The Condemned (2007) L’isola della morte

La WWE Studios – che abbiamo conosciuto per la saga del Marine e per il cazzutissimo No One Lives (2012) – è sempre alla ricerca di trame “dure” che permettano ai propri ex lottatori di apparire in video, qualcosa che giustifichi degli omaccioni che tirano pezze di qua e di là. Visto che c’è un surplus di lottatori… perché non buttarli su un’isola a menarsi come fabbri?
Insieme alla Lionsgate la casa nel 2006 affida a Scott Wiper – che scriverà e dirigerà The Marine 3 (2013) e The Marine 4 (2015) – mano libera per sceneggiatura e regia: facesse quello che vuole, che chi segue questi film è di bocca buona.

Nel buio dei film coi wrestler, nessuno può sentirti picchiare…

A sorpresa, Wiper tira fuori un gioiellino grezzo: la sceneggiatura è una buffonata da pestarlo con un giornale arrotolato, ma la regia è da pollice in su.
Girato nel maggio 2006 nello stupendo Queensland australiano e presentato in patria il 30 marzo 2007, The Condemned arriva in DVD italiano targato Sony Pictures il 7 maggio 2008, con l’aggiunta del sottotitolo L’isola della morte.

Tie’, duro e puro…

Il miliardario Ian Breckel (interpretato dall’australiano Robert Mammone… tipico nome australiano!) fa i milioni con un reality illegale che spopola ovunque nel web. L’idea è tanto semplice quanto geniale: prende dieci condannati a morte in via definitiva, dieci rifiuti umani in dieci prigioni sparse nel mondo, dieci sacchi di spazzatura che stanno per essere fatti fuori, e li butta su un’isola ad ammazzarsi fra di loro. L’ultimo che rimane vivo dopo trenta ore avrà salva la vita.
Vi ricorda qualcosa? Eh sì, siamo nel pieno campo di “Battle Royale e i suoi fratelli“. Non sono quaranta studenti bensì dieci criminali, ma il discorso non cambia: solo uno potrà rimanere in vita.

Non sarà un collare, ma sempre esplosivo è

Ah, tutti e dieci i “concorrenti” hanno una cavigliera con 600 grammi di esplosivo al plastico (non sarà un collare esplosivo, ma siamo lì), e c’è pure la coppia che rischia di dover scegliere chi dei due debba sopravvivere, tanto perché sia chiaro che Battle Royale è nella mente dello sceneggiatore-regista.

La coppia criminale

Tra i partecipanti al “gioco” c’è l’immancabile faccia da schiaffi di Vinnie Jones, quando ancora aveva un briciolo di dignità.
«Ewan McStarley. Londra, Inghilterra. Quattro anni nelle Forze speciali. Tre missioni per il mantenimento della pace in Africa. Ha dato fuoco a un villaggio in Rwanda, ha giustiziato diciassette uomini e stuprato nove donne. Torture, mutilazioni…»
Quando gli viene chiesto che razza di soldato sia, la risposta è: «È lavoro di routine.»

Vinnie Ti Spacco il Culo Jones

Poi c’è il protagonista, il granitico e montagnoso Steve Austin alla sua prima prova da protagonista in un film: in questo periodo è ancora attivissimo negli show televisivi, e questo è il suo primo passo verso la “carriera” cinematografica.
«Jack Conrad, americano. Hai fatto esplodere un palazzo in El Salvador uccidendo tre uomini. Che ci facevi nel Salvador?»
«Cercavo di abbronzarmi.»
«E il palazzo che hai fatto esplodere?»
«Mi stava facendo ombra.»
Applausi a scena aperta, e mille punti per la “frase maschia”!

L’inizio di una carriera rocciosa come lui

Sulle note dell’irresistibile Black Betty cantata dagli Spiderbait (versione banjo/chitarra del 2004 che dall’epoca di questo film non manca mai nelle mie compilation di colonne sonore!) arriviamo tutti sull’isola, dove il primo coglione a morire cadendo sugli scogli è l’italiano… ma di questo vi parlo più sotto, nella sezione “doppiaggio”.

