Universal Soldier (2009) Regeneration

Quattro venerdì alla fine dell’anno, serviva uno speciale in quattro parti che facesse fare i fuochi d’artificio al blog. E se invece parlassi di una tetralogia fetente che proprio nel 2017 ha compiuto 25 anni dal suo inizio?

Il tonfo megagalattico di The Return (1999) è il chiodo che sigilla la bara della saga Universal Soldier, che dopo due film al cinema e due film in TV ha fatto il pieno di fischi e pernacchie.
Poi però succede qualcosa che nessuno aveva preventivato: The Asylum, la casa specializzata in filmacci, nel 2007 sforna la parodia-Z Universal Soldiers, usando quel plurale che replicherà due anni dopo con il genialmente cialtrone Terminators (2009).
Della versione Z vi parlerò a tempo debito, ma intanto l’effetto… è quello di risvegliare i soldati morti!

A giudicare dalla puzza, è il momento per Luc di risorgere ancora

Piccole inutili case, distribuite però dalla professionista di spazzatura Sony Pictures, il 1° ottobre 2009 presentano (con che coraggio?) all’Austin Fantastic Fest Universal Soldier: Regeneration.
Stando al sito ComingSoon.it il film arriva nelle sale italiane, con lo stesso titolo, il 4 giugno 2010, distribuito da un’altra casa specialista in spazzatura: Eagle Pictures.
La stessa Eagle lo porta in DVD e Blu-ray dal 2 luglio successivo.

Il film è disponibile su Prime Video.

Già il titolo denota il genio visivo che dirige il film

Non dev’essere facile crescere all’ombra di un padre professionista della regia. Peter Hyams forse oggi non è più molto noto ma vi assicuro che negli anni Ottanta faceva furore: non era un regista puzzoso a cui venivano dedicati speciali intellettualoidi in TV e sui giornali, ma un onesto professionista che sapeva quello che faceva.
Hyams non lo sa, ma riempì di terrore i miei occhi di bambino e di meraviglia il mio cuore cinefilo, quando men che decenne vidi in un’arena estiva Atmosfera Zero (1981), uno dei rarissimi film ambientati nello spazio ma senza alieni. Da allora ho visto una milionata di altri film fanta-spaziali… ma NESSUNO è riuscito a rendere il vuoto così fottutamente spaventoso.

John Hyams

Tutti i grandi cadono per via delle cattive compagnie. Hyams inciampa in Van Damme nel 1994 con lo sbagliatissimo Timecop e il colpo di grazia ce l’ha da Schwarzenegger con il peggiore Giorni contati (1999). Prova a sfruttare la mania di Hong Kong girando D’Artagnan (2001), con le scene d’azione curate da uno dei più geniali coreografi di Hong Kong, ma niente: Peter Hyams è finito.
Smanettone di telefilm e documentari, suo figlio John Hyams vuole prendere il testimone del padre. Ma pure lui inciampa nello scoglio che ha distrutto le navi di Tsui Hark, Ringo Lam e Peter Hyams: lo scoglio di nome Van Damme.
In totale serviranno tre film con il belga perché Peter Hyams possa tornare nel vuoto spaziale dov’era prima.

Dal Duemila la location è una e una sola: la Bulgaria. Così il film inizia con gente bulgara che fa facce bulgare, poi arrivano criminali bulgari che sparano e scappano senza motivo. Fuggono in auto mentre qualcuno spara, e qualcuno fugge, e qualcuno grida, e qualcuno muore, e qualcuno sanguina, e qualcuno guida, e qualcuno si chiede che cazzo stia succedendo.
Dopo dieci minuti di delirio totale finalmente sappiamo che dei terroristi hanno rapito i figli del presidente russo e li tengono in ostaggio a Chernobyl. Ora non cominciate a fare i pignoli, e a dire che Chernobyl è in Ucraina mentre qui siamo in Bulgaria: facciamo che c’è una Chernobyl anche in Bulgaria e questi terroristi l’hanno presa in ostaggio.
Andiamo, è più credibile questo che, nel primo film, dei terroristi che prendono in ostaggio una diga…

Universal Soldier bulgari!

