Nightmare 2 (1985) La rivincita

Abbiamo seguito la vita e le opere di Jason fino ad arrivare al punto in cui finalmente, dopo anni di tentativi infruttuosi, è arrivato a scontrarsi con il suo collega più giovane. Ma prima… è proprio quest’ultimo “collega” che merita di essere raccontato.

Delle tre streghe macbethiane ne rimane solo una, la filastrocca (il night-spell per tenere lontani gli incubi) rimane mozzata e il doppiaggio italiano a sorpresa cambia le parole, sbattendosene la uallera del precedente doppiaggio

«One… two… Freddy’s coming for you.
Three… four… Better lock your door.
Five… six… Grab your crucifix.»

«Uno e due… viene per te
Tre e quattro… chiudi la porta
Chiudila a chiave… non aprire
Afferra il crocifisso e difenditi
»

… mi sa che ’sto sequel è una di quelle mattonate che fanno male…

Le streghe erano tre… e mo’ invece ce stai solo te!

Il film Nightmare è un unicum, nasce come storia singola e Wes Craven non ha la minima intenzione di farne un appuntamento annuale come Venerdì 13. Ottimi e sani princìpi, ma servono soldi per tenere saldi i princìpi, e Craven non ne ha. In seguito dichiarerà che all’epoca era virtualmente in bancarotta quindi in una posizione di totale disequilibrio quando la New Line Cinema è andata da lui per comprare i suoi personaggi e farne un marchio sforna-sequel, della serie Vacanze di Natale ad Elm Street. Craven ha alzato il ditino moralizzatore in cielo ma la recita è durata solo fino a che non ha visto il verde dei soldi. Lo stesso prende una oculata decisione…

Andiamo, Wes: usa il cervello!

Il produttore e fondatore Robert Shaye vorrebbe che fosse Craven stesso a dirigere l’immediato secondo film, ma Wes è un gran dritto. Al contrario di Cunningham e Barker, che si sfileranno dalle saghe che hanno creato (Venerdì 13 ed Hellraiser) ma rimanendone produttori così da esserne “complici morali”, Craven sa che se Nightmare farà successo lui comunque sarà sempre il “padre nobile”, e se invece farà schifo potrà sempre dire «Ah, io me ne so’ andato subito!» Quindi si tira completamente fuori da tutto.

«Dissi loro che se si fossero presentati con un copione che avessi trovato intrigante avrei considerato di dirgere il film, ma il copione di Nightmare 2 aveva dei problemi, e sentii che non era nei miei interessi dirigerlo.»
(da Screams & Nightmares, 1998)

Wes non perde mai l’occasione di bacchettare i suoi colleghi…

Stavolta papà Craven non verrà a salvarvi

L’idea di portare Freddy nel mondo reale proprio non piace a Wes, e far girare l’uomo nero in mezzo a ragazzi più prestnati e più belli di lui teme che sia una scelta che coprirà di ridicolo il personaggio.
Mentre Craven parte con la lamentela che Krueger è un prodotto della mente e anzi una volta ha prodotto della menta, la New Line ha già affidato la sceneggiatura a David Chaskin, trentenne volenteroso che ha già lavorato alla distribuzione di “filmetti un po’ famosi” tipo La Casa (1981): a sua detta, il film di Sam Raimi si intitolava ancora The Book of the Dead quando lui ha insistito con la New Line perché lo portassero in sala con il titolo Evil Dead.
Galvanizzato dalla prova che gli viene richiesta, Chaskin racconta al giornalista John A. Gallagher di “Fangoria” (n. 50, gennaio 1986) il processo creativo.

«Per parafrasare Yogi Berra, l’industria del cinema è 90% talento e l’altra metà dipende da chi conosci. Dopo anni di collaborazione con la New Line avevo i contatti giusti per riuscire ad ottenere questo tipo di lavoro. Quel che è successo è che, mentre ero in ufficio, uno dei vice-presidenti entrò e mi disse: “Abbiamo bisogno di un seguito per Nightmare pensi di poter tirare fuori un soggetto?” Risposi che ci avrei lavorato e tre giorni dopo mi presentai con un testo di 15 pagine. A loro piacque e mi incaricarono di scrivere la sceneggiatura. Lavorai per quattro settimane alla prima stesura, un altro mese per la seconda e la terza, e infine un’altra settimana per dare una sistematina. Ho iniziato a scrivere a gennaio e ad aprile eravamo già in pre-produzione.»