Dieci piccoli criminali

Dunque abbiamo nove fra i peggiori criminali del mondo, nove animali senza più nulla di umano, nove bestie assetate di sangue che appena messo piede sull’isola… diventano dei gattoni teneroni e coccolosi!
Conrad comincia ad agire alla «Volemose bbene», convincendo tutti che siamo tutti fratelli e dobbiamo darci tanti bacetti. Hanno chiamato il cazzutissimo Manu Bennett – mitico Crisso della serie TV Spartacus (2010) che recentemente abbiamo apprezzato nel ruolo di Frankenstein in Death Race 2050 (2017) – solo per farlo piangere come un bambino perché gli manca la mogliettina Rosa (Dasi Ruz).
Per fortuna lo sceneggiatore-regista se ne rende conto e mette in bocca a Breckel la battuta che racchiude l’intero film: «Cos’è, l’isola dell’amicizia?» (What is this? Friendship Island?).

Quando un uomo con il coltello incontra un uomo disarmato…

Mentre il nero Kreston Mackie (Marcus Johnson) muore pure lui come un coglione – dice che le donne lo hanno fregato e comincia a fare il piagnone con una donna, che lo frega – la sceneggiatura è andata a rotoli dopo solo venti minuti di film.
Ovviamente Conrad è un buono, è un agente della CIA in incognito che sta coprendo gli alti papaveri, e quindi è buono fino all’osso: ma so’ tutti buoni ‘sti criminali? L’unico cattivo è Vinnie Jones che però è talmente cattivo che è una macchietta di cattivo gusto.
Da notare che Steve Austin si presenta in scena facendo fuori un energumeno con due pugni, poi per tutto il film fa le carezze ai suoi avversari, che alla fine devono suicidarsi perché l’omaccione proprio non riesce neanche a lasciargli un livido…

Tranquilli, che non vi faccio niente…

La trama, come detto, finisce dopo venti minuti e comincia l’angolo dell’improvvisazione, dove tutti i personaggi vanno a puttane e cominciano a dire e a fare cose a caso. Inquadrature regalate a persone che non fanno parte del cast ma immagino fossero amici del regista, discorsi moralistici su quanto la televisione sia cattiva, ed appassionate invocazioni: pensate ai bambini! Perché nessuno pensa ai bambini?
Insomma, spazzatura di quella che puzza, mentre Vinnie Jones diventa Jack lo Squartatore e comincia ad ammazzare pure le comparse: ma perché? Che bisogno c’era del genocidio finale? Ancora un po’ e poi Vinnie Jones andava a casa di ogni spettatore del reality a tirargli un colpo in testa.
Un po’ meno, Vinnie, un po’ meno…

Vinnie pioggia di sangue…

Il bilancio l’ho preannunciato: un film girato in modo onesto, un’ottima fotografia e belle idee visive, ma la totale assenza ingiustificata di una sceneggiatura e i personaggi sbagliati in ogni loro mossa rendono The Condemned un tonfo assurdo, che fa male agli occhi e al cuore.
Rivederlo a distanza di anni mi risulta ancora più fastidioso della prima volta, perché è un film che inizia dannatamente bene, che ha elementi potenzialmente ottimi ma svacca come una busta di cipolle marce già prima della mezz’ora. Davvero un gran peccato.

Una comparsata di Nathan Jones, che tanto è originario di quei luoghi

E infine ecco puntuale lo spazio dedicato a “Doppiaggi Italioti“.
Il primo coglione a morire è ovviamente un italiano, dal nome tipicamente italiano: Dominic (non è neanche riportato nel cast!).
Questo sgradevole personaggio è italiano e quindi come tutti gli italiani in America è totalmente impossibilitato a parlare italiano: probabilmente è andato al corso di broccolino da Toro scatenato
«Americano, huh? Big boy. Gonna cut you like sazizza, capito?»: con dialoghi di questo tipo un povero doppiatore che poteva fare?
«Americano, eh? Beddu masculo. Te tagghiu la gola come un maiale, u capissi?» o qualcosa del genere. Che momento imbarazzante per l’Italia nel mondo…

Tra una “minchia” e un migliore di Palemmo, il personaggio per fortuna muore subito come un coglione quindi toglie l’Italia dal mucchio: perché il nostro Paese è sempre protagonista di scene buffonesche e parlate vergognose? Per fortuna il nostro Ministro degli esteri ci fa fare bella figura…

Gli americani li sbeffeggiano, e gli italiani… muti!

