The Black Room (2017) Il Demone Scopone

Non si diventa re senza sporcarsi le mani. Netflix in breve tempo è diventata la regina dell’home video, e quindi… quasi per definizione deve eccellere nelle più vergognose porcate che occhio umano abbia la disgrazia di incontrare.

So’ bravi tutti a portare filmacci in videoteca: per essere regina, Netflix deve portare il Male assoluto… come per esempio il mefitico The Black Room.

Un titolo di classe, sottile sottile…

Il newyorkese Rolfe Kanefsky è specializzato in minchiatine horror a sfondo sexy, anche se in reltà il genere stesso horror ha nel proprio DNA una componente sensuale: qui però parliamo di film che farebbero vergognare Satana in persona con molta più attenzione alla sessualità (sempre censurata) rispetto ad un normale horror da cassetta.
Nella sua sorprendente filmografia trovo titoli come The Sex Files (1998) e The Erotic Misadventures of the Invisible Man (2003) ma soprattutto stiamo parlando del grande riscopritore di un classico italiano: una serie di film del 2011 dal titolo Emmanuelle Through Time.
Insomma, un regista coi guanti bianchi… o meglio, un guanto solo…

Un’inquadratura degna di finire nel Manuale del Regista Horror

Dai tempi di Ed Wood è noto che un qualsiasi filmaccio pezzente guadagna punti se ha per protagonista una star fallita, così che la distribuzione possa andare a nozze sventolando in locandina un nome che non conta più niente da decenni: identikit perfetto di Natasha Henstridge, canadese che ha fatto girare la testa al mondo nel 1995 con Species e che non è più riuscita a fare qualcosa che meriti d’essere menzionato. (Scusa, Maestro, ma nessuno del cast di Fantasmi da Marte va in giro a dire di aver fatto parte di Fantasmi da Marte!)

La faccia di Natasha quando ha saputo di questo film

Ormai Natasha viene via a due spicci, disposta a fare robe vergognose tipo Assediati in casa (2016), è però vero che mai l’ho vista scendere così in basso.
Però ci fermiamo alla biondina che vent’anni fa era famosa? Non c’è un volto più noto, magari legato all’horror? Sì che c’è: Lin Shaye, la vera protagonista della Saga di Insidious. Magari costa un po’ di più, ma tanto deve fare una comparsata di trenta secondi.

Uno dei dieci fotogrammi in cui appare Lin Shaye

Jennifer (Natasha Henstridge) e Paul Hemdale (Lukas Hassel) – il cui cognome ricorda una casa attiva quando il cinema era cinema – si trasferiscono nella nuova casa senza stare a badare alle storie raccapriccianti che racconta loro l’agente immobiliare. La vecchia proprietaria è scomparsa nel nulla mentre la nipote è rimasta ustionata dalla caldaia assassina: va be’, i classici incidenti domestici.
Non sanno i tapini che nella casa c’è il Demone Scopone che vive in cantina, in una stanza nera con le sue cinquanta sfumature di nero: non è una battuta, viene detto sul serio nel film!

Salve, sono il Demone Scopone: posso mostrare il mio hobby?

Mi piacerebbe pensare che il nostro lussurioso Kanefsky abbia tratto ispirazione dal romanzo Incubus (1976) di Ray Russell, ma credo si sia limitato alla vulgata comune americana, per cui il medievale incubus si è trasformato in spiritello porcello, da alternare con la sua controparte succubus: capisci che il Maligno è fra noi quando anche in home video italiano arriva Succubus (2007) con Gary Busey e Lorenzo Lamas.

Oddio, qualcuno mi si vuole incubare!

Non sembri però che la sceneggiatura faccia uso di richiami “alti”: buttata lì la parola incubus si passa subito a slinguazzare le pareti, a stracciare mutande e… a rovesciare le tette sulla schiena!

Date subito il Premio Nobel a questa scena!

Fra una copula infernale e una pomiciata satanica, fra una slinguazzata fantasma e una mano morta, tutto si svolge in maniera imbarazzante con mezzi che definire “di fortuna” è un po’ troppo: credo che il budget sia talmente basso da finire in negativo: gli attori hanno dovuto pagare per stare in scena!

Dài da mangiare al Demone Scopone!

A parte la scena del “rovesciamento mammario” non c’è davvero altro da citare in questa paccottiglia che potrebbe assomigliare ad un film, se vista da lontano.