Chaskin è davvero l’uomo giusto al posto giusto: è entusiasta, disponibile ma soprattutto manovrabile dalla New Line, che così non deve combattere con velleità artistiche come quelle che aveva Wes Craven, relegato a semplice consigliere saltuario.

«Wes ha dato dei consigli, alcuni dei quali abbiamo usato e altri no. Io ho concepito un finale in uno spazio aperto mentre lui voleva uno spazio chiuso, ed ho pensato che fosse una buona idea. Inoltre ha suggerito di spostare l’attenzione da Jesse, il protagonista. Nel copione originale il novanta per cento dell’attenzione era su Jesse, poi all’improvviso si sposta su Lisa.»

Allora, Jesse, tagliamo via un po’ di attenzione?

A Gallagher Chaskin racconta estasiato che è stato bellissimo lavorare con il regista del sequel: essendo anche quest’ultimo uno sceneggiatore, i due si sono subito intesi. Il giovane esordiente non sembra rendersi conto delle sue dichiarazioni, perché in pratica racconta che se da un lato il regista rispettava il suo lavoro, dall’altra gli inviava continue modifiche della trama che il solerte sceneggiatore accettava sempre di buon grado. In pratica il regista se l’è suonata e se l’è cantata, mentre lo sceneggiatore era convinto di contare qualcosa.

Il regista che ha occhi ovunque

Il regista invadente è Jack Sholder, che per la New Line aveva già diretto il (personalmente deludente) Nel buio da soli (1982), e si prepara al ben più importante compito di dirigere L’alieno (1987), sempre per la New Line: gli vengono calati sulle mani 3 milioni di dollaroni (circa il doppio del precedente film) e gli vengono date sette settimane di riprese per eguagliare Wes Craven. Tranquillo, Jack, nessuna pressione: stai sereno…
Per evitare confronti impietosi, Sholder ha un’unica scelta da fare: un film completamente diverso con giusto Freddy Krueger in comune con il precedente.

«Il nostro film è molto più luminoso. Wes è un ragazzo molto serio e il suo film è molto scuro, molto oppressivo, molto serio ed inesorabile: non c’era molto umorismo intenzionale. Noi, invece, ci siamo lasciati andare con l’umorismo.»
(da “Monsterland” n. 8, marzo 1986)

Quindi così funziona un sequel? Si prendono i tratti distintivi del primo film e si stravolgono? Proprio così. Ce lo conferma il giovane compositore Christopher Young, chiamato a sostituire il Bernstein del primo film e pronto ad una luminosa carriera di splendidi temi sonori.
Quando Michael Schelle lo intervista per il saggio The Score (1999), così Young ricorda quel periodo.

«Pensavo che Nightmare 2 sarebbe stato il mio lancio, l’opportunità che avevo sognato: ero onorato per l’offerta ma anche estremamente nervoso. La musica del primo film era stata magistralmente composta da Charles Bernstein ed ero stupefatto che non l’avessero chiamato anche per il secondo: quando arrivò Nightmare 3 avevo ormai scoperto che ogni regista di un seguito non vuole avere nulla a che fare con chi era coinvolto nei film precedenti.»

Quindi al di là di fittizi complimenti nelle interviste, gli autori di ogni film fanno di tutto per distaccarsi da chi li ha preceduti, anche se molto più famoso (e bravo) come nel caso di Craven.
Rimanendo nel campo musicale, «il primo film aveva una musica elettronica ma il regista e la produzione ora volevano qualcosa di orchestrale, perché pensavano la cosa avrebbe aumentato il valore del film. […] Ricordo che quando il produttore Bob Shaye venne in sala di registrazione la prima cosa che fece fu guardare attraverso il vetro e contare il numero dei suonatori! Ho dovuto promettere ai produttori di dar loro un’orchestra.»
Mentre agli intervistatori si fanno belli con la qualità della sceneggiatura, la psicologia dei personaggi e stupidate simili, gli autori in realtà pensano a ben altro: che il secondo film dev’essere più grosso del primo…

Più grosso, più grosso! Almeno… così!

Mentre Sholder è ancora in fase di montaggio viene raggiunto dal giornalista Dennis Fischer, che per la citata “Monsterland” n. 8 (marzo 1986) gli chiede come stia andando.

