Siamo nel 1980, da due anni gli italiani sono impazziti per Zombi (Dawn of the Dead, 1978) di George A. Romero e le budella divorate a favore di camera: lo splatter è pronto a conquistare un intero decennio in ogni forma di comunicazione, dai film ai libri ai fumetti.
Il regista romano Andrea Bianchi era specializzato in pellicole di vario genere accomunate però da elementi pruriginosi, firmandosi spesso Andrew White e a volte A.M. Frank W. Penso che il suo film più celebre del periodo sia il thrilling Nude per l’assassino (1975), dove il giallo faceva da sfondo ad una parata di bellezze intente a spogliarsi. (Fra cui delle giovanissime Edwige Fenech e Solvi Stubing.)
Non stupisce dunque che giri una vicenda di morti viventi non lesinando su scene pruriginose e trovate scabrose.
Di sicuro la Esteban Cinematografica ha prodotto un film dal titolo Le notti del terrore, distribuito dalla Indipendenti Regionali e con visto censura del 24 ottobre 1980 (fonte: ANICA) ma della effettiva proiezione in sala non ho trovato tracce. Anche perché scegliere un titolo così simile a Notti di terrore (The Devil Bat, 1940) non è stata una buona idea, visto che quest’ultimo film con Bela Lugosi ha avuto una vita prolificissima in Italia. Però su eBay sono acquistabili locandine cinematografiche dell’epoca, quindi da qualche parte è facile che il film sia stato proiettato, senza però lasciare altra traccia se non un trafiletto del “Corriere della Sera” del 9 agosto 1981, dal titolo «Zombi insulsi».
Di sicuro esiste una rara VHS dell’epoca, targata Gala Film International Video (di datazione ignota), così come di sicuro la CVC e Pulp Video (Cecchi Gori) ristampano il film in VHS e DVD nel marzo 2003 a noleggio, in vendita dal giugno successivo, ripetendo l’operazione nel 2016.
Però esiste una VHS datata 1987 – ristampata per parecchie case, fra cui Cosmo Film e AVO Film – con il titolo Zombi Horror, con identico cast: è una versione alternativa o una semplice ristampa del film con altro titolo? (Capita che le videoguide anni Novanta presentino i due titoli come film diversi.)
Com’è accaduto (troppo) spesso per i filmacci italiani che non meritano visibilità, questo ha avuto una titanica visibilità, conoscendo una distribuzione capillare ignota a ben altri film, che avrebbero meritato di più. Quindi esattamente come tanti altri prodotti escrementizi che meriterebbero di essere sepolti – con tanto di paletto di frassino nel cuore – il film è più conosciuto di Fellini e da decenni è protagonista di una fama immeritata in varie lingue.
La storia dunque è ben nota. Un sedicente archeologo trova delle iscrizioni in una tomba etrusca e, traducendole, evoca dei non meglio specificati morti viventi, che non è chiaro se siano zombie o demoni, comunque si comportano come i personaggi di Romero: quando “mozzicano” qualcuno, questi si trasforma a sua volta in zombie.
Alla villa in campagna del professore – il film pare sia stato girato a Frascati, nella provincia romana – arriva gente varia che lo sceneggiatore non si sente in dovere di presentarci: sono semplici personaggi buttati a casaccio. Uno di loro ha una macchina da scrivere, forse è un giornalista, ma in realtà l’unica occupazione di questi tizi è copulare, e da quel punto di vista le quote rosa sono state scelte oculatamente.
Ben presto gli ospiti della villa si rendono conto di essere finiti sotto assedio da parte di misteriosi morti viventi – che alla domanda «Chi siete?» stranamente non rispondono! – ed inizia una dinamica da “cinema d’assedio” trattata ovviamente in modo cialtrone e insoddisfacente, come il cinema di genere italiano ci ha insegnato.
Mentre l’ottimo doppiaggio stona con le espressioni imbarazzanti di attori improvvisati, si alternano alcune scene di culto che in quanto a bruttezza non sono seconde a nessun filmaccio straniero. Tipo il ricciolone che nel magazzino delle antichità etrusche insegna a sparare alla fidanzata (con un’intera campagna a disposizione!) o il rapporto madre/figlio che ha colpito tutti i recensori, moderni e contemporanei.
Il 25enne caratterista romano Pietro Barzocchini interpreta un ragazzino, avendone le sembianze ma non il viso: ignoro se il ridicolo di questa scelta fosse voluto. La sua maggiore età sicuramente consente al film di mostrare un rapporto incestuoso fra lui e la madre, quello che Jonathan Hatfull sul numero 119 di “Sci-Fi Now” (giugno 2016) ha definito «only there for transgressive titillation», come a dire che non c’è altro motivo per quella scelta di sceneggiatura se non per meri scopi pruriginosi.
