce a suo modo il film.
- “IPMP” presenta la locandina dell’epoca.
In realtà in quel 1996 nessuno – a parte Battiato! – ha festeggiato il decennale del film né in realtà l’ha mai nominato una volta finiti gli anni Ottanta. Così nessuno pensava a quel film quando, il 4 aprile 1996, arrivò nei cinema italiani Facile preda (Fair Game): un film che all’epoca venne lanciato unicamente perché era il debutto cinematografico della super modella Cindy Crawford.
La scelta è stata sicuramente coraggiosa, quella di evitare i soliti ruoli da principessa di una commedia romantica, e per Crawford iniziare la carriera con un ruolo action dove gira in canotta sporca è qualcosa che le fa onore: purtroppo il film non ha fatto che affossare la sua carriera, invece di lanciarla, e l’avere come co-protagonista William Baldwin è stata un’aggravante. I Baldwin portano a fondo chiunque stia loro vicino…
All’epoca tutti gli speciali televisivi, i backstage e i servizi sulle riviste di settore parlavano solo ed unicamente del fatto che era un normale film d’azione con una celeberrima modella, poi il film è uscito, ha fatto schifo ed è stato prontamente sepolto: come SEMPRE accade, gli stessi che l’avevano elogiato prima – perché bisogna sempre dare il beneficio del dubbio ai film – dopo non l’hanno mai più nominato. (Personalmente preferisco ritrattare un’opinione negativa sbagliata piuttosto che fare il buonista ipocrita a priori, ma io sono strano…)
Perché vi racconto tutto questo? Perché solamente in anni recentissimi, stilando la Guida TV del weekend giallo-thriller – da molti anni infatti il venerdì presento su ThrillerMagazine e SherlockMagazine l’elenco dei film in programmazione nei canali in chiaro – ho scoperto qualcosa che un cinefilo non dovrebbe mai scoprire, ma che oggi ho deciso di rivelarvi…
Siete pronti?
Siete seduti?
Se non volete sapere la notizia più devastante del mondo smettete di leggere… Poi non dite che non vi ho avvertito…
Ecco la bomba…
Facile preda con Cindy Crawford… è il remake di Cobra! La modella fa la parte della Nielsen e Baldwin fa la parte di Stallone…
Ora buttatevi tutti in ginocchio, alzate le braccia al cielo e gridate: «Nuooooooooooooooooooooooooo!»
Se vi siete ripresi, vi racconto tutto dall’inizio.
Nel luglio del 1978 la 39enne Paula Gosling, che fa la copywriter, decide di iniziare la carriera di autrice di thriller pubblicando a Londra con la Macmillan un romanzo che, vinto il John Creasey Award, la lancerà nel rutilante mondo dei crime writer: un romanzo dal titolo meno thriller della storia, A Running Duck. Non stupisce che nel settembre successivo, portandolo a New York, la Coward, McCann & Geoghegan si sbrighi a ripresentarlo con un più dignitoso Fair Game.
Quando nel 1986 la Longanesi porta in Italia il romanzo, opta per un titolo un po’ più gagliardo: Bersaglio facile: ok, questo è un titolo più thriller, brava Longanesi. Però poi la casa fa la furbetta e nel 1996, quando esce il film con la Crawford, ristampa il romanzo facendo la vaga e intitolandolo Facile preda…
Clare Randell è una copywriter (guarda un po’!) per una importante agenzia pubblicitaria di San Francisco, ma un giorno in strada per poco non viene uccisa dallo sparo di un cecchino. Quando la polizia investiga, il tenente Mike Malchek scopre che la donna è finita vittima delle attenzioni di Edison, uno spietato assassino a cui sta dando la caccia da anni. Quando il fidanzato di Clare rimane ucciso, Malchek viene affidato alla protezione della donna. Il pericolo è un forte afrodisiaco e i due scoprono una cocente passione, mentre lo spietato Edison si fa sempre più vicino.
Questa la trama di un classico thriller romance che potremmo definire appartenente al genere “guardia del corpo birbantella”, con tanto di poliziotto duro ma pieno di demoni interiori: è ancora ossessionato dagli orrori del Vietnam e solo l’amore di Clare riesce a curarlo. Super classicone dei classiconi: non stupisce che la Warner Bros ci metta subito il cappello sopra per un futuro film.
Sin dal 1979 il romanzo della Gosling viene trasformato in sceneggiatura, ma non si riesce a tirarne fuori una giusta. Il libro è ancora caldo nelle librerie che Herb W. Vendig ed Elizabeth Anne Hull depositano una sceneggiatura originale dal titolo Fair Game. Non è chiaro se questa sia collegata al libro, comunque il 19 settembre 1979 c’è una terza stesura del copione dichiaratamente tratto dal lavoro della Gosling, firmata da un certo Paul F. Edwards.
Tutti questi nomi scompariranno nel nulla quando nel 1985 Sylvester Stallone decide che la scrive lui una sceneggiatura, e la Warner Bros ne è così contenta che ristampa subito il romanzo della Gosling specificando che sta per uscire il film Cobra.
