Ve la ricordate la neozelandese Zoë Bell, stuntwoman d’eccellenza che a un certo punto sembrava proiettata verso un luminoso futuro nell’action di serie Z? Il futuro è arrivato, la Z è arrivata… ma dell’action non ce n’è più traccia.
Appena la vedo sbucare in un film distribuito in questi giorni dalla Eagle Pictures non resisto: non posso farmi sfuggire un’actionwoman di questa caratura: così ho avuto il grandissimo dispiacere di vedere Camino, che sembra un titolo spagnolo invece è il posto dove vuoi buttare ’sta robaccia per bruciarla.

Il cammino verso la noia
Il film compare magicamente allo statunitense Fantastic Fest il 26 settembre 2015 e da allora vegeta in giro, di nascosto. La Eagle Pictures, dicevo, lo porta in DVD e Blu-ray dal 31 gennaio 2018 con il titolo Fuga nella giungla.
Alla regia c’è lo stesso Josh C. Waller ha regalato a Zoë l’ottimo Raze (2013), che in confronto a questo è un capolavoro senza tempo: cos’è successo a questa coppia artistica che sembrava destinata a grandi cose? Forse il problema è che hanno lavorato per la Bleiberg Entertainment, piccola casa di minuscoli film con splendide locandine: la specialità della casa è dare accoglienza a star grandi e medie e far fare loro porcate immonde molto economiche, che però sembrino grandi quando vedi la locandina.
Da notare come il sito ufficiale della Bleiberg ignori questo film: ha fatto schifo pure a loro!
Il prologo più lungo, noioso, cialtrone e sgradevole della storia ci spiega che Avery (Zoë Bell) è una fotoreporter premiata di quelle che cambiano la storia: le sue foto di guerra hanno conquistato il mondo e ispirato le nazioni, per questo fa un po’ triste vederla ubriaca a rimorchiare maschi a caso. Serve a capire meglio il personaggio? C’era bisogno della scena in cui rimorchia un uomo qualsiasi per poi accorgersi che era il marito e poi passare la notte a discutere, ammorbandoci a morte? No, non c’era alcun bisogno di questa cialtronata, visto che la cosa non avrà minimamente importanza ai fini della trama.
Va be’, usare l’espressione “trama” vorrebbe dire ammettere che Daniel Noah ha scritto una sceneggiatura, cosa assolutamente non vera.

Ma sono tutti così bellocci i colombiani?
Dopo trenta minuti passati a spiegarci la crisi di coppia di Avery con suo marito, che ha attraversato il mondo per venire a spiegarsi con lei, che intanto viene scaricata da ogni uomo in città, la fotoreporter accompagna dei soldati ad una missione in Colombia.
Aspetta, ma perché li accompagna? E perché mandano il generale Vargas di Bananas (1971) dai missionari? E perché ci sono dei missionari nella giungla colombiana? E perché una fotoreporter dovrebbe andare a fotografarli? Basta domande, il prologo è finito e non c’è tempo per spiegare la trama del film: tutto è stato occupato da Avery che cerca di scoparsi il bancone del bar.
Due riprese del giardinetto sotto casa sono la giungla colombiana, che si sa che la Colombia è un paese arretrato rimasto all’età della pietra; ogni singola parola pronunciata dai soldati colombiani è riferita alla cultura pop americana, perché in fondo non esiste altro argomento al mondo; Avery gira con una borsetta di due centimetri ma scatta dieci milioni di foto: evidentemente secerne pellicola fotografica da se stessa.
Aspetta, ma esistono ancora i rullini? Da una frase detta all’inizio forse sembra di capire che potremmo essere nel 1985, ma non è chiaro: in fondo si sono persi trenta minuti ad analizzare la relazione di coppia di Avery, non è che si possono buttar via altri minuti a farci capire che cazzo di film stiamo guardando.
Dopo quindici ore passate a chiacchierare del più e del meno, col generale Vargas che spiega come le mutande vadano portate sopra i vestiti, d’un tratto si scopre che questi ha nello zainetto duemila quintali di droga. In fondo siamo in Colombia, no?