Scopriamo il programma Universal Soldier, qui chiamato Torre Nera, è iniziato negli anni Sessanta ed è finito solamente cinque anni prima degli eventi. (Ma non era finito tutto nel ’99? Boh) Poi il dottor Colin (Kerry Shale) ha inaugurato il programma Torre Bianca per migliorare Torre Nera, ed ora i soldati risorti hanno DNA modificato e… Oddio, non vale la pena stare a riportare proprio tutte le frescacce dette…
Per fermare l’operato del dottor Colin, che sta creando soldati universali bulgari, bisogna rispoverare i cinque UniSol superstiti americani. Che però ora sono quattro: uno è protagonista di uno studio psicologico di reinserimento nella società. Ma perché? Meglio non chiederselo.
Pare ovvio che questo morto-risorto diventato normale è Luc Deveraux (Van Damme), che nel 1999 era stato modificato geneticamente per tornare normale e aveva pure una figlia, ora invece è tornato morto risorto, risvegliato da soli due anni e senza memoria. Perché chiamare con lo stesso nome un personaggio che palesemente non ha alcun rapporto con il film precedente?

«Ti ammazzo la testa!» (cit.)

Luc va al bar, ordina un’aranciata e picchia un tizio a caso. No, non sono gli effetti dell’essere morto e risorto senza memoria, bensì di una sceneggiatura scritta con lo sfintere da un passante di nome Victor Ostrovsky.
Nella scena successiva Luc è intubato e viene riaddestrato per combattere: ma non volevano reinserirlo nella società? In fondo nulla ha senso in questo film, nemmeno il fatto che la superarma invincibile dei cattivi sia il solo NGU (come i bulgari chiamano gli UniSol), interpretato dal campione bielorusso di sambo Andrei “The Pitbull” Arlovski… Così a noi spettatori tocca prenderci il bielorusso in NGU…

Andrei “The Pitbull” Arlovski, che da solo si prende tutto NGU…

Che Andrei sia palesemente un combattente talentuoso è innegabile, ma credere che abbiano costruito un soldato universale che mena da solo interi eserciti – e vinca – è ancora di più una trovata da mani in faccia.

Patti chiari: NGU ve lo prendete voi…

Dopo un’ora di imbarazzanti vaneggiamenti, iniziano i venti minuti decisivi di film, quelli pieni di combattimenti proprio come Van Damme si rifiutava di farne da decenni. All’età di 33 anni, nel pieno vigore fisico, Van Damme ha deciso che non voleva più combattere preferendo diventare attore “drammatico” (nel vero senso del termine): ora che di anni ne ha 49 torna a combattere, per di più impegnandosi esclusivamente in tutto ciò che non sa fare.

E vai col cameo di Van Damme junior

Nel frattempo infatti al cinema è arrivato l’mma (mixed martial arts) e il close combat con anche l’uso di coltelli per recidere tendini così da neutralizzare i nemici. Roba cattiva. Roba tosta. Roba dura che Van Damme ignora: ai suoi tempi c’erano i calci volanti al rallentatore, era un altro mondo.
J.C. si mette sotto e si lancia in lunghe scene di mma, close combat e coltello: ha fatto i compiti, non si può dire che sia malaccio, ma è sempre un cinquantenne che – rosso in faccia e costantemente sull’orlo dell’infarto – fa quello che ha imparato a fare sul set.

Vieni, J.C., che ti mostro come si rimane in forma a 50 anni

Senza senso e senza sceneggiatura arriva in scena pure Andrew Scott (Dolph Lundgren), che dice cose a caso e fa cose a caso e cinque minuti dopo muore come un coglione: grazie per aver chiamato Dolph in un ruolo così pregno.

Chiamare Dolph e buttarlo via: questo sì che è un crimine!

Andrew e Luc sono di nuovo insieme, dopo 17 anni e tornano a menarsi, spaccando pareti e facendo grugniti. Solo che Dolph è sempre Dolph, mentre J.C. è il “mini-me” di se stesso, alto due mele e poco più, con indosso un giumbotto di protezione di tre taglie più grande che lo fa sembrare l’omino Michelin: lo spettacolo è così indecoroso che un tribunale avrebbe dovuto bruciare il film per crimini di guerra contro il buon gusto.

L’espressione migliore di Van Damme nel film

Due attori noti e un lottatore russo: come si può sbagliare? Questo film dimostra come si possa sbagliare di brutto, ma soprattutto dimostra come anche la carriera di Andrei Arlovski sia naufragata sullo scoglio Van Damme, visto che non è riuscito ad entrare nel rutilante mondo del cinema-spazzatura.
J.C. è un virus che trasforma in escremento tutto ciò che tocca, ma per fortuna Dolph è immune da tempo: in tanti attorini falliti ci hanno provato a portarlo giù, ma non ci è mai riuscito nessuno. “Giù” è il suo mondo dagli anni Ottanta!

