Panther Girl of the Kongo (1955)

Ha 24 anni la texana Phyllis Coates quando diventa famosa per il suo ruolo di Lois Lane nella serie televisiva dedicata a Superman: curiosamente una produzione di serie A le apre le porte… al mondo di serie B! Così la donna inizia a partecipare a fiumi di filmetti western e partecipa a tre grandi serial della celebre Republic Pictures, proprio gli ultimi prodotti dalla casa.

Il celebre logo della casa

«Giravamo un film western in circa sei giorni e un serial in circa tre settimane», racconta la donna in Ladies of the Western (2002). Le ristrettezze di budget erano consistenti ed evidenti ma questo non ha mai fermato nessuno.
Il 3 gennaio 1955 inizia il serial in cui Phyllis Coates per una volta non indossa panni western bensì un costumino da Jungle Girl: Panther Girl of the Kongo, che risulta inedito in Italia.

Phyllis Coates in tutta la sua bellezza da Panther Girl

Jean Evans (Phyllis Coates) è una fotografa specializzata in ambienti naturali incontaminati, tanto da meritarsi il nomignolo di Panther Girl dagli africani.
Intanto nella zona lo scienziato cattivo dottor Morgan (Arthur Space) ha creato dei gamberoni giganti che spaventano la popolazione e quindi ottengono l’effetto desiderato: tenere lontani i curiosi dalla zona di giungla dove il dottore ha trovato dei diamanti.
Per sventare i piani del dottore, Panther Girl dovrà affrontare gamberoni giganti, un gorilla furioso, un coccodrillo dai denti a sciabola e vari altri pericoli nella giungla.

Morris Buchanan nel ruolo del solito gorillone africano

Il budget è quello che è, quindi spesso si utilizzano sequenze rubate da Jungle Girl (1941): questo costringe la Coates ad indossare lo stesso costumino di Frances Gifford nel ruolo di Nyoka, per non far notare la differenza.

Sembra lo stesso costume… perché è lo stesso costume!
La foto ritrae Frances Gifford nel serial Jungle Girl (1941)

Racconterà l’attrice a Science Fiction Stars and Horror Heroes (2006)

«Indossavo un costumino per far combaciare le scene con quelle prese da un vecchio serial, e dovevo stare tutto il giorno sulla groppa di un elefante. Le mie gambe stavano nude fra i capelli dell’elefante: chi lo sapeva che gli elefanti avessero i capelli? Poi uno dei locali sparò un colpo di pistola vicino al mio orecchio e rimasi sorda per alcuni giorni. Andammo in questo terribile lago, con gli alligatori che potevano morderti le chiappe, e visto che dovevamo attraversare quelle luride acque stagnanti ci facemmo una dose di penicillina per poter sopravvivere alle malattie lì presenti. Credo sia stato solo il mio senso dell’umorismo a permettermi di resistere a tutto questo.»

Malgrado il grande impegno dell’attrice e il suo innegabile fascino sulla scena, il serial non è altro che la solita avventuretta a puntate con la bianca brava e buona che guida i neri stupidi come dei bambini handicappati, vivendo avventure abbastanza infantili, per essere gli anni Cinquanta: non stupisce che questo sia il penultimo serial prima della naturale morte del format.

Una Jungle Girl sa anche usare il fucile, se serve

Rimane comunque memorabile il gamberone gigante del perfido dottore: consisteva in un normalissimo gamberone, preso in qualche pescheria, messo su sfondi pre-girati e trattato in modo da sembrare gigante: sono scene talmente cialtronesche che risultano irresistibili!

Ormai il personaggio è cambiato, la Jungle Girl mantiene sì l’agilità di Tarzan – e qui ci sono spettacolari volteggi sulle liane! – ma non più il suo passato: ormai la donna della giungla è addirittura quasi indipendente e non più una ragazzina dispersa: che stia cambiando avvicinandosi al fatidico ’68? Lo scopriremo nelle prossime puntate…

Bibliografia

Ladies of the Western. Interviews with Fifty-One More Actresses from the Silent Era to the Television Westerns of the 1950s and 1960s (2002) di Michael G. Fitzgerald e Boyd Magers
Science Fiction Stars and Horror Heroes: Interviews with Actors, Directors, Producers and Writers of the 1940s through 1960s (2006) di Tom Weaver
Encyclopedia of American Film Serials (2017) di Geoff Mayer
Movie Mystery & Suspense (2006) di John Howard Reid

L.

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17 risposte a Panther Girl of the Kongo (1955)

  1. Willy l'Orbo ha detto:

    Mai sentito (direi quasi ovviamente) ma gli aneddoti che infarciscono tutta la storia della produzione valgono da soli il prezzo del biglietto! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Infatti in questo viaggio nel cinema delle Jungle Girl i film sono drammaticamente scarsi, roba da dimenticare che infatti è dimenticata, ma ne approfitto per frugare nei libri di cinema americani – beati loro che ancora ne stampano! – per stanare interviste ed aneddoti.
      Inoltre il viaggio è utile per capire come cambia la concezione della donna dai primi del Novecento agli anni Sessanta: i mutamenti culturali di questo secolo burrascoso si riflettono moltissimo nelle trame dei film, e se ci fai caso quest’ultimo personaggio scopiazza la Nyoka del 1941 ma con una differenza fondamentale. Nel ’41 era impossibile che una donna decidesse da sola le proprie azioni, infatti Nyoka era accompagnata da uomini alla ricerca del padre, invece già nel ’55 si può accettare una donna reporter che decide di andare da sola in Africa come scelta personale. Sembra poco ma è un cambiamento epocale!

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Assolutamente, il cinema è uno specchio culturale alla grandissima (in questo caso sulla considerazione della donna) e io, a tale proposito, ne farei un uso massiccio anche nelle scuole perchè spesso ciò che vedi scorrere in video ti resta più “appiccicato” nella mente!
        E poi hai ragione…beati gli americani che stampano libri di questo genere…in Italia campa cavallo…almeno finchè non deciderò di raccogliere le mie recensioni in un libro 🙂 🙂 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Tu ci scherzi, ma io ogni tanto raccolgo qualche post particolarmente corposo nella serie di eBook “I Libri del Zinefilo“: spero che un giorno ti andrà di partecipare con lo speciale “Zintage” ^_^

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Mai dire mai 🙂 !

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Aspettiamo un remake di Michael Bay!

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  3. Cassidy ha detto:

    Non potrò mai più guardare i gamberoni con gli stessi occhi 😉 La Republic è una casa storica, Indiana Jones è nato come omaggio di Spielberg a questi film a puntate, quindi tanto di cappello a questa bella panterona di Phyllis Coates, fino ad ora di tutte le Jungle Girl di cui hai scritto mi sembra la prima davvero tosta oltre che bella 😉 Cheers

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  4. Giuseppe ha detto:

    C’è chi truccava le iguane per renderle dinosauri, c’è chi andava in pescheria a prendere gamberoni da far passare per dei kaiju senza far ridere il pubblico (e non ci riusciva) 😉 In tutto questo, l’unica cosa seriamente degna di nota credo sia l’abbandono dello stereotipo maschilista riguardante le “vecchie” Jungle Girls (per quanto riguarda i neri invece di strada da fare ce ne sarebbe stata ancora, eccome)…

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  5. bhutadarma ha detto:

    ma che bello il tuo blog…..bravissimo

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