Pharaoh’s Curse (1957)

È arrivato in Italia il nuovo film di Tom Cruise, The Mummy, e quindi è il momento di un bel Ciclo Mummie a blog unificati (cliccate sull’immagine sotto per saperne di più).

Nel 1950 apre le attività una piccola casa che vive solo dieci anni, ma fa in tempo ad inondare il mercato di minuscoli filmetti di genere da sgranocchiare nei drive-in: la Bel-Air Productions.

Una casa che promette dieci anni di filmacci

Oltre a tonnellate di western, non può mancare l’horror e la fantascienza, così nel febbraio 1957 presenta il mummiesco Pharaoh’s Curse, nome storico per chi come me giocava con il Commodore64 negli anni Ottanta: il videogioco omonimo era una delle hit dell’epoca.

La fonte ricorda più una commedia, che un horror

Nel 1902 una spedizione archeologica britannica guidata da Robert Quentin (George N. Neise) e sua moglie Sylvia (Diane Brewster), scortati da militari anonimi che possono morire un po’ per volta, scopre nel deserto una tomba egizia con tanto di mummia sfuggita ai saccheggi dei predoni.

Un po’ piccola: più che una mummia è una mummietta…

Una misteriosa donna del deserto, Simira (la bella 24enne israeliana Ziva Shapir, specializzata in ruoli peplum) mette in guardia tutti dal proseguire, ma ovviamente nessuno le dà retta.

L’unico motivo di interesse di questo film!

Incuranti del rispetto per i defunti o anche solo delle norme archeologiche, i nostri eroi arrivano e cominciano ad aprire tutto, strappando via le bende alla mummia: non stupisce che quella sera cominciano le morti.

Rifatti la foto, che sei invecchiato!

Uno alla volta infatti i componenti la spedizione entrano nel tempio egizio e uno alla volta vengono uccisi – mediante succhiazione completa di sangue – dalla mummia. Che in realtà un vecchietto. Avete presente quanto possa essere scocciante ritrovarsi chiusi con un vecchietto che vi ammorba coi suoi racconti? Ecco, questa è la maledizione del faraone: la noia del vecchio!

Questa sarebbe la mummia? Oh Signùr…

Simira è in realtà la reincarnazione della dea gatta – famosissima nella mitologia egizia (!) – e la mummia ammazza tutti finché non la fermano con l’adesivo per dentiere.

Chi fermerà l’avanzata dei vecchi?

Il film è il classico prodottino infimo da doppio spettacolo, come mostra una locandina in cui esordiva insieme ad un titolo con Boris Karloff.

Il primo “double bill” del 1957

Non succede niente per ore poi quello che succede è ridicolo. Però lo stesso il critico Rob Craig sottolinea il fatto che la trama è portata avanti principalmente da due donne forti, che non è un elemento molto comune per l’epoca: che il proto-femminismo al cinema sia portato avanti mediante gli inutili filmucoli?

Bibliografia

It Came from 1957 (2013) di Rob Craig

L.

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12 risposte a Pharaoh’s Curse (1957)

  1. Conte Gracula ha detto:

    Almeno c’è Bastet ed è pure una bella donna: sbancherebbe Facebook come niente!

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Il videogioco! Che ricordi! Grazie!
    Meno grazie…per il film 🙂 !

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  3. Cassidy ha detto:

    Ziva bene, aggiungerei anche “Eh la peppa!” Così giusto per ribadire il concetto 😉
    Detto questo non riesco a non smettere di pensare al protagonista in fuga dal vecchietto che vuole raccontargli dei tempi della guerra, dei cantieri, dell’adesivo per dentiere 😀 Sembra una scena dell’horror che ho sempre sognato, con gli anziani al posto degli Zombie, titolo provvisorio “Old of the dead” oppure “Old before to be dead” 😉 Cheers!

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahah sarebbe il più grande capolavoro horror della storia 😀 Coi vecchietti che camminano lenti ma inesorabili a chiedere indicazioni o che ora sia, senza mai fermarsi! 😛

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      • Cassidy ha detto:

        Ne sono convinto anche io, quando ho visto usare una gag simile in un episodio di “How met your mother” ho puntato il dito contro lo schermo urlando: «Era la mia idea!».
        Ma so che funzionerebbe alla grande, potenziale comico infinito 😉 Cheers

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ho fede in te: un giorno vedremo al cinema il tuo film 😛

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      • Zio Portillo ha detto:

        Adesso mi prenderò spernacchiate ma posso giurarvi che I MERCENARI era una mia idea già da metà anni ’90. Con i compagni di classe parlavamo di come fosse una cannonata mettere tutti i migliori eroi action (Stallone, Swarzy, Seagal, Van Damme,…) in un unico film. Una specie di torneo, dove partono disarmati e man mano recuperano varie armi, magari in una giungla dove si devono ammazzare l’un l’altro. Oppure che fossero dei mercenari pagati per risolvere questioni gravi dove gli eserciti regolari non possono intervenire.
        Se non mi credete vi giro i numeri dei miei ex compagni di classe che possono confermare.

        Certo che il torneo alla Senza Esclusione di Colpi era un mia fissa costante…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ti capisco benissimo. Sul finire dei Novanta io sognavo un mega-filmone di arti marziali proprio come Bloodsport, dove però al kumite partecipassero tutti gli attori marziali che adoravo. Purtroppo di lì a poco erano già tutti devastati e, dell’epoca, solo Van Damme è rimasto in vita apparente. Figuriamoci come stanno gli altri 😀
        Sognavo di avere nello stesso film J.C., Jeff Wincott, Billy Blanks, Bolo Yeung, Jalal Merhi, Loren Avedon e via dicendo. Mi sono poi consolato quando ho scoperto “Demolition Cop”, che vede la presenza di molti di quelli citati 😛

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  4. Giuseppe ha detto:

    Richard Landau? Lee “Tobor” Sholem? Grossi nomi per un film minuscolo, con una mummia in crisi d’identità (nonno, stai portando via il lavoro a un vampiro) 😉

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  5. theobsidianmirror ha detto:

    Per un attimo ho sperato avesse qualcosa a che fare con un quasi omonimo racconto di Lin Carter…

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