The Perfect Weapon (2016) Seagal al futuro

Il canale CineSony ha approfittato di un mese “fiacco” come agosto per riempire il palinsesto di milioni di repliche di film con Seagal, tutti già replicati mille volte al giorno nei mesi precedenti: almeno è stata l’occasione di vederne uno che mi mancava: The Perfect Weapon.

Uscito in patria il 9 settembre 2016, non sembra aver conosciuto una distribuzione italiana in home video: quindi è un’altra grande esclusiva di CineSony, il cui primo passaggio probabilmente è quello del 5 febbraio scorso.

Va be’, “perfetta” forse è un’esagerazione…

America del 2029. Non c’è Skynet, c’è molto di peggio: il futuro bbuio è dominato da… Steven Seagal.

Che belli i tempi della guida illuminata di Skynet…

Il regista svedese Titus Paar si prende una pausa dai suoi consueti cortometraggi per regalarci un film: grazie, Titus, ma come regalo bastava una cravatta.

Chiama addirittura tre tizi a dargli una mano per scrivere la sceneggiatura più superficiale che mente umana possa concepire, andando al di là della metafora e sconfinando in quella che io chiamo “tuttàfora”: con la metafora almeno “metà sta fora”, qui invece sta tutto de fora!

I “grossi” del mondo a consiglio

I personaggi parlano solo per sottotesti, dimenticandosi il testo, quindi il cattivo dice «Io sono cattivo» e il buono dice «Io sono buono», quando la cultura umana diversi millenni fa ha inventato un sistema per rendere più piacevole questa roba: si chiama narrativa, ma non è che proprio tutti la usino. Titus Paar per esempio non la usa.

Così nell’America del futuro abbiamo dei ricchi e potenti che si riuniscono e si dicono «Ah, che bello essere ricchi e potenti», e il loro potere si basa sul controllo totale di tutte le persone, una per una, e la violazione totale della privacy, e ghignando si dicono «Ah, che bella la violazione della privacy». E ovviamente i cattivi sanno di essere cattivi perché comunque hanno una fibra morale, così ammettono gli uni con gli altri di essere il Male.
In fondo, da un futuro bbuio dove governa Seagal cosa vi aspettavate?

È bello essere re…

Nel futuro non esiste sottigliezza, non esiste narrativa, non esiste metafora. In questo futuro “tuttaforico” la birra ha come etichetta “birra” e le olive sono chiuse in barattoli con su scritto “olive”, rendendo completamente inutile il concetto stesso di etichetta, visto che non c’è niente da scriverci sopra.

È come una crociata personale che sto portando avanti: perché sulle etichette dell’aceto balsamico è specificato “di Modena”? Lo fanno anche a Perugia o Ancona? No, lo fanno solo a Modena, perché allora specificarlo? Ecco, nel futuro questa usanza si allargherà e tracimerà fino a scrivere “Birra” sulla birra…

Ecco il futuro “tuttaforico”

In questo futuro tuttaforico si aggira il killer professionista che in seguito sapremo chiamarsi Condor (un Johnny Messner talmente photoshoppato in locandina da essere irriconoscibile) che è sempre triste per via del suo stupido nome.

Il killer triste per via del suo stupido nome

Uccide seguendo gli ordini di non si sa chi ma una notte buia e tempestosa non preme il grilletto: dopo aver ucciso uno dei potenti del mondo, non ce la fa ad uccidere la donna che è con lui (Sasha Jackson), perché gli scatena nella capoccia un turbinio di ricordi. Ma te la ricordi quella… ma chi? Boh, quella… quella bionda, dài… hai presente quella? Eh, proprio lei.

La quota rosa è di quelle buone

Inizia un sottilissimo thriller psicologico dove non si sa di chi fidarsi ma soprattutto non si sa chi picchiare per le trovate da mani in faccia. Scopiazzate da 1984 di Orwell tagliate col badile e inserite con un martello, colpi di scena telefonati parecchi anni prima (ero ragazzino quando ho capito il colpone di scena finale di questo film!), trovate così platealmente stupide da riscrivere la definizione stessa di stupidità, e su tutto rotola come la palla di Indiana Jones il corpaccione sferico di Seagal.