Così Avery scopre che il buono che sta accompagnando non è buono, e ovviamente il generale Vargas – che in realtà si chiama Guillermo ma è troppo stupido e preferisco chiamarlo come il film di Woody! – avendo a disposizione milioni di miliardi di chilometri di foresta disabitata cosa fa? Scambia quintali di droga dietro un ramoscello, a due passi dalla missione strapiena di gente. Un genio colombiano.
Ovviamente viene visto e per salvare la situazione dice che la droga l’ha portata Avery e tutti ci credono: va be’, so’ colombiani, no? Agli occhi degli americani stanno un gradino sotto le blatte.

Scena “maschia” totalmente sprecata e fatta malissimo
Quindi ora, dopo mille ore di noia mortale, il film entra nel vivo e Zoë Bell si trasforma in Ramba, correndo nella giungla ed affrontando uno per uno i suoi inseguitori e preparando trappole come Predator. Ehhh, ve piaceresse!
Dopo aver fatto credere tutto questo, la nostra Zoë si limita a rantolare di qua e di là, a trascinarsi non si sa dove mentre i decerebrati che la inseguono non la trovano pur stando tutti a un metro di distanza. E quando la trovano parlano per dieci ore prima di tentare di ucciderla, così da morire di noia tutti quanti.

Sembra Ramba, ma è solo tanto rimba
I 103 minuti di questa immonda porcata sembrano venti ore di noia appiccicosa, con fiumi di parole sputate a caso e mille occasioni sprecate in modo cialtrone. Me l’aspetto dalla Eagle Pictures, che porta sempre il peggio in Italia, ma da Zoë onestamente era lecito aspettarsi qualcosa di meglio. E bastava immensamente poco a fare meglio di così…
L.
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“Camino, che sembra un titolo spagnolo invece è il posto dove vuoi buttare ’sta robaccia per bruciarla.”
Con questo esordio dovevo immaginarlo che sarebbe finita con me che rido in pubblico sull’autobus.
Questo film: mai, mai, mai, MAI, veramente mai sentito nominare. T’hanno fatto fesso un’altra volta con l'”action”!
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Ogni mese escono di nascosto decine di film di cui nessuno ha mai sentito parlare, perché non esiste pubblicità: case come Eagle o Sony si vergognano di portare spazzatura in quantità infinitamente superiore rispetto a prodotti dignitosi, quindi non ne sentirai mai parlare. Solo il Zinefilo mette in guardia gli spettatori ^_^
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È un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo
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Ho pensato al camino/focolare appena letto il titolo (deformazione professionale), ci ho pensato quando ho visto la nostra corrispondenza di amorosi sensi e l’ho ripensato terminata la lettura. Ha ragione Evit: è un lavoro sporco ma qualcuno deve pur farlo…e poi bruciarlo! 🙂
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ahaha anche tu sei un missionario che soffre per rendere edotto il mondo sulla Z 😛
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Siamo tutti e tre sulla stessa barca (che affonda), aspettate di vedere cosa esce domani sul mio canale YouTube di Doppiaggi Italioti. Questo Camino è niente a confronto.
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ahahah abbiamo già l’acquolina Z alla bocca 😛
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Ahahahah! Questa barca che affonda è pericolosamente affollata! 🙂 🙂 🙂
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Per citare Dario Fo, «Siamo tutti sulla stessa barca / Che affonda lentamente / E mentre quelli cantano sereni / A voi tocca remare». Invece che remare, noi guardiamo filmacci e li raccontiamo al mondo 😛
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😂😂😂👏👏👏
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Ma il contributo di Nacho Vigalondo? Vedo il suo nome il locandina, sarà il produttore? Zoë Bell con il solido “Raze” ha esaurito le cartucce action. Questo è una vera porcata, mi hai fatto morire con la descrizione del piano del colombiano che spaccia dietro la fresca frasca, davvero un genio del crimine! 😀
Ma poi non ho capito, al bar rimorchia suo marito? Ma quanto era ubriaca per non averlo riconosciuto. Anzi meglio, quanto era ubriaco lo sceneggiatore per aver scritto una roba del genere? 😉 Cheers!
