Shadow of Fear (2004) e le altre Porcate del Brivido

Più che una recensione questo è un post di servizio: quando in videoteca o su bancarella trovate un DVD della serie “Collezione da Brivido“… scappate!

La raccolta del meglio del peggio

Già ho recensito alcuni titoli, come The Bunker (2001), Skeleton Man (2004) e Metamorphosis (2015), filmacci ghiotti con cui farsi grasse risate: va be’, mi ero detto, robaccia assurda ma ottima per riderci su. Non sapevo a cosa andassi incontro.

Dalla stessa sfortunata caccia al mercatino in cui ho trovato lo strano Craze (1974) e l’assurdo Soundman (1998), escono fuori altri tre titoli della serie “Collezione da Brivido” che mi hanno fatto perdere svariati anni di vita: e per fortuna non li ho visti per intero!

A cinque minuti dalla visione de La Tomba (2004) del sedicente David Hunt – in realtà Bruno Mattei – mi sono così vergognato di essere italiano che ho scritto a Donald Trump: non è che gli avanzano un paio di missili da sparare su Cinecittà? Quando poi ho inserito nel lettore Mondo cannibale (2004) di Vincent Dawn – indovinate un po’? Ancora Bruno Mattei – ho riconosciuto la stessa qualità della risoluzione video da film porno, con il grande difetto di non essere un film porno.
Inutile stare a sparare su qualcosa di morto, lascio questi prodotti ai tanti grandi estimatori del trash italiano ad oltranza, quindi ho immediatamente buttato via ’sta roba: mi spiace solo di aver pagato due euro a disco, davvero soldi spesi malissimo…

La scelta dei colori non è proprio il massimo della leggibilità

Visto che mi sentivo in vena di pulizia, e in effetti fare un bel po’ di spazio in casa è necessario, ho preso un altro titolo di questa Collezione di Spazzatura. Stavolta si tratta di un film americano sul serio, cioè Shadow of Fear, uscito prima in home video italiano nell’ottobre 2004 – grazie alla sempre pessima MHE – e poi negli USA nel gennaio del 2005.
IMDb riporta il fantomatico titolo italiano L’ombra della paura che non si sa da dove venga: magari sarà stato usato in qualche passaggio televisivo irrintracciabile.

Non dev’essere piacevole girare in auto con Peter Coyote

Questo titolo di Rich Cowan – produttore che due o tre volte ha giocato a fare il regista – è decisamente una porcata, ma rispetto agli altri citati almeno assomiglia ad un film.
Harrison Frenche (Matthew Davis) vuole sfondare nel mondo degli affari per ottenere l’agognata stima del suocero Henderson (Peter Coyote), uomo tanto potente quanto spietato che non è certo contento che la figlia abbia sposato una nullità del genere.
Guidando sotto la pioggia, Harrison investe ed uccide un uomo, nascondendo il corpo. Cerca di dimenticare l’accaduto ma il detective Scofield (Aidan Quinn) gli arriva con il fiato sul collo, quindi decide di rivolgersi al mellifluo Ashbury (James Spader), che teoricamente è un avvocato ma in realtà è un intrallazzone della peggior specie.
Inizia un gioco al massacro fra inganni, doppi giochi, tradimenti e segreti inconfessabili.

Pronto? Aidan Quinn? Hanno chiamato pure te per ’sto filmaccio?

Parliamoci chiaro, questo filmaccio ha splendidi elementi ma è totalmente incapace di gestirli, risultando confuso ma peggio ancora noiosissimo, sbagliando ogni ritmo ed ogni stile. La cosa assurda è che gli sceneggiatori sono gli esordienti Matt Holloway ed Art Marcum: cioè quelli che hanno scritto Iron Man (2008), Punisher: War Zone (2008), Transformers. L’ultimo cavaliere (2017) e stanno scrivendo Transformers 7 e 8! Non da soli, certo, sono sempre in un gruppo di sceneggiatori, ma è incredibile che un filmetto del genere sia stato l’inizio di autori di film almeno di serie A. (Che certo non devono il proprio successo alla sceneggiatura!)
L’unico pregio di Shadow of Fear è di fallire in un lodevole tentativo: quello di rifarsi alla grande stagione del noir che sono stati gli anni Novanta. Tutti gli attori che ho messo in neretto sono stati eccellenti interpreti di grandi thriller mozzafiato, all’epoca, e ovviamente qui danno lo zero per cento di sé limitandosi a fare dei puri cartonati in video, ma in passato hanno donato grandi emozioni a chi, come me, adorava quei film tesissimi e dalla sceneggiatura d’acciaio. Ripeto, in questo caso la sceneggiatura è di ben altro materiale, ma è da apprezzare almeno il tentativo di rifarsi ad un genere di grande spessore.

