Continua il viaggio nei “Giochi di Morte nel Futuro“, e ve lo dico subito: per questo film dovete assolutamente leggervi anche la recensione de “La Bara Volante“.
Il film di Anderson è stato un flop al botteghino ma l’idea di fondo è troppo spettacolare per lasciarla andare: magari invece di 45 bomboni di dollari investiamone 7, ma un sequel ci vuole assolutamente.
Il nuovo Frankenstein e il nuovo Stallone però sono scappati, il Death Race resa monca dei suoi organizzatori… che diamine ci inventiamo? Si alza Tony Giglio e dice: e a me che me ne frega a me, io ci faccio un prequel!
Mentre la Universal accompagna alla porta il signor Giglio, chiedendosi come abbia fatto ad entrare, Tony snocciola le sue credenziali: ha fatto qualsiasi cosa in qualsiasi ambiente cinematografico, ma soprattutto nell’inverno del 2009 è stato assistente regista durante le riprese di Resident Evil: Afterlife. Cioè portava il caffè a Paul Anderson.
La Universal si blocca: Anderson è il signore assoluto della casa, può fare quello che vuole e se vuole buttare nel cesso 45 milioni lo può fare senza problemi. Chiunque gli abbia portato il caffè vale più di tutto il resto.
Siccome Tony Giglio ha scritto il noioso U-429 Senza via di fuga (2004) e l’ottimo Caos (2005), si becca la sceneggiatura di Death Race 2.
La regia se la becca Roel Reiné, originario dei Paesi Bassi, un uomo specializzato in “secondi film”: da The Marine 2 (2009) a Ancora 12 Rounds (2013), da The Condemned 2 (2015) a Hard Target 2 (2016). Ne ha diretti anche di “terzi”, ma questa è un’altra storia.
Prodotto da piccole case, anche europee, la Universal Pictures distribuisce il film in Gran Bretagna il 27 dicembre 2010 e negli USA il 2 febbraio 2011. Per motivi misteriosi arriva prima in Italia, con un’edizione DVD del 2 luglio 2010 e una Blu-ray del 23 febbraio 2011.
Il film dal 6 aprile 2016 è raccolto in un Cofanetto DVD e un delizioso Cofanetto Blu-ray.
Per il mio onomastico – San Lucio, 4 marzo! – mi sono regalato quest’ultimo splendido cofanetto Blu-ray: 3 film, con tonnellate di contenuti speciali, a 11 euro: Santa Amazon nell’alto del Web! Purtroppo non ho il lettore Blu-ray per PC quindi le immagini di questo post sono tratte da un’edizione low quality.
Siamo nel futuro meno un quarto, cioè prima del Death Race di Paul Anderson.
Il sistema carcerario è crollato e sono subentrate le compagnie private: il carcere di Terminal Island è in mano alla Weyland Corporation… che appena arriva la Yutani sono cazzi, amico!
Per implementare gli introiti la Compagnia ha creato il Death Match: una serie di cage fight, scontri fisici senza esclusione di colpi che devono concludersi con la morte di uno degli avversari.
Appena arrivato in carcere, il rapinatore Carl “Luke” Lucas (Luke Goss) si ritrova invischiato in questi combattimenti, con l’ombra del suo mandante Markus Kane (Sean Bean) che lo vuole morto.
Ci vuole poco perché il Death Match stanchi il pubblico “esigente” e che l’affarista Weyland (una comparsata del mitico Ving Rhames) inventi un nuovo gioco: il Death Race.
In realtà ad inventarlo, a concepirlo e a sguazzarci è la bieca Katrina Banks (Tanit Phoenix Copley), che scavalca il direttore-zerbino Parks (Patrick Lyster) per gestire lei l’affare di cui è anche il volto televisivo.
Perché, da che futuro è futuro, i giochi della morte sono anche un grande evento televisivo: e il pubblico vuole morte, morte a palate.
In poche abili mosse di sceneggiatura i rudi lottatori si riconvertono subito in provetti piloti, senza stare troppo a spiegare perché si ritrovano belle figliuole come co-piloti: meno chiacchiere, più azione.
Senza neanche bisogno di chiamarli Luke si ritrova come crew l’eterno galeotto Danny Trejo – qui nell’irresistibile ruolo di Goldberg, l’ebreo messicano! – e il musetto di Frederick Koehler che torna ad interpretare Lists… anzi, ci spiega le origini del suo nome!
Non c’è Tyrese Gibson nel ruolo di “Stallone nero”, ma un altro attore prende il suo posto senza far sentire troppo la differenza. Ritroviamo pure 14K di nuovo interpretato da Robin “Mortal Kombat” Shou: insieme ad una secchiata di ottimi cattivi, può iniziare la corsa della morte!
Il Giglio sceneggiatore supera Anderson, ma va be’, pure un foglio bianco è una sceneggiatura migliore di quella che scriverebbe Paul! Invece a sorpresa Roel Reiné non fa rimpiagere la regia di Anderson, perché ne raccoglie alla perfezione il testimone e sa imitarne lo stile, anche se a costi minori.