Visto che la storia è troppo innovativa e futuristica, Stallone decide di riscriverla e farne una molto più lineare. Una tipo… tipo… ecco, una tipo Terminator (1984). Buono e buona si innamorano mentre fuggono da cattivo spietato: andiamo proprio al succo del “classico” per eccellenza… Per non sbagliare, Stallone si mette nella stessa posa di Schwarzenegger-robot per la locandina.
Scritto di proprio pugno – con tanto di guantoni da Rocky indosso – Stallone presenta alla mitica Cannon un copione quasi del tutto diverso rispetto al romanzo, dal titolo maschio che spettina: Cobra.
Uscito il 23 maggio 1986 in patria, come dicevo, arriva nei cinema italiani il 24 ottobre 1986. La Warner Home Video lo porta in VHS nel 1987 (o forse 1988) ed arriva in TV il 29 gennaio 1990, in prima serata su Canale5.
In VHS viene ristampato nel 1999 all’interno del mitico ciclo “Duri a morire” (Fabbri Video), mentre la Warner Bros lo ristampa in VHS e DVD il 30 maggio 2000, poi in Blu-ray dal 31 agosto 2011. In occasione del trentennale, riappare in DVD il 16 maggio 2016.
È un periodo in cui Stallone è cotto a puntino della ragazza che Schwarzenegger “gli ha lasciato”, l’ex modella danese Brigitte Nielsen – potreste averne sentito parlare – e così cercando di ruoli per averla al proprio fianco… be’, questo è perfetto.
Nella sua autobiografia del 2011 Im Leben wird dir nichts geschenkt (all’incirca “Nella vita nulla vi è dovuto”), pubblicata anche a Londra come You Only Get One Life, Brigitte racconta di quel periodo: «Non era solo la mia vita personale in crisi, anche la mia carriera era in stallo. Avevo tentato la via della recitazione e dopo Red Sonja ero pronta a proseguire. Ricevevo copioni ed offerte di ruoli, ma Sylvester si assicurava continuamente che fossimo sempre insieme, che cioè fossi sempre impegnata nei suoi progetti. Sentivo che non mi voleva in un film con qualcun altro. Infatti subito dopo ho recitato in Rocky IV e Cobra con lui. Anche quando ho ottenuto il ruolo della spietata assassina in Beverly Hills Cop II sapevo che c’era dietro lo zampino di Sylvester. Lui sapeva che amavo lavorare ma doveva anche sapere sempre cosa stessi facendo.»
Non una sola altra parola viene spesa per il film, che in patria riscuote grande successo di pubblico ma aspre critiche dai recensori, che mal vedono il giustizialismo sommario insito nella sceneggiatura degli action dell’epoca tipici della mitica Cannon.
Inutile girarci attorno: Cobra è un film inutile che nessuno ricorda, pur rimanendo una grande icona degli anni Ottanta. L’unica parte del film che è rimasta nella memoria è la scena iniziale, quando Stallone entra nel supermarket e fa fuori il criminale, lanciando la frase della vita:
«You’re a disease, and I’m the cure».
Tu sei il male, e io sono la cura.
I doppiatori italiani hanno fatto un buon lavoro, a rendere disease (malattia) con “male”, poi arrivano i terribili titolatori e nella locandina italiana della prima edizione VHS (ma anche la prima del DVD) appare scritto «Il crimine è una piaga. Lui è la cura.» (L’originale recita Crime is a disease. Meet the cure.)
Un po’ devono essersi vergognati, di aver reso disease con “piaga”, perché nella ristampa “Gli Scudi” si legge solamente «Il braccio forte della legge»: ci ripensano, e per l’edizione Blu-ray del 2011 scrivono «Il crimine è una malattia. E lui ne è la cura.»
Grazie ad IMDb scopro collegamenti spettacolari che non conoscevo.
In Specie mortale (Species, 1995) Lennox parlando dell’aliena dice alla dottoressa Baker: «She’s the cure and we’re the disease» (nel doppiaggio italiano, «Mi stai dicendo che lei è la cura e noi la malattia?»), mentre in Matrix (1999) l’Agente Smith dice a Morpheus torturato: «Human beings are a disease, and we’re the cure» (in italiano, «Gli esseri umani sono un’infezione estesa… siete una piaga, e noi siamo la cura.»)
Un vago richiamo lo si ha in Kingsman: Secret Service (2014), quando il cattivo Valentine dice: «Mankind is the virus… a cull is our only hope» (nel doppiaggio italiano, «L’umanità è il virus… una selezione è l’unica speranza»), mentre nel coetaneo Guardiani della Galassia (2014) Ronan dice: «You Xandarians and your culture are a disease… I will cure it!» (in italiano, «Voi xandariani e la vostra cultura siete una pandemia… Io la curerò.»).
Questo per far capire quanto la punchline sia entrata nell’immaginario collettivo.
Pare che la sceneggiatura originale di Stallone prevedesse un testo diverso da quello definitivo. Nella prima versione il criminale dice «This place is diseased… It’s a diseased world!»
