Nightmare 4 (1988) Il non risveglio

Abbiamo seguito la vita e le opere di Jason fino ad arrivare al punto in cui finalmente, dopo anni di tentativi infruttuosi, è arrivato a scontrarsi con il suo collega più giovane. Ma prima… è proprio quest’ultimo “collega” che merita di essere raccontato.

Di’ al Demonio che ti manda Freddy

«Freddy Krueger è l’uomo che il pubblico ama odiare, è diventato un grande anti-eroe. Il mondo era pronto per un personaggio di quel tipo.» A parlare è l’entusiasta produttore Robert Shaye, fondatore della New Line Cinema, citato in Screams & Nightmares (1998), e i dati del botteghino gli danno ragione: nel saggio si specifica che il primo film ha incassato 23 milioni di dollari, negli Stati Uniti, il secondo più di 30 e il terzo è balzato a 45. C’è bisogno di altro Freddy in video.

Gli incubi non abbastano mai

Stavolta però niente ammucchiate di sceneggiatori, quindi tenete lontano Wes Craven e amiconi vari. Che si sa, amici amici e poi giù botte. La New Line chiama il romanziere William Kotzwinkle, noto per alcune fortunate novelization, e si fa buttare giù un soggetto, trasformato poi in sceneggiatura dall’esordiente Brian Helgeland e Scott Pierce (pseudonimo collettivo dietro cui si nascondono Jim e Ken Wheat).

Stavolta nessun litigio fra sceneggiatori

Il citato saggio Screams & Nightmares (1998) dice che Shaye ha scelto il giovane regista finlandese Renny Harlin perché ha apprezzato il suo lavoro con l’horror Prison (1987): avendo io avuto l’onore di vedere (e recensire) quel film, posso dire a cuor leggero che non ci credo proprio. Harlin è bravo e non si discute, ma dopo aver visto Prison hai solo voglia di picchiarlo, non di ingaggiarlo per dirigere il prodotto di punta della tua casa.

«Per questo film ho voluto sviluppare caratteri più decisi con relazioni più forti. Un film può avere i migliori effetti speciali, ma se al pubblico non interessa dei personaggi hai perso. I grandi film hanno bisogno di grandi personaggi.»

Grazie, Renny, ci sei venuto dalla Finlandia a portarci il Verbo…

Appena messo a capo del progetto, Renny Harlin ha una di quelle idee che tu dici, ammazza ’sto finlandese, è uno che ha capito tutto: facciamo Nightmare 4 senza Robert Englund. Si vede che Dalla Finlandia con furore è uno che capisce al volo come vanno le cose…
Malgrado nella sua biografia non ne parli, Englund sta vivendo una crisi: sente di non avere più nulla da dare nel ruolo di Freddy, o almeno così ci racconta Screams & Nightmares (1998): quand’anche fosse vero, c’è da credere che siano tutte moine per tirarsela e alzare lo stipendio. Dopo la percentuale sugli incassi ottenuta con il terzo film dubito fortemente che Englund non creda più nel suo personaggio moneymaker.
La storiella continua con Harlin che va da Englund e lo convince a partecipare, con l’attore che dice “Ma mi si nota di più se vengo e non mi trucco da Freddy, o se non vengo proprio?”. Va be’, facciamo finta di crederci…

Nella sua autobiografia, Hollywood Monster (2009), Englund racconta tutt’altra storia. Oltre a secchiate di melassa in complimenti su quanto sia geniale Harlin e bla bla bla, d’un tratto cita il suo vecchio amico Mark Hamill: com’è che ’sti attori sono tutti amici poi però ognuno per conto suo? Comunque Englund ci racconta che Hamill era angustiato perché era rimasto prigioniero del personaggio di Luke Skywalker, e nessun produttore gli proponeva altri tipi di ruoli. Un giorno Mel Books lo chiama nel suo ufficio, Mark – che venera il regista – ci va e riceve da Mel un consiglio illuminato: goditi la fama del tuo personaggio. Ammazza che consiglio! Ma come te chiameno, Yoda?
Englund, folgorato da cotanto illuminato pensiero, da questo storia capisce che deve sfruttare Freddy Krueger fin quando fa male, fin quando ce n’è, e arraffare più soldi che può. Ah, quanta filosofia morale in queste storie…

Il biondo regista finlandese racconta la sua visione al giornalista Marc Shapiro sulle pagine di “Gorezone” n. 4 (novembre 1988):

