Black Water (2018) Quando Van Damme incontra Lundgren

Avete presente quando da ragazzi si sognavano filmoni con nel cast tutti i nostri attori preferiti? Fino alla fine degli anni Novanta il cinema era vivo e gli attori si facevano pagare tantissimo, questo – unito al fatto che erano prime donne e non volevano altre star sul set – faceva sì che i grandi nomi fossero quasi sempre soli in cartellone, non disposti com’erano a dividere la fama. E noi sognavamo…
Poi il cinema è morto e ora gli attori dalla B alla Z puoi ingaggiarli anche solo garantendo loro un pasto completo. Così dal Duemila abbiamo visto attoroni “solitari” cominciare a fare ammucchiate indigeste: questo ci ha fatto scoprire che quei sogni di quand’eravamo ragazzi dovevano rimanere tali. Sogni.

«Portami un sogno, Burke» (Patrick Kilpatrick contro Van Damme in Colpi proibiti, 1990)

Perché magari nel 1991 sogni che Van Damme un giorno torni ad affrontare l’Uomo dei Sogni Patrick Kilpatrick, e nel 2018 questo succede… solo che è un incubo…

Mi sa che è passato troppo tempo per il ritorno di Patrick Kilpatrick…

Magari nel 1993 sogni che Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren tornino a scontrarsi… e poi succede… e poi succede ancora… finché non arriva Black Water e capisci che si dovrebbero sognare solo donne nude, perché il resto è pura follia…

Simbolo del film: acqua sporca…

Uscito negli Emirati Arabi il 5 aprile 2018 e negli USA solo in rete il 25 maggio successivo, IIF e 01 Distribution lo portano in DVD e Blu-ray italiani in vendita dal 28 giugno 2018.

Il canadese Pasha Patriki – ma Google dice che è nato in Russia! – è un direttore della fotografia professionista che d’un tratto, per motivi misteriosi, ha deciso di diventare regista. E con chi esordisci? Ovvio: con la coppia di attori noti più vecchi sul mercato.
Come dite? Gianfranco D’Angelo e Alvaro Vitali? Eh, magari! No, purtroppo la qualità è drasticamente più bassa.

Su, Jean-Claude, non hai più l’età per sbandierare il pistolone…

Vi ricordate quando con i Mercenari di Stallone ci siamo tutti esaltati davanti all’idea di tanti eroi in un’unica storia? Poi è arrivato il seguito, e finalmente al terzo film abbiamo capito che l’idea era buona solo nei nostri sogni: lo spettacolo su schermo in realtà ci ricordava le feste in famiglia, quando i nostri vecchi zii davano spettacoli miserevoli di sé. Il fatto che nel film fossero star che vent’anni prima erano famose non aiutava di certo.
In Black Water non ci sono grandi star ma nomi molto noti della serie B anni Novanta, volti amati dai silenziosi eserciti di fan che depredavano le videoteche e avevano il videoregistratore sempre puntato su Italia1, pronti a gustarsi un qualsiasi filmaccio vantasse Van Damme, Dolph Lundgren e Patrick Kilpatrick nel cast. Ritrovare insieme i tre è come il fantasma dei Natali passati, con i tuoi tre vecchi zii che ti raccontano quanto rimorchiavano forte da giovani…

Vecchio a chi?

Gli sceneggiatori Richard Switzer e Tyler W. Konney sono noti giusto per il divertente Altitude (2017) con Lundgren, ma in realtà la sceneggiatura è firmata da un amico della Z: Chad Law.
Sin dai tempi di The Hit List (2011) con Cuba Gooding jr. Law è votato alla Z spinta. Come One in the Chamber (2012) con Cuba e Lundgren, 6 Bullets (2012) con Van Damme e Close Range (2015) e Jarhead 3 (2016) entrambi con Scott Adkins.

