In tempi di magra, in cui girano pochi soldi, sopravvivono e prosperano le case cinematografiche che riescono a spendere poco con prodotti che sembrino più costosi di quanto non siano. Soprattutto se sfornano horror.
Proprio in questo campo esordisce, con l’intrigante Fertile Ground (2011), la After Dark Films, che diventa subito fra le prolifiche regine dell’horror, prima di scomparire nel nulla a cui appartiene.
Nel 2012 la casa ha un’ideona ona ona: perché non buttarsi anche sull’action, che tanto i divi vengono via un tanto al chilo?
In questo solo anno trovano un’opportunità di risplendere ben quattro film d’azione di bassissimo profilo, presentati però come prodotti di punta pur essendo minuscoli: Dragon Eyes con un Van Damme catatonico che fa il maestro marziale del tristissimo Cung Le; El Gringo, imbarazzante tarantinata con l’inutile Scott Adkins; Philly Kid, ennesimo clone di Lionheart (1990) in salsa mma, e Stash House con lo svedesone che non perdona.
E se dovesse perdonare? No, non perdona…
Il film è disponibile su Prime Video.
In questo 2012 Dolph Lundgren in un’intervista rivela al mondo qualcosa di incredibile: essendo un atleta beve con moderazione, ma quando vuole rilassarsi… beve Fernet Branca! Essendo io un estimatore dei grandi amari italiani, questo particolare me lo rende ancora più simpatico di quanto già non mi sia.
La prossima volta che chiudete un pasto con un Fernet, fatelo alla salute di Dolph…
Diretto dallo stesso inutile Eduardo Rodriguez di El Gringo e sceneggiato da Gary Spinelli – l’uomo che dopo aver fumato il proprio cognome ha scritto quella buffonata di Barry Seal (2017) con Tom Cruise – Stash House esce l’11 maggio 2002 probabilmente nel solo home video.
La Koch Media lo porta in DVD e Blu-ray italiani dal 21 febbraio 2013, inventandosi il lancio «Dagli autori di Matrix e Arma letale». Boh…
All’epoca avevo molte speranze nella carriera di Sean Faris, che dopo essere stato lanciato con Never Back Down (2008) ed essere apparso in King of Fighters (2010) faceva legittimamente pensare ad un bravo attore marziale in cerca del ruolo giusto. Poi però Freerunner (2011) mi aveva fatto capire che l’attore stava miagolando nel buio, e infatti dopo questo Stash House il povero Sean si è perso. L’ultimo suo avvistamento è in un inutile ruolo da tappezzeria in Female Fight Club (2016).
Sembra andare meglio a Briana Evigan, lanciata da Step Up 2 (2008) – e tornata in Step Up All In (2014) – che ha capito come danza ed arti marziali siano simili: mai usarle per la carriera, se poi non si è disposti a continuarle. È rimasta invece nel campo thriller-horror che si mangia di più.
David Nash (Sean Faris) stupisce sua moglie Amy (Briana Evigan) comprando una splendida villetta con giardino, vantando un fantomatico affarone per cui quella nuova casa verrebbe via per un tozzo di pane. I due non fanno in tempo a fare un giro dello stabile che scoprono una parete piena di coca. No, non è la dispensa con la scorta di Coca-Cola, è proprio una parete piena di coca!
Subito avvertono il buon vicino Ray (Jon Huertas) il quale accoglie la notizia a suon di pistolettate. Rientrati di corsa in casa, dalle telecamere a circuito chiuso vedono arrivare due metri di carne svedese parecchio incazzata. È iniziato l’assedio.
In realtà si tratta di un tipo di assedio un po’ diverso, nella variante home invasion in cui di solito i “buoni” fanno fronte unico: nell’assedio classico invece il pericolo si annida proprio fra le insanabili differenze fra i “buoni” che li separano e impediscono loro di fare fronte unito.
Lo sceneggiatore spinellone a sorpresa riesce a tirar fuori 100 minuti puliti di storia non banale, o almeno non così banale come si potrebbe pensare visto il livello della produzione. Quello che sembra un cast ridotto all’osso – due buoni contro due cattivi – d’un tratto si trasforma in una mattanza dove scorre molto più sangue di quanto faccia immaginare il soggetto.
A forza di vedere robaccia che offende gli occhi sono diventato più sensibile ai film che invece tentano onestamente di inventarsi qualcosa che non faccia bestemmiare lo spettatore. Non sto dicendo che Stash House sia un filmone, ma se paragonato con gli altri citati del 2012 della stessa casa, be’ siamo su un livello parecchio più alto. La sceneggiatura non è un cadavere lasciato al sole d’estate, come è facile in questi piccoli prodotti, ma addirittura fra colpi e contro-colpi di scena la storia rimane tesissima fino all’ultimo fotogramma.
Ripeto, siamo sempre nel campo della serie Z, ma addirittura qui si potrebbe promuovere il film a serie B: è un onesto prodotto di intrattenimento che tenta di tenere vivo l’interesse dello spettatore con ogni mezzo, con trovate magari non sempre geniali ma neanche cialtronesche.
Dolph non fa che dimostrare che la sua pellaccia è ancora due metri sopra il livello medio dei suoi coetanei action heroes. Il suo carisma è potente in ogni scena e ogni volta che è inquadrato si mangia l’obiettivo: il povero Sean Faris non ha davvero alcuna speranza.
Un attore che è sempre in grande spolvero e una trama che addirittura non ti fa desiderare di strapparti le orecchie: già solo questa è un’accoppiata rarissima da incontrare nel mondo zinefilo!
L.
