Scopro che nel momento esatto in cui mi torna la voglia di vedere questo film, la Sinister Film (Cecchi Gori) lo porta in DVD da oggi 28 febbraio 2018, ripescandolo dal decennale oblio a cui è stato condannato.
Visto che il film l’ho citato in Cujo e ne ho parlato nei commenti coi miei lettori, non è che la Sinister ci ha spiato? Lo dicesse, perché ci sono un sacco di film che nel caso consiglierei di recuperare!
Comunque questo è un altro segno che certe volte il Grande Sceneggiatore voglia che si parli di certi film…
Siamo in un periodo antecedente alla grande moda degli animali assassini: a parte il ridicolo Frogs (1972) e il decano Lo Squalo (1975), ogni film “animalesco” che vi può venire in mente nel 1977 ancora non è uscito al cinema. Quindi la Warner Bros denota grande coraggio nell’affrontare un argomento ancora “acerbo”: a parte i mastini di Baskerville holmesiani, l’unico cane assassino in giro è Dogs. Questo cane uccide! (1976), minuscolo prodotto di minuscole case.
Per farlo affida al tuttofare Robert Clouse – purtroppo molto attivo in quest’epoca – sia la regia che la sceneggiatura di un film tratto dal romanzo omonimo del 1976 di David Fisher, giunto in Italia nel 1978 per Sonzogno con il titolo Il branco, e mai più ristampato.
Va però detto che le “bestiacce” erano pesantemente nell’aria, visto il 1977 si apre con l’italiano Tentacoli e d’estate il nostro Dino De Laurentiis presenta prima Sfida a White Buffalo poi L’orca assassina; arrivano subito pure i ragni assassini di Kingdom of the Spiders, il gattaccio di Artigli e l’orsacchiottone di Claws. Insomma, il 1977 è l’anno delle bestiacce!

Locandina del 27 maggio 1978
Uscito in patria americana il 20 novembre 1977, la stessa Warner porta The Pack nei cinema italiani dal 27 maggio 1978 con il titolo Il branco, e una frase lancio coi baffi: «Quanto resisteranno nella casa isolata? Quanto resisterete voi?» Se non è cinema d’assedio questo…
Particolarmente rara la VHS Warner, la cui data è ovviamente ignota, mentre il film esordisce in TV il 30 dicembre 1984 su Italia1 in seconda serata, poi più volte replicato: purtroppo quando ho scoperto della sua esistenza, ormai non lo trasmettevano più.

Pack, doppio pack e contropackotto!
Che bella l’Isola delle foche, che Dio le benedoche: uno scoglio brullo in mezzo a un mare in burrasca, roba da fare concorrenza all’Isola del Diavolo.
Su questo bubbone di pietra in mezzo al nulla vanno in vacanza alcune famigliole in cerca di pace, anche se si potrebbe trovare tranquillità anche in un qualche paesino con più comfort. Ma siamo nell’America anni Settanta, dove si va tutti in vacanza nel posto migliore dove essere uccisi.

Tipico abitante dell’Isola delle Foche
Il film si apre con un’usanza presentata come normale, e che purtroppo lo è ancora oggi: è bello giocare coi cani, però poi che scocciatura badare a loro. Così i villeggianti lasciando l’Isola delle Foche mollano lì il loro amico a quattro zampe, che tanto qualcuno baderà a lui. Con questo incredibile gesto di inciviltà inizia la storia, facendo subito capire che faremo il tifo per i cani.
Questi infatti si sono raggruppati in un branco – ma quanti ne hanno abbandonati sull’isola? – e ora cominciano a prendersi la propria vendetta. Non c’è un vero evento scatenante, di punto in bianco i cani si incazzano e cominciano a mangiarsi tutto ciò che è vivo.

A questo punto ribattezzerei il posto l’Isola dei Cani
Sull’isola arriva giusto in tempo Joe Don Baker per prendersi una vacanza dal suo ruolo di sceriffo Buford Pusser, e ci porta l’allegra famigliola. Cosa c’è di meglio che stare in una gelida ed umida catapecchia scassata in mezzo al nulla? L’idilliaca vacanza viene interrotta quando non sembrano più incidenti isolati i vari morti che spuntano in giro: ma vuoi vedere che la colpa è di quel branco di cani sporchi di sangue?

Don Baker che si rilassa per le vacanze
Se ne accorge per prima la moglie, che pensa bene di andarsi a riparare in un’auto…

L’auto è il posto migliore per sfuggire ad un cane rabbioso…
Ma signora mia, non l’ha visto Cujo? Ah no, è un film che verrà nel 1983. Va be’, non l’ha letto il romanzo di Stephen King? Ah no, verrà scritto nel 1981… Oh, non è che il Re ha visto il film e ha preso appunti? «Una tipa in auto assediata da un cagnone: questa me la rivendo!»

