La piccola Hollywood Storm è fomentata dagli Expendables di Stallone, così raccoglie un gruppo di ottime star marziali d’annata – un po’ scadute – e le getta alla rinfusa a Manila. Sicuramente il biglietto di ritorno se lo sono pagate da sole…
Il risultato è il piccolo e sgangherato Showdown in Manila, che sebbene sia un film americano in realtà la vera distribuzione è avvenuta in Russia, data la notorietà dell’attore moscovita protagonista. (Che come nome d’arte si è scelto quello di uno storico eroe del Medioevo russo!)
Dopo aver fatto poco di tutto, ora Mark Dacascos si sveglia e vuole fare il regista. Nessun problema, la serie Z è grande abbastanza anche per lui: venghino, siòri, che c’è posto anche sulla sedia del regista…
Il sergente Nick Peyton (Alexander Nevsky) guida un raid delle Forze Speciali per acciuffare un trafficante di ragazze avviate alla prostituzione.
L’operazione è un disastro e tutti gli uomini vengono uccisi: anche Peyton viene creduto morto, mentre è solo ferito.
Prima di morire, vede l’uomo che gli ha sparato… ed è il mitico Matthias Hues!
Due anni dopo lo stesso gruppetto di ridicoli cattivi, costituito dal boss Aldric Cole (Cary-Hiroyuki Tagawa) e il suo braccio armato Dorn (Matthias Hues), senza dare spiegazioni uccide Matthew Wells: visto che questi è interpretato dal regista Mark Dacascos, che sia una velata critica alla sua opera?
La moglie del povero Matthew, interpretata dalla storica hawaiiana Tia Carrere, cerca aiuto nella polizia locale ma, incredibile, questa non l’aiuta esattamente come vuole il canone di questo genere di film.
Così la donna disperata si rivolge ad un duo di investigatori scalcinati che forse potrebbero aiutarla. Uno è Nick Peyton, ritiratosi dalle Forze Speciali, e l’altro è Charlie Benz… interpretato dal Signore della Z Casper Van Dien.
Iniziano le classiche scene da buddy movie con i due investigatori supermatti che fanno gli amiconi dicendo e facendo cose stupide.
Dopo indagini svolte alla carlona (o alla cazzona), i due frizzanti investigatori finiscono sulla traccia giusta e si rendono conto che serve l’aiuto di qualche amico: per esempio… qualche vecchia star marziale anni Novanta!
Così chiamano Olivier Gruner, che è finito prima ancora di iniziare visto che Albert Pyun l’ha massacrato con uno dei suoi filmacci robo-cyborg…
Il mitico Don “The Dragon” Wilson, che pur non sapendo recitare riuscì ad apparire in un numero importante di film marziali, quasi sempre affiancato da bravi caratteristi e atleti…
E poi la Lady per eccellenza, Cynthia Rothrock, che ormai fa solo comparsate autocelebrative: visto che è sempre raggiante e splendente, glielo perdoniamo.
Cosa ci facciamo con tre attempate star di vent’anni fa, protagoniste di film che ormai nessuno ricorda più? Buttiamole nella foresta, che tanto sono biodegradabili…
Dopo una lunghissima e inutile scena nella foresta, dove si sparano tipo mille proiettili come fossimo in Predator (1987), il film finisce improvvisamente: in pratica non è mai iniziato.
Serviva proprio chiamare cotanti nomi solo per portarli a giocare nel bosco? Almeno Stallone i suoi Mercenari li ha saputo sfruttare bene, in due film. (Il terzo è inguardabile, facciamo finta che non esista.)
Mark Dacascos è il re delle occasioni mancate. Poteva essere un divo marziale ma ha smesso un attimo prima; poteva essere un blando attore ma ha fatto di tutto per non esserlo; ora prova a diventare regista ma non fa che ingrossare la schiera della serie Z.
Meglio ricordarcelo quando faceva il giapponese in Crying Freeman (1995) e quando faceva l’indiano ne Il patto dei lupi (2001): lì si che faceva sognare…
L.
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Poteva essere il kolossal della Z.invece finisce a pernacchie,belli Crying Freeman e Il patto dei lupi me lo ricordo per il culo di Monica Bellucci e il regista di ambedue e Christofer Gans che gli dobbiamo anche il riuscito Silent Hill peccato che diriga poco
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Gans è un mito ed è un grande fan del cinema asiatico, che ha cercato di riportare in Europa. Gli è riuscito poco. La Bellucci è più insopportabile del solito e ha distrutto “Il patto dei lupi”, che invece è un piccolo capolavoro horror-action che avrebbe meritato molta più fama. Invece è dimenticato.
L’idea di fare i Mercenari Marziali era ottima, ma non così stupidamente…
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Grazie per la segnalazione di un film che, nonostante tutto, cercherò di vedere. Inoltre a parziale discolpa di Dacascos mi preme citare “Solo la forza”, a mio modo di vedere davvero un gioiellino da vedere e rivedere (quante volte ho scritto “vedere”?)! Ma forse ho i ricordi annebbiati…
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Sì sì, concordo, era il periodo d’oro in cui Mark ci faceva sognare. Peccato sia durata poco…
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Poteva essere un film da ricordare, se solo fosse stato fatto molto prima… fine novanta/primi 2000 poteva essere il periodo ideale, se non altro perché grandi e piccoli -magari anche infimi- ruoli dei protagonisti erano ancora più o meno sulla bocca di tutti: vedi, giusto per fare qualche esempio, proprio i due Dacascos citati o, televisivamente parlando, il Gruner “alieno” di Code Name: Eternity e la Carrere archeologa di Relic Hunter. Per non parlare poi di un Casper Van Dien ancora decentemente post-Verhoeven. Adesso, invece, ho paura che prima di questo Showdown in Manila sarebbe stato necessario realizzre almeno un prequel SOLO per ricordare al pubblico chi sono tutti loro… 😦
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Infatti temo che a parte un gruppo di appassionati d’acciaio, pochi ricordino questi nomi importanti degli anni Novanta. Il problema è sempre quello: quando sono famosi fanno le dive e non dividono la scena manco morti, poi diventano dei falliti e giù a fare i Mercenari… sperando che qualcuno ancora si ricordi di loro.
Se “Showdown a Manila” fosse stato un ottimo film – e “The Raid” ci ha dimostrato che con niente si può fare il più grande film marziale della storia! – sarebbe stato il trampolino di lancio per tutte queste vecchie star. Invece è solo altra terra sulla loro tomba…
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Verissimo, l’idea sulla carta era fantastica, il risultato appena un pelo meno. Visto qualche tempo fa con delle speranze, che sono andate presto sfumate. Tia Carrere sembra la statua di cera del museo di madame tussauds di se stessa 😉 Cheers!
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ahah l’immagine della cera è perfetta! 😀
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Quanti re della Z! Peccato per il risultato finale, poteva venir fuori una roba quantomeno divertente 🙂
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Speravo proprio nel divertimento, invece… mai ‘na gioia! ^_^
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