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Il prologo è davvero da mani in faccia: lei sta dall’altra parte del mondo, ubriaca come una zampogna, a rimorchiare qualsiasi cosa assomigli ad un maschio, si gira e c’è il marito, che ha dopo aver attraversato il mondo sapeva esattamente in quale bar lei stesse. Che brutta fine per Zoë: dopo “Mercenarie” era plausibile aspettarsi un luminoso futuro nella Z divertente, invece è solo tanta tristezza.
Vigalondo fa Vargas, il coglione spacciatore: è un ruolo talmente orripilante che faccio finta non esista…
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Ah quindi recita pure Vigalondo, quell’uomo ne fa una giusta e ne sbaglia dieci, direi che questa è una delle dieci 😉 Cheers
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Credo che nel suo curriculum abbia fatto in modo che questo film non risulti 😀
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Oggi ho il Wi-Fi deboluccio, ci riprovo: già Mercenarie non era questa gran prova, soprattutto per i sottotesti femministi sviluppati un po’ all’acqua di rose… tanto valeva non metterne e lasciare solo il livello di lettura delle virago che si smazzano con la Nielsen 😛
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Che era esattamente l’unico “testo” esistente 😀 Era una semplice versione Z degli Expendables di Stallone, dubito che la Asylum avesse messo in conto qualsiasi tipo di sottotesto: già è grasso che cola se riesce a mettere un testo superficiale, figuriamoci uno “sotto” 😀
Nella web-serie trasformata in film “Angel of Death” (2009) Zoe ha dato un’eccezionale prova sia come atleta che come attrice – sempre nell’ambito degli attori marziali – e con il più recente “Raze” sembra che, malgrado una rozzezza di fondo, stesse facendo un percorso verso l’alto. Questo invece è un bell’inciampo e in pratica sta percorrendo la strada di Scott Adkins: fra qualche anno, quando sarà stata smerdata da tutti come attrice, finalmente la vedremo combattere in video, quando sarà troppo vecchia per farlo. Ormai è un iter consolidato che nessun attore marziale riesce ad evitare…
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Forse c’è la paura di ritrovarsi a terra per incidenti o vecchiaia, così cercano di farsi curriculum alternativi.
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Sì, è il ragionamento che fanno tutti sin dagli anni Novanta, per poi regolarmente scoprire che non è così che funziona e tornare poi a combattere fuori tempo.
Eppure Chuck Norris e Seagal, due ciocchi di legno che non sono mai riusciti a replicare in video le loro invece ottime qualità marziali da ring e palestra, sono stati più furbi degli altri action heroes perché non hanno mai tentato di fare gli attori: hanno girato milioni di film senza mai muovere un muscolo, se non di sfuggita, ma presentandosi sempre come maestri marziali. Pensi che in 40 anni di carriera Chuck non abbia mai avuto la paura di farsi male sul set? Ha risolto nel più semplice dei modi: non combatte mai se non per pochi secondi, e in quei pochi secondi fa quasi tutto la controfigura. Fine dei rischi. (Seagal da vent’anni ha smesso anche di muoversi, che rischi corre?)
Invece gli altri hanno cercato di “cambiare faccia”, di lasciare la marzialità nell’armadio e diventare attori, senza avere la benché minima capacità. Una volta capita la cazzata – perché alla fine se ne rendono conto – si rivestono da eroi marziali e dopo anni tornano a fare cose molto più pericolose, perché ormai sono più vecchi.
Un altro che non è caduto in questo tranello è Dolph, che fa oggi quello che faceva trent’anni fa: fa Dolph. E se la ride di gusto. Quando vedi un suo film non sei preso in giro: sai chi è Dolph, sai cosa fa, e sai che lo farà, perché lo fa da sempre. Non finge di essere un attore, non vuole fare l’impegnato: si diverte a gigioneggiare e spesso anche a dirigere (secondo me anche bene).
