Smettete immediatamente di leggere e correte a recuperare una copia di questo film.
Era dai tempi di Shaun of the Dead (2004, mi rifiuto di chiamarlo in italiano, L’alba dei morti dementi) che non mi gustavo una così divertente satira sul genere zombesco!
Il regista e sceneggiatore Kyle Rankin da tempo si diverte e prendere in giro tutti i dettami dell’horror, e in questo caso raggiunge alti picchi: perché questo film non è una parodia degli zombie, bensì la parodia… di come il cinema parla degli zombie.
Presentato il 29 agosto 2015 al britannico Film4 FrightFest, dopo aver girato per altri festival la Dynit Minerva – voce ufficiale della Asylum che ora si è inventata dal nulla l’apocrifa etichetta “Bizzarro Movies” – lo porta in DVD dal 15 dicembre 2016 con lo stupidissimo e irritante titolo Zombies in Love. Probabilmente hanno fatto un referendum su quale fosse il più cialtronesco titolo, quello che MENO fosse attinente alla storia narrata, e ha vinto ‘sta porcata.
Night of the Living Deb – questo l’unico, vero, geniale titolo del film – inizia ripercorrendo esattamente la via tracciata da Shaun of the Dead: non una ridicola sequenza di scenette, una parodia da bar come fanno quei filmacci dimenticati tipo Disaster Movie e via dicendo. No, questo film ha una sua trama ben precisa, solida e divertentissima, che ovviamente stona con la piaga zombie. E, mi sia consentito di dirlo con le lacrime agli occhi, è uno dei rarissimi film al mondo che non passa mezz’ora a spiegarci per la miliardesima volta cosa sia uno zombie: sant’Iddio, dopo dieci miliardi di film anche i morti viventi sanno cosa siano i morti viventi!
Così abbiamo la giornalista un po’ rozza Deb (una bravissima Maria Thayer, dai tempi perfetti) che si invaghisce del belloccio e precisino figlio di buona famiglia Ryan Waverly (Michael Cassidy), che però non se la fila di pezza. Grazie all’alcol i due finiscono a letto e la mattina dopo lui cerca di togliersela di mezzo per dimenticare una notte sbagliata.
Peccato che nel frattempo la città non esista più, invasa dagli zombie!
Combattendo in modo dilettantesco e divertentissimo i morti viventi, i due ne approfittano per conoscersi meglio e per fare un bilancio delle proprie vite, tra una vecchietta elettrificata e una cicciona ingabbiata.
Ed esce fuori che la piaga zombie è tutta colpa della connivenza del padre di Ryan, il ricco e potente Frank Waverly (interpretato dal mitico Ray “papà di Laura Palmer” Wise). Tra fratelli militareschi ed ex fidanzate un po’ zoccole, la riunione familiare mostra come forse tra i morti viventi c’è più affetto che nella famiglia tradizionale…
— Cosa sei, uno zombofobo?
— No, no: molti dei miei migliori amici sono zombie!
Per favore, alziamoci ad applaudire!
Non siamo ai livelli di Simon Pegg, per carità, non è una sceneggiatura d’acciaio costruita frase dopo frase in modo perfetto, ma lo stesso questo film si eleva parecchio sulla paccottiglia di zombacci inguardabili, seri o umoristici che siano.
Non foss’altro per l’istrionica bravura dell’attrice protagonista, perfetta anti-eroina ma soprattutto anti-final girl: sa essere forte senza bisogno di fare le faccette ridicole dell’esercito di ragazzine che ormai imperversa nel fanta-horror.
Dopo il contagio zombie arriva quello “virale” per eccellenza: YouTube. La critica è feroce e dimostra che l’unico modo per sconfiggere una peste… è una peste peggiore!
Intelligente, divertente e delizioso: ancora siete qui? Forza, correte a vederlo!
L.
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Mi mangio le nocche delle dita dal nervoso. Si perché ho avuto la possibilità di vedere questo film, attratto principalmente (lo ammetto) dal titolo davvero geniale, ma ho passato la palla perché ai tempi ero ancora scottato da un altro atipico film di zombie che mescolava satira horror e commedia amorosa (e un brillante gioco di parole nel titolo) ovvero “Life After Beth”. Ho temuto in un replica e mannaggia a me mi sono fatto condizionare… Seguo il tuo consiglio e corro a recuperare! Cheers
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Essendo io un fan di “Life After Beth”, ti assicuro che è tutta un’altra storia, malgrado il titolaccio italiano provi a spacciarlo come appartenente a quel filone.
Troverai gustose prese in giro di “28 giorni dopo” e degli stereotipi cinematografici degli zombie movie, ma il tutto calato in una storia divertente e coerente, qualcosa di davvero raro!
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Bene, motivo in più per seguire il tuo consiglio, appena smetto di mordermi le nocche ovvio 😉 Cheers
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Questo sembra davvero meritare, lo cercherò
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Te lo consiglio caldamente, al di là dello stupido e fuorviante titolo italiano 😉
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Ma da noi ormai sembra praticamente impossibile a fare a meno di affibbiare titoli stupidi e fuorvianti: non vorremo mica che il pubblico capisca quello che sta andando a vedere, no? Facciamo credere che sia una specie di Twilight con gli zombie, piuttosto… anzi, mi stupisco che si siano fermati a Zombies in love senza arrivare, che so, a Zombilight 😉
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ahah sapevo che avresti dato il meglio di te! Vado subito a depositare il copyright di Zombilight ^_^
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Solo tre parole: messo in scarica.
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Ahahah tre belle parole 😛
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