Giovedì 10 maggio 2018 Cielo ha lanciato un’iniziativa davvero curiosa: “Van Damme vs Lundgren“. È una semplice trovata per replicare i soliti recenti titoli dei due attori, ma il tutto pubblicizzato da uno spot che è da applauso a scena aperta (cliccate qui sotto per vederlo).
Ne approfitto dunque per registrare Command Performance, che avevo già registrato da Rai2 nel suo passaggio del 13 maggio 2017 (dev’essere un film primaverile, visto che viene proiettato sempre di maggio!): ricordo che questo film è INEDITO in Italia ad eccezione dei suoi passaggi televisivi, per questo mi piace tenermi copie di entrambe le emittenti.
Eccovi dunque il video di un autentico capolavoro di spot!
Prima di parlare del film, dovete mettere play al video qua sotto che presenta il teaser trailer. Alzate le casse al massimo, fate incazzare i vicini di casa o di scrivania, oppure fate pompare le cuffie. Perché c’è un eroe d’azione cinquantenne che suona la batteria con tutta la forza della sua tamarragggine!
Questo teaser spiega perfettamente chi è Dolph e perché i suoi film hanno sempre una marcia in più: perché lo svedesone ci mette dentro tanta voglia di divertirsi e se ne sbatte altamente di sembrare credibile!
Se non avete visto il video – peggio per voi! – vi segnalo che si chiude con una scritta, un lancio che in realtà è stato cambiato in corso d’opera.
Dying is easy. Rock and Roll is hard.
Capite che il film può anche finire qui: il teaser trailer ha già soddisfatto in pieno!
Una curiosità. All’epoca girava una locandina provvisoria in cui la frase era diversa, e iniziava con life is easy: giustamente è stato cambiato perché la vita è tutt’altro che facile. Altro che rock!
Comunque è un mio ricordo personale, quindi prendetelo con le giuste proporzioni. Ora, però, vi tocca un altro ricordo personale…
31 dicembre 2010, Capodanno. E come tutti i Capodanno dell’epoca, mi tocca lavorare fino alle 18,30. E devo pure ringraziare, perché l’orario sarebbe fino alle 21,20 ma ci fanno lo sconto festivo.
Quando uso il plurale in realtà sbaglio, perché per una serie di curiose coincidenze ogni altro collega dell’ufficio ha un motivo assolutamente legittimo per non essere lì: chi ha problemi di salute, chi ha le cavallette in giardino, chi deve andare al terzo funerale della nonna e altre scuse plausibilissime. In una parola, quel Capodanno – come è successo già prima e succederà dopo – sono completamente solo in un enorme ufficio di Roma. E quando dico “completamente” non sto esagerando. Per almeno un chilometro intorno a me non c’è essere vivente! (E se c’è, si nasconde bene.)
Un asociale come me è in Paradiso. Nessun collega fastidioso, nessun capoufficio molesto, ho il controllo del condizionatore e nessuno controllerà il mio lavoro, perché tutti si sentiranno in colpa – il mio superiore è quello del terzo funerale della nonna! – e quindi sbrigo l’essenziale e poi posso andare a trovare il mio amico. Il mio amico svedese.
Tiro fuori dallo zaino il mio inseparabile EEE PC con il suo schermo da 7 pollici, che per me ha lo stesso valore di una TV a 50 pollici, metto play al nuovo film di Dolph, e gli batto le mani ad ogni trovata assurda – cioè sempre – e quando lui ghigna… ghigno anch’io.
Capodanno è facile… è passarlo come si vuole che è difficile!
Prima di fargli fare il coglione nei Mercenari di Stallone, la Nu Image Films mette in mano a Dolph Lundgren 6 milioni fruscianti. La casa conosce da lunga data lo svedesone – ci ha fatto The Peacekeeper (1997) – e insieme alla “figlia” Millennium Films sta regolarmente aumentando la qualità dei propri action: da Rambo (2008) a The Mechanic (2011) a Come ti ammazzo il bodyguard (2017)
A sorpresa scopro da IMDb che Command Performance ha esordito in anteprima italiana all’Ischia Film Festival il 18 luglio 2009, venendo poi trasmesso in TV in italiano nel novembre successivo: solamente il 3 novembre 2009 appare in home video americano. Non ho modo di confermare quanto afferma IMDb.
Di sicuro non esiste alcuna sua traccia in home video italiano.
Quarta regia ufficiale di Dolph Lundgren e purtroppo penultima prova dietro la cinepresa. Ed è un peccato, perché a suo modo Dolph dirige molto meglio di tanti professionisti del settore: ci mette carattere, invece del solito anonimo prodottino senza spessore.
Quarta sceneggiatura dello svedesone, la cui voglia di divertirsi e divertire trova sfogo anche nella scrittura, dimostrando che persino con un prodotto Z prevedibilissimo si può far divertire gli spettatori.
Prima prova da cantante… Be’, su questa non vorrei dire niente e passerei oltre…
La star del pop Venus (Melissa Smith, poi Melissa Molinaro) arriva a Mosca per un concertone, e si ritrova come gruppo di supporto i CMF (Cheap Mother Fucker, qualcosa come “stronzi economici”), una band locale con un batterista cinquantenne… che indossa una maglia dell’URSS!
«Credo si chiami Joe. Joe… qualcosa.»