E’ noto che non amo Seagal, ma stimo il fatto che non abbia mai tentato di fare l’attorone: lui si rivolge al suo pubblico e dà loro quello che ha sempre dato – anche se in realtà negli ’80 se la tirava di più, ma in fondo erano bei tempi: era addirittura vivo! 😀
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Mah, io un po’ di stima per chi cerca di ampliare il suo parco-lavori ce l’ho… ma se non sei un attore/attrice, studia e fai cose, non accade quasi mai che il dono scenda dal cielo!
Il mondo è pieno di sit-com, polizieschi e compagnie teatrali che cercano comparse o nomi di un minimo di richiamo…
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Non credo sia questione di “allargare il parco-lavori”: non è che se domani salgo su un palco e comincio a declamare l’Amleto ho allargato il mio parco-lavori. E se prendo lezioni di recitazione, rimango un cane che ha preso lezioni di recitazione.
Anni fa proprio Boyka ha riassunto alla perfezione la questione: quando Dio ti dà un dono, devi usarlo. Nel suo caso era spaccare culi, ma curiosamente l’attore non ha seguito le indicazioni del personaggio, visto che subito dopo aver pronunciato questa frase ha cominciato a fare l’attore. Ovviamente fallendo. E’ come andare ad un concerto di Seagal: pare sia un ottimo chitarrista, ma temo che non sia per quello che i fan vogliono vederlo 😀 Così come John Wayne ed Humprhey Bogart erano maestri di scacchi: nessuno è mai stato interessato a quest’altro loro aspetto, perché era ovvio che il dono ricevuto non era il “nobil giuoco” ma il carisma su schermo.
Ultimo esempio è Patrick Swayze buon’anima, che un bravo atleta marziale ma aveva capito come funzionava la cosa e al massimo si limitava a mostrare un paio di tecniche ogni tanto: il suo dono era altro.
Quando vedo un attore che ha un dono che sceglie di gettarlo via per diventare altro, mi piange davvero il cuore e mi sale la rabbia. E’ come andare in una galleria d’arte a vedere i dipinti di Stallone: ok, pare sia un bravo pittore, ma se si limita a menare la gente è meglio 😀 😀 😀
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I talenti non sono sempre innati, alcuni li sviluppi facendo cose con impegno, finché ti nasce la sensibilità per qualcosa.
Io mica sono nato col talento per l’insulto, l’ho sviluppato con la bile di cinque anni di liceo!
Se ‘sti ginnasti picchiatori vogliono essere attori, che lo facciano con impegno, studio e riflessione.
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ahahahah nel senso che hai frequentato scuole appositamente pensate per la bile? Un Liceo dell’Insulto Classico? 😛
E’ proprio vero, scuola maestra di vita! 😀 😀
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Per me è stato lo scientifico – che poi era uguale al classico, ma con più matematica al posto del greco 😛
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Scartato al primo sguardo, anche perché sinceramente Zoe Bell mi sta antipatica..
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Quando combatte o fa gli stunt è una forza della natura, ma purtroppo ha deciso di fare l’attrice: una scelta davvero luttuosa…
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Scusa il ritardo ma sono state giornate toste.
Che peccato che la Bell si sia sput*anata così! Dopo aver fatto gli stunts per anni sembrava ben avviata nell’action di serie B (o C) e invece è stata risucchiata nella Z. Ennesimo talento sprecato.
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Devo averlo beccato circa un paio di anni fa (per vie traverse) e, andando a non più freschissima memoria, non doveva nemmeno essermi parso così tremendo… va detto però che non l’ho più rivisto da allora, ragion per cui certe sue “criticità” potrei anche averle già dimenticate. Un giorno, per scrupolo, mi toccherà rivederlo per verificare 😉
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E’ un film talmente nullo, talmente statico e immobile a livello di sceneggiatura, talmente vacuo e inesistente, che non mi stupisce non ti sia rimasto nulla nella memoria 😛
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