Qui Lin Shaye avrebbe dovuto dire «Uccidimi!», per uscire dal film

Non mi rimane che complimentarmi con Netflix per l’altissima qualità della spazzatura con cui tinge di marrone il proprio canale: non le bastano le cento serie televisive che produce ogni giorno? Non le bastano i milioni di film a disposizione? Ha proprio bisogno di caricarsi sulle spalle questi quintali di letame? Evidentemente sì…

L.

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40 risposte a The Black Room (2017) Il Demone Scopone

  1. Denis ha detto:

    C’è anche la Swain di Face Off infatti questo e un film da mani in faccia,mi ricordo che su Ciak il sommo De Palma disse che con il profilare di canali digitali ci doveva almeno qualcuno che faceva roba di qualità la profezia non si è avverata ma almeno alle stelle o presente tali i decadute il lavoro non manca,e ho notato che anche i cartoni animati sono diventati più demenziali e disegnati da bambini dell’asilo e si può estendere anche alla musica o le povere pop star che per vendere il disco fanno videoclip che sono dei soft core ma ogni tanto in un mare di schifezze qualcosa di buono lo si becca^_^

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  2. Kukuviza ha detto:

    Ma le serie della Netflix non vengono tanto decantate per qualità? E allora non temono di sputtanarsi con queste boiate immani? O forse non gliene frega niente.
    “Fantasmi su Marte” sembrava girato in garage con 1 dollaro, in effetti.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Rispetto al cinema successivo, Fantasmi da Marte è sempre un dignitoso prodotto di serie B, anche se nessuno degli attori coinvolti ama ammetterlo! Quando parlano di Jason Statham non mi è mai capitato di sentirlo citare 😀
      Purtroppo dei film non frega una mazza a nessuno, il grande pubblico al massimo vede il blockbuster del momento e poi giù di reality, soap, talk show e al massimo serie TV. Non rimane molto tempo per rendersi conto che il cinema trasmesso dalle reti TV è in gran parte spazzatura. Netflix deve riempire il palinsesto e quindi trasmette bestemmie a forma di film, roba che andrebbe denunciata al Tribunale dell’Aja per violazione dei basilari diritti umani, ma tanto nessuno li vede quindi alla fin fine chi se ne accorge? Come dico spesso, ogni singolo weekend degli ultimi 10 o 15 anni Rete4 ha trasmesso un film di Seagal senza che nessuno si lamentasse della cosa…
      Purtroppo una sensibilmente aumentata proposta di home video (nel senso di cinema da fruire fuori dalla sala) non corrisponde a una reale produzione filmica, quindi tocca riempire i palinsesti di porcate come questa, girate al volo e con due spicci e quindi in quantità industriale. Il giorno che il grande pubblico comincerà per la prima volta a vedere film in modo regolare – cioè all’incirca un film al giorno, come si usava ancora negli anni Novanta – qualcuno si accorgerà dell’abominio che è diventato il cinema…

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      • Kukuviza ha detto:

        Ma è possibile che film più vecchi e più decenti costino così tanto? Non riesco a capacitarmi di questa cosa. Come funziona? Ogni volta che c’è un passaggio in tv bisogna pagare i diritti?
        Io non so neanche come funziona Netflix, ma anch’essa deve riempire palinsesti? Non è solo ondemand?
        Ho fatto un intervento di sole domande.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non sono un esperto, mi limito a constatare un’evidenza decennale. I film distributi da grossi studios sicuramente costano di più delle porcate girate da Pizza & Fichi Productions, ma soprattutto sono più pignoli. La Fox magari ti vende un film per dieci passaggi televisivi in un tot di anni – recentemente la Rai ha risolverato Alien, scomparso da anni, e l’ha già replicato tre o quattro volte – con un costo X. La bulgara UFO o la Marvista se gli paghi da bere ti tirano appresso cento film da replicare quanto vuoi, che tanto il costo è la decima parte di X. Statisticamente in TV vedremo filmacci dieci volte di più rispetto ai filmoni, per semplici questioni di costi e di passaggi.
        Poi ci sono accordi commerciali, accordi di distribuzione, autori potenti che dettano regole – un regista famoso è in grado di premere la casa perché distribuisca il film solo in certi modi – e tante variabili, senza dimenticare le truffe. Però il risultato è sempre lo stesso: è molto più facile che vedrai programmare una parodia che l’originale. Ne parlavo tempo fa su Frankenstein: l’originale Universal è ignoto in Italia, mentre la parodia di Brooks è l’unico Frankenstein noto. Semplicemente perché il primo è stato trasmesso in TV quattro volte, il secondo forse 40!
        Netflix deve far vedere che ha un archivio immenso di film, ma ogni titolo deve pagarlo alla rispettiva casa e soprattutto deve rivolgersi ad un pubblico che non gliene frega niente di cinema. La soluzione è perfetta è buttare in primo piano una decina di blockbuster e poi riempire con cento porcate che vengono via a due soldi.
        Se gli spettatori iniziassero a scrivere mail a Netflix lamentandosi dell’ignominiosa qualità dei film presentati, sicuramente le cose cambierebbero e il servizio pagherebbe magari qualcosa di più per avere più film buoni, ma visto che nessuno dice niente – intendo nessuno in America – perché buttare i soldi a comprare film seri?
        Ne parlavamo riguardo Gregory Peck: del mare di suoi film al massimo puoi beccare “Vacanze romane” perché La7 si è comprato un po’ di passaggi e lo manda spesso. Per il resto come fa uno spettatore di oggi a sapere chi sia Peck? O Robert Mitchum o un qualsiasi attore del passato: grasso che cola se oggi conoscono Clint Eastwood, che sento sempre citare come “Quello di Gran Torino”…