Questo posto è malato, tutto il mondo è malato. Al che Stallone invece risponde che è il criminale ad essere la malattia e lui la cura.
Comunque ribadisco che TUTTO il film è SOLO questa battuta: del resto della sceneggiatura non frega niente a nessuno perché è qualcosa di imbarazzante – come il duro poliziotto che fa pipponi sul mangiar sano – che non ha più interessato nessuno finiti gli anni Ottanta.
Una curiosità. Visto il film, il nostro Stelvio Massi chiama subito suo figlio Danilo e si fa scrivere una versione black da dirigere: ecco così nascere il nostrano The Black Cobra (1987), con il divo della blackspoitation Fred Williamson… ed Eva Grimaldi!
Chissà che non lo ritroviate in futuro qui nel Zinefilo…
L.
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Ommioddio, sento di voler guardare The Black Cobra prima di subito
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Ahaah ti capisco benissimo e spero di recensirlo presto 😛
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Ho appena finito di dire “Nuoooo” e mi accodo alla richiesta sopra: spero in una rece di The Black Cobra al più presto! E che il potere dello zintage sia con te 🙂
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William! Il Baldwin di cui non ricordo mai l’esistenza, grazie per avermi tolto il dubbio, era giorni che mi chiedevo quale dei fratelli fosse 😉 Geniale e super sensato, “Facile preda” è il remake di “Cobra” sento l’eco della urla di disperazione anche da qui con le finestre chiuse 😉 ti confermo le battute sia di “Kingsman” che di “Guardiani della galassia”, anche perché di “Cobra” si ricorda soprattutto quella punch-line, e la tamarraggine di Stallone 😉 Ora mi siedo qui e aspetto “The Black Cobra”. Cheers!
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Era il Baldwin più donnaiolo, ma dopo essersi spupazzato la Stone in “Sliver” e la Crawford qui, è scomparso dai radar: troppe belle donne fanno male 😀
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E’ talmente ridotto male e plastificato che ha persino partecipato a Gossip Girl!
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Nooo che triste spettacolo deve aver dato! Solo il pingue capostipite Alec ha mantenuto una certa visibilità… e poi c’è Stephen, il principe della Z di cui presento ghiotte chicche qui sul blog 😉
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Tony Scott in Beverly Hills Cop 2 percula Stallone con il personaggio di Rosewood(il buon Silvestro era il lizza per il ruolo nel primo Beverly Hills Cop) infatti se noti porta gli stessi occhiali e fa le stesse pose, in camera tiene il poster di Stallone infatti Eddie Murphy gli dice “ma tu sei ammalato”,Bigette non e una santarellina visto che da Scott si e fatta trombare(beato lui:)
Ma per me Cobra e un cult infatti il protagonista Leon indossa la stessa canotta e i due mitra del film nel sommo Resident Evil 4
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Chiamalo scemo, Scott… 😀
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Facile remake di Cobr… ehm, Preda e Cobra per me hanno una cosa fondamentale in comune: sono troppo velenosi per essere ricordati 😉
P.S. Forse nemmeno uno stalloniano d.o.c. potrebbe davvero salvare quel film, a parte la battuta… io, perlomeno, lo considero un grande passo falso.
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Anch’io penso che lo Stallone dell’epoca poteva fare molto di più, è un prodotto ridicolo al di là della qualità tecnica con cui è fatto. Temo sia davvero un film più noto che rivisto…
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E pensare che Stallone sperava di farne il suo terzo personaggio simbolo dopo Rocky e Rambo! Ambizione decisamente eccessiva.
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Erano anche gli anni giusti per certe ambizioni, ma non è andata benissimo 😉
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#GenuiniMomentiEmozione
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Mitico è anche lo scambio di battute finali tra Cobra e “Belva Della Notte” (Brian Thompson, qui doppiato da Alessandro Rossi in splendida forma) con quel “Porco!” sputato e detto più volte
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Uno dei pochi pregi del film 😛
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“I Baldwin portano a fondo chiunque stia loro vicino…”
sto male XD
Sottolineo anche la grande interpretazione (si….) di Brian Thompson, che anni dopo sto film e il mangiainsetti di Ammazzavampiri 2, verrà mazziato da Van Damme in Lionheart.
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Brian è un mito: l’hai visto “The Extendables“? Prende in giro proprio gli eroi d’azione con cui ha lavorato, da Stallone a Van Damme 😀
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Uno dei difetti di questo film è che non si capisce se le “belve della notte” siano terroristi o semplici rapinatori: le loro motivazioni sono del tutto incomprensibili.
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Tra l’altro, la sceneggiatura di Cobra è basata sulle modifiche che Stallone aveva voluto apportare a quella di Beverly Hills Cop (di cui originariamente avrebbe dovuto essere protagonista) ma che non furono accettate dalla produzione per una questione di costi, perciò Cobra è di fatto ciò che sarebbe stato Un piedipiatti a Beverly Hills se l’avesse fatto Stallone.
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Non ho trovato notizie di questo nelle fonti dell’epoca.
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