«Sono sempre stato interessato all’aspetto visivo di un film. Mi piace usare la steady cam, una cinepresa in movimento e tutti i gadget che possono rendere un film visivamente piacevole. Mi sono reso conto di fare film principalmente per un pubblico cresciuto con MTV e i videoclip, quindi un film deve risultare di forte impatto. […] Quelli della New Line sono venuti da me e mi hanno detto che hanno apprezzato il mio stile in Prison, che è proprio quello che cercavano per Nightmare 4

Le riprese iniziano ad aprile 1988 e il consueto Shapiro è già lì, prima di tutti gli altri, pronto a raccontarle per “Fangoria” n. 77 (settembre 1988). Dopo un giro sul set, ovviamente si fionda nella roulotte da dove stanno arrivando urli e bestemmie: a quanto pare oggi Robert Englund si è svegliato con Freddy di traverso…

«Sarò onesto con te, non ho accettato questo film con entusiasmo. Stavo ancora dando i tocchi finali a 976-EVIL [il suo primo film da regista, noto in Italia come 976: chiamata per il diavolo. Nota etrusca] e siccome la data di inizio delle riprese di Nightmare 4 è stata anticipata ho dovuto rifiutare alcune interessanti proposte di cinema e TV. Ero un po’ seccato, e quando abbiamo girato le prime scene avevo la sensazione che non stessi dando il meglio come Freddy, poi invece quando ho visto quelle scene montate ho capito che stiamo facendo un ottimo lavoro.»

Esordito in patria il 19 agosto 1988 con il titolo A Nightmare on Elm Street 4: The Dream Master, il 17 febbraio 1989 il film ottiene il visto della censura italiana per essere proiettato con divieto ai minori di 14 anni: esattamente come il film precedente, questo divieto decade dal febbraio 1992. Peché nel 1992 la commissione di revisione cinematografica si è riunita per decidere di questa saga? Un giorno lo scoprirò…
Arriva sugli schermi italiani il 21 febbraio 1989 con il titolo Nightmare 4. Il non risveglio. Quel giorno il giornalista Piero Perona pungola il film sulle pagine de “La Stampa”, notando come Freddy rinasca «al richiamo del box office» ma soprattutto creando il gioco di parole perfetto per Robert Englund, attore che… fa buon viso a cattivo gioco!

Nel 1990 esce in VHS CBS Fox, e grazie al ritorno di questa casa viene ristampato nella mia amata collana “Silver & Gold”.
Subentra poi la Eagle Pictures a presentare il film in VHS e DVD dal 14 luglio 2004.

«One… two… Freddy’s coming for you.
Three… four… Better lock your door.
Five… six… Grab your crucifix.»

«Uno, due e tre… Freddy viene per te.
Tre e quattro e cinque e sei… chiudi la porta se ci sei.
Sei, sette e otto… se riapri muori di botto.» (Doppiaggio italiano)

I doppiatori italiani sì che mettono paura, con il loro tradurre in modo sempre diverso una filastrocca che si ripete identica di film in film: questa è la grande creatività italiana.

A regazzi’, e mo’ ve la buco ’sta filastrocca!

Perdiamo Patricia Arquette, che si va ad infilare in minuscoli ruoli invisibili dopo aver esordito da protagonista, ma acquisiamo l’attrice dal nome più spettacolare di sempre: Tuesday Knight, che suona a metà fra “martedì notte” e “cavaliere di martedì”, e addirittura è il suo vero nome.

Ciao, Tuesday Knight, ci vediamo martedì notte?

Quindi vediamo ciò che resta di quelli che solo con tanto ottimismo vengono chiamati “guerrieri del sogno”, cioè i superstiti del precedente film che continuano ad essere degli impediti totali nel mondo dei sogni: altro che guerrieri! Convinti che tutto sia finito, ovviamente muoiono come beoti sotto i colpi di Freddy, ritornato in vita grazie al Potere di Grayskull. (Non vedo altre motivazioni.)

Ciò che resta dei “guerrieri del sogno”

Abbiamo così altri giovani che entrano in scena, pronti ad essere fatti fuori da un Freddy che ritrova un po’ di protagonismo rispetto al precedente film – in cui in pratica lo si vede solo nel finale – ma stavolta i “guerrieri” cambiano moda: ormai le arti marziali spaccano. Da Karate Kid 1 (1984) e 2 (1986) a Bloodsport, uscito qualche mese prima, è chiaro che la passione marziale sta salendo, quindi basta con guerrieri che affrontano Freddy con il niente più niente: è il momento di tirare calci.

Chi è che negli anni Ottanta non aveva dei ninja alle pareti?

