Continua il ciclo “Back in Action” del nuovo canale CineSony dedicato al divo d’azione che meno su muove sullo schermo: Steve Austin.
Stasera, in prima serata, andrà in onda Recoil, uscito in patria canadese il 1° marzo 2011, con il titolo A colpo sicuro: l’abissale stupidità di questo titolo nostrano rispetta alla perfezione la qualità che ha reso l’Italia famosa nel mondo.
Il film è disponibile su Prime Video.
«Mike diceva che la cosa peggiore dello sparare con una pistola è il rinculo (recoil): ti lascia un livido che rimane per giorni. Ma poi, dopo un po’, ci fai l’abitudine e non ti lascia più alcun segno: sparare allora diventa un semplice riflesso.»
A sorpresa, la Nasser ne azzecca uno dei terrificanti film affidati al faccione di Austin, anche perché l’abbiamo visto con American Muscle (2014): qualsiasi film, in qualsiasi modo, si rifaccia a Faster (2010) con The Rock… vive di luce riflessa!
Esattamente come il collega wrestler Dwayne Johnson, Steve Austin piomba in scena e comincia a menare e ad ammazzare gente: ci sarà tempo più avanti per le spiegazioni. (Anche perché nessuno gliene chiede.)
Si presenta con una Plymouth GTX del 1968 che è sicuramente la cosa più bella da vedere nel film, subito dopo una Serinda Swan in splendida forma.
La canadese è in rapida ascesa ed è già coinvolta in grandi produzioni – da Tron: Legacy (2010) a Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo. Il ladro di fulmini (2010), dove ovviamente fa Afrodite – perciò stupisce vederla sprecata per un filmetto da due soldi.
Però ce la guardiamo. Lei e la GTX…
Ryan Varrett (Austin) è un uomo misterioso che in pratica è un po’ un Punisher: era un uomo di legge prima che la sua famiglia fosse sterminata da alcuni criminali, ed ora Ryan – creduto morto – sta cercando quegli assassini per “punirli”.
Niente Austin “buono”, niente bacetti e abbracci: stavolta mena per menare e uccide senza problemi, il che già rende questo film superiore alla maggior parte dei titoli del genere.
Arriva nel piovoso e tristissimo Nord America, nella minuscola città di Hope che non sembra avere altri abitanti se non un gruppo di motociclisti spacciatori di droga e venditori d’armi. In pratica per l’intero film è mostrata un’unica strada, dove i motociclisti se la prendono coi cani, picchiano la gente a caso e trattano armi alla luce del sole.
Una banda così assurda e sopra le righe non può essere che comandata da Danny Trejo, nel ruolo di Drayke Salgado.
Sapevate che nel Nord America spadroneggiano i latini? In realtà ce ne sono solo due, Trejo e l’altro celebre caratterista Noel Gugliemi, che interpreta suo fratello Rex, pervertito e serial killer specializzato in ragazzine: non dispiace quando Ryan lo fa esplodere con un intero deposito.
Il nostro eroe se ne sta per andare, a lui premeva far fuori Rex e del resto della banda non gliene importa nulla, ma la furia del fratello Drayke è forte e rischia di far esplodere l’intera città: già che sta distribuendo giustizia una cartuccia alla volta, tanto vale fermarsi un attimo per sterminare un po’ di motociclisti.
Salgado manda contro Ryan il montagnoso e granitico Crab, interpretato dall’mma fighter Keith Jardine, che in questi anni spopola nei filmetti di genere – come Death Warrior (2009) e l’ottimo Unrivaled (2010), entrambi dell’ex lottatore Héctor Echavarría – pronto a riaffrontare Austin l’anno successivo in Tactical Force (2011).
Come sempre, Jardine è costretto a limitarsi nel suo ruolo di eterno antagonista, quindi anche qui prende due schiaffi che è escluso possano fargli poco più che il solletico.
La “storia criminale” è già vista mille volte e si fa gustare solo perché Danny Trejo è così sopra le righe che neanche le vede, le righe, e conduce il gioco come il suo solito: facendo della pacchianeria uno stile di vita. Capolavoro la scena in cui con assoluta naturalezza si allena ad un sacco… che in realtà è un tizio legato!
Austin per la prima (e temo unica) volta non finge di saper lottare, non finge di conoscere stili più o meno marziali che in realtà non conosce neanche per sentito dire. Qui mena, e lui sa menare, e sa menare a favor di camera. In ogni sequenza di combattimento risulta convincente e proprio il suo limitarsi a tecniche rapide e corte – come un professionista – gli permette di evitare imprese atletiche che esulerebbero dalle sue capacità.
Di solito il povero Steve nei film dà uno spettacolo barbino di sé, qui invece è cazzuto e gagliardo: finalmente un pollice in su per “Stone Cold”!
Una curiosità. Dopo un paio di filmacci horror che gli varrebbero la galera, il newyorkese John Sullivan sceneggia questo film e poi scompare. Riappare questo 2017 scrivendo l’ottimo Security (2017) con Antonio Banderas, una ghiotta storia d’assedio che fonde gli spunti di due capisaldi: è come se Distretto 13 (1976) fosse ambientato nel centro commerciale di Zombi (1978).