«Tutti i giornalieri sembravano spettacolari quindi uno si potrebbe immaginare che montati insieme sembrino grandiosi: considerando la mia esperienza, avrei dovuto immaginare che invece il primo montaggio è sempre orribile.
È come un romanziere che scriva il suo libro una frase alla volta, e magari un giorno scrive la prima e settima frase del capitolo nove, e poi un altro scrive la terza frase del capitolo due. Poi manda tutte le frasi a qualcuno che deve metterle insieme. Alla fine dell’anno legge i suo romanzo e gli prende un colpo: ecco, questo è il tipo di situazione in cui mi trovo.»

E così il giovane Sholder è dovuto arrivare fino alla sala di montaggio per capire cosa sia un montaggio…

Ma davvero qualcuno ha mai avuto un poster di Limahl in camera?

«Se avete visto Nightmare 2 probabilmente non dormirete mai più molto bene. Non perché metta paura – sapete che non è così. Non perché pensate che Freddy potrebbe prendervi nel sogno – non lo fa più. No, probabilmente rimarrete svegli chiedendovi che diamine sia successo alla fine. Non sarete soli.»

Così esordisce il giornalista William Rabkin su “Fangoria” n. 52 (marzo 1986) nel presentare un film che palesemente non ha gradito, né lui né chi è andato ad intervistare: Kevin Yagher, per la prima volta in solitaria agli effetti speciali e pronto a lavorare al mitico Morte a 33 giri (1986).

«Non so che diavolo ho visto, sembrava tipo carne da hamburger o qualcosa del genere. Fissavo lo schermo e mi chiedevo “Cos’è quello?”»

Il truccatore si lamenta della scelta di ridurre la percentuale di effetti speciali nel film, sentimento condiviso con molti fan, anche perché si è fatto in quattro insieme al suo team per creare molte scene in seguito cancellate dal montaggio finale. Pare perché il regista riteneva ci fosse troppo disequilibrio fra l’attenzione agli “effettacci” e quella ai personaggi.
Yagher è entrato nel progetto Nightmare 2 solo perché David Miller – creatore del trucco di Freddy – quando ha saputo che non c’era Craven nel sequel ha preferito accettare altre offerte. Così dopo la sua gavetta finalmente Yagher può lanciarsi nel mondo degli effetti speciali, seguendo la direttiva del regista riguardo Freddy Krueger: meno effetto pizza in faccia!

«Ho fatto delle ricerche e studiato alcuni libri su vittime di ustioni. I produttori volevano che la faccia di Freddy sembrasse bagnata e brillante, quindi ci applicai della gelatina KY.»
(da Screams & Nightmares, 1998)

Per fortuna con Robert Englund si lavora bene, come racconta Yagher a “Fangoria” n. 52 (marzo 1986):

«Si lavora benissimo con Robert Englund: non sta zitto un attimo ma è davvero bravo. Certi attori non resistono al makeup, alla colla e al suo odore. Per esempio io stesso odio essere truccato. Robert invece è la persona migliore da truccare: sta seduto fermo per me e non ha problemi che io lo insegua sul set per sistemare il trucco. Ha dovuto sospendere le riprese per quattro giorni perché ha sviluppato una reazione allergica ad uno dei composti chimici, quindi dopo ci siamo dovuti andare piano.»

Yagher ed Englund sono poi partiti insieme per un giro promozionale in occasione dell’uscita del film, andando per locali e discoteche, ed è capitato che l’attore abbia dovuto tenersi addosso il trucco anche per 24 ore. «È un tempo dannatamente lungo per tenersi addosso quella merda», è l’autorevole commento del truccatore.

Sono umido e appiccicoso: può iniziare la tournée

Il film è meno esplosivo nel primo weekend ma in totale va molto meglio del primo, che aveva guadagnato 7 milioni di dollari su 1,3 investito: Nightmare 2 investe 3 milioni e ne porta a casa 30: ogni discorso cade, ogni critica è inascoltata. È un successo irrefrenabile, qualsiasi sia il giudizio di chiunque.

«Il successo ottenuto sugli schermi di tutto il mondo dalla prima edizione di Nightmare non poteva restare isolato per cui ecco ora Nightmare 2 – La rivincita, più sconvolgente del primo al punto che il pubblico americano, “inchiodato sulle sedie”; nei primi trenta giorni di programmazione ha riservato al film un enorme successo di botteghino con un incasso di trenta milioni di dollari, un milione al giorno.»