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      • Kukuviza ha detto:

        E pensare che negli anni ’80 la rai mandava in prima serata film di Hitchcock, che avevano comunque una trentina d’anni. Una volta era normale conoscere attori e cantanti di 20, 30, 40 anni prima. Oggi un giovane non ce la fa a sapere chi c’era 10 anni fa.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Hai notato come anche nel mondo musicale le carriere siano diventate “giornaliere”? Sbrigativamente dicono che non ci sono più le grandi band di una volta perché la qualità della musica si è abbassata, invece credo dipenda da semplice commercio: perché guadagnare con una band per vent’anni quando la stessa cifra posso guadagnarla in un anno con venti band?
        E per il cinema è lo stesso: che ci faccio con un grande attore? Vuole essere pagato, vuole le royalties ogni volta che il suo film è proiettato, magari per contratto ha pure diritto ad una percentuale dei guadagni di distribuzione del film – cosa che rendette James Brolin ricco, grazie ad “Amityville Horror” che lui stesso considerava una bojata! – perché devo pagare così tanti soldi per un attorone… quando posso invadere il mercato con dieci attorini inutili la cui somma però per me è un guadagno similare? Gli attori improvvisati delle centinaia di filmacci che ci invadono ogni anno grasso che cola se prendono uno stipendio da attore: figuriamoci percentuali sulle vendite, royalties e cose varie! Così i film costano poco e girano dieci volte di più del filmone del momento.
        Così ogni settimana trasmettono quella buffonata di “Accidental Spy” e tutti fanno finta di sapere chi sia Jackie Chan, sebbene i suoi costosissimi film del passato – quelli in cui era DAVVERO Jackie Chan – sono tutti ignoti ai più, perché mai trasmessi da alcun canale. (se non per sbaglio e giusto due o tre volte in trent’anni)

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      • Kukuviza ha detto:

        E’ un cane che si morde la coda, quindi. Il grande pubblico diventa sempre più ignorante e alla fine gli va bene quello che gli propinano.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Per questo non credo alle classifiche dei “più visti”, così come non credo alla fama degli scrittori. Nel nostro Paese da 40 anni vengono ristampati regolarmente tutti i romanzi di Agatha Christie, mentre gli altri autori del giallo classico vengno regolarmente dimenticati: come fai a dire che la Christie è l’autrice più amata degli italiani? E’ l’unica che corra, è ovvio che vinca la gara…
        Per il cinema è uguale, gli attori del passato da vent’anni fanno solo porcate ma vivono di rendita perché in realtà il pubblico da vent’anni non vede un loro film. Quando dicono che Robert De Niro è il più grande attore al mondo poi citano un film anni ’70, mica una delle cretinate che fa da vent’anni! E gli attori del bianco e nero non sanno manco cosa siano: che vuol dire “bianco e nero”? 😀

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      • Kukuviza ha detto:

        Agatha Christie mi ha rotto le scatole. Posso dirlo? L’ho detto. Lei e le sue soluzioni assurde.
        L’ultima frase mi ha fatto ridere (anche se è abbastanza triste).

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Condivido in pieno, ma purtroppo è l’unico “giallo” conosciuto e accettato in Italia: che peccato…

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      • Conte Gracula ha detto:

        A me la Christie non dispiace, però non è che esistesse solo lei…non sono un espertone di gialli, ma so che anche solo nel giallo classico all’inglese, lei era in ottima e nutrita compagnia!