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Ho una bottiglia di Fernet Branca da aprire da ormai mesi, hai appena trovato il modo migliore per farmela apprezzare, trasformarla in tanti Dolph-brindisi 😉
Guardando i film brutti si forma, oltre che il carattere, la sensibilità per distinguere il brutto, il bruttissimo e l’accettabile, questo film quasi di serie B fa parte di questo tipo di sfumature, oppure è Dolph che migliore tutto con la sua gagliardaggine 😉 Cheers!
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50 sfumature di Dolph! 😀 Quelle sì che fanno male 😛
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A parte che Briana Evigan è tanta roba, questo film l’ho visto e mi è sufficientemente piaciuto, anche se in verità è stato l’ultimo con Dolph, perché sinceramente non m’attira più..
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Questa cosa del Fernet mi ha proprio steso!! Mi immagino già la pubblicità dove l’aquila gli tira una bottiglia e lui la prende al volo con i denti.
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Oppure dove Dolph vola più in alto dell’aquila 😛 Da uno svedesone internazionale non ti aspetti che elogi il Fernet (“carburante italiano per razzi” lo definisce) per quando ha voglia di rilassarsi.
Sarebbe da informare i Fratelli Branca, che partono subito a far firmare un contrattino da testimonial a Dolph ^_^
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Hahaha 😀 bisogna dirglielo sì, possibile che dal 2012 non gli hanno inviato l’aquila col contrattino? Comunque visto che FB è carburante per razzi, la pubblicità potrebbe essere ambientata nello spazio, Dolph potrebbe prendere Alien a ceffoni. Come ambientazione, più “sopra tutto” di così!
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ahahah spero che la FB ci riconosca almeno qualche diritto su queste idee 😛
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Io penso che ci manderanno qualche dozzina di casse piena di carburante per razzi.
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ahahah be’, io ci sto come formula di pagamento 😛 Ora vado a stanare quale divo esalta pane e salame così magari mettiamo anche qualcosa nello stomaco prima di tutto quel Fernet 😛
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Non era Gassman che pubblicizzava salumi? Sennò ti becchi il tonno di Kevin con contorno di olive del principe.
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Ahahah quanta gente tocca mettere insieme per formare un pasto completo 😛
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Altro che Expendables
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Ma porc’… A me il Fernet fa cagarissimo! Perfino il Branca Menta non lo bevo (a meno che non sia già bello andante, allora in quel caso bevo ogni cosa!). Come la mettiamo? Non è che Dolph viene a prendermi a casa?
Scherzi a parte, sono contento che ogni tanto nel cestone della Z si pesca pure qualche onesto prodotto da intrattenimento. Questo “Stash House” me lo segno per la prossima giornata di pioggia.
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Fossi in te non lo direi a Dolph che non ti piace il Fernet: potrebbe offrirti un po’ di amaro svedese, e allora sì che sarai davvero amaro 😀
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Ecco appunto, ti costringe a bere il glug che dev’essere una roba angosciante.
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Per lo svedese che non deve chiedere mai, che tanto col glug è già svenuto 😀
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Non si spiega come mai la Branca Distillerie non abbia ancora ingaggiato Dolphone nostro per uno spot!
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Con tutte le idee che abbiamo messo qui, sono già pronti un bel po’ di spot 😛
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Dovrebbe solo imparare a dire “soprattutto Fernet Branca”. Ce la può fare!
Poi non c’entra niente, ma grazie a questa recensione sono andato a spulciare sul sito delle Distillerie Branca e ho scoperto che sono loro a produrre anche il mitico Caffé Borghetti! Grande ricordo della mia infanzia allo stadio 😀
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Ma pensa, non sapevo fosse la stessa casa! Vedi quante cose ci insegna Dolph? E’ un attore socialmente utile: in Italia verrebbe pagato dal Ministero della Cultura 😛
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Se non erro parla poco l’italiano: dunque ha già una parte dei requisiti dei precedenti ministri della cultura.
Di sicuro renderà più divertenti le prossime risse in Parlamento – ma allora, meglio in Camera o Senato 😛
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Ormai l’abbiamo bello che piazzato: spero si ricorderà di noi 😛
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Stash House non l’ho ancora visto, quindi spero di rimediare quanto prima (e con tutta la roba in arretrato “quanto prima” diventa un concetto molto relativo)… nel frattempo aggiungo una mia proposta pubblicitaria: Fernet branca menta, un remake del famoso spot con il “bicchiere” di ghiaccio, dove Dolph che si fa consegnare un blocco di ghiaccio a domicilio per poi trasformarlo in un unico, enorme bicchiere “scavandolo” al centro con un poderoso pugno e versandoci dentro il Fernet, con l’aquila su un trespolo a mo’ di pappagallo domestico 😛
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Un’idea migliore dell’altra! Qui bisognerà farci uno speciale con tanto di concept da spedire ai Fratelli Branca: stavolta una cassa di Fernet non ce la leva nessuno 😛
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Giuseppe, sto ancora ridendo pensando al blocco scavato dal poderoso pugno! Fa riderissimo 😀
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E’ che Dolph è una fonte d’ispirazione continua, Kukuviza 😀
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Vado un po’ controcorrente dicendo che a me questo film non è piaciuto…e il carisma di Dolph l’ho percepito di più in altri film…mi stavo per addormentare ma può darsi che fossi in serata NO io. Anzi, per non far arrabbiare lo svedesone, sarà stato senz’altro così 🙂
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Di sicuro ci sono film di Dolph migliori, anche in questo periodo, ma rispetto alla bojata che poteva essere mi ha stupito che invece abbia una sceneggiatura almeno dignitosa. Basta vedere gli altri film del 2012 della stessa casa – o magari “Assediati in casa” con Scott Adkins – per apprezzare un film dignitoso in mezzo a una bacinella di letame 😛
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L’ultimo assioma mi convince appieno! 🙂
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