Così il 15 aprile 1986 “La Stampa” annuncia al pubblico italiano il delinearsi all’orizzonte dell’immancabile sequel, descritto come «collocatosi ormai a breve distanza dalle superproduzioni quali Rocky 4 e Rambo 2».

Se lo slogan in alto non vi ricorda niente… vuol dire che siete già morti!

Ricevuto il visto censura il 21 aprile 1986, con il divieto ai minori di 14 anni, il film esce nelle nostre sale il 9 maggio 1986 con il titolo Nightare 2. La rivincita piazzandosi subito nei quattro film più visti quella settimana, con 3.580 spettatori, battendo addirittura 9 settimane e ½, al sesto posto. (Al primo posto c’è Unico indizio: la Luna piena.)

Nuovi autori, nuova grafica per il titolo

Per la distribuzione in home video la Warner Bros subentra alla Fox, portando la VHS in videoteca nel 1987. (La trovate su MissingVideo.)

Ecco, questo sì che fa davvero schifo

Avete presente Nightmare? Ecco, dimenticatelo. Diciamo che il cambio alla guida della saga è leggermente avvertibile, tipo quando una bisteccheria viene presa in gestione da un vegano…
Jesse Walsh (Mark Patton) e la sua inutile famiglia (composta unicamente da buchi di sceneggiatura di varie dimensioni) si trasferisce a vivere nella casa di Elm Street protagonista del primo film, particolare che dovrebbe essere totalmente inutile ai fini della mithology della saga, visto che non siamo nel genere “Ghost House” e Freddy non appare solo a chi abita in quella casa, e invece stavolta è così.

Chi è sepolto in quell’ultima casa a sinistra nel bosco?

Jesse è disperato perché è costretto ad indossare devastanti abiti della moda degli anni Ottanta che sono un insulto continuo, è costretto ad avere capelli con la messa in piega, a strillare come una bambina, a frequentare di notte bar equivoci dove trova il suo rude e biondo allenatore scolastico, vestito di pelle e con due occhi malandrini. Poi tutti sotto la doccia e… aspetta, ma ho sbagliato film?
Potrei azzardare una “sottilissima” sottotrama omosessuale, un tentativo – parecchio maldestro – di sussurrare quasi di nascosto l’idea che la presa di coscienza della propria sessualità abbia spinto Jesse a vedersi come un mostro.

Una chiara citazione fantozziana che rimanda ad echi freudiani

Una chiave psicoanalitica di grana grossa, visto che l’atteggiamento di Jesse è tutto tranne che “sottile”: dal suo ammucchiarsi con i ragazzi a natiche scoperte, al suo strano rapporto con l’allenatore (il quale muore nudo sotto la stessa doccia di Jesse); dal suo mostrarsi fragile al suo andare a dormire nel letto dell’amico muscoloso, abbronzato e col capello perfetto. Tranquillo, è solo perché devi difendermi da Freddy. Tu dormi, che al resto ci penso io…

Tranquillo, che Freddy sa come si ama…

Scherzi a parte, sebbene non abbia trovato alcun riscontro nelle presentazioni dell’epoca – e onestamente mi avrebbe stupito il contrario – non escluderei a priori un tentativo da parte dello sceneggiatore di infilare (a forza e malamente) una chiave di lettura psicoanalitica: la paura della scoperta della propria sessualità che genera mostri e soprattutto spinge ad uccidere proprio l’oggetto di quel desiderio illecito. Ricordo infatti che Jesse “posseduto” uccide tutti i maschi con cui ha avuto un contatto…

Il vero mostro del film… è lo stilista!

Chiusa la parentesi psicoanalitica, si torna nella mediocrità. Per ragioni ignote ora Freddy Krueger (un Robert Englund poco ispirato, ma in fondo impossibilitato a fare qualsiasi cosa) decide di usare Jesse per entrare nel mondo del reale. Per fare cosa? Bella domanda…
Entrato nel giovane corpo del confuso Jesse – ah! altro che sottotesto! – Freddy agita le mani, fa scoppiare gli hot dog, dà fuoco al barbecue e imprigiona un gruppetto di festaioli, che ora sono “i suoi ragazzi”. Ma che senso ha tutto questo? L’entità che comandava il mondo onirico, il Signore dei Sogni dai mille poteri, viene nel mondo reale per fare “buh” ai ragazzini? Che tristezza…

Me sa che ho fatto ’na cazzata a venire nel mondo reale

Fatti fuori tutti i maschi sessualmente attivi – ah! – a Jesse non rimane che Meryl Streep, e non è solo l’evidenza di oggi: anche all’epoca sia le fonti italiane che straniere sottolineano l’innegabile e sorprendente somiglianza della esordiente Kim Myers con la Streep.