Vediamo così un attorino palesemente non capace impegnarsi in vari kata marziali del tutto fantasiosi e male eseguiti, ma non importa: è il simbolo di una passione che sta cuocendo sotto pelle. Inoltre vediamo appesi alle pareti poster di ninja in immagini che all’epoca giravano anche in Italia: l’Occidente era in pieno attacco da Ninja Trash, quindi non c’è da stupirsi.

E ci scappa pure un nunchaku!

La parte più deliziosa è ovviamente quando la final girl Alice (Lisa Wilcox) si allena con il nunchaku e poi affronta Freddy a calcioni. Per carità, robbetta dozzinale, ma è un chiaro fattore di come Renny Harlin stia affrontando il film.

Devo proprio ricordare come il primo a portare un nunchaku nel mondo dei sogni sia stato il Chuck Russell di Dreamscape (1984), il film odiato da Craven? Povero Wes, qui mi sa che gliel’hanno fatto apposta, a infilare quell’arma nella storia…

Lisa Wilcox ri-porta il nunchaku nel fanta-horror

Rivisti oggi, il terzo e il quarto episodio segnano davvero un momento di profondo passaggio culturale dell’epoca: il terzo era ancora strettamente legato alla moda horror degli anni Ottanta – anche se in fondo Freddy ha parecchio contribuito a crearla, quella moda – mentre il quarto è già proiettato in avanti. Verso gli anni Novanta? Forse sarebbe esagerato dirlo, ma di sicuro è figlio della MTV Generation, e non a caso il logo del celebre canale è sparso qua e là.

Ah però, ’sti anni Novanta promettono bene…

Non mi riferisco solo al fatto che per la prima volta nella saga sentiamo canzoni durante il film – con un divertente brano dei titoli di coda in cui i Fat Boys duettano con Freddy! – ma penso alla struttura stessa del film: molto più vivace e briosa, con inquadrature molto più… gustose (non mi viene altro termine!)

Unisciti alla grande pizza di Freddy!

Non sto facendo un discorso di “modernità”, del tipo “il quarto è più moderno del terzo”, perché paradossalmente lo stesso stile secondo me è quello del primo film: Harlin come Craven non sta solo dirigendo un film horror, come tanti dell’epoca, ma sta cercando di fare un film che colpisca l’attenzione e lo renda diverso dai suoi tanti concorrenti. Questa spinta verso un prodotto di forte impatto non l’ho sentita nel terzo, che anzi ho trovato visivamente molto meno potente. (Non parlo del secondo perché sono tutti concordi che è solo un grande errore.)

Se non lecchi le dita… godi solo a metà! (cit.)

Questo quarto film ha in pratica una semplice continuazione di trama – personaggi non più vittime inermi bensì avversari dell’Uomo dei Sogni – ma ciò che lo differenzia è una potenza visiva molto più marcata, forse dovuta al fatto che Harlin veniva dai videoclip, o forse semplicemente aveva più voglia di mettersi in mostra essendo un quasi esordiente negli USA. Anche il Chuck Russell del precedente titolo era un regista esordiente, ma non ho proprio avvertito alcuna sua voglia di far vedere quanto valeva. (Guardando però la sua filmografia mi sembra che sia proprio il suo stile non osare mai più di quanto la produzione abbia previsto.)

L’interno di Freddy Krueger è da Premio Oscar!

Assolutamente epica la scena in cui “entriamo” nel corpo di Freddy e vediamo agitarsi le anime da lui ingoiate nel tempo: una sequenza di pochi secondi ma che per me è di una potenza incredibile. Mi ricorda l’Assunzione della Vergine del Correggio (1530 circa) con la sua moltitudine di corpi aggrovigliati e visti dal basso.

Cappella del Duomo di Parma affrescata dal Correggio (particolare)

In generale sono molto più curati gli effetti che riguardano Freddy e ogni scena dove appare è ghiotta, al di là di una sceneggiatura che sembra andare in realtà a briglia sciolta. Detti effetti Marc Shapiro su “Fangoria” n. 78 (ottobre 1988) li definisce curati da una squadra di grandi virtuosi: di nuovo Kevin Yagher, fedele truccatore di Freddy, il suo assistente Howard Berger, John Buechler, Steve Johnson, Chris Biggs, Screaming Mad George e Peter Chesney.

I tecnici dànno il sangue per Freddy!

«Avevamo cinque unità in azione per l’intera durata delle riprese: era come girare cinque film in una volta sola», racconta Steve Johnson a Shapiro.

