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Il mito di Amityville è inarrestabile, soprattutto nella caduta verticale di qualità. Se già Amityville: It’s About Time (1992) era un prodotto di bassissimo livello, si scende ancora più in basso quando lo stesso co-sceneggiatore Christopher DeFaria (che in realtà di mestiere fa il produttore) viene ingaggiato da piccole e infime casupole di filmacci direct-to-video, che affidano al quasi esordiente John Murlowski il compito di dirigere una porcata ancora più porcata.
Riuscirà Amityville: A New Generation ad essere il punto più basso di questa catena escrementizia?
Uscito in patria il 29 settembre 1993, per fortuna risulta inedito in Italia.
La base di partenza è sempre la devastante opera narrativa di John G. Jones, investigatore dell’occulto che ha invaso il mercato americano di libri con il marchio “Amityville” in copertina: tutta spazzatura horror che finge di ispirarsi a veri eventi e vere testimonianze.
I peggiori filmacci fin qui recensiti sono tutti riconducibili all’opera di Jones, che nel giugno 1988 scrive Amityville: The Evil Escapes. Quando i Lutz hanno venduto la loro casa indemoniata, hanno venduto anche gli oggetti in essa contenuti: il geniale Jones comincia a raccontare gli strani eventi accaduti alle persone che hanno comprato quegli oggetti.
Una scritta ci informa che questo film si ispira ad uno dei casi raccontati in questo libro: cos’è successo alla lampada l’abbiamo scoperto in Amityville 4 (1989), cos’è successo alla pendola ce l’ha raccontato Jones stesso sceneggiando Amityville: It’s About Time (1992), ed ora tocca… allo specchio!
Keyes (Ross Partridge) e Suki (Julia Nickson, ex modella di Singapore appena divorziata dalla star televisiva David Soul) sono due “giovani d’oggi” che vivono in un quartiere poverissimo di Los Angeles, giocando a fare gli artisti bohémien.
Vivono nella stessa palazzina con i classici tipi strani californiani, e Keyes condivide l’appartamento con l’amante Llanie (Lala Sloatman), donna in carriera. Invece Suki ha per ragazzo Ray, interpretato da quel Robert Rusler specializzato in ruoli da stronzo.
Un giorno un barbone chiede a Keyes se vuole comprare un enorme specchio che appartiene alla sua famiglia da generazioni: il ragazzo accetta. Ragazzi, questo sì che è un modo di far partire una sceneggiatura…
Non ci crederete, ma lo specchio è posseduto da una forza non meglio identificata, ma visto che quando uccide riflette la celebre silhouette della casa di Long Island, possiamo dire che in esso vive il demone di Amityville, che continua a girare l’America in tour.
Il primo a crepare è ovviamente lo sgradevole fidanzato di Suki, sul cui omicidio arriva ad indagare il detective Clark (interpretato dal mitico Terry O’Quinn). Già che c’è indaga su tutto e tutti e aiuterà i ragazzi a scoprire l’origine dello specchio.
Il demone intanto “possiede” Keyes con qualcosa di mai nominato ma che possiamo chiamare “lo spirito di DeFeo jr.”, visto che poi il giovane cerca di ammazzare i suoi amici scambiandoli per la famiglia italo-americana che abitò per prima la casa in 112 Ocean Avenue.
Ormai si è infranto il rapporto tra sceneggiatura e immagini: la prima è assente e quindi le seconde sono in piena libertà. Ogni realtà scenica sfuma via manco fossimo in Nightmare, e non si capisce più quali sono allucinazioni e quali semplici deliri di un regista che non sa dove andare né come andarci.
È un classico filmaccio ridicolo girato in economia – ma sicuramente più costoso della spazzatura bulgara dell’attuale sistema direct-to-video – che se avesse avuto una sceneggiatura si sarebbe potuto salvare: invece c’è uno specchio che uccide senza motivo e personaggi che agiscono senza logica. Tutto il resto… è Amityville!
L.
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Ma davvero hanno fatto così tanti Amityville? Io anni fa quando avevo cercato un po’ di onformazioni sulla saga mi ero fermato ai 3-4 film americani. Qui si apre un mondo! Brutto, ma sempre un mondo!
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Virtualmente avrebbero potuto fare un film per ogni oggetto di Amityville venduto in giro, compreso il lavandino! Sanitari che uccidono: qui, su Amityville Channel 😀
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Quello lo guarderei subito…
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«Non sedetevi su quel bidet!» Questo sì che sarebbe stato campione d’incassi 😀
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Sicuramente meglio del cinepanettone…
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«Lo specchio assassino! Buuuuuu…»
Su questa sono scoppiato a ridere. Non riesco a non immaginare il regista che spiega il suo film mimando il Buuuuu con le dita 😉
Caduta libera come cantava Tom Petty per questa saga, fa sempre piacere però vedere la lunga gavetta del grande Terry O’Quinn 😉 Cheers!
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O’Quinn ha fatto veramente un miliardo di particine, risultando dannatamente bravo in ognuna: è l’unico attore in questo filmaccio!
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Le parole “inedito in Italia” associate a questo film sono una coltellata al cuore per tutti i seguaci di film indegni, sob. Maledetti distributori.
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Chissà, magari si sono vergognati troppo a portarlo da noi 😀
Scherzo, i distributori sono sempre attenti a portare fiumi di spazzatura 😛
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“Lo specchio assassino! Buuuuuu…” : QUESTO era il titolo che meritava! 😀
Robert Rusler: “Specchio delle mie brame, chi è il più stronzo del reame?”
Specchio: “Io son demone di classe ed assassino: non rispondo ad un povero cretino!”
Robert Rusler: “Fanculo, brutto specchio di merda!”
Specchio: “Se a fancul mi vuoi mandare, io poi ti dovrò ammazzare!”
Terry O’Quinn (davanti al corpo): “Ecco, qui devo essermi PERSO qualcosa: sono i casi di omicidio come questo che mi fanno proprio salire il FUMO. Ma NERO, eh” 😛
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ahhaha hai riassunto Lost in due parole 😀
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