Ecco Meryl Streep come final girl

Lisa è l’unica che sembra aver capito la situazione e va subito nella solita fabbrica abbandonata dove si svolge il finale di ogni film, perché mica puoi far finire un film in un qualsiasi altro posto, no: il primo prodotto dell’industria americana consiste in fabbriche abbandonate da affittare al cinema.
Qui fra un cane con la faccia da uomo e un topone che si mangia i gatti – ma che senso ha quella roba? – Lisa colpisce al cuore Jesse/Freddy con l’ammmore, che è cchiu forte ’e ’na catena. Per lo schifo della sceneggiatura, Freddy si scioglie e se ne va…

Anche Freddy ha un cuore…

Ripeto, questo film ha incassato dieci volte quanto è costato, quindi ogni giudizio è inutile: è un successo e non si discute. Però… ma dài, bastava lasciare degli attori senza copione per farlo venire meglio, possibile che neanche un minimo sforzo? Almeno Venerdì 13 al secondo episodio ancora uno zinzinino teneva, qui invece siamo a quota Hellraiser 2, cioè stra-svaccati di brutto.
La sceneggiatura è totalmente priva di una logica base, di un rapporto di causa/effetto, se ne sbatte di tutto ciò che è stato detto nel primo film e anzi coscientemente fa il contrario: applausi per la New Line Cinema, il vero mostro della saga.

Mettiamola così, sarebbe talmente facile fare meglio di ’sta robaccia che i registi successivi dovranno davvero impegnarsi al massimo per non risultare migliori: ci riusciranno? Lo scopriremo le prossime settimane.

L.


Bibliografia

  • Dennis Fischer, Freddy’s Revenge, da “Monsterland” n. 8 (marzo 1986)
  • John A. Gallagher, I Write the Blood. A screenwriter makes his breakthrough with the gruesome escapades of Freddy’s Revenge, da “Fangoria” n. 50 (gennaio 1986)
  • William Rabkin, The Monstrous Makeup FX of A Nightmare on Elm Street 2, da “Fangoria” n. 52 (marzo 1986)
  • Brian J. Robb, Screams & Nightmares. The Films of Wes Craven (1998)
  • Michael Schelle, The Score. Interviews with Film Composers (1999)

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36 risposte a Nightmare 2 (1985) La rivincita

  1. Il Moro ha detto:

    All’epoca vidi tutti i film della saga. Il mio ricordo oggi è piuttosto frammentato, ricordo scene dall’uno e dall’altro ma non saprei associarle a un capitolo, è tutto mischiato. Alla fine è proprio quello ciò che mi è rimasto: scene qua e là di bizzarrie oniriche e morti strampalate, che sono la vera essenza dei film di Freddy Krueger. Per brutti che siano, a me hanno sempre fatto ridere e li ho sempre guardati con piacere, a differenza dei seguiti di Hellraiser e Venerdì 13, la maggior parte dei quali non ho nemmeno mai voluto vedere.
    P.S.: sappi che l’articolo sui videogiochi con Freddy Krueger è praticamente già pronto. 😉

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ah, ottima notizia! ^_^
      Anch’io nel corso degli anni ho fatto qualche Maratona Freddy, che mi ha lasciato – come dici tu – giusto qualche frammento di memoria onirica. Per questo ho iniziato questo ciclo, sia per organizzare la visione sia per studiare il dietro le quinte di ogni film: molti sono convinti che la saga sia di Wes Craven invece il regista ha mollato subito gli ormeggi e già il secondo film non è assolutamente farina del suo sacco: non so se poi tornerà in barca, lo scopriremo nei prossimi venerdì, ma per me è importante sapere come nasce un film, per capire meglio il prodotto finito. A posteriori uno si fa tante idee, “hanno voluto fare questo”, “si sono inventati questi”, invece leggendo le interviste dell’epoca e quelle di anni successivi escono fuori un sacco di informazioni su come davvero nascono questi film e chi davvero ha colpa delle pessime trovate 😉