Howard Berger al lavoro

«Freddy è sempre divertente da creare, ma dopo averlo fatto centinaia di volte il tuo entusiasmo tende a trasformarsi in sonno», confessa Yagher, ma lo aiuta Berger che ha fatto “solo” 35 volte il trucco di Freddy, quindi è fresco fresco, e appena finito il film si è catapultato con gioia sul set de La casa 7 (1989).
Comunque a detta di tutti i tecnici l’unico vero effetto speciale che ha messo a dura prova la pazienza dell’intera troupe… è stato tenere fermo Englund sulla poltrona per truccarlo, cercando di fargli tenere chiusa la bocca!

Con 50 milioni di bigliettoni fumanti incassati in patria, contro un investimento di soli 13, Nightmare 4 dimostra come la serie è tutta in salita, anche se in proporzione le idee sembrano tutte in discesa.
Vincerà la proposta di Englund, di rallentare la produzione di questi film? O si cercherà di battere il ferro finché è caldo? Lo scopriremo nelle prossime settimane.

L.

P.S.
E ora, tutti a ballare coi Fat Boys vs Freddy!


Bibliografia

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30 risposte a Nightmare 4 (1988) Il non risveglio

  1. Cassidy ha detto:

    Purtroppo non ho mai visto “Prison” ma solamente letto il tuo posto, ma quando dico che Renny Harlin è un adorabile pazzo penso anche a tante delle trovate di questo film, certo alcune sono brutte (la scena della pizza maxi) ma la scena di “Esploriamo il corpo umano” con Freddy per me è uno dei momenti più mitici di tutta la saga, di questo quarto capitolo apprezzo proprio la follia di Renny, uno che ha dimostrato a lungo di aver voglia di spaccare tutto (o di farlo esplodere) e poi purtroppo si è perso per strada. Infatti la tua analisi mi trova d’accordo, non so se ha anticipato gli anni ’90, ma di sicuro è un film vivo, non un filmone, però a livello di trovate non va sotto contro nessuno 😉 Questa rubrica migliora di settimana in settimana! Cheers

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Renny è un regista geniale, purtroppo ha avuto un sacco di inciampi che non credo siano colpa sua: più che altro i suoi film “sbagliati” hanno problemi di sceneggiature, ma fino ad un certo punto. Come hai detto tu tempo fa, il vero colpevole dell’insuccesso di Renny… è la moglie Geena Davis 😀
      Vedere questo film subito dopo il tre è davvero il sistema migliore per apprezzare la freschezza di un regista visionario alle prime armi: potrà non aver sfondato il botteghino, ma il suo successivo “Die Hard 2” continuo a trovarlo un filmone da applauso!

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  2. Willy l'Orbo ha detto:

    Guarda, del 4 mi ricordo proprio la Potenza visiva e quindi siamo pienamente concordi! 😉
    Anche sul possibile clima di passaggio ai ’90, a una sorta di aura videoclip sono solidale!
    La citazione del Correggio mi ha
    profondamente commosso

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  3. Conte Gracula ha detto:

    La pizza agli angioletti era terribile XD
    Ho il vago ricordo che il quinto sia il seguito di questo… e che ci appaia una persona legata a Freddy!

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  4. Il Moro ha detto:

    In Nightmare viene citato il correggio, e la scena non è nemmeno una porcata? fenomenale!

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  5. Ivano Landi ha detto:

    Dopo di che per me si va in terra incognita… il quinto, il sesto e il settimo non li ho visti. Scelta saggia, scelta sbagliata? Lo scoprirò nelle prossime puntate ;-D

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  6. pirkaf76 ha detto:

    Questo è quello in cui non mi fecero entrare al cinema.
    A me piacque, anche se meno rispetto al primo ed al terzo.
    Lo metterei a pari merito con il quinto, forse un gradino più su.
    Iconica la scena della trasformazione in scarafaggio di una delle protagoniste. 😛

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  7. Pingback: Nightmare 5 (1989) Il mito | Il Zinefilo