La splendida Mariangela Giordano è una perfetta milf ante litteram quindi lo spettatore non ha problemi a condividere l’insano desiderio del figlio, o ovviamente la scena chiave del film che lo consegna all’immortalità è quando la madre, impazzita per il destino del figlio, spinge il ragazzino-zombie verso il proprio seno nudo, in un guizzo di senso materno deviato: essendo uno “zombetto”, il ragazzino non può far altro che mordere…
Un mistero dalla sceneggiatura lascia in sospeso una domanda: se gli zombie fanno a pezzi le loro vittime, mangiandone le budella… come fanno dette vittime a tornare poi in vita presentandosi integre nel corpo? Che fanno le budella, ricrescono? Ovviamente è inutile porsi domande logiche su un film italiano.
In occasione del rilascio dell’edizione Blu-ray britannica del film (!!!), con il titolo Burial Ground, la rivista “The Dark Side” n. 174 (aprile 2016) pur considerandolo «a must for zombie fans» non lesina sulle critiche:
«La sceneggiatura potrebbe essere stata scritta da un pesce rosso ma il regista Andrea Bianchi se ne strafrega [didn’t give a Donald Duck about that] perché ha ingaggiato l’effettista speciale preferito di Lucio Fulci, Gino De Rossi, e gli ha dato scorte infinite di lattice.»
Le notti del terrore, The Nights of Terror, Zombi Horror o Buried Ground che dir si voglia è una delle vergognose buffonate che hanno reso l’Italia famosa nel mondo, e visto che tutti sono contenti quando i Paesi più disparati ridono degli italiani, evidentemente va bene così.
È un film che andrebbe dimenticato invece orde di fan lo tengono vivo… anzi, morto vivente. Io non sono un suo fan e vorrei che non esistesse, però testimonia come il “cinema d’assedio zombi” sia filtrato nel genere cialtronesco italiano degli anni Ottanta, pronto ad esplodere con prodotti che fanno piangere l’Inferno. Volevo dunque lasciarne traccia per futuri sviluppi del ciclo, con film decisamente migliori. (Basta uno schermo vuoto per essere migliore di questo film!)
Chiudo con questo estratto dal saggio La piccola cineteca degli orrori (RCS 2009) a cura di Manlio Gomarasca e Davide Pulici
«È un instant movie che trova la sua ragion d’essere nel cuore della stagione zombofila del bis italiano (1979-1982), dopo Zombi Holocaust e Virus. Fin dallo strillo dei flani (“Lanceremo sullo schermo 18 fotogrammi al secondo di paura assoluta!”) si intuisce benissimo il tenore dell’opera e dell’operazione, messa in piedi investendo il poco disponibile nel trucco dei morti viventi e negli effetti speciali, che, a dire la verità, non sono inefficaci. Gli attori erano quelli da un euro la dozzina […]. Eppure queste minimalità finiscono per risultare un pregio piuttosto che il limite del film: lo squallore (della regia, delle scenografie, dell’interpretazione) si sublima nel suo contrario, e scene come quella in cui il mostro idrocefalo cerca di infilare le mani tra le cosce della madre, per poi, trasformato in zombi, avventarsi sul capezzolo che la donna gli porge in sacrificio, entrano nella leggenda.»
L.
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BARZOCCHINI OGGI
SFOGLIA IL PHOTO-PRESS TEDESCO DEL FILM
Sai che l’ho visto? E credo più di qualche volta… È il classico titolo da “notte horror dei poveri” che veniva trasmesso a ciclo continuo nei canali regionali a orari che vanno dalle 2 alle 5 del mattino. Su un canale trovi questo e sul canale dopo c’è una signorina gentile che mostra le zinne a chi le telefona spendendosi uno stipendio.
Tornando al nostro “Le notti del terrore”, ovviamente non mi ricordo assolutamente nulla della pellicola tranne la scena clou che ha reso il film immortale tra gli appassionati: la morsicata alla tetta.
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Purtroppo non c’è altro da ricordare 😛
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E’ da rivedere, rivedere e rivedere.
Dovrebbero dare a Bianchi un premio per aver reso l’umanità più spensierata dopo la visione di questo film.
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Visto pure io! Pure io ho il medesimo ricordo! Pure io ho speso lo stipendio sull’altro canale…ah, no! Quello no! 🙂
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ahahah ti sei immedesimato troppo 😀
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Mai visto, ma di B movie horror all’italiana ne ho visto pochi. Per ottimi motivi…
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C A P O L A V O R O
Visto tre volte, con tre amici diversi, e tutte e tre le volte mi ha divertito incredibilmente.
Splatter a livelli altissimi, dialoghi risibili, attori di serie Z, tette, il mitico Peter Bark, un finale assurdo. C’è tutto.
Se posso, nel lontano 2011 avevo scritto anche io la mia recensione 😀
http://rikynova.blogspot.com/2011/11/film-horror-zombie-horror-aka-le-notti_25.html
Bellissima la copertina della vhs Avo: sembra un film americano horror anni ’80, non c’entra nulla col film 😀
«La sceneggiatura potrebbe essere stata scritta da un pesce rosso ma il regista Andrea Bianchi se ne strafrega [didn’t give a Donald Duck about that] perché ha ingaggiato l’effettista speciale preferito di Lucio Fulci, Gino De Rossi, e gli ha dato scorte infinite di lattice.»