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  2. Cassidy ha detto:

    Arrrgh! Mi hai messo una voglia di ripassarmi tutti i Nightmare, specialmente questo, che secondo me aveva delle cosette da dire, tra tutti i seguiti non viene quasi mai citato, perché non è abbastanza bello ma non ha nemmeno Freddy che fa già il comico. Tutta la parte psicoanalitica non è niente male, magari hai dato un senso ad un film che invece non lo ha, però è un’ottima (psico)analisi 😉
    Ti ringrazio per le citazioni, sarà difficile non correre a rivedermi tutti i Nightmare se tutti i tuoi prossimi pezzi saranno belli come questo! Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Il confronto con il primo film è ovviamente impietoso, forse la fretta di sfornare immediatamente un seguito ha impedito di ragionarci su bene, e come al solito prendere come sceneggiatore il primo che passa – che costa poco ed è manovrabile – ha generato una trama da mani in faccia. Visto che mi dite che il terzo è un ottimo film ho speranza che non sia un tracollo totale, tipo Hellraiser, ma certo che se la New Line tratta così Freddy già all’inizio…

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      • Cassidy ha detto:

        No agli apici di bassezza di “Hellraiser” non è mai arrivato nessuno, la saga di “Nightmare” tutto sommato (remake escluso) si è sempre mantenuta su un livello medio, da qui alla fine non mancheranno le cazzate, ma nemmeno i momenti fighi, anche se la trasformazione del personaggio dal cupo Fred al chiacchierone Freddy è una deriva senza freni, ma d’altra parte far star zitto Robert Englund è impossibile 😉 Cheers

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahahaha mi sa che è una trasformazione resa obbligatoria dall’attore stesso 😀 Già al secondo film il truccatore dichiara che non sta zitto mai, mi sa che alla fine ha preso possesso del personaggio perché ha sfiancato gli autori 😛

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  3. Ivano Landi ha detto:

    Io ho visto i primi quattro film più “Nightmare nuovo incubo”, che credo sia l’ottavo. Tra i cinque, il secondo è l’unico di cui non ricordo nulla, quindi penso sia quello che mi ha colpito di meno.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Anche perché è tutto da dimenticare 😛

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      • Giuseppe ha detto:

        E quando anche te lo ricordassi (come me) sarebbe solo per dimenticartelo meglio: è l’unico della saga che proprio NON riesco assolutamente a mettere in cineteca, in barba al completismo che mi affligge. A volte, poi, sospetto che l’allergia sviluppata da Robert Englund non fosse dovuta tanto al make-up quanto alla presa di coscienza dell’altissimo livello artistico di questo secondo capitolo in cui ormai l’avevano incastrato… 😛
        P.S. Forse anche l’incomprensibile canUomo sarà stato passibile di una qualche interpretazione psicanalitica (se vogliamo escludere un’ipotetica ma, nel caso, ancora più incomprensibile citazione dell’omologo ultracorpo da “Terrore dallo spazio profondo”)… che simboleggiasse Chaskin, magari? Un uomo che, inconsciamente, fosse consapevole di quanto il suo lavoro stava ricevendo un trattamento da cani? 😉

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ci sarebbe davvero l’aiuto di un buon analista per capire quei fotogrammi inspiegabili con i mostriciattoli nella fabbrica abbandonata: che senso avevano? Avevano seguito Freddy dal mondo dei sogni? E quel topone? Che brutta caduta di stile…

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      • Giuseppe ha detto:

        Virtuosismi prostetici assolutamente inutili inseriti così, completamente a caso (probabilmente nemmeno previsti all’inizio)…

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  4. Willy l'Orbo ha detto:

    Guarda, a me pareva che il secondo si tenesse ancora a galla ma può darsi che il mio ricordo sia assolutamente distorto e che quindi la tua analisi sia più lucida e veritiera. Non voglio fare spoiler ma dirò che il terzo a me piacque assai quindi sono curioso di sapere che giudizio gli darai, in molti degli altri la vis comica la fa da padrone se ben ricordo ma alcune trovate trash sono così trash da restare stampate nella memoria! 🙂

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Per carità, qui nulla è veritiero: mi limito a riportare le dichiarazioni degli autori, e il risultato è che le premesse sono parecchio diverse dal primo film, e si vede! Spero di cuore che sia solo un inciampo e che dal terzo in poi si salga col divertimento 😉

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  5. pirkaf76 ha detto:

    Il peggiore della saga per quel che mi riguarda. Però la scena in cui Freddy esce dalla pancia del protagonista a me fece effetto all’epoca.