Il figlio di Van Damme ci prova a fare il duro, ma insomma…

I tre soggettisti sanno che che Stallone ha appena finito di girare Escape Plan 2 (2018) e addirittura completato la post-produzione di Escape Plan 3: perché non gli scopiazziamo un po’ l’idea di fondo?
Invece di una prigione su una nave, che poi bisogna spender soldi a fare mare e nave al computer, meglio optare per un bel sottomarino, così da rimpolpare il ciclo zinefilo dedicato ai “Film sottocoperta“.

In questa fenomenale prigione ci sono solo due detenuti in attesa di supplizio: l’agente Wheeler (Van Damme), incastrato e ovviamente innocente, e il tedescone Marco (Lundgren) che si limita ad essere un mito in circa cinque minuti totali di film.
Come già in altre occasioni, Dolph non ha voglia di sporcarsi le mani col suo piccolo amico belga, quindi negli inguardabili filmacci che Van Damme ci regala regolarmente al massimo Dolph ci fa giusto una comparsata, come in questo caso.

«Ed egli a me / come persona accorta/ disse “Se ti riarzi / te meno n’artra vorta“» (semi-cit.)

Comincia una trama spionistica che è tutta fuffa, una scusa qualsiasi per usare un set di un metro e mezzo che rappresenta un angolo di corridoio del sottomarino: la gente ci passa, ci ripassa, ci cammina, ci si accuccia, ci salta, ci spara, ci muore, ci vive, ci mette su famiglia, ci va a fare la spesa, ci invecchia, ci installa un caminetto così ai nipotini può raccontare «Qui una volta era tutto sottomarino».
Nel film non c’è altro.

Ecco l’intero set a disposizione

Come ogni film bulgaro (anche se canadese) il vecchio eroe ha una fidanzata di trent’anni più giovane: qui Van Damme esagera e ne prende addirittura due. Due inutili attricette anonime che non riesco neanche ad identificare, quindi non so dirvi il nome. Ma tanto è roba inutile.
Discrete invece le scene d’azione – per essere spazzatura di serie Z – curate dal professionista Kieran Gallagher, che di solito lavora a film di più alto livello – tipo Apes Revolution (2014) – ma ha già curato Van Damme in Kill ’em All (2017).

Van Damme vs Van Damme

A parte quei cinque minuti in cui appare Dolph, il film è solo la solita noia vandammosa, con un unico momento interessante quando J.C. affronta il perfido Kagan interpretato da suo figlio Kris. Lo stesso che una decina d’anni fa prendeva le distanze, facendosi chiamare Kristopher van Varenberg, e nelle interviste diceva di voler lavorare dietro la macchina da presa. Non so cosa sia successo, ma fatto sta che Van Damme se l’è trascinato con sé a fare piccoli inutili ruolini nei suoi filmacci, con il risultato che Kris Van Damme (come si fa chiamare ora) a 31 anni è già bruciato: ha davanti a sé una lunga carriera di film bulgari come manco Wesley Snipes fa più…

Il giuramento di sangue con cui i due si impegnano a non lavorare più insieme

Una curiosità. Per attirare i cattivi in trappola Dolph finge che Van Damme sia suo prigioniero. Inizia una simpatica scenetta dove Dolph, per amore di fedeltà, picchia l’amico perché i cattivi ci credano. Scherzando, gli dice:

«Di’ ciao, stronzo!»

Chissà se l’originale «Say hello, you asshole!» è un omaggio al mitico «Say goodnight, asshole!» de I nuovi eroi… cancellato dal ridoppiaggio italiano!
Chissà invece se la battuta l’ha improvvisata Dolph sul set per offendere il suo piccolo amico belga e fargli capire che non vuole più fare comparsate nei suoi film…

L.