Come al solito è pieno di donne e qui ne approfitta anche per una scena “erotica” di un cattivo gusto da Guinnes dei primati.

Un momento di raccoglimento per la tipa asiatica…

Col solito pizzone nerissimo e gli occhialetti gialli da pirla, Seagal fa le sue mossettine – tutte identiche da trent’anni a questa parte – e addirittura si arrischia a tirare mezzo calcetto, cosa che probabilmente gli ha stirato tutti i muscoli del corpo: era dal 1975 che non tirava una tecnica marziale che sembrasse vera e il suo fisico non era pronto.

Chi si ricorda l’ultimo calcetto di Seagal?

Ovviamente lui fa il mastermind perché Seagal mica può fare solo una piccola parte, no. Lui comanda il mondo e anche quando sembra abbia perso in realtà ha vinto. Perché Seagal è uno di quegli attori che per contratto non muore mai, e allora come fa a recitare il potente cattivo che alla fine deve morire? Be’… alla fine arriva la trovata più genialmente cialtrona della storia della letteratura dal 10.000 avanti Cristo ad oggi, e vi giuro che sono cascato dalla sedia a forza di ridere.
DOVETE vedervi questo film beota solo per gustarvi gli ultimi due minuti, quando il protagonista libera il mondo da Seagal… Un mito assoluto!

Se invece, come giustamente mi fa notare Zio Portillo, non avete alcuna intenzione di bruciarci cellule celebrali a vedere una porcata di Seagal, vi rivelo il geniale colpo di scena qui di seguito:


INIZIO SPOILER:

Come vuole la trama, il buono sovverte il sistema uccidendo il cattivo padrone del mondo e regalando la libertà a tutti i cittadini. Il problema è che Seagal non può morire, così mentre lo vediamo reclinare la testa morente… entra in scena Seagal! Il Seagal in piedi guarda quello morente e gli dice: «Grazie fratello mio, per esserti sacrificato!»

Nuoooooooooooooooooooooooooooooo!!!

Il fratello gemello… neanche nei film dell’Ottocento si usava più questa trovata imbarazzante…

FINE SPOILER

Pure Seagal non gliela fa più a fa’ ’ste cazzate

A parte la scena finale, che fa ridere per via dello stesso sottile umorismo di un peto in chiesa, The Perfect Weapon è un film oggettivamente ben diretto, con ottima fotografia e tutti gli aspetti tecnici al punto giusto. Ma ovviamente la sceneggiatura è spazzatura, roba indigesta che dà un’altra martellata ai chiodi che sigillano il genere “fantascienza del futuro bbuio“, il cui grado di superficiale nullità ha raggiunto un livello da denuncia penale.

Sembra una di quelle porcatine inguardabili di Net(tezza)flix, tipo Mute (2018), invece è stata giudicata troppo “di qualità” per finire su quel canale differenziato.

La fattura è buona, ma è tutto il resto che non va

Un film comico sicuramente, già solo per ciccio-Seagal che fa il filosofo, ma dispiace vedere del talento tecnico come quello di Titus Paar sprecato per ’sta robaccia.

L.

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30 risposte a The Perfect Weapon (2016) Seagal al futuro

  1. Zio Portillo ha detto:

    Eh no caro Lucius! Così non andiamo d’accordo per nulla. Come lettore pagante (nel senso che sto leggendo/scrivendo bevendomi il caffè regolarmente pagato al bar…) esigo di sapere come il mondo può liberarsi da Seagal. Non vale lasciarmi con l’acquolina in bocca per poi chiudere il post sul più bello. CineSony non lo becco e anche se Sky ha questo bellissimo film in palinsesto On-Demand mi RIFIUTO di guardarlo.