Signora, chiami Stephen King e gli venda ’sta scena, che ci facciamo il grano
Risale all’aprile del 2006 la mia lettura del romanzo di Fisher e ho solo il ricordo di un’occasione mancata. Cioè di un romanzo molto buono, che costruisce un’ottima tensione ma arrivato al dunque – arrivato alla famigliola assediata in casa – in pratica finisce con l’accetta. Come se l’autore non avesse idea di cosa far fare ai personaggi e si sia sbrigato a chiudere al volo la vicenda proprio quando invece doveva puntare tutto.
Il film procede sulla stessa scia, seguendo uno stile che in fondo è ancora relativamente nuovo ma che sarà canone fisso per qualsiasi horror con gli animali: per il primo quarto di film presenti i personaggi, per il secondo quarto qualche violenza suggerita, per il terzo la tensione ha un picco verso l’alto e il quarto è lo scontro finale. Ed esattamente come il romanzo, qui è proprio sullo scontro finale che il film si sgonfia.
Le scene con i cani sono durissime e mettono parecchia strizza, quindi una volta che si arriva all’assedio, una volta che la famigliola felice è chiusa in casa con la certezza che in quel buco di culo di posto non arriverà mai nessuno a salvarli, è qui che comincia il lavoro di un bravo sceneggiatore. Purtroppo noi abbiamo solo Robert Clouse, più simile a uno dei cani protagonisti che a un cineasta.
Butta lì un piano degno d’un ubriaco e via così, riuscendo ad allungare all’infinito le scene più inutili per poi sbrigarsi in quelle che invece dovevano essere protagoniste del film. Clouse colpisce ancora!
Tecnicamente è un film invecchiato benissimo, i suoi quarant’anni se li porta in modo dignitoso e le sequenze con i cani sono davvero ben fatte e raccapriccianti (nel senso buono!), ma la storia davvero non riesce mai a decollare e rimane uno dei più disastrosi assedi mancati del cinema.
L.
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La scena del rivendere l’idea a Stephen King è meravigliosa XD
Io avrei pensato al massimo “ce l’ha un euro, due?”
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Gli abusivi ai semafori sono più educati del cagnone rabbioso 😛
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Ne ho visti alcuni che smentiscono la tua affermazione
°_°’
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Credo di averlo visto secoli fa. Ho dei flash con i cani che prendono d’assedio la casa (passando per la cantina? Può essere?) e la macchina. Ma se mi chiedessi di raccontartelo…
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Io dal 2006 l’ho cercato a lungo senza successo. Poi mi viene in mente di provare a ricercarlo per il ciclo sul cinema d’assedio… e caso vuole che la Sinister l’abbia ripescato! Se non è Fato questo 😛
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Ma nel branco c’è anche un Dalmata vedo, dovrò vederlo per forza, non solo perché adoro i film d’assedio e mi piacciono i cani, da siccome ho un Dalmata ho una specie di fissazione 😉 Scherzi a parte, gran post e gran segnalazione, non credo di averlo mai visto, ma sembra fatto dal sarto per questa tua rubrica, lo cercherò! Cheers
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Anch’io ho notato quel dalmata ma devo deluderti: si vede solo in quella foto! Sono altri i cani che attenteranno alla vita dei protagonisti.
Come possessore di cani troverai ancora più orribile l’inizio del film, col buon padre di famiglia che insegna al figlio con amore che finita la vacanza i cani si lasciano nel bosco legati ad un albero…
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Immaginavo, è impossibile “Dirigere” un Dalmata, fanno quello che vogliono 😉 Ti dico solo che solamente leggendo la tua descrizione della scena mi friggeva il sangue, nemmeno bollire, proprio friggere. Me lo cercherò questo film, grazie per l’ottima segnalazione 😉 Cheers
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Io mi sono segnato anche il romanzo.
Se riesco a trovarlo a pochi spicci in qualche mercatino dell’usato ci faccio un pensierino.
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E’ passato tanto tempo ma lo ricordo bello, sebbene mi aspettassi molto più “assedio” di quanto invece ce n’è 😉
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Uno di quei film che credevo di ricordare solo io… registrato all’epoca della (forse) prima TV e rivisto più volte. Ad ora ricordo solo la morte del fifone cicciottello e la parte finale, quest’ultima anche piuttosto bene. All’epoca mi piaceva ma é da tanto che non lo rivedo!
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E’ sicuramente un ottimo prodotto, ma purtroppo punta tutto sulla paura dei cani e molto poco sull’assedio, quando invece è quest’ultima parte quella importante. Altrimenti perché ambientare la storia su un’isola fuori mano? Invece proprio quando l’assedio dovrebbe cominciare tutto finisce sbrigativamente: come dicevo, è un difetto anche del romanzo, quindi non è colpa del film.
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Ricordo di averlo visto, non vorrei dire una cazzata, su Rai3.
Immagino sei già spiritualmente pronto per vedere e recensire il remake….
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Sono indeciso. Tecnicamente non è un remake, visto che non fa riferimento né al romanzo né al film, e si svolge in una fattoria e non su un’isola, però tutto questo invece a sorpresa potrebbe regalarci un buon film. E’ come se avessero riscritto la storia stavolta puntando più sui punti giusti. Vedremo… 😉
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Mai visto! Sembra uno di quei film anni 70 che non riuscivo a smettere di guardare qualche anno fa, quasi tutti globalmente scarsini ma sempre con qualcosa che mi incollava allo schermo!
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Inegabilmente ha il fascino dei Settanta, con attori purtroppo macchiettistici. Però un’occhiata te la consiglio 😉
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Lo ricordo, lo ricordo questo “assedio mancato” anche perché l’hanno ridato non molto tempo fa sul digitale terrestre (un canale della piattaforma Mediaset, se non sbaglio)… e comunque c’è da capirli tutti quei poveri cagnoni, come avrebbero potuto reagire diversamente sapendo di essere diretti da Robert Clouse? 😉
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Pensavo che ad essere diretti da un proprio simile sarebbe stato più facile 😀
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Con un cane regista sì, ma non con un regista cane 😀
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Grazie! Da tempo che lo stavo cercando, ma mi usciva solo “Il branco” del 94 che non centra niente. Non l’ ho più beccato in TV da anni!
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