Il 19 ottobre 2018 finalmente, dopo 25 anni, riesco a vedere in buona qualità la versione italiana di Joshua Tree, film dimenticato e scomparso nel nulla e che l’ultima volta ho visto in una VHS dell’epoca. Quindi con una qualità che oggi definiremmo inesistente.
Esce in patria americana il 3 febbraio 1994 dopo aver girato per il mondo: infatti ottiene il visto di censura italiana il precedente 30 luglio 1993 ed esce nelle nostre sale l’8 agosto successivo – mentre ancora è in programmazione I nuovi eroi – con il titolo Caccia mortale.
Esce in VHS Fox Video nell’agosto del 1994 e la consueta Italia1 lo presenta in prima serata venerdì 3 maggio 1996. Dopo qualche altro passaggio televisivo negli anni Novanta, il film scompare fino ad oggi.
Quando Spike l’ha trasmesso ad altissima qualità, era imperativa una registrazione da inserire nell’Archivio Etrusco.
In questi giorni sta per uscire nei cinema Johnny English colpisce ancora (2018) e probabilmente nessuno farà caso al fatto che l’assistente regista si chiama Vic Armstrong, tecnico dalla sterminata filmografia che è entrato nel cinema negli anni Sessanta come giovane stuntman, ed ha avuto ben poche occasioni di mettersi alla prova come regista: la prima arriva nel 1993 con questo film, e malgrado i fuochi d’artificio l’operazione non sembra essere stata il lancio che forse Armstrong sperava.
Eppure alla sceneggiatura troviamo Steven Pressfield, che probabilmente ha più fortuna come romanziere che come sceneggiatore. Proveniva da Freejack (1992) che era un’immane vaccata ma all’epoca era spacciato come il film definitivo sulla fantascienza, per fortuna dimenticato subito. Visto che Pressfield ha iniziato la sua carriera nel cinema con King Kong 2 (1986) e Nico (1988), ripeto: mi sa che è meglio come romanziere!
Nel ruolo protagonista di Santee troviamo un Dolph Lundgren in forma perfetta: purtroppo oggi è un attore ignoto al pubblico italiano, ma all’epoca l’uscita di ogni suo film era accolta con entusiasmo, e le videoteche affittavano i suoi titoli che era un piacere.
Il trailer del film andava a manetta ed era immensamente figo. Malgrado in seguito sia stato dimenticato, Caccia mortale è un filmone come raramente Dolph ne farà ancora.
Santee è un normale camionista specializzato in trasporto materiale che scotta, che però lo stesso non merita i vent’anni di carcere che si becca: è finito vittima di un gioco sporco ed è accusato dell’uccisione di un poliziotto. In galera – a Saint Gorgonio, che ricorda la futura Gorgon di Boyka! – cercano di farlo fuori e quindi è arrivato il momento di evadere e di andare a saldare i conti con chi l’ha incastrato.
Ce ne andiamo così, asciutti asciutti? Non lo vogliamo prendere un ostaggio? In un’area di servizio vede una bonazza in abito da sera con gli occhioni di Kristian Alfonso, che arriva da “Falcon Crest” ed è pronta ad iniziare “Melrose Place”: che fai, non la prendi in ostaggio una diva delle soap opera?
La fuga è un’occasione per i due di conoscersi meglio, anche se Rita (Alfonso) non rivela di essere un vice-sceriffo, ma soprattutto è un’occasione per la donna di scoprire quanto sia buono e coccolone Santee, che di suo è un orsacchiottone ma è stato incastrato da cattivi senza scrupoli, cioè quelle gran facce di travertino di Beau Starr e George Segal. E, per completare la parata di caratteristi, sul caso indaga lo sceriffo Geoffrey Lewis.
Di inseguimento in sparatoria si arriva al cuore del film, dove cioè il regista finalmente può sgranchirsi e dare il meglio di sé con una scena d’azione degna di John Woo.
Ecco gli elementi base: un centinaio di attori-cascatori cinesi – Al Leong in testa – armati fino ai denti e chiusi dentro un garage strapieno di Lamborghini. Entra Dolph… e inizia il divertimento.
Vedere auto di lusso trivellate di colpi mentre Dolph vola intorno è davvero stupefacente, e mi fa chiedere: ma quanto è costato ’sto film? In realtà l’IMCDb (Internet Movie Cars Database) ci rivela che nel film sono mostrate tutte JR’s Kitcars, cioè repliche di macchine di lusso, in particolare Ferrari e Lamborghini.