(I think it was Joe. Joe… something)
Spero che stiate già applaudendo…
Non so se Dolph ne sia consapevole o meno, se questa frase sia una scelta di sceneggiatura conscia o pura casualità, ma un eroe misterioso e senza nome che è noto solo come Joe… be’, c’è solo il Clint Eastwood di Per un pugno di dollari (1964), in cui Sergio Leone – ricopiando scena per scena Yôjinbô (1961) di Kurosawa, come racconto qui – invece di inventarsi uno strano nome come fa Toshirô Mifune sceglie un’altra strada: Clint rimane anonimo ad eccezione del vecchio bottaio, che in un paio di occasioni lo chiama Joe. È un nome che non vuol dire niente, è appunto il Joe Qualcosa che Dolph interpreta in questo film.
Ripeto, non so se davvero lo svedesone abbia fatto questo ragionamento, ma mi piace pensarlo.
Durante il concertone di beneficenza contro la povertà (?), a cui partecipa il presidente Petrov pseudo-Putin (Hristo Shopov) e le sue figlie, piomba il gruppo di spietati criminali guidati dal perfido Oleg Kazov (Dave Legeno), che ammazza mezza platea e prende alcuni ostaggi di lusso, tipo la cantante Venus e le figlie del presidente.
Quello che segue è una classica “diehardata”, con l’uomo sbagliato nel posto sbagliato al momento sbagliato, che manda a monte i piani dei terroristi.
Dolph se la gode ma soprattutto se la comanda. Prima gioca a fare il batterista, poi diventa MacLane biondo – e sì che nel primo Die Hard (1988) l’eroe doveva vedersela contro svedesoni biondi! – e ci racconta che non usa le armi perché traumatizzato dalla morte del proprio fratello, ucciso dalle armi…
«Dove hai imparato a combattere in quel modo?»
«Ho suonato in qualche posto pericoloso.»
A metà film, quando inizia a diventare ridicolo un eroe che sovrasta soldati terroristi armati affrontandoli a mani nude, ’sti cazzi del fratello e giù a sparare. Perché con Dolph… andiamo a commandare!
Tutti i comprimari hanno il loro ruolo stereotipato e fanno la loro cosa nella casa senza intoppi, rimanendo cartonati sullo sfondo di un Dolph in splendida forma, che sa benissimo quanto la trama non conti nulla: conta solo quanto lui riesce a conquistare lo spettatore. E Dolph l’ha sempre saputo fare.
Quando tutto sembra perduto, quando Joe sta per lanciarsi in un’azione finale che ha il forte sapore di una missione suicida, prima chiede a Venus se, una volta finito tutto, potrà mettere una buona parola con i discografici per fargli avere un contratto migliore. La cantante è allibita: come può pensare agli affari quando sta per essere ucciso?
Dolph si limita ad un ghigno, prima di rispondere:
«Morire è facile: è il rock and roll che è difficile!»
Come si fa a non volergli bene a ’sto svedesone biondo che mena il mondo?
Non temete dunque se al concerto piombano i terroristi: con Dolph Lundgren nel locale… andiamo a commandare!
L.
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La pubblicità di Cielo è oggettivamente geniale, mi ha gasato un sacco vederla in tv, però niente, rispetto al teaser trailer del film viene eclissata! 😀 Ma perché non è mai uscito questo film!? Tra la maglietta di Dolph, il suo giocarsela alla Die Hard e il rock io devo vedere questo film!! 😀 Grandissima segnalazione, con Dolph alla batteria sto già molestando tutti i miei colleghi, sperando che mi lasciano solo in ufficio come è successo a te a capodanno 😉 Cheers!
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Purtroppo è tanto che non mi ricapita, con il cambio di sede degli ultimi anni, ma davvero sono stati Capodanno spettacolari, senza colleghi molesti in giro 😛
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Io già adoro questo film. E Appena mi troverò fuori ufficio guarderò spot e trailer con l’audio!
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Assolutamente consigliato, sempre tenendo presente che è un film scritto, diretto e interpretato da Dolph: la serietà e la plausibilità sono lasciate fuori dalla porta 😀
E comunque il bello di quel video è infastidire i colleghi! 😛
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Io l’ho visto! Eureka! 😃
Condivido le lodi (anche se don’t kill it mi ha divertito ancora di più)
Solo, avrei aggiunto qualcosa di zinnefilo, ci sarebbe stato bene! 😁
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Dolph è più interessato a mostrare se stesso a torso nudo 😛
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😂😂😂
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No, vabbè! Tutti in piedi, applausi, mano sul cuore e via. Ma come fa a non essere stato trasmesso a reti unificate? Solo il trailer e la pubblicità di Cielo meritano, figuriamoci il film!
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Davvero un manuale su come fare un film di serie Z e divertirsi un mondo 😛
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Ma, in fondo, che c’importa a noi di come Dolph canti? Lui già pensa a tutto il resto (batteria tamarra compresa)! 😛 E poi se uno decide di farsi chiamare Joe non può che riscuotere la mia immediata simpatia… 😉
P.S. Il sollievo di non trovarsi insieme al solito branco di stronzi anche a Capodanno non è sintomo di asocialità ma bensì di saggezza unita a un sano istinto di conservazione 😉
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Ahah ti ringrazio, dopo tanti ultimi dell’anno passati a dover far finta di divertirmi in mezzo a gente sgradevole ho sviluppato una passione per la solitudine, in compagnia di un buon film 😉
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Ok, tutto QUESTO non lo conoscevo.
E mi sento ancora confuso di quello che ho appena visto…
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La confusione è buona, vuol dire che Dolph ha lavorato bene 😀
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Hahaha che tamarratona pazzesca! Il teaser è spettacolare! E chi vince poi la tenzone?
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Lance vince tutto, con la forza del rock and roll 😛
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