  8. Sam ha detto:

    Visto insieme al 3 e tra i due , continuo a preferire il 3 pur con i suoi difetti . Il 4 ha si degli ottimi effetti speciali, una nerdina di colore adorabile, ma tante cose sbagliate e ridicole : come il combattimento finale, dove abbiamo la kun fu girl più impedita della storia che per preparasi a combattere , indossa jeans e giubbotto in pelle ( che tutti sanno ti rendono invincibile in un combattimento ). Taccio sulla trovata di far riflettere Freddy allo specchio per distruggerlo ( ma che c’entra ? Hanno visto forse troppi episodi dei Thunder Cats ? ). E vogliamo parlare di altre scene trash, coome quella del cane che piscia fuoco dov è sepolto Freddy ? Questo film mi è sembrato di transizione, ovvero ancora horror come i primi 3 , ma già avviato all’ umorismo che avremo nei capitoli 5 e 6 ( Super Freddy , ecco il vero eroe del domani ). E francamente, perché tutti quelli che sconfiggono Freddy, credono che sia finita ? Cioè, non è servito bruciarlo vivo quando era un uomo comune , cosa gli fa pensare di eliminarlo definitivamente ora che è un incubus ? Come è risorto una volta, potrà farlo chissà quante altre, no ? Aveve senso il finale del primo film di Craven con Freddy impossibie da uccidere (altro che “portarlo nellla realtà per finirlo ” ), o la trovata del 6 che spiegava da una arte come fosse resuscitato, ma al tempo stesso spiegare come eliminarlo per sempre ( poi dmenticata da tutti).
    Vabbè, aspettiamo sabato prossimo per con i due capitoli finali della saga (gli altri non sono canonici, almeno per me )

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Premettendo che l’ho ben specificato che il quarto mi piace per la regia, non per la storia o la sceneggiatura, mettersi a fare a gara su quale film sia più logico o più assurdo mi sembra davvero paradossale, visto che a parte il primo ogni film ha sparato a caso nel tentativo di portare a casa qualche risultato. A volte ci è riuscito poco, a volte per nulla.
      Giustissima la critica alla scelta marziale, ma ti ricordo che all’epoca era quello lo standard nel cinema non marziale: non è che siccome Ralph Macchio quattro anni prima indossava un kimono allora era più marziale: rimaneva un ciocco di legno totalmente incapace di qualsiasi movimento, eppure questo non gli ha impedito di infiammare il mondo con il karate. (Che poi, va be’, in “Karate Kid” tutto si vede tranne che karate!)
      L’ho detto che lo scontro marziale è minimissimo, che è robbetta sgangherata ma è un buon segnale per capire quanto stesse esplodendo la mania marziale che avrebbe poi portato a film di genere molto più curati. In fondo oggi è considerata una star marziale Keanu Reeves, quindi siamo tornati parecchio indietro, anche per gli anni Ottanta! 😛
      Prima potevo dare la colpa al fatto di aver visto questi film in ordine sparso, ma ora che li ho visti in sequenza posso dire che davvero non mi piacciono, neanche in minima parte: quindi vedi la mia opinione come quella di un esterno, non di un fan, e proprio per questo non posso proprio considerare non una singola riga di sceneggiatura dei 5 sequel come anche solo vicina alla sufficienza.

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      • Sam ha detto:

        A dirla tutta, neppure io sono chissà che fan di Freddy : lo conoscevo solo per i trailer, che in quell’ epoca lontana andavano in onda in pieno pomeriggio con le loro scene splatter così da traumatizzare più bimbi possibili ( ricrdo ancora la scena di Freddy che esce dalla pancia di Jesse che non mi ha fatto dormire per giorni ).
        Insomma, negli anni 80 ero troppo piccolo e pauroso ( ne 1987 avevo 10 anni ) per vedere questa roba, e l’o vista negli anni 90 con le repliche in tv o vhs prestate da amici .L’unico film che ancora regge è il primo, gli altri sono robetta invecchiata male e fatta da gente che di Freddy fregava zero. Tornando a questo quarto film ci sono erroracci come il sogno di Sophie in classe con il pavimento a scacchi che s deforma intorno al suo banco dando l’idea che stia sprofondando nel terreno . Peccato che tale effetto rimane sulle mattonelle anche quando tornano alla realtà (in eoria la calca di ragazzi intorno a Sophie doveva coprire la cosa, in teoria..), Un altro errore è della versione italiana, dove il fidanzato di Alice pronuncia il nome di lei in italiano ( invece di “Elis” all’ amerigana ) quando questa lo salva da Freddy nella sala operatoria .Almeno così mi è parso . Qualcun ha il film sottomano per confermare ?
        Ti lasco con la parodia animata di Freddy nei Tiny Toons che forse non conosci
        http://tinytoons.wikia.com/wiki/Eddy_Cougar

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        Ahahah deliziosa la versione animata di Freddy 😀
        Siamo in pratica coetanei, nel 1987 avevo 13 anni, e anch’io ho cominciato tardi a vedere gli horror: non ricordo il momento preciso, ma nel 1988 con Dylan Dog sono sicuro che stavo già iniziando a recuperare il tempo perduto 😛

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