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  6. Zio Portillo ha detto:

    Eccomi dopo un giorno in cui ho marcato visita!
    Al solito, gran post ricchissimo di informazioni utili e curiose con le quali si può tentare di capire perché è uscito questo (pessimo) secondo capitolo. Stringi stringi il tutto si riduce in: soldi. L’onda lunga del “Nightmare” originale ha fatto partorire questo obbrobrio in tempo record che si è tramutato in un successo assurdo (10 volte tanto! Ci sono studios odierni che farebbero in patto col diavolo pur di andare in pari!) e, a parer mio, inspiegabile. Credo che tra tutti i capitoli di Nightmare usciti (9 o sbaglio?) questo è il peggiore di tutti. Attori cani (e non mi riferisco solo al can-uomo), trama delirante, buchi sparsi,… Se si fossero presi del tempo extra magari l’idea di far uscire Freddy dal mondo dei sogni non sarebbe stata poi così malvagia a patto che abbia un senso logico o una qualche finalità valida. E invece… Nemmeno la spiegazione dell’omosessualità latente mi convince. Il film è una cazz@tona agghiacciante e si salvano due-scene-due in una mediocrità generale.
    Meno male che il prossimo raddrizza la barca alla deriva.

    P.S.: ma i secondi capitoli per i nostri traduttori e per i titolisti italiani devono PER FORZA avere la parola “vendetta”? Esempi: “Rambo 2 – La Vendetta”, “Taken 2 – La Vendetta”, “Transformers 2 – La vendetta del caduto”,… Almeno quelli de “Lo Squalo” hanno atteso il quarto capitolo per appiopparci la “vendetta” accanto.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Ricordo quando da ragazzino uscì Rambo 2 e tutta Roma era tappezzata di poster: da quel momento a scuola qualsiasi frase avesse un “2” diventava subito “la vendetta”! ^_^
      Ovviamente solo il genio di Yakovic poteva raggiungere l’apice assoluto del “2/vendetta”… con “Gandhi 2: La vendetta”!!

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  7. Pingback: Nightmare 3 (1987) I guerrieri del sogno | Il Zinefilo

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  9. Sam ha detto:

    Guarda cosa scopro questo artiicolo poco dopo che Paramount channel sta facendo tutti i sabati la maratona di Freddy ( sabato tocca al terzo e quarto film ). Rivisto dopo anni, e che dire ? Che il sottotesto sessuale non credo sia intenzionale ( anzi, forse c’è la solita viisione horror-bigotta dello stesso : vedi allenatore gayo pervertito che vuole legare e sodomizzare Jesse ma poi viene ucciso e sculacciato secondo la legge del contrappasso). La trama del film in se non sarebbe malaccio ( lo schema verrà copiato iun forma migliorata da Candyman ), se non fosse che con Nightmare non c’entra nulla ! Il regista non sapeva chi era Freddy e non gliene fregava nulla; aggiungiamo che voleva far vedere di essere migliore di Craven e che fa ? Via la trovata dell’ orco assassino che si move nel mondo dei sogni, via gli omicidi creativi e visionari, via tutto quello che ha reso Freddy un personaggio vincente e popolarissimo ! Agiungiamo efetti sonori presi da Scooby Doo ( vedi la scena iniziale dei fulmini col pulmino ) , un duello finale che si risolve in una moscissima chiaccherata e abbiamo un quadro completo della situazione. Le uniche cose che si savano sono le frasi ” ora siete tutti figli miei ” e la scena di Freddy che sbuca fuori dalla stomaco di Jesse.
    Meno male che dal 3 le cose cambiano ( il 3 era uno dei miei preferiti, chissà a rivederlo oggi che efetto farà )

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Sì, la Paramount mi ha copiato l’iniziativa! 😀
      Scherzi a parte, non so come mai il terzo film sia adorato da tutti: mi ha deluso profondamente, al contrario del quarto che non lo cita mai nessuno e invece finora è i migliore, dopo il primo.
      Il regista non conta nulla, in questi film, quindi come ho raccontato le scelte di sceneggiatura non dipendono da lui – malgrado nelle interviste i registi tendano a tirarsela come gente che conta – e il problema di Nightmare 2 è proprio un insieme di scelte sbagliate di sceneggiatura fatte sapendo benissimo che si stava sbagliando. Ma ha guadagnato un fottio quindi “ha vinto”!
      Il terzo film è uguale, quattro sceneggiatori che si sono accapigliati, e il quinto film ne avrà addirittura cinque a fare casino. E’ un miracolo che in mezzo a questo litigare di scrittori esca fuori un film almeno coerente!