Le auto rombano di gusto e si sfracellano che è un piacere, il bodycount schizza e i “pochi morti” del film del 2008 vengono dimenticati dalla carneficina di questo prequel!
Gli scontri fisici possono contare sulle coreografie di Trayan Milenov-Troy – che in ben due occasioni ha combattuto in video contro Boyka, e scusate se è poco! – che butta sul piatto un esercito di stuntman con un solo compito: cadere da ogni punto sia possibile!
Se non ci sono soldi per grandi set o grandi esplosioni, ingaggiare una cinquantina di tizi che si massacrano è molto economico e l’effetto fa la sua porca figura: tutti gli scontri di questo film sono sporchi e cattivi, risultando molto più divertenti del blasonato titolo di Anderson, più “pulitino” da questo punto di vista.
Death Race 2 ha tutti i numeri per essere il “titolo sfigato” che segue il successo di un film blasonato, ma quando si parla di Paul Anderson tutto va all’incontrario: questo secondo film sa cogliere tutti gli spunti solo accennati nel primo e, costando sette volte meno, sa divertire molto di più semplicemente perché si lascia andare.
L’esercito di personaggi non sarà spiegato a dovere, forse solo il protagonista ha un minimo di spessore nella sceneggiatura, ma chi vede questi film non è molto interessato all’evoluzione morale dei personaggi: vuole violenza, sangue e brum brum, e questo film abbonda in tutto questo!
Da applauso la “sorpresona” finale, quando Luke sopravvive a stento all’incidente finale ma non ottiene la libertà. Si ritrova incastrato nel Death Race quando tutti lo danno per morto… e per coprire le sue terribili ferite indossa una maschera: la maschera di Frankenstein!
Un nuovo mito è nato: allacciate le cinture, perché la Corsa della Morte non è che all’inizio!
L.
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Prodotto molto carino alla fin fine con un cast di chicche che te la fa prendere decisamente bene. Pur non facendo gridare al miracolo lo vidi con inusitato piacere…E visto che l’hai citato…te sei riuscito a vederlo The condemned 2? Dopo il primo (che nonostante i chili di trash mi divertì assai) ero curioso di sapere qualcosa sul seguito ma mi sa che in Italia non lo vedremo giammai…
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Ce l’ho da parte da mesi, a sorpresa uscito in italiano, ma prima vorrei presentare il primo e fare la doppietta. Insieme a un miliardo di altri film che vorrei presentare 😛
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Come dissi ieri per Giochi di morte…non vedo l’ora!
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Rivedendolo ho pensato la stessa cosa, certo che una Mustang gialla è proprio la macchina ideale per sparire del traffico dopo una rapina 😉 Come la vedi la parentela tra Ving Rhames e Lance Henriksen, ci sono gli estremi per l’universo espanso di Alien o solo una strizzata d’occhio?
Occhio solo che la presentatrice della Death Race è Miss September (Lauren Cohan), Katrina Banks (Tanit Phoenix Copley) è la co-pilota popputa di Frank. Cheers!
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Me ne sono reso conto quando ti ho letto, poi correggo 😉
Ridley Scott ormai è affetto da demenza senile, ma se Anderson farà un nuovo AVP sicuramente giocherà con i due Weyland ^_^
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Si lo penso anche io, Anderson su una cosa del genere potrebbe camparci. Ridley Scott invece davvero mi sembra fuori, dopo aver rimesso le mani su “Alien” ora minaccia “Il Gladiatore 2” (Storia vera!). Cheers
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Sono contento che smerdi pure il Gladiatore, così anche altri capiranno cosa sto vivendo io a vedere Alien stuprato!!!
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Ahah ti capisco, con la piccola differenza che “Alien” è un capolavoro del cinema, mentre “Il Gladiatore” no, anche se tantissimi sono pronti a giurare che lo sia 😉 Cheers
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Sono tutti contenti quando Alien viene “smanacciato”, ma già sento opinioni scandalizzate sul Gladiatore, film che “non aveva bisogno di essere ripreso”. E perché, Alien sì?
Buah buah buha! (risata satanica) -D
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Paul (ti do del tu), spingiamoci ancora più in là: organizziamo una Death Race futuribile su di un pianeta scelto a sorteggio, più o meno sul modello di Redline di Takeshi Koike, con i partecipanti che devono accumulare punti abbattendo più Aliens e Predator possibile con le loro auto terra-aria corazzate/truccate/armate/potenziate ecc. ecc… Naturalmente, avremo il discendente del Luke Goss di questa Death Race che porterà a sua volta una maschera per coprire gli sfregi causati dall’acido molecolare di quei pochi alieni riusciti a sfondargli il parabrezza, quella volta che la Weyland-Yutani gli aveva affiancato con l’inganno una navigatrice ginoide programmata per recuperare xenomorfi vivi ad ogni costo… ogni altra considerazione secondaria, pilota sacrificabile (e vai di citazione) 😉
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Porc… ma questo è oro per una fan fiction spettacolare!!!! Ti dovrò derubare a man bassa 😀
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Ehh, qualcosa mi diceva che avrei attirato la tua attenzione… 😉
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