Lascio la parola ad un mio lettore – che ha scelto di firmarsi Willy l’Orbo – che ci parlerà di un film vintage… anzi, Zintage!
L.
Masochismo: anomalia psichica che riguarda sia la sessualità, con il bisogno di associare il piacere a condizioni di sofferenza fisica e di mortificazione, sia un tratto del carattere proprio delle persone che ricercano maltrattamenti e umiliazioni. Ecco, con questo termine e la conseguente definizione si può (forse) spiegare il motivo che mi spinge, un giorno qualunque, a visionare un film con Hulk Hogan, attorniato da marmocchi inappetenti in senso lato, e datato metà anni ’90: masochismo, ricerca di sofferenze ed umiliazioni. Dunque, eccoci qua con un temibilissimo Secret Agent “in canna”. Spariamocelo, suvvia. Dopo un dovuto segno della croce.
Si inizia con un’insopportabile musica techno, si prosegue con un’altrettanto insopportabile asta illegale di armi dove le assurdità figliano come se un domani non vi fosse: innanzitutto il tirapiedi dell’organizzatrice grugnisce e ha una gamba metallica che cigola tremendamente. In secondo luogo, quando viene il momento di dimostrare la potenza del nuovo laser, prima polverizzano un manichino ma l’esigente pubblico non è soddisfatto; allora, polverizzano un inserviente (con gli altri due che si allontanano quatti quatti con movenze fantozziane) ma uno sceicco dice che anche i giocattoli fanno effetti luminosi (peccato che questi non maciullino gli umani ma tant’è); quindi polverizzano un elicottero e finalmente i ricconi si convincono. Il tutto condito con effetti speciali da luna park in procinto di chiudere per fallimento. I miei neuroni hanno già subìto sufficienti maltrattamenti e ancora non è comparso Hulk Hogan, la cosa si fa preoccupante.
Il nostro interpreta Ray Chase, un agente segreto che recupera l’arma sbriciolatrice e che, come copertura, si spaccia per negoziante di giocattoli. Per tutelare ancor di più la sua reale identità recita la parte del brocco sfigato e super imbranato: quando arriva alla partita del figlio si toglie il parrucchino (amen), si leva i baffetti, si mette gli occhiali, il pubblico, al suo sopraggiungere, ride fragorosamente per denigrarlo e, pur realizzando il punto decisivo nella schiera dei genitori, lo fa apparire alla stregua del classico colpo di… ci siamo intesi. Come se il fatto di essere lo zimbello del villaggio lo rendesse ancora più irriconoscibile. Bah. Come se la sua inettitudine desse un tocco di comicità al film. Bah al quadrato.
Il pargolo non ne sa nulla finché, suo malgrado, non partecipa ad un inseguimento dove l’auto del protagonista salta stile canguro e spara razzi; in questo frangente gli viene il sospetto che qualcosa non quadri. Ma il vero dramma è che Hulk viene catturato dagli organizzatori dell’asta di inizio pellicola e pertanto assurge ad un ruolo di primo piano proprio il figlio. Che ha una faccia da schiaffi di rara sgradevolezza. Che indaga col suo gruppo di amici-stereotipo (ci sono il grasso, il nero, l’orientale e la donna). Che crede nella colpevolezza di una fantomatica mafia dei giocattoli. Ohi ohi. Sarà un caso se l’unica figura dignitosa del lungometraggio (uno sprecatissimo James Hong) finisce ben presto paralizzata sotto uno scaffale? Non credo.
Comunque, la mia ricerca delle sofferenze, con questa opera, sta andando a buon fine: i mocciosi sono fenomeni in grado di guidare macchine e tenere sotto scacco i cattivi mentre un amico di Hulk, che corre i loro aiuto, si rivela di una deficienza più unica che rara. Dopo averli soccorsi e salvati dalle grinfie di “gamba di metallo”, li porta in casa sua e si diletta in vari trucchi di magia che proseguirà a esibire anche più in avanti, ad esempio quando si congeda scomparendo in una nuvola di fumo: sul serio, per partorire la sua figura, chissà quanto ne avranno consumato. Di fumo. Quello buono.
Nel frattempo prosegue l’orgia di fastidiosissimi luoghi comuni: il ragazzo giapponese pratica le arti marziali, quello obeso è il più simpatico (diciamo, il meno antipatico), il ragazzo di colore muore per primo. Ah, no, quest’ultima nozione è falsa. Io, in ogni caso, spero muoiano tutti, per par condicio. Inoltre, dopo aver scoperto che il collega prestigiatore di papi è in realtà un doppiogiochista, mi è sovvenuto il pensiero che Hulk Hogan è scomparso da un minutaggio immemore. E vista la deriva penosa del film ne sento quasi la mancanza: mai avrei pensato di dover dire, in vita mia, una cosa del genere.
Ebbene, soprassedendo sul finale scontato in cui l’eroe americano torna a fare una voce grossa da minimo sindacale (questi fugge grazie ad uno scivolo ad acqua… ), direi che con quanto appena detto abbiamo raggiunto l’apice del masochismo; c’è qualcosa di più autolesionistico di desiderare ardentemente la comparsa di Hulk Hogan? Sospetto di no. Dunque, cari amanti del male auto-inferto, potete fare a meno di manette, frustini o altri strumenti di perversione. Guardate Secret Agent… e ogni, morbosa, fantasia vedrà la luce.
P.S.
Ringrazio Willy l’Orbo per aver recensito il film.
L.