Sì, James: so’ soldi in bocca e non dobbiamo neanche recitare!

Non so se avrò ancora il coraggio di provare a guardare altri film della “Collezione da Brivido”, ma di sicuro non butterò mai più soldi a comprarli. Oppure cederò ad un istinto perverso: comprarli… per il puro piacere di buttarli!
Tutti i film sin qui citati, infatti, hanno avuto lo stesso destino: la locandina è finita nel bidone della carta, la custodia in quella della plastica e il DVD nell’indifferenziata. Mi spiace solo che i miei passati tentativi di dare fuoco ai DVD abbiano dimostrato che è impossibile farlo, almeno a livello casalingo, altrimenti avrei con gran piacere dato fuoco a questi dischi. Mi limito a farli sparire, così che altri non corrano il rischio di vederli.
Se non è un servizio pubblico questo…

L.

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18 risposte a Shadow of Fear (2004) e le altre Porcate del Brivido

  1. Kukuviza ha detto:

    Ha ha ha, forse potresti provare a prenderli a martellate i dvd. Poi coi pezzi ti ci fai una collana tribale che indica che hai avuto la meglio.

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  2. Vincenzo ha detto:

    visto che l’altro giorno si parlava di Stargate, ecco qui il mitico James Spader… che un po’ si è buttato via, facendo film come questi…
    anche se c’è da dire che il ruolo dell’avvocato affabulone in Boston Legal gli era venuto benissimo (rimane una delle poche serie che ho guardato e ho guardato con godimento assoluto)…

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  3. Cassidy ha detto:

    Apprezzo il tuo servizio di pubblica utilità che ci avvisa delle fregature! James Spader è pazzesco, passa da filmoni a filmacci senza pensarci due volte, ti ringrazio per le citazioni! la distanza tra serie A e serie Z si riduce sempre di più 😉 Cheers

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  4. Ivano Landi ha detto:

    E’ capitato anche a me a volte di svolgere un simile servizio pubblico, soprattutto quando mi è capitato di acquistare distrattamente film in una versione censurata.

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  5. Conte Gracula ha detto:

    Hai mai pensato di andare per strada, stendere un telo di plastica sul marciapiede, vicino a un muro, e poi lanciarli come freesbee per vedere se si rompono?
    Oppure fai un cosplay dell’alieno spaccino di Arma non convenzionale, vai a un concorso di cosplay e li lanci sulla folla 😛

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  6. Willy l'Orbo ha detto:

    Questo è servizio pubblico di nulla! Allora, chiaro: vade retro collezione da brivido perchè gli unici brividi che regala sono quelli di disgusto…grazie per l’avviso! 🙂

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  7. Giuseppe ha detto:

    Il problema è che, lasciandoli interi, qualcuno potrebbe recuperarli dalla spazzatura e la sfiga della “Collezione da brivido” continuerebbe a circolare (ecco, potrebbe essere lo spunto per un horror di denuncia nei confronti della collana… “Se guardi uno di questi film dopo sette giorni morirai. Comunque non prima che ti sia guastato pure il lettore DVD”) 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Così mi dài i brividi: c’è il serio rischio che questi film continuino a girare e ad esser visti. Ma soprattutto certi “grandi autori” italiani potrebbero tornare a girare film, il che è anche peggio…

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      • Giuseppe ha detto:

        Meglio fare il possibile per renderli illeggibili, prima di buttarli, anche se nemmeno così si è sicuri al 100%… quanto ai “grandi (ex) autori” italiani il problema è che, pur non tornando magari a far danni con nuovi film, può venir comunque data loro possibilità di esprimersi tramite media diversi dal cinema: vedi il caso di uno dei prossimi Dylan Dog, scritto nientemeno che da Dario Argento in persona. La cosa mi fa paura, sì, ma non certo nel modo in cui me l’avrebbe fatta ai tempi del Dylan Dog Horror Fest…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Non sapevo di questo orrore che sta per arrivare in edicola: cercherò di non guardare nemmeno la copertina! 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Uomo avvisato mezzo Argentato 😀
        Cosa vogliamo farci, nulla è casuale ed è tutto un dare e avere: se in quel fetido Dracula 3D c’era stata pure la mano sceneggiatrice del bonelliano Stefano Piani fra gli altri, allora ecco che prima o poi sarebbe dovuto arrivare pure un fumetto firmato dal “grande più non fu” a rendere la pariglia 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Davvero l’Italia è il paese delle Onorificenze, dove si chiamano “famosi” quelli che – per dirla alla Balasso – sono “noti per essere stati noti”. Un’onorificenza è per sempre, non importa se nessuno ti segue più e se non ne azzecchi una buona da trent’anni: non a caso i divi stranieri vengono poi in Italia, che a casa loro al secondo film sbagliato sei storia antica! 😀

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