Siamo comunque in anni spendaccioni, in cui non esiste il computer e ogni esplosione è vera, quindi assistiamo ad una sagra della polvere da sparo come raramente si può vedere in un film simile dell’epoca. E parlo anche di quella presente nei giubbotti esplosivi dei cinesi, che muoiono a secchiate non prima di aver sparso nella stanza fiumi di sangue finto dal corpo.
Dolph è oltre la perfezione: è un canone che si muove, è l’archetipo dell’eroe d’azione alla John Woo ma con la cazzutaggine occidentale. Vola fra le macchine, sa esattamente dove appariranno i cinesi così da poter sparare loro in perfetto tempismo, ogni volta che finisce i colpi allunga una mano e trova una pistola carica in terra. Ripeto: perfezione canonica inarrivabile!
Piazzare una delle più grandiose scene d’azioni occidentali del secolo a metà film crea un effetto indesiderato: il resto della pellicola non regge il ritmo e 100 minuti d’un tratto risultano troppo lunghi. Così si arriva sfiniti all’inseguimento nel deserto a cavallo di Ferrari F40 e Lamborghini Countach (in realtà repliche!), con Santee e i cattivi poliziotti che sono provetti autisti: ormai siamo saturi e non ci godiamo l’inseguimento western in chiave moderna.
Dolph dolpheggia alla grande, assolutamente piacione in ogni scena senza alcun tentativo di nasconderlo, così come la Alfonso non si nega mai all’occhio indagatore dell’obiettivo e non ha problemi a farsi la doccia nel pieno di un rapimento, spogliandosi lentamente a favore di cinepresa. A questo servono i rapimenti, no?
Non mancano “frasi maschie”, come Dolph che dice di essere inseguito dalla polizia perché «si è allontanato da Gesù» oppure la frase che in pratica è il mio personale tormentone dell’estate del 1993:
«Vuoi sapere cos’è successo allora? Guarda cosa succede ora.»
Il trailer ripeteva questa frase per tutto il giorno, ed io ero lì a vedermi (e registrarmi) ogni trailer da ogni emittente TV che lo trasmetteva. C’era Dolph che sparava col fucile a pompa e correva su Lamborghini nel deserto: cosa poteva esserci di più sensazionale?
So che è da vecchi dirlo, ma… non ne fanno più di film così!
Non ho dati in proposito ma temo che questo film non abbia riscosso il successo sperato, e forse il costo di quella scena piena di auto di lusso distrutte è stato eccessivo per un prodotto palesemente pensato per l’home video più che il cinema. (Sebbene in Italia all’epoca ha potuto godere del grande schermo e, col senno di poi, mi mangio le mani per non essere andato in sala a vederlo.) Di sicuro è dimenticato in Italia, sempre ammettendo che invece quell’estate 1993 non sia stato solo io a conoscerne l’uscita, e quindi non è mai stato noto neanche da noi. Il che è un gran peccato, perché in seguito Dolph è destinato a prodotto decisamente minori – sia per trama che per produzione – e invece qui siamo all’apice della sua carriera, in forma perfetta e mitico come può esserlo solo Dolph.
Se avete possibilità di ripescare questo film – magari dal video che trovate su YouTube linkato più sotto, che presenta una replica da Rete4 – fatelo, perché non sarà una trama equilibrata ma credo seriamente sia il punto più alto raggiunto dal Dolph “prima maniera”, sia per miticità sia per scene d’azione, grazie ad una regia da applauso che mi spiace non sia stata premiata.
L.
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Che bel modo di destarsi 😄! Ricordo ancora la pubblicità su Italia uno negli anni 90 con lei che si posava sensuale sulle poderose gambe di Dolphone…donna fortunata! 😂😂😂
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L’ho visto! Non ci credo, ma l’ho visto! Grazie ad un amico fissato con gli U2 che credeva di aver registrato un concerto della band irlandese. Alla fine tenne il film e lo fece girare per la classe.
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ahahahaah un vero clickbait ante litteram 😀
Quanto odiavo quando registravo qualcosa e scoprivo che invece era tutto un trucco dei distributori e delle reti TV – ancora non ho perdonato alla RAI di aver trasmesso un filmaccio di Hulk Hogan ribattezzandolo “Senza esclusione di colpi” come Van Damme! – ma se il risultato è scoprire Dolph Lundgren è comunque un ottimo risultato ^_^
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E io quel film l’ho pure recensito! 😂😂😂
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Roba da applausi, penso che sfrutterò il link in calce per godermi questo spettacolo! Ci sta davvero la malinconia, non li fanno più i film così, eppure ci bastava poco per essere felici, Dolph, repliche di auto costose, un ostaggio con un bel paio di gambe e sparatorie alla John Woo! Ho solo una domanda, perché si chiama “Joshua tree”? Davvero fa pensare subito agli U2 😉 Cheers
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L’azione si svolge intorno ad una zona del deserto californiano contraddistinta dall’albero che si vede nel titolo, una curiosa pianta che non ricordo più quale comunità religiosa ha chiamato “Albero di Giosuè” perché appunto faceva pensare (non so come) al personaggio biblico.