– Altri post di Willy l’Orbo:
- Death Match (1994) La versione di Willy l’Orbo
- Il ritorno di Kenshiro (1995)
- Lo Squartatore (1995)
- Potenza virtuale (1997)
- Back in Action (1993) Una spietata coppia di vendicatori
– Ultimi post con Hulk Hogan:
- The Secret Agent Club (1996)
- 3 Ninjas 4 (1998) Lo stile del dragone
- Shadow Warriors II (1999) Assalto alla montagna della morte
- Thunder in Paradise II (1994)
- No Holds Barred (1989) Senza esclusione di colpi
Insomma un po’ TRUE LIES, un po’ SPY KIDS, un po’ di Hogan, un po’ di ragazzini fastidiosi. Per me ci sono almeno 3 elementi di troppo in questa pellicola e, vi do un aiuto, non è TRUE LIES quello di troppo.
Sei troppo coraggioso Willy. Vorrei essere come te!
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Ahahaha! Non ti consiglio di essere come me! Ti vuoi del male? 🙂
Ah, c’è un unico elemento di troppo in questa pellicola…la pellicola stessa! 🙂
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Che infatti, Willy, ne è consapevole tanto da lasciarci da subito i simbolici avvertimenti del caso (a NON continuarne la visione)… quali?
1) La gamba metallica assai cigolante: segno che il film si regge su un soggetto e una sceneggiatura non proprio di ferro, anzi.
2) Il potente laser: il grosso abbaglio che prendiamo sperando che la storia migliori più avanti
3) Il manichino: la considerazione che si ha degli sventurati spettatori (in caso di dubbio, vedasi la fine del manichino)
4) L’inserviente: una dedica a tutti quegli ottimisti che, in un sussulto di dignità, rivendicano il diritto di essere umani spettatori più o meno pensanti e non manichini passivi (il laser vi dimostra in modo DEFINITIVO quanto abbiate preso l’abbaglio di cui sopra)
5) L’elicottero: “Ma dai, in fin dei conti siamo solo all’inizio. Il film deve ancora prendere quota…” Appunto, guardate l’elicottero
Al tutto dobbiamo aggiungere (per chi coraggiosamente -o incoscientemente- avesse comunque proseguito la visione) ancora:
6) La scomparsa dell’illusionista: le ultime illusioni, appunto, di poter salvare qualcosa in mezzo a tutta questa robaccia finite direttamente in fumo (che, tra l’altro, non credo nemmeno trattarsi di effetto speciale: probabile sia del tipo suggerito da Willy. Qui più che altro si erano dimenticati di aerare il set durante le riprese, mi sa)
7) La presenza/assenza di Hulk: per l’ennesima volta è come se cercasse di darci ripetutamente a intendere che preferisce starsene il più lontano possibile, perché di fare questi film proprio NON deve averne la minima voglia 😀
P.S. E lassù in locandina vedo purtroppo come pure Barry Bostwick, Lesley-Anne Down, Richard Moll e financo il povero Edward Albert (non esattamente gli ultimi arrivati) siano finiti a sprecarsi assieme a James Hong…
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Ahahahaah! La cosa preoccupante è che, nonostante gli avvertimenti sparsi e da te “dettagliati” in modo esilarante…io ho continuato la visione! Aiutatemi!!! 🙂 🙂 🙂
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Almeno Clark Kent si toglieva solo gli occhiali, non i baffi e il parrucchino! 😉 Citando David Carradine, questo è davvero Willy, all’apice del suo masochismo, Kill Will 😉 Cheers
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ahahah quando raccoglieremo in volume le recensioni Zintage, il nome è già deciso: “Kill Will” 😀
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Ahaaha ottimo! Sono felice di aver contribuito 😉 Cheers!
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Il volume è già prossimo alle stampe, nevvero? 🙂
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Manca solo l’introduzione di Tarantino 😀
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Preferirei l’introduzione di un Albert Pyun…ma mi accontento! 🙂
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Eh magari! A questo punto pure un contributo dal Re Jim Wynorski e dal Principe Stephen Baldwin 😀
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Sto già sognando ad occhi aperti 😍😍😍
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Ahahaah! Maginifico! Kill Will…aggiudicato! 🙂
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Guarda che nel famigerato Sumo monster truck match,Hogan non aveva i baffi e finisce sodomizzato dal tuo amico Ron Reiss vestita da mummia ma li lo chiamano Yeti,be anche la figlia Brooke e sulla strada della Z ma almeno ha due belle zinne.
Hogan+Goonies=disastro zintage.
Ma in copertina c’è Oliver Platt?.
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Niente Platt da quanto mi risulta, solo somiglianze!
E di Hogan sodomizzato dallo Yeti avevamo già parlato in un film dove recitano (oddio, recitano…) entrambi e gli fa una mossa simile…a volte ritornano! 🙂
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Ah, ineccepibile l’addizione sul disastro zintage e…speriamo in Brooke e nelle sue zinne! 🙂
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Lucius, grazie per foto e didascalie, questa volta erano proprio basilari per testimoniare lo scempio! 🙂
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Non avendo mai visto il film sono rimasto allibito davanti alle foto! Per fortuna sono sempre riuscito ad evitare Hogan 😛
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Hai sempre evitato Hogan? Allora hai visto un bel mondo! 🙂
Ma ti porterò sulla (scor)retta via 🙂
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ahahah qualcosa l’ho intravisto ma ho chiuso forte gli occhi 😛
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Ti capisco 😱😂
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Hulk Hogan in queste condizioni sembra quasi Paul Hogan 😮
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Ma quello di ora…ottantenne o giù di lì 🙂
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Quando vince la pigrizia sulla voglia di apparire di un tipo che ama stare al centro dell’attenzione, c’è sempre qualcosa che non va… oltre alla sceneggiatura di Frankenstein, assemblata con pezzi di scarto di altri film 😛
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Sulla prima tua deduzione…c’hai visto proprio giusto! 🙂
Su “sceneggiatura di Frankenstein”…è troppo bella, te la rubo! 🙂 🙂
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