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      • Sam ha detto:

        Il terzo film mi piaceva per l’idea di una squadra di giovani disadattati che si addestrava a mò d supereroi a sconfiggere Freddy, usando l’idea che nel sogno puoi essere chi ti pare e quindi batterlo ad armi pari. Una fantasia di potenza adolescenziale all’ ennesima potenza e che tutti abbiamo immaginato almeno una volta ; per questo, credo sia stato il motivo per cui il film piacesse alla maggor parte dei giovani spettatori di allora. Magari quando lo rivedrò con occhi adulti sabato 28 luglio, mi farà pietà.

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        L’idea infatti è ottima, purtroppo però eseguita con i piedi (e dico “piedi”…) Proprio perché i ragazzi possono essere ciò che vogliono nei sogni… perché scelgono di essere dei coglioni? Una fa le capriole, uno fa il mago… cioè, devi affrontare l’Uomo Nero e ti presenti con i trucchi con le carte? La punk con il coltellino più piccolo della storia del mondo… E’ troppo stupido al cubo il modo con cui l’ottimo spunto è stato trattato!

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      • Fra X ha detto:

        Sam, ti trovo in ogni dove!?! o-O XD Comunque soliti discorsi del “a rivederlo adesso”. Ma il 3 non era considerato “il migliore dopo l’ 1”? Si va sempre a luoghi comuni? XD
        A me, pur con scelte registiche belle, non fece impazzire neanche il primo. XD il finale poi…

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Infatti non credo nei luoghi comuni, nati peraltro senza motivo: tutti mi hanno detto che il tre è il migliore e invece è devastantemente ridicolo. Com’è che il 4 è mille volte superiore e non lo cita mai nessuno??? 😛

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    • Fra X ha detto:

      Però poi si parla di sequel fotocopia. Alla fine meglio fare altro dopo il primo in certi casi. XD

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  10. Sam ha detto:

    Oddio, il mago mica era tanto coglione , visto che è quello che sembra quello con più chance di uccidere Freddy. Semmai muore da coglione a duello già vinto ( che caspita gli corri addosso, fesso ). Certo, rimane sempre un film e va visto come tale, perché se si comincia a pensare che nel sogno puoi essere potente quanto vuoi, allora lo può fare pure Freddy e è probabilmente finiremmo con lui e il relativo avversario che si sparano onde energetiche dalle mani tipo dragonball o fantumano pianeti con uno starnuto.
    E ciò sarebbe male .
    O no ? 🙂

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  13. Fra X ha detto:

    Ecco cantarle e suonarle al povero Nightmare 2. Non sarà un capolavoro, ma ci sono seguiti che mettiti le mani nei capelli rispetto a questo. Causa anche gli altri film ormai FK è radicalizzato in un certo modo e questo film ne fa le spese. Mi aspettavo chissà che obrobrio ed invece… boh! Fila via liscio, il classico ritrovamento del diario ha sempre il suo fascino, non si esagera… ecco una pecca è che ci si poteva spettare più ammazzamenti. Boh! Certo, qualche pacchianata da B-movie c’ è come l’ incontro con l’ allenatore, ma senza svaccare. All’ epoca sul personaggio c’ erano diverse porte e si è scelto stavolta di passare dal mondo del sogno a quello reale tramite possessione. Idea a suo modo affascinante. Ormai film da luoghi comuni in parte.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Conoscendo molto poco la saga, quando ho visto questo secondo non ero influenzato dai successivi Freddy: non ricordavo nulla dalla prima visione, tanti anni fa, quindi è come se l’avessi visto per la prima volta. E non mi sento davvero di salvare nulla, a parte qualche ottimo effettaccio speciale come Freddy che fuoriesce dal tizio. Ma forse è un mio problema con il personaggio, che non trovo davvero soddisfacente in nulla appena uscito dal primo film…

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