    Ora, per favore, mi rispondi e mi dici come termina il film. Grazie! In cambio ti lascio il cappuccino pagato qua al bar così divento doppio lettore pagante. E ci aggiungo pure la brioche, tò. Oggi mi voglio sprecare! 😛

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  2. Evit ha detto:

    Questo articolo mi ha indotto in reato. Ti denuncio! Me lo sono letto ai semafori a rischio di farmi togliere la patente perché ho riso dall’inizio alla fine. Pensa a questo stronzo che parte in ritardo ad ogni verde e ride come un matto

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  3. Conte Gracula ha detto:

    Come si fa a fare una scena di sesso con una donna e uno scaldabagno? Non riesco a immaginare la parte operativa… al massimo, la donna può avere un rapporto con qualcuno mentre Seagal scalda l’acqua. 😕

    Comunque, sospettavo che il colpo di scena fosse quello… stra-usato garantito 😛

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Una roba che nessuno usa più, essendo una poveracciata più che inflazionata. Tipo l’androide cattivo che si spaccia per suo fratello buono, tanto per ricordare quante cose brutte ci ha regalato Ridley Scott 😀

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      • Giuseppe ha detto:

        Prese (male) da Star Trek, tra l’altro, dove -quasi trent’anni prima di Covenant- erano ancora cose belle visto che funzionavano il giusto 😛
        Certo che, tornando a noi, veder sprecare del buon talento tecnico per lasciar spazio a un “cattivo” Steven Seagal filosofo NONmarziale e taglia forte è qualcosa che non può non dispiacere (Paar potrebbe avere una carriera, forse, se non incrociasse mai più la strada di mister PanzAikido)…
        P.S. Con tutti i muscoli stirati per via del calcetto come si sarà regolato in quel futuro di etichette lapalissiane, poi? Prendendo pillole di antidolorifico di marca “pillole di antidolorifico” o applicando un’apposita crema antiinfiammatoria di marca “apposita crema antiinfiammatoria”? 😛

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      • Lucius Etruscus ha detto:

        ahhaahah avrebbero dovuto approfondire le etichette mediche 😛

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  4. amulius ha detto:

    Se non altro, non possiamo dire che questo film abbia racimolato fondi grazie ad un diffuso product placement (viste le ovvie etichette).
    Il finale è poesia pura. A quanto una rimpatriata Seagal-Norris (magari con una trama no sense fantascientifica come questa?): sarebbe qualcosa di trash-epocale.

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    • Lucius Etruscus ha detto:

      Seagal non ama lavorare con altre star che potrebbero calpestare la sua ombra, quindi temo che non sarà facile vederlo con altri nomi di un certo rilievo.
      Comunque sì, potevano alzare qualche soldo inquadrando etichette vere ma era troppo la voglia di quella stupidata della birra “Birra” 😀

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  5. Willy l'Orbo ha detto:

    Ovviamente, essendo tuo degno compare di sventure, l’ho visto! Che dire? Grazie per la recensione perché così mi sono sentito meno solo, perché (mea culpa) non avevo notato la birra “Birra” e perché mi sono finalmente deciso a ricercare la mascella che mi era caduta al palesarsi del finale 🙂

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  6. Cassidy ha detto:

    I miei pensieri vanno tutti alla tipa asiatica, sacrificata sull’altare dell’ego di Seagal, anche se forse quello non era l’ego. Ma sai che avevo intuito lo spoiler quando andavo alle medie? Hai fatto bene a metterlo in chiaro per togliere ogni dubbio, meglio evitare che chiunque perda tempo con un film così, non paragono il tuo sacrificio a quello della signorina asiatica, ma avete entrambi la mia stima! Comunque molto strano che non sia finito su Netflix, considerando cosa stanno mettendo in home page ultimamente è brutto abbastanza. Cheers!

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  7. Il Moro ha detto:

    Quando sento parlare di un film ben diretto ma con una sceneggiatura di merda mi prudono le mani. Che spreco!
    Comunque grazie per avermi rivelato questo finale meraviglioso. Effettivamente il film non l’avrei mai guardato.

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  8. Evit ha detto:

    Me lo sto guardando adesso in TV (se penso ai film scomparsi e questo invece va continuamente in TV, mah)… Seagal compare per la prima volta a 40 minuti (degli 88 che dura). A stento è un film con Seagal. La pubblicità mi sta salvando dal suicidio. Resisto per quei due minuti finali.

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  9. Evit ha detto:

    C’è gente che si protegge dai proiettili in una sparatori nascondendosi dietro a dei cartoni vuoti. Roba che si vedeva nei filmati amatoriali girati dagli adolescenti su miniDV agli inizi del 2000.

    Non vi fate fregare da Lucius, ‘sto film uccide.

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