Se pensate che I nuovi eroi sia brutto e che Universal Soldier: The Return sia peggio… siete dei romantici sognatori. Sono due film da Premio Oscar in confronto a questa ridicola porcata e al vergognoso mostro che vedremo venerdì prossimo.

L.

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16 risposte a Universal Soldier (2009) Regeneration

  1. Vincenzo ha detto:

    l’hai presa molto sul serio questa cosa di fare una carrellata sui film di Dolph!!
    Grande Lucius!! 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Chiamare questo un film di Dolph è un ingiustizia che Dolph non merita! 😀
      Scherzi a parte, il ciclo è sugli UniSol, protagonisti di film che riescono nell’incredibile risultato di riuscire a fare uno peggio dell’altro: appena pensi che uno di questi film sia una mostruosità, che non esisterà mai un film più brutto, subito ne esce uno peggiore… Guarda che non è facile 😛

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      • Willy l'Orbo ha detto:

        Ma infatti il trattamento di Dolph rende la recensione quasi superflua, nel senso che il film, in virtù del peccato originale, non può che essere tacciato come vergognoso! 🙂

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  2. Kukuviza ha detto:

    Ma è radioattiva anche la Chernobyl bulgara?
    Che faccia inquietante che ha JC nell’ultima foto, sembra una statua che puoi trovare in un film del pianeta delle scimmie.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Qui J.C. è davvero imbarazzante: per proteggersi durante le riprese, palesemente troppo impegnative per lui, ha un giubbotto gigantesco che lo fa sembrare un nano gonfio. Possibile che arrivati ad un certo livello, perdano completamente la dignità?

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      • Kukuviza ha detto:

        Forse dopo un po’ non si rendono neanche conto e pensano (sperano) di essere come prima. Come quelle che fanno troppi interventi chirugici “estetici” e perdono completamente il senso della realtà.

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Ma tra tutti questi bulgari, Aldo Giovanni e Giacomo ci sono? E la Massironi fa il commento?

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  4. Cassidy ha detto:

    “Atmosfera zero” è un filmone, la maledizione di Peter Hyams colpisce anche suo figlio che qui è andato un po’ a cercarsela. Questo è il capitolo della saga di cui non conservo quasi mai memoria (meccanismo di auto difesa? Boh), Van Damme sembra infilato a forza nella trama, mi ha fatto morire la tua descrizione del cinquantenne paonazzo 😉 Cheers!

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  5. Pietro Sabatelli ha detto:

    Sinceramente una delle saghe più brutte di sempre, anche se forse ne avrò visti due in tutto..

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Quindi sei un romantico sognatore: è molto più brutta di quello che pensi! 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        E ricordiamoci la cosa più importante: NON si può nemmeno chiamarla saga, visto che a quanto pare a nessuno è mai fregato niente di mettere almeno un minimo in relazione i vari film tra di loro (a che è servito fare in pratica un reboot ogni volta? A niente)! 😦 Grossa occasione persa di provare perlomeno a creare uno straccio di continuity interessante… anche da parte di Hyams, chiaro, con i suoi sequel talmente distanti l’uno dall’altro da non sembrare nemmeno diretti dalla stessa mano (e per me non è un male, visto che considero Regeneration il punto più basso dell’intera serie. Molto, molto ma MOLTO al di sotto dello “sperimentale” Day of Reckoning, per capirci).
        P.S. Che m’hai ricordato, “Atmosfera Zero”… ecco un buon western spaziale da rivedere 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Verissimo, sia per la continuity inesistente – credo sia l’unica tetralogia al mondo in cui il protagonista è sempre lo stesso ma… non è mai lo stesso! – sia per Atmosfera Zero, peraltro il primo DVD che ho affittato (era il Duemila, se non sbaglio) per conservare il film trascodificandolo. Un processo lungo per un risultato mediocre: avevo sognato di affittare tutti i film della videoteca per trasformarli in MPG ma era una cosa così terribilmente noiosa e sbilenca che la mia attività di pirata finì lì! 😛
        Stando ai miei calcoli doveva essere il 1982 quando vidi il film in un’arena estiva di Ladispoli, dove la mia famiglia era in vacanza da parenti. I parenti neanche li ricordo, invece i miei occhi di 8 anni si riempirono del vuoto spaziale che Hyams seppe rendere alla perfezione. Il duello di Connery alla Mezzogiorno di fuoco mi fece stare con il cuore in gola tutto il tempo, e quei corpi che esplodevano nello spazio mi misero una paura fottuta. Da quel giorno il film lo porto nel cuore 😉

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