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Quando uno dei Maestri della Z come Fred Olen Ray, padre e maestro di vita di Christopher Ray, ti produce un film… vuol dire che stai sbagliando di brutto.
Non ci badano i fratelli Polonia e vanno dritti per la loro strada: vogliono fare un filmaccio ridicolo e fanno un filmaccio ridicolo: Amityville Death House, presentato senza vergogna in patria il 25 febbraio 2015 e per fortuna inedito in Italia.
La famigliola horror che compone la Polonia Brothers Entertainment si spalma bene: Mark fa il regista, il montatore e un’apparizione cameo, Anthony fa gli effetti speciali e Maria porta da mangiare sul set. Con un cast tecnico di questa portata, come si può fallire?
Alla sceneggiatura c’è il fido John Oak Dalton, che se ogni tanto non scrive una porcata si sente male, e in mezzo a un mare di attorini e attorucoli improvvisati stupisce trovare Eric Roberts: o il fratellone di Julia ha perso una scommessa, o è amicone one one di uno dei fratelli Polonia. In entrambi i casi mi dispiace per lui…
Un’introduzione copiata di netto da La Casa 2 (1987), con tanto di Necronomicon malamente ricopiato, ci fa capire il livello di cialtroneria che raggiungerà il film. Ci parla dunque di una antica maledizione descritta da un tizio mascherato che ha più di una rassomiglianza con il massone dello sketch di Corrado Guzzanti. «Tu sai chi è, tu sai com’è, tu sai perché».
Poi vediamo i soliti ragazzi dei film horror che in una loro vacanza invernale si fermano nel paesino di Amityville perché uno di loro deve visitare la nonnina malata: e qui si percepisce il genio del male che pervade lo sceneggiatore…
Bla bla bla, la casa è stregata da un demone che recita male e via la solita menata noiosissima.
La qualità del film non gli consente di essere considerato tale: non è un film, è un dilettantesco gioco tra cazzoni con una telecamera in mano, e vista l’economicità al giorno d’oggi di girare una qualunque scena, non c’è più neanche l’aspetto finanziario a fermare questi beoti.
Se non altro, come la scuola della Z ci insegna, hanno investito molto in una bella locandina, che è tutto ciò che rimane del cinema degli anni Duemila. Belle locandine senza alcun film dietro…
L.
- Amityville: The Awakening (2017) Un inutile risveglio
- The Amityville Legacy (2016) Bruttezza senza limiti
- The Amityville Terror (2016)
- Amityville Playhouse (2015)
- Amityville Death House (2015)
- The Amityville Asylum (2013) No, non quell’Asylum!
- The Amityville Haunting (2011)
- Amityville Horror (2005) Il risveglio della mediocrità
- Amityville Dollhouse (1996)
- Amityville (1993) A New Generation
Stavo quasi per dire che la locandina è bella, poi mi sono ricordato la regola, bella locandina uguale brutto film. Il fratellone di Julia è come la bandiera che indica il mare mosso, quando compare stai sicuro che il film è inguardabile. Cheers!
P.S. Grazie per la citazione!
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Ormai la bella locandina mette subito in guardia, e la regola non sbaglia mai 😀
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Non ci credo ce ne sia un altro, secondo me ormai te li stai inventando 🙂
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ahaha li ho girati tutti io! 😀
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Avevo cominciato a guardarlo qualche tempo fa, ma è veramente un filmino che avrei potuto girare io con i miei amici ubriachi a capodanno. Povero Eric Roberts 😦
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Scherzi? Sono sicuro che tu lo avresti girato mille volte meglio 😛
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Ah, se solo lo stregone fosse stato davvero Corrado Guzzanti: “Con il rito della Uallera d’Oro avrò il potere di un deo!” 😛
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Magari fosse stato così, sarebbe stato un capolavoro di film 😛
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