Pensavate fossero finite le case italiane, vittime dell’indemoniata titolazione nostrana? E invece no, c’è ancora da dire sull’argomento, in attesa di uno schemino generale che riassuma tutto il delirio titolatorio nato in Italia negli anni Ottanta.
Se vi dico David Hasselhoff e Linda Blair, a cosa pensate? Esatto: ad un filmaccio coi controfiocchi che già avete voglia di correre nei boschi urlando, al pensiero di doverlo vedere!
La Blair all’epoca era nota per lo stesso film per cui è nota ancora oggi, il film che gli ha azzerato la filmografia: L’Esorcista (1973). Gli altri settanta film dell’attrice non contano, non esistono, men che mai suoi WIP (Women In Prison) come La ragazza del riformatorio (1974).
Anche Hasselhoff ha visto azzerarsi la sua altrettanto poco incisiva ma estesa filmografia grazie alla serie televisiva Knight Rider, che nel 1984 Italia1 ribattezzò Supercar rubando il nome ad un cartone animato che trasmetteva dal giugno 1981. Giusto con le bocce di Beibòcc (1989) l’attore ha dato una svolta alla sua carriera…
Dietro il curioso pseudonimo di Martin Newlin si nasconde il regista romano esordiente Fabrizio Laurenti, che non farà molto nella sua carriera se non qualche thrillerino televisivo.
Prodotto dalla Filmirage di Joe D’Amato, La Casa 4 viene già fornita di titolo anglofono per la distribuzione estera: Witchcraft, ancora attivo nel 2002 quando la Stax Entertainment lo presenta in DVD britannico.
IMDB ci dice che è stato presentato in Germania il 1° dicembre 1988, comunque arriva sugli schermi italiani dal 18 agosto 1989… con pernacchie assortite! «Assistiamo alla proiezione di un’antologia del déjà vu», è il commento de “La Stampa” del 19 agosto successivo, ed è già un’attenzione che il film non merita assolutamente… visto che è molto peggio di quanto si possa pensare!
Nel marzo 1990 esce in VHS per Manzotti Home Video – ristampato poi per la collana “Horror Club” – mentre la Medusa lo presenta in DVD dal 1° gennaio 2015.
Leslie (Leslie Cumming) sta scrivendo un libro sulla “Luce della Strega”, un non si sa cosa di cui ha trovato traccia in un misterioso libro scritto da un misterioso autore tedesco, perché gli anni Ottanta sono ancora pervasi dalla mania anni Settanta dei “libri misteriosi”.
Tramite ricerche vaghe su non si sa cosa, è giunta ad un albergo sul mare dove ogni tanto si avvista la Luce della Strega. La accompagna il fidanzato Gary (David Hasselhoff) per fare delle fotografie per il futuro libro.
Non manca l’utilizzo moderno di un libro antico, perché guarda caso in questo antico testo tedesco si dice che è infantile superstizione ritenere sacra la verginità, «come dicono i benpensanti»: mi sembra proprio di sentire echi di una certa ribellione ai valori cattolici che evidentemente in quest’epoca era ancora avvertita.
Intanto lo stesso albergo di Leslie è protagonista degli incubi di Jane Brooks (Linda Blair), donna incinta che sogna di essere nel passato e di essere inseguita da paesani coi forconi. Però Jane è giustificata: la sua famiglia vuole comprare l’isola con l’albergo sopra e lei non sembra molto d’accordo.
Quando Jane e i suoi si recano sull’isola con l’agente immobiliare per fare un sopralluogo, trovano Leslie e Gary che fanno “ricerche” non autorizzate. Visto che il barcaiolo sembra andarsene senza ragione, tutti i personaggi sono intrappolati sull’isola. Isola dove in passato viveva una strega incinta (come Jane), e la cui ultima proprietaria è stata una vecchia attrice dimenticata, interpretata per l’occasione dalla diva del bianco e nero Hildegard Knef.
La nera signora comincia ad evocare le Tre Porte dell’Inferno e ad ammazzare uno alla volta i visitatori in modi fantasiosi e molto alla Nightmare. Finché non si impossessa di Linda Blair per cercare di renderla una vera attrice… senza successo.
Più di una volta si cerca di evocare le atmosfere di …E tu vivrai nel terrore! L’aldilà (1981) di Lucio Fulci, sia con le Porte infernali che con certi modi d’uccidere, ma al di là di qualsiasi intenzione La Casa 4 è la classica porcata horror italiana del periodo, con un paio di pseudo-divi per cercare di vendere il prodotto all’estero ma soprattutto ai distratti spettatori italiani.
La dabbenaggine dell’esecuzione non stupisce di certo… lascia solo imbarazzati dalla vergogna!
L.
P.S.
Ricordo che il film è stato recensito anche dal Bollalmanacco di Cinema, all’interno dell’iniziativa Notte Horror 2021.