L.
– Ultimi post simili:
- Echo Effect (2015) Chain of Command
- The Package (2013) Un film che è un pacco
- The Stranger (2010) Steve Austin, lo straniero
- Knockout (2011) Nato per combattere
- Recoil (2011) A colpo sicuro
- Damage (2009) Libertà vigilata
- Maximum Conviction (2012) King Austin vs Godseagal
- Tactical Force (2011) Teste di cuoio
- Hunt to Kill (2010) Caccia all’uomo
- The Condemned (2007) L’isola della morte
Pollice in su??? Lo devo vedere! 🙂
“C’è abbastanza Danny Trejo per tutte”: ahahahaah!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Parliamo sempre di un filmucolo di serie Z, ma in confronto agli altri di Austin è sicuramente da vedere 😉
"Mi piace""Mi piace"
Vuol dire che questa volta dal rango di Zteve AuZtin di serie Z qualunque è riuscito a elevarsi a quello di Steve Austin (quasi) dignitoso… nel suo piccolo, è vero, è comunque un risultato da non trascurare 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona
Evidentemente John Sullivan sa tirare fuori il meglio da protagonisti senza esperienza marziale, ho seguito il tuo consiglio, “Security” fa davvero il suo dovere, devo solo trovare il tempo di scrivere il commento, conto di farlo a breve.
Serinda Swan è splendida, anche se parecchio sfigata con i ruoli, sceglie sempre film destinati ad andare malino, sarebbe un peccato perderla una così cavolo!
Su Danny Trejo non ho niente da dire, questo mondo è suo e noi siamo tutti suoi ospiti, il sacco farcito da allenamento è uno spasso! 😀 Tra la GTX e i giubbotti alla SAMCRO le sigle fanno forte, certo se lo avessero davvero intitolato “RINCULO” sarebbe stato il tocco finale, dai cavolo che occasione che hanno sprecato! 😉 Cheers
"Mi piace"Piace a 1 persona
CineSony sarebbe rimasta nella storia se in prima serata avesse presentato RINCULO a gran voce 😀
"Mi piace""Mi piace"
Un film godibile con Stone Cold Steve Austin? Ma allora c’è davvero speranza per tutti!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Preso da solo è ovviamente il nulla col buco intorno, ma rispetto agli altri titoli dell’attore ha sicuramente più qualità. Anche solo perché qui sembra davvero che Steve sappia usare le mani! (Cosa che sappiamo non essere vera)
"Mi piace"Piace a 1 persona
Visto? Se glielo spieghi, poi Austin Power ti accontenta!
"Mi piace"Piace a 1 persona
C’è Trejo? Venduto! Potrei pure guardare il video 8 della sua prima comunione che mi piacerebbe lo stesso.
C’è quella patonza spaziale di Serinda Swan? Venduto ancora meglio! La Swan sta bene rossa, mora e pura coi capelli corti e biondi. Fonte: Instagram.
"Mi piace"Piace a 1 persona
ahahh contento di averti dato due buoni motivi per vedere il film, stasera 😛
"Mi piace""Mi piace"
Oddio le variabili in gioco sembrano portare ad un film godibile…certo che Faster di Tillman Jr. era veramente ben fatto ed aveva nel cast dei grandi caratteristi: Thornton, Berenger (anche se è solo in una scena) ed un casta femminile mica da scherzare: Gugino, Grace, Moonblood, Carpenter…
"Mi piace"Piace a 1 persona
Ovviamente il livello di “Faster” non lo raggiungono nessuno dei due film citati, né “Recoil” né “American Muscle”, ma già il fatto che ci provano per me è un elemento a favore. Bisogna sempre puntare in alto, soprattutto quando si sta in basso. 😉
E poi “Faster” ha una colonna sonora da applauso, che da anni ho caricato in playlist. Un film americano moderno, con un wrestler cazzuto, che si apre con gli Oliver Onions… è ormai uno dei rarissimi motivi di essere orgogliosi dell’italianità nel mondo 😛
"Mi piace""Mi piace"
Intendi Goodbye my friend dei de De Angelis, giusto? Pompava a bestia in quel incipit…ebbi modo di dirglielo in Svizzera quando venne a mangiare nel ristorante dove lavoravo..
"Mi piace"Piace a 1 persona
Chi è venuto a mangiare, uno degli Onions? Ha ordinato tutto a base di cipolla? 😀 (scusa, non ho resistito!)
Comunque sì, pezzo mitico che apre anche la colonna sonora, seguita da brani spettacolari, uno meglio dell’altro, da “I Wanna Be Your Dog” di Iggy Pop a “Just Dropped In” di kenny Rogers al capolavoro “Short Change Hero” dei The Heavy. Insomma, roba da sentire a tutto volume in loop 😛
"Mi piace""Mi piace"
Pingback: Security (2017) Banderas vs Carpenter | Il Zinefilo
Pingback: Dawn Rider (2012) La vendetta del cowboy | Il Zinefilo
Pingback: Stagecoach (2016) Napule Jack | Il Zinefilo