Proprio così, mai più descrizione fu azzeccata.
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Non condivido l’entusiasmo ma sono contento ti sia piaciuta l’iniziativa 😛
Io ho visto il film solo due volte, anche se due di troppo, quindi mi hai battuto 😀
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Forse, stando se non altro a quanto mi hanno fracassato gli zebedei negli anni elevandolo a film di Sculto, una volta almeno dovrei vedermelo anch’io… però qualcosa mi dice già che condividerò il tuo NON entusiasmo 😛
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Se la nomina a Sculto venisse da veri appassionati, potremmo anche discuterne, invece è uno stato indotto dalla mera quantità: è stato distribuito a livello capillare e trasmesso a profusione, e quindi è molto conosciuto, a discapito di film coetanei decisamente migliori ma scomparsi subito. Invece di andare ad informarsi, i “nominatori di cult trash” si basano sulla tenerezza dei ricordi d’infanzia e nominano semplicemente il film che gli è capitato più spesso sotto gli occhi. Cioè la spazzatura che, costando poco, viene trasmessa di più.
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Già. Perché poi i fatti dimostrano quanto, alla fine, questi superficiali ma numerosi “nominatori di cult trash” siano tutt’altro che secondari nell’influenzare le scelte di un mercato di nicchia che dovrebbe rispondere a ben altri criteri (puntando più sul classico introvabile che non sulla merda inguardabile, per dire): c’è poco da sorprendersi quindi che, a differenza di titoli infinitamente più degni, una roba come questa -mi è bastata una sola visione per NON esserne fan- possa circolare in varie (nonché fin troppo curate) edizioni/riedizioni/limited editions ecc. ecc. da anni e anni…
P.S. “Sembrano corrosi dal tempo” (almeno dove c’era lattice a sufficienza, poi venivano comodi anche quelli più freschi)… lo zombie gattoni… le secchiate di vernice… un’ora e venti buttata via (anche se, obtorto collo, alla trappola bastarda del convento devo riconoscere una qual certa efficacia) 😛
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Finora però il coraggio di fare la versione Blu-ray delle porcate italiane ce l’hanno avuto solo gli anglofoni, che possono contare su un mercato vasto, perché i tanti estimatori italiani del trash amano parlare ma poco spendere, così alla fine ristampano sempre le solite minchiate economiche, e si crea un gusto deviato: si pensa che spazzatura tipo questa sia “trash di qualità” mentre è solo un economico rifiuto da dare in pasto a chi non sa nemmeno l’oceano di inediti che si sta perdendo, ogni volta che rivede un trash italiano…
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Concordo con Lucius sul discorso “entusiasmo”. Però ti sei appena guadagnato un nuovo lettore! 😃
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Grazie Zio 😀
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Ma lo zombie sembra un vaso di fiori e pensare che questi film all’estero li fanno pagare cari,su Tv8 ho trovato questo filmetto ridicolo con incredibile Robert Knepper nella parte del poliziotto buono,non riesco a ricodarmi il titolo italico comunque quello americano e The Hoarder,film mono location
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Pingback: Le notti del terrore (1980) Gli zombi etruschi! – WONDERFUL WONDERS AND OTHERS
Oh ma finalmente! Qualcuno che lo dice che questo film è più famoso che bello, anzi, che è proprio brutto! Sono completamente d’accordo, gode di una fama immeritata. Mi rendo conto che l’idea degli zombie (con la Z) etruschi per te fosse irresistibile, e anche se hai dovuto vederti un pessimo film, penso sia perfetto per queste pagine. Cheers!
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Infatti dovrei decidermi a recuperare pure lo storico “L’Etrusco uccide ancora”, che ricordo almeno un po’ decente: anche se basta davvero poco per essere meglio di ‘sta roba!!! 😀
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Cassidyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyyy la fama è meritatissima, è un film così brutto da passare il limite e diventare un culto!!!
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Pingback: [Il Zinnefilo] Le notti del terrore (1980) | Il Zinefilo
Di sicuro esista una rara VHS dell’epoca, targata Gala Film International Video (di datazione ignota), così come di sicuro la CVC e Pulp Video (Cecchi Gori) ristampano
ESISTA è un errore perke sarebbe indicativo o mi sono perso la principale?
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Grazie della dritta: ho corretto.
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No dai, anche la scena degli zombi che uccidono la tipa prima lanciandogli i coltelli e poi decapitandola con la falce è da antologa !
Anche se la scena con Peter Bark ha quel misto attrazione/repulsione + trash che la rende psicologicamente indimenticabile .
Un film che oggi vedi solo su internet, mentre negli anni 90 andava a nastro sulle regionali come Odeon/Telereporter.
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Ad aver immaginato che sarebbe stato tutto materiale dimenticato, all’epoca avrei costantemente registrato film dai canali regionali 😛
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