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Aaaaah, questa è una perle che a suo tempo avevo recensito anch’io. Già il fatto di essere un film italiano, “horror” e del 1988 dovrebbe dirla tutta. Poi se ci metti David HH e Linda Blair il pranzo è servito! L’unica cosa bella del film è Catherine Hickland, futura ex moglie del bel David…
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Ah, ottimo: dopo ti linko ^_^
Dopo questo film la mia stima per David scende ancora di più 😀
Scherzo, lui faceva l’attore, mica aveva colpa del filmaccio in cui l’hanno chiamato.
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Infatti è tutta colpa della Fimirage che oltretutto ha deciso di far uscire la casa 3, 4 e 5 in Agosto, classico mese dove tutti vanno al cinema no?
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Purtroppo è (in)sana tradizione italiana far uscire d’agosto i filmacci in cui non si crede, dall’horror alle arti marziali. Basta guardare sui vecchi giornali il palinsesto di agosto dei cinema di qualsiasi anno, fino almeno agli anni Novanta, e ci si ritroverà il “meglio” del cinema di genere, sia quello vero che le bojate italiane.
Sulla frequenza italiana al cinema ci sarebbe da discutere, perché vorrei proprio vederle queste tabelle che indicano agosto come mese fiacco, le stesse tabelle che dicono che gli italiani spengono la televisione da giugno a ottobre: se i pirati ci hanno insegnato qualcosa è che gli spettatori che amano vedere la TV la vedono SEMPRE, sia che sia luglio che sia dicembre.
Purtroppo i distributori girano ancora con statistiche stilate negli anni Sessanta – gliele hanno passate i politici di oggi, che erano già vecchi in quegli anni – quindi non hanno la minima idea di chi sia lo spettatore italiano: nell’agosto del ’62 c’è stato un piccolo calo di frequenza al cinema? E via, per i successivi quarant’anni ad agosto solo film di genere!
A me sembra che chi va al cinema, va al cinema; chi non ci va, non ci va. Chi guarda la TV, la guarda e basta: non è che se le scuole sono chiuse smetto per quattro mesi di guardare un telefilm che mi appassiona, ma io non sono uno informato, quindi che ne capisco? 😀
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Non riesco neanche a ricordare se l’ho mai visto, CREDO di sì… pensa che film epico se non sono neanche sicuro di averlo visto. Ricordo qualche camminata in spiaggia… Zzzzz
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Sì, la Casa è sulla scogliera di un isolotto. Il film è davvero un copia e incolla di mille altri film simili quindi è impossibile ricordarlo di per sé 😛
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L’avrò visto su youtube per addormentarmi la sera. Lynch sbaglia… certi film VANNO visti sul cellulare!
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Altro giro, altra casa 😉 Questa mi manca, basta il nome di David Hasselhoff per finire automaticamente in zona-Z, l’espressione «un’antologia del déjà vu» mi sembra la lapide giusta per questo film. Cheers!
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E anzi è strano che all’epoca i giornalisti perdessero tempo a commentare ‘ste cacchiate 😀
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David su Baywatch è capitato bene!mi ricordo all’epoca c’era gente che sognavo di essere il sellino della bicicletta di Pamela Anderson(Barbwire).
Quindi film horror italico fine anni’80 regia televisiva,pessime attrici effetti speciali da cartoleria,tempi morti,mi hai fatto venire in mente La casa dell’orco di Bava con i ciglioni della Ferilli!
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A parte quelli di Raimi, appena vedi “casa” su un titolo sta’ sicuro che è robaccia 😀
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Visto al cinema, o meglio, su uno di quegli schermi estivi allestiti nelle piazze. Ovviamente ai tempi ero masochisticamente attirato da titoli che includevano le parola “la casa” o “la cosa”.
Mi chiedevo anzi perché nessuna aveva mai pensato a “La chiusa” (es.: “Non aprite quella chiusa! Lasciatela chiusa!”
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Ahaha magari la biografia di una suora di clausura: “La Chiusa” 😀
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Visto anni fa e rivissuto grazie alla tua recensione…non so se essertene grato 🙂 !
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Ahahaha dici che non sono stati bei ricordi quelli affiorati? 😀
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Mica tanto!!!
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Negli anni Ottanta c’era ancora la mania dei “libri misteriosi” in voga nei mitici Settanta ma, con tutta evidenza, si erano già completamente dimenticati come si faceva a leggerli perché in caso contrario avrebbe potuto magari saltarne fuori un film quasi decente 😛
P.S. E quella specie di Lucifero al risparmio -tranne il gel per la pettinatura, credo- con la boccuccia al mix herpes/parodontosi nella sequenza “rituale” con la Blair, allora? Che facciamo, lo buttiamo via? Sì, e all’istante 😀
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Insieme al resto del film!
Si vede che si stanno riciclando atmosfere “librarie” maldigerite, scopiazzate da film più fortunati e buttate in video senza sapere bene cosa farci. Diciamo che sul finire dei ’90 la mania dei “libri misteriosi” era bella che sepolta in una delle Porte dell’Inferno qui citate…
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