Collision Course (2013) Terrore ad alta quota

Quando un canale satellitare specializzato in filmucoli come Cielo trasmette una delle piccole grandi porcate di Fred Olen Ray, c’è solo da ammirare in silenzio un altro capolavoro Z!
Il padre di Christopher Ray ormai dovrebbe essere amico stretto di ogni Zinefilo: è l’indimenticato autore di filmacci come Submerged. Trappola negli abissi (2000), Venom. Pericolo strisciante (2001), Turbulent Skies (2010) e Sniper: Forze speciali (2016), giusto per citare alcune perle fra i più di 150 titoli dagli anni Ottanta ad oggi. Un vero e proprio distributore automatico di porcate per la gioia degli zinefili di tutto il mondo!

Una casa piccola che fa grandi filmacci

Per l’occasione presta i suoi servigi alla MarVista Entertainment, casupola che abbiamo già incontrato per capolavori indimenticati come Meteor Storm (2010) e Super Eruption (2011).
Il risultato è Collision Course, la cui data di messa in onda originale è ignota! L’unica certezza è che Cielo lo manda in onda nel pomeriggio di domenica 19 marzo 2017 con il titolo Terrore ad alta quota, giusto in tempo per farmelo registrare.

Addirittura una titolazione in italiano! Che onore…

Un volo come un altro, da Chicago a Long Beach, ma quando finalmente si parte succede qualcosa di davvero inaspettato: il sole fa un peto!
La NASA infatti rileva un numero maggiore di eruzioni solari con pericolo di emissioni di massa coronale nei pressi della Terra… qualsiasi cosa queste parole a caso significhino. «Si teme che il nostro pianeta possa andare letteralmente in corto circuito», dice un giornalista, e tanto succede: un peto solare e tutti gli apparecchi della terra vanno in tilt per un attimo.

Pure i sottotitoli in italiano: quanto impegno per un filmaccio

Ah, quindi il film mostra la scena terrificante del pianeta al buio? Ovviamente no, segue invece la regola ferra del Meteo Apocalypse: si descrive il generale a chiacchiere e si mostra solo il particolare. Quindi nel momento esatto in cui la Terra rimane al buio… vediamo la mamma della protagonista che inciampa e cade per terra… e basta!

Ammazza che grafica digitale!

Torniamo sull’aereo e scopriamo che per colpa della scossona elettrica il comandante è morto. Ok, è il primo ed unico morto del film… secondo voi di che colore è l’attore? Esatto: l’unico nero del film è ovviamente quello che muore per primo.
Chi prenderà ora il comando? Semplice, lo stewart biondino fighettoso e finto giovane interpretato da David Chokachi, che quel 2013 comincia la sua carriera Z con capolavori come Atlantic Rim e Jet Stream.

Sembra incredibile, ma questi sono i protagonisti del film!

Grande protagonista della storia è però Kate Parks (Tia Carrere, ve la ricordate negli anni Novanta?) autrice di un saggio su un incidente aereo e quindi tecnicamente la più informata a bordo sulle procedure d’emergenza. La donna però è ancora traumatizzata dalla morte del marito pilota e ci metterà un po’ a carburare: in pratica farà qualcosa di concreto solamente nell’ultimo minuto di film…
E nel resto della storia quindi che succede? Il solito inutile bla bla dei filmacci Asylum, ma senza lo stile inconfondibile di quella casa.

Ogni aereo ha a bordo un buzzurro violento…

A parte l’allunga-brodo della figlia e della mamma di Kate che attraversano la città nel blackout per andare all’aereoporto, l’unica altra storia raccontata è quella del buzzurro redneck razzista che accusa un passeggero di essere un terrorista, avendo questi i tratti somatici mediorientali.
Visto che non c’è la minima traccia di tratti mediorientali – il personaggio sembra il più americano del cast! – mi viene da pensare che l’intento della sceneggiatura fosse di mostrare l’assurdità del razzismo, che non tutti gli “arabeggianti” sono terroristi, però poi non se la sono sentita di chiamare un vero attore mediorientale, scegliendo invece il texano Nicholas Guilak perché vagamente gli può assomigliare. E non è razzista questo?

Una torre di controllo davvero rustica…

Fare un film sul sole che lascia al buio la Terra senza mostrare null’altro che tre o quattro attori in una cabina di volo è qualcosa che solo la serie Z può fare: ma soprattutto, qualcosa che solo Fred Olen Ray può concepire. Lunga vita ad una delle colonne portanti dei filmacci di serie Z tanto cari ai pidocchiosi distributori italiani!

L.

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33 risposte a Collision Course (2013) Terrore ad alta quota

  1. Willy l'Orbo ha detto:

    “Giusto in tempo per farmelo registrare”, qui sta il vero spirito zinefilo di chi ha ben chiara la propria missione di vita 🙂 !
    Sul film, per restare in tema, sorvolo!:-)

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Ne ho visto un pezzetto. La mia opinione è che Tia Carrere avrebbe dovuto continuare a fare Relic Hunter, anche se gli anni sono passati pure per lei.
    Questo film cambia genere un paio di volte – da disaster movie a robe di attentati – forse qualche pensiero in più, in progettazione…

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Ah, e il finto giovane è Z da mo’: Baywatch, Witchblade…

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  4. Kukuviza ha detto:

    sembra un po’ pallosetto sto filmetto…

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  5. Cassidy ha detto:

    Persino il sole si è smosso per commentare (a suo modo) il film, che per altro può ambire almeno ad un primato, quello di uno dei poster più pezzenti che abbia mai visto, sembra la copertina di uno di quei vecchio videogiochi che trovavi nel cestone a 9.99 Euro 😉 Cheers

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  6. Andrea87 ha detto:

    Tia Carrere ha avuto un decadimento fisico assurdo… ma ve la ricordate che patonza che era in “True Lies” e nei panni della Lara Croft del Lidl “Relic Hunter”? sigh…

    Ora ha le guanciotte da casalingua disperata di fronte al banco frigo del supermercato mentre cerca di capire se deve comprare il tonno in olio d’oliva o quello al naturale…

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  7. Mahatma K. B. ha detto:

    Solo una piccola correzione: Fred Olen Ray e’ il padre di Christopher, non viceversa come scritto.
    Un saluto.

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  8. nicholas ha detto:

    se l’hai registrato dove lo posso trovare in download o streaming me lo puoi dire

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  9. nicholas ha detto:

    no peccato vabbe pazienza

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