Ai britannici le Ghost House sono sempre piaciute, così lo stesso anno de L’Esorcista minuscole case (nate e morte con questo film) creano una minuscola pellicola dal titolo Dark Places.
Distribuito in Gran Bretagna in un non meglio specificato 1973, arriva in sordina sugli schermi italiani l’8 marzo 1975 con il titolo La scala della follia.
La Golden Video lo porta in VHS non si sa quando, così come la Cult70 lo riversa in DVD in data ignota: se ne sapete di più scrivetemi.
Edward Foster (Robert Hardy) è stato vicino al vecchio tenente colonnello Andrew Marr nei suoi ultimi giorni di vita solo dietro la promessa di ricevere in eredità un’antica villa in campagna: appena il vecchio schiatta, Edward si fionda a reclamare la proprietà di Marr’s Grove.
Malgrado in paese lo avvertano che quella casa “porta male”, Edward non si farà distrarre da nulla per perseguire il suo obiettivo: che non è possedere una catapecchia, bensì mettere le mani sulle duecentomila sterline in essa nascoste dal colonnello.
Arriva ultimo, però, perché già su questo obiettivo sono schierati il dottor Ian Mandeville (Christopher Lee) e sua sorella Sarah (Joan Collins), che essendo stati battuti nell’arruffianarsi il vecchio Marr ora provano ad allisciarsi Edward.
Il quadro del giovane colonnello Marr che domina la casa fa uno strano effetto su Edward, perché l’uomo nel dipinto sembra proprio lui – e infatti lo stesso attore ha posato per il quadro.
Inizia un viaggio all’inferno dove la realtà si sgretola davanti alle presenze della casa, dove forse sono morti i figli del colonnello e le loro anime dannano chi torni ad abitarvi. Andrew comincia a vivere flashback appartenenti al passato di Marr, a vedere sua moglie e a confonderla con Sarah, che per cercare segretamente il bottino si è fatta assumere come governante ed amante.
Mentre tutti cercano le sterline nascoste dal colonnello, Andrew vive un passato non suo che lo porta ad uccidere nel presente e a rovinare la vita dei profittatori che lo circondano.
Diciamocelo chiaramente, La scala della follia – che non si sa a quale “scala” si riferisca – è un filmettino furbetto che sbatte in cartellone grandi nomi e basta. Ingaggiati Lee e la Collins, e in un piccolo ruolo l’austro-ungarico Herbert Lom divenuto celebre nel ruolo del commissario Dreyfus, antagonista dell’ispettore Clouseau nei film de La Pantera Rosa, il budget dev’essersi esaurito così il film è girato interamente in un’unica location, con protagonista assoluto il decisamente più economico Robert Hardy: star televisiva approdata al cinema solo l’anno precedente.
A parte il bravo Lom, gli altri due nomi celebri non fanno assolutamente nulla. Lee fa l’oscuro e guarda nel vuoto, partecipando così poco alla trama che se tagliassero il suo personaggio non se ne accorgerebbe nessuno. La Collins fa la zoccola come faceva sempre all’epoca, ma anche qui siamo nei pressi di una pura comparsata.
Gli unici rari fotogrammi un po’ intriganti sono quelli in cui Lee è disgustato del comportamento spregiudicato della sorella, e la tensione tra i due fa pensare a desideri incestuosi soppressi, ma parliamo di sensazioni che durano mezzo secondo: gli sceneggiatori non hanno certo osato indagare sulla questione.
A parte un simpatico twist di sceneggiatura finale, per mantenere lo spettatore sempre in bilico tra realtà e follia, è un film minuscolo che non ha alcuna aspirazione se non quella di creare tensione stando nel misero budget. Curiosamente ci riesce, proprio perché non punta in alto.
Le atmosfere della casa distrutta in fondo ben si adattato ad un budget inesistente, e così per dare l’impressione ci siano dei bambini fantasma a Marr’s Grove ecco che nelle stanze vediamo pezzi di bambole ammuffite: un espediente che fa il suo effetto. Chi è che non si spaventa davanti allo sguardo vitreo di una bambola fatta a pezzi?
L.
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Non conoscevo il film, uno degli (infiniti) titoli in cui il grande Lee è comparso, oltre alla tradizione delle case maledette, c’è materiale anche per il filone delle bambole inquietanti al cinema 😉 Cheers!
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Ah, mica male come idea! Sei un diavolo tentatore: ci manca solo che inizi con le bambole… 😛
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Bambole! Bambole! Al di là del mio tifo per il nuovo filone mi par di capire che, in tema di scale (perlomeno nel titolo), l’è meglio La casa con la scala nel buio…che non mi ha lasciato un brutto ricordo.
p.s. Bambole! Bambole!
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Sono circondato!! 😀
Visto che ci ho scritto un ebook sulle “donne artificiali”, bambole comprese, ne avrei di materiale da sfruttare… ahhhh maledetti tentatori 😛
Comunque mi segno “La casa con la scala buio”, che mi sa di gagliardo!
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Economico ma di certo non un brutto film (visto secoli fa, ormai), è vero… Brillante la tua citazione Fontaniana 😉
P.S. Con “Crawford” volevi dire la Collins? 😛
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Ah, che occhio attento! Sì, intendevo la Collins: ho corretto. Chissà a che Crawford pensavo 😛
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Può capitare a tutti nella vita di saltare da una Joan all’altra 😛
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