Per tutto il 2010 ho presentato su ThrillerMagazine i 40 titoli della collana “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali” (targata Gazzetta dello Sport), ogni venerdì corrispondente alla loro uscita in edicola: mi piace recuperare quei pezzi per ampliare la sezione “marziale” del blog.
5. Fearless
(sabato 17 aprile 2010)
La quinta uscita della collana da edicola “Bruce Lee e il grande cinema delle arti marziali”, presentata dalla Gazzetta dello Sport, è un film che rappresenta una grande svolta per uno dei migliori attori viventi del genere: Jet Li. Il film, Fearless (Huo Yuan Jia, 2006) è dall’attore considerato la summa della propria visione, sia cinematografica che filosofica, oltre che l’ultima pellicola strettamente marziale: dopo una carriera ventennale, Li con questo film decide di congedarsi dal gongfupian, il cinema di genere che gli ha dato tanto e a cui lui stesso ha dato tanto. In realtà lo si rivedrà quasi subito nelle vesti marziali per [l’evitabilissimo] L’impero proibito (The Forbidden Kingdom, 2008), ma questa è un’altra storia.
«La storia ce l’avevo in mente da dieci anni», afferma Li in un’intervista con Rebecca Murray del sito About.com. Mentre esistono molte storie di allievi che vendicano il maestro, «nessuno ne ha mai scritto una che parlasse direttamente del maestro, così decisi di concepirne una che si incentrasse sulla mente e sul fisico. Decisi di fare questo film, di produrlo e di far sì che tutto accadesse. Ho trovato uno sceneggiatore, un regista e un coreografo e li ho messi insieme.»
La stesura finale ha richiesto molti sforzi. «Avevo un’idea precisa della prima e dell’ultima parte del film, ma molte remore sulla storia centrale», racconta Li. Dieci sceneggiatori provenienti da ogni parte del mondo hanno provato a sottoporre la loro idea all’attore-produttore, ma erano tutte storie da classico gongfupian: «non capivano cosa io volessi realmente fare, lo scopo di tutta l’operazione. Credo che ancora al decimo giorno di riprese non ci fosse una stesura definitiva della storia.» (E purtroppo è evidente, aggiungo io.)
Fearless è un film molto personale per Jet Li. «Il maestro è morto all’età di 42 anni, ed ha studiato arti marziali per tutta la sua vita. Io faccio questo film a 42 anni, almeno 35 dei quali li ho impiegati nelle arti marziali: in questo film ho semplicemente fuso insieme le due vite.»
Nello spiegare la decisione di abbandonare il genere marziale con quest’ultimo film, Li spiega che «nel Wushu ci sono molti livelli, il primo dei quali è quello del contatto fisico contro l’avversario, utilizzato da molti film di questo genere. Il secondo livello usa la conoscenza, il linguaggio, la strategia: tutto ciò che si può usare “prima” di arrivare al contatto fisico. Il terzo utilizza l’onore, la fede, l’amore per mostrarti al tuo avversario e far sì che diventi tuo amico. Ho cercato di mostrare questi tre livelli nel film: tutto ciò che io credo è in questa pellicola, per questo dico che è il mio ultimo gongfupian. Questo non vuol dire che non interpreterò più ruoli d’azione: la marzialità è molto utile per caratterizzare un personaggio.»
Malgrado tutte le premesse, i combattimenti di Fearless sono la parte più importante della pellicola: hanno richiesto ben sessanta dei novanta giorni di lavorazione totale del film, arrivando a mettere in scena sequenze marziali con un totale di 17 tecniche eseguite senza interruzione. Inoltre Jet Li utilizza molte più armi rispetto ai suoi precedenti titoli. «Tempo fa parlai con Yuen Woo-ping – racconta l’attore a Wilson Morales – e gli dissi che avrei voluto girare un film in cui usavo 18 tipi diversi di armi: credo sarebbe stato molto bello. Qui [in Fearless] al massimo ne uso tre o quattro.»
Chiudiamo con una curiosità. Nella prima stesura del film era prevista una parte anche per la celebre attrice Michelle Yeoh, ruolo studiato apposta per conciliare la scelta di inserire il Wushu come disciplina sportiva alle Olimpiadi di Pechino che si sarebbero svolte due anni dopo. Un reporter avrebbe chiesto alla Yeoh come mai un’arte marziale che si vede usata nei film per picchiare la gente sia stata scelta come disciplina olimpica, e l’attrice avrebbe illustrato il pensiero di Li: Wushu è l’unione degli ideogrammi “ferma” e “combatti”, è una disciplina pacifica e «già cento anni fa un maestro cinese trasformò il Wushu in uno sport»… Al che sarebbero partite le immagini di Fearless.
Questa ed altre scene (come quella del combattimento con il thailandese Somluck Kamsing), tagliate dalle versioni cinematografiche di tutto il mondo, sono state reinserite in un DVD Director’s Cut, distribuito prima ad Hong Kong nel 2007 e poi negli Stati Uniti nel 2008. [La 01 Distribution ha pensato bene di NON inserire queste scene nell’edizione italiana del 2008…]
L.
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A mi sembra di averlo visto Jet Li muore avvelenato e il regista e Ronny Yu(La sposa di Chucky,Freddy vs Jason) ma non mi sembra del tutto riuscito.
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Se qualcuno non l’aveva visto ora sa “qualcosa” della trama 😀
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Mi scuso per lo spoiler,ma quella “capigliatura” piace a Jet Li l’ho vista in più di un suo film,settimana prossima rece di Resident Evil 4
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In realtà si tratta di una tecnica sopraffina di lotta interiore: lui sta solo facendo credere al veleno di avercela fatta, quando invece i suoi anticorpi stanno eliminando senza pietà le particelle di sostanza letale facendo uso di ogni possibile stile di Wushu 😉
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Lo trovo plausibilissimo 😀
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Uno dei film di Jet Li che preferisco, grazie per le curiosità, sei il sensei dei film Marziali 😉 Cheers
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