Con l’elenco dei doppiatori, riportati a sorpresa sulla locandina del DVD!
Ovviamente hanno messo i nomi italiani più famosi: dopo i primi tre nomi, infatti, gli altri personaggi sono inutili passanti ma con belle voci!

Personaggio Attore Doppiatore
Jack Conrad Steve Austin Stefano Mondini
Ewan McStarley Vinnie Jones Paolo Buglioni
Ian Breckel Robert Mammone Francesco Prando
“Goldy” Goldman Rick Hoffman Vittorio de Angelis
Agente speciale Wilkins Sullivan Stapleton Riccardo Rossi
Baxter Luke Pegler Andrea Ward

L.

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28 risposte a The Condemned (2007) L’isola della morte

  1. Cassidy ha detto:

    Robert Mammone, immagino che per lui gli anni della scuola media devono essere stati un incubo 😉 Battle Royale fa scuola, dopo i collari, le cavigliere, presto avremo braccialetti, diademi, un GPS esplosivo è per sempre 😉 Il palazzo che fa ombra sembra una di quelle frasi maschie che vengono bene a Leo Ortolani, quando vuol far ridere e risultare cazzuto, decisamente vince tutto! Cheers

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  2. benez256 ha detto:

    La foto dei dieci criminali è stata chioaramente saccheggiata da Street Fighter quando sgegli il personaggio con cui giocare e quello da affrontare. Plagio!!! Gomblotto!!!1!!1!!

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  3. Willy l'Orbo ha detto:

    Lo dico? Lo dico: questo film l’ho adorato. Sottoscrivo tutti i suoi difetti ed è vero che, dopo le promesse iniziali, svacca ma è troooooppo simpatico. Dai!
    Aggiungo che il personaggio italico che fa quella fine mi fa scompisciare…ho poco spirito patrio, lo so 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      L’inizi è col botto ma proprio per questo fa più male quando svacca: mi sarebbe bastato un filmetto di botte sull’isola, invece è solo pieno di omaccioni che piangono e si vogliono bene! 😀
      Ci ho provato, ma non sono riuscito a salvarlo…

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  4. canenero ha detto:

    È una grezzata divertente! Ovviamente ultra-derivativa, ma quello era ovvio già in partenza. Steve Austin al cinema avrebbe potuto essere sfruttato molto meglio, ha quell’attitudine da Chuck Norris che poteva funzionare di più!

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  5. Evit ha detto:

    Anche lui era d’u strittu ri Missina?

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  6. Evit ha detto:

    Ma è il primo caso al mondo in cui i doppiatori sono riportati sulla locandina del DVD con la speranza di aumentarne le vendite in qualche modo?

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  7. Giuseppe ha detto:

    Tralasciando la solita fastidiosa parentesi su stereotipi, pregiudizi e immani vaccate fatte passare oltreoceano come “folklore” italico, me lo chiedo anch’io: perché nessuno pensa ai bambini? Poteva essere un’idea, dei bambini sull’isola -organizzati in un modello sociale alla Signore delle mosche- a caccia dei nove pendagli da forca più Steve Austin…
    Bambini (armati, cinici e sarcastici): “Niente di personale, ci stiamo abbronzando e voi adulti ci fate ombra.Troppa. Per noi è un lavoro di routine” 😉
    P.S. Propongo Vinnie Jones come nuovo Ministro degli esteri (se non altro lo dovrebbe conoscere l’inglese, lui) 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah come sempre le tue idee sono avanti cent’anni sul cinema! Malgrado il Signore delle Mosche lo studino a scuola, gli americani (e quindi noi) sono diventati così bacchettoni che se potessero cambierebbero il testo e farebbero i protagonisti tutti maggiorenni! Solo dall’Asia potrebbe arrivare una trama con ragazzi che si ammazzano su un’isola… ah, aspetta, è già arrivata 😀

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