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Tutti autori trattati malissimo in Italia, ristampati pochissimo e da anni dimenticati…

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      • Conte Gracula ha detto:

        Credo sia fuori moda la costruzione matematica dei vecchi gialli: sembra – sembra, eh – più facile costruire un thriller col serial killer o l’assedio. Sicuramente camuffi meglio gli errori, superficialmente…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        SIcuramente non va più di moda quello stile, però allora perché la Christie vende ancora? Boh…

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      • Conte Gracula ha detto:

        Perché il primo che arriva vince, in Italia 😛
        Scherzi a parte, in un paese governato dal concetto di auctoritas, la Christie è diventata proprio un’autorità, al punto che pochi se la filano fuori dal giallo – ha scritto anche storie dell’occulto, ma pochi lo sanno 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Trattandosi di Italia, è ovviamente un’autorità autoreferenziale 😛

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    • Conte Gracula ha detto:

      Fantasmi da Marte non so se fosse più brutto o più noioso…

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  3. Cassidy ha detto:

    Hai ragione, nessuno va in giro a vantarsi di aver recitato in “Fantasmi da Marte”, anche se dovrebbero! 😛 Scherzi a parte, hai ragione su tutta la linea, nel tentativo di risultare credibili anche nella produzione di film, oltre che di serie tv, Netflix spara in aria cercando di colpire qualcosa, a volte ci riesce, il più delle volte proprio no.

    Che poi l’idea del venir violentati è tremenda, figuriamoci da una creatura soprannaturale votata a tale lasciva attività, ne potrebbe venire fuori qualcosa di davvero spaventoso, nelle mani giuste però e no non sono quelle di Rolfe Kanefsky. Quella sul guanto che hai scritto mi sembra riassuntiva del suo cinema 😉 Cheers!

    P.S. Le retrobocce valgono per la rubrica con la doppia “N”? 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      ahahah me lo sono chiesto, ma era davvero un peccato non mostrare qui l’unico momento ispirato del film 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Il Demone Scopone con il suo “attacco diabolico della retro-tetta ” 😀
        Purtroppo, il tutto non ha nemmeno l’alibi di trovarsi in un film dei fratelli Wayans… no, al loro posto qui c’è un Kanefsky che sembra addirittura volersi quasi prendere sul serio (senza esserne capace, ovvio) 😦

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        I Wayans sono Kubrick al confronto! 😀

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    • Kukuviza ha detto:

      Ma non c’era anche quel film “Entity” dove una veniva violentata da un essere soprannaturale? Non l’ho mai visto ma mi ricordo del trailer.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Erano anni in cui andva di moda. La copertina del citato romanzo “Incubus” vedeva un demone copulare con una donna urlante (ero ragazzino quindi quando lo vidi nella biblioteca di casa mi colpì parecchio!) Per questo si potrebbe ipotizzare che il regista si sia rifatto a certa tradizione anni Settanta, dove cinema e narrativa utilizzavano questa immagine. (Vogliamo parlare di “Rosemary’s Baby”?)

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      • Conte Gracula ha detto:

        Credo ci fosse anche in La casa 4 (quello con Hasslehoff) la scena con uno stupro diabolico. E poi, ovviamente, in altri filmacci da notte horror di cui nemmeno ricordo il titolo: sempre scene di stupri gestite con la sensibilità di chi le inserisce in un film porno, venti secondi dopo, tutto a posto, come se avessi perso una bic per strada…

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      • Giuseppe ha detto:

        Se ti capita dagli un’occhiata a Entity, perché merita. Poi, proprio a proposito di Incubus, ci sarebbe l’omonimo film diretto da John Hough nel 1982 su soggetto dello stesso Ray Russell, che però non ho visto (e, a dire il vero, ne ho sempre sentito parlare in termini poco entusiastici)…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Per una cultura come quella americana, ossessionata dal sesso per cui o lo si fa in modo sguaiato o lo si demonizza (e ai giovani si consiglia l’astinenza), un soggetto come quello di Russell è oro puro: l’associazione “sesso = demone” è nella mente di ogni americano, almeno al cinema, quindi ciò che risulta strano è che non esistano molti più film sull’incubus!
        Comunque grazie della dritta, cercherò quel film 😉

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  4. Zio Portillo ha detto:

    Siamo finalmente giunti alla contro-parodia. Questo è palesemente un film porno della Vivid (o della Evil Angel, chennesò…) riadattato a film “serio”. Hanno tenuto le location, i costumi e la troupe. Magari hanno pure riciclato qualche scena mettendo nei contro campi la Henstridge o Swain. Dai… Come si fa a scrivere e girare un film del genere? Il demone lascivo che si inchiappetta i proprietari della casa… Se non è un film hard questo allora non lo so.
    Per quanto riguarda il discorso tra Lucius e Kukuviza, credo che meglio di così non si possa spiegare la situazione culturale in Italia. Cinema, musica, libri,… Tutto è al ribasso per puntare sulla quantità piuttosto che sulla qualità. Cantanti (almeno 5-6 nuovi ogni anno) che escono dai talent e sono come i kleenex: usa e getta. Tanto il prossimo anno ce ne saranno altrettanti nuovi che prenderanno il posto dei vecchi. Solo uno ogni tot anni avrà un successo duraturo, ma il 99% sparirà nel nulla.
    I film sono diventati la sagra del risparmio. Per ogni titolo top con mega cast e mega budget ce ne sono 30 che lavorano a sbafo con i medesimi materiali, location, e troupe. Trame senza senso o fatte col copia&incolla e via. Ma qua torniamo al discorso sul risparmio/tassazione che abbiamo fatto mille volte.
    Libri. Basta un titolo leggermente originale (penso a “Il codice Da Vinci” giusto per citare un libro super famoso) ed ecco che escono centinaia di cloni tutti uguali. Cambia il famoso (Da Vinci, Napoleone, Galileo,…), ma tutti ricalcano la medesima caccia al tesoro del libro di Brown. Ovviamente i cloni vengono via a 6,99€ in formato cartaceo ma la qualità dov’è? E tra 20 anni chi si ricorderà di questi titoli-clone? Li troverai alle bancarelle a 1€ al chilo. A me (A ME!!! Che non sono nessuno! Scrivo di merda, zeppo di errori banalissimi e ho solo un blog del cavolo sul Fantacalcio che leggono giusto gli amici del sabato sera per percularci sulle partite) una minuscola casa editrice ha chiesto se avevo voglia di scrivere un libro (UN LIBRO!!!) sulle curiosità del calcio tipo i bidoni, le truffe, gli aneddoti,… Che lo avrebbero pubblicato. Ma ci rendiamo conto?!?!

    Ultimo. Posso dire la mia su De Niro? (per me il miglior attore di sempre). Negli ultimi 20 anni (a memoria da “Ronin” nel 1998) semplicemente se ne sbatte le palle e fa porcate random giusto per pagarsi il mutuo della terza villa ai Caraibi. Tanto non deve dimostrare più nulla e lavora a cottimo. Due giorni di riprese, uno shot solo per scena e via. Incassa l’assegno e ciao a tutti. Mi fa rabbia perché uno col suo talento non dovrebbe abbassarsi a girare “Nonno Scatenato” o “Manuale d’Amore 3” ma chi sono io per giudicarlo?

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    • Kukuviza ha detto:

      Ma io veramente mi chiedo perché devono aver bisogno di tutti sti soldi. La faccia, la reputazione, il talento..proprio chi potrebbe tranquillamente tenerseli tutti li butta invece nel cesso della terza villa ai Caraibi.
      Io non dico che debbano fare tutti come Daniel Day Lewis, ma un minimo…

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  5. Denis ha detto:

    Più interessante la discussione del film quindi un merito almeno l’ha avuto^_^
    Come detto gia nei commenti precedenti si fanno film,cartoni animati,serie tv a raffica per gli spazi pubblicitari e poter dire la mia pay view offre migliaia d’ore di programmazione tanto nessuno vedrà mai tutto,non solo i ragazzini non sanno gli attori e cantanti vecchi mo ho conosciuto anche 30-40 anni che non sapevano chi era David Bowie!
    Poi alcuni film sono fatti per andare in perdita di proposito e via
    Sarò nostalgico ma alcuni film di B degli’80 e ’90 erano oro colato e pure di inizio 2000 con gli horror francesi

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Dirò solo questo: sono ufficialmente innamorato di un film e di una scena (indovina quale) e sono quei momenti in cui ringrazio Dio per questo blog che mi fa conoscere cotanto trash 🙂

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  7. Kukuviza ha detto:

    A proposito, Dominique Swain non era quella che aveva fatto Lolita?

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  8. Pietro Sabatelli ha detto:

    Praticamente la versione hot di It Follows, interessante 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Non vorrei ricordare male, ma in “It Follows” non ci sono delle specie di fantasmi-demoni “inseguitori” che appaiono dopo un atto sessuale? Diciamo che è figlio dello stesso stereotipo americano per cui il sesso è diabolico, quando compiuto al di fuori del matrimonio, però la trama è diversa. Qui c’è un demone che vive nella cantina di una casa e “possiede” (nel vero senso della parola) chiunque venga ad abitarci. Diciamo che è la versione hot di “Amityville” 😉

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