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19 risposte a Black Water (2018) Quando Van Damme incontra Lundgren

  1. Cassidy ha detto:

    Eccolo il post che stavo aspettando! Ho visto il film due giorni fa facendomi due maroni così.
    Dolph con il suo regale sdegno, recita due minuti, si mangia lo schermo ma è chiaro che sia qui aspettando il giorno di paga. Il figlio di Van Damme è già bollito, non male la modella che dovrebbe essere un personaggio chiave, ma pure lei è a suo agio in questo “Sottomarino” (virgolette obbligatorie) come potrei esserlo io ad un simposio sulla fisica quantistica.

    Davvero meglio sognare le donne nude, incredibile poi che Van Damme e Dolphone nostro hanno già fatto svariati film insieme, ma questo è stato pubblicizzato come il loro grandi ritorno, ignorando i vari “Universal Soldiers” bah assurdo. Ma poi non ho capito, perché è così buio questo film? Il regista prima faceva il direttore della fotografia, che abbiamo voluto nascondere lui stesso il suo film colto da improvvisa vergogna? 😉 Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Infatti è assurdo che la prima regia di un direttore della fotografia abbia una pessima fotografia 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        Ma infatti sarà quello che scopriremo in Black Water 2, con la coppia bloccata in un altro sottomarino da scegliersi rigorosamente fra quelli “a terra” e cioè esposti nei musei, così da avere un set già pronto e far passare come membri dell’equipaggio tutti i visitatori paganti (risparmiando sull’ingaggio delle comparse), bambini compresi… e proprio su di loro si giocherà il colpo di scena: nel bel mezzo di una realistica simulazione di falla nelle paratie tramite una canna dell’acqua attaccata ai rubinetti dei bagni del Salone della Nautica, Patrick Kilpatrick arriverà gridando a Jean-Claude “I bambini! Qualcuno pensi ai bambini!” e, mentre la stessa attrice di cui sopra (con la medesima faccia da scorno totale) lo interpreterà come “levagli quell’arma prima che gli parta un colpo nella loro direzione” lui, tentando una sequenza di espressioni sofferte fra il poco convincente e il per niente credibile mormorerà “Bambini, già… potrebbero essere tutti miei figli” per poi guardare Dolph dritto negli occhi e piazzargli un “Marco, è arrivato il momento che tu sappia la verità: io sono TUO PADRE!”
        Quasi tutti all’unisono: “NNOOOOOO!!” Quasi tutti tranne Dolph, ovvio: non grida, non è da lui… si limita ad accettare stoicamente la rivelazione scolandosi una bottiglia di Fernet Branca, mentre il livello dell’acqua sembra defluire. Ma solo perché Kagan/Van Damme Jr. ha inavvertitamente pestato la canna dell’acqua, che si sta paurosamente ingrossando all’estremità (preannunciando il più spettacolare effetto speciale di tutto il film) 😀

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahahah spero che gli sceneggiatori che passano di qua ti copino davvero l’idea ^_^

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    • Willy l'Orbo ha detto:

      Cassidy, anche io l’ho visto due giorni fa! Condivido la delusione (preventivabile), la fuffa filmica, l’idea fantasiosa di “sottomarino”, le critiche al cast ma soprattutto ad un esauritissimo Van Damme: non solo Dolph, per me pure Kilpatrick, nei pochi minuti, se lo magna…! 🙂

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Alla fine, bene o male è il solito Van Damme degli ultimi dieci anni: occhi spenti, espressioni strane e sofferenti e aspetto che sembra avere settant’anni invece di cinquanta! Pare il papà di Dolph! 😀

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  2. Conte Gracula ha detto:

    Qui una volta era tutto sottomarino XD
    Dunque è un film peggiore della media delle soap tedesche, quelle sviluppate tra salotto e camera da letto! E ogni tanto, nella capanna dove portano la gente rapita 😛

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  3. redbavon ha detto:

    Sono sempre più convinto che questa gente di film raccapriccianti ha senso di esistere solo per recensioni come questa che mi ha fatto sbellicare dalle risate.

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  4. redbavon ha detto:

    “Genie” di film, non gente. Il correttore – si sa – è stato programmato da uno bocciato al CEPU😂

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