In effetti in una scena Dolph passa davanti a questi alberi e racconta questa storia, ma in realtà non ha alcun peso nella vicenda: temo davvero sia solo un enorme clickbait per ingannare i tanti fan degli U2 😛
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Mi intrometto perché stamattina le so tutte! 😎
L’albero si chiama così perché i rami protesi verso il cielo ricordano le braccia di Giosuè che invoca il Signore. Mi pare di ricordare perché voleva prolungare la luce del giorno o qualcosa di simile…
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Pensa, ne sai più di Dolph, che racconta la storia al volo e non è così preciso ^_^
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Inception 2.0: l’albero ricorda Giosuè con le braccia protese a invocare Dio. Io mi butto in ginocchio con le braccia protese verso il Zinefilo perché continui così. Lucius si protrae direttamente con le braccia verso Dolph.
Sono blasfemo se sostengo che Dolph per Lucius è come Dio per Giosuè?
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ahaahh forse è un po’ esagerato, ma diciamo che è un action hero che mi piace assai, e mi spiace averlo dato per scontato per tanti anni 😉
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Grazie per la spiegazione, mettiamola così allora, sono gli alberi che esultano con le braccia all’insù quando vedono passare Dolph 😉 Cheers
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Ok, obbedisco, lo guarderò.
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Fammi sapere poi che ne pensi ^_^
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Niente, manco il Mereghetti lo cita. Nei suoi tomi mette vari tipi di cacce, tra cui al montone, alle farfalle e al testamento, ma non questo. Comunque la frase maschia è adottabile seduta stante! Mitica!
Sta Kristian Alonso non me la ricordo per niente, anche se avevo guardato per un po’ quella puttanata di Melrose, ma poi avevo deciso che il livello di puttanata era troppo alto e avevo smesso.
Ma Dolph usa addirittura una specie di skateboard ligneo, quasi alla Marty McFly?
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Ehhhhh gli autorevoli dizionari di cinema non hanno spazio per i prodotti di genere, anche se questo essendo targato Fox ha comunque avuto molta più visibilità di altri titoli coevi, noti solo agli appassionati.
Dolph fila e fonde, vola e scorre. Così per evitare una mitragliata salta in volo una Lamborghini (in copia) e atterra su un carrello che guarda caso era proprio lì in attesa, così da scorrere via mentre spara milioni di colpi. Proprio per l’alto grado di implausibilità e quindi di innegabile spettacolo parlo di scene alla John Woo, autore appena scoperto e che qualche mese dopo avrebbe esordito in America con “Senza tregua” (Hard Target), in una mitica parata di svolazzi inverosimili ma splendidi 😉
Tu che sei la “cantrice poetica” di Dolph dovresti proprio vederti questo film 😛
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IN effetti, è forse un film troppo di genere, ma siccome mi dà l’impressione di essermici effettivamente imbattuta, se non altro in qualche spezzone, pensavo che potesse essere riuscito a sconfinare e ad apparire in quel genere di dizionari.
Eh, ho un film registrato con Dolph, di cui ho visto solo l’inizio e spero prossimamente di guardarlo tutto per intero allo scopo di produrre un’ode.
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Non ho nemmeno bisogno di quel link al Tubo, perché io C’ERO davanti alla televisione a vedermi quella replica, ai tempi, quindi posso sottoscrivere ogni singola parola della tua recensione (e se Spike lo riprogrammasse a breve non farebbe poi male, eh) 😉
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complimenti per l’articolo!!! anche io me lo sono rivisto l’anno scorso su spike ed ho seriamente pensato di essere l’unico:)
Un difetto sta nel fatto che, visto che nè lo spettatore nè l’ostaggia conoscono la storia di Santee, mi aspetto che essa venga rivelata attraverso un bel colpo di scena, ma non è così: viene raccontata a cazzo un po’ da Rita un po’ dal poliziotto. Per il resto è un film d’azione tipicamente anni 80 e 90, anche più cazzuto di alcuni prodotti di Schwarzenegger e Stallone, e di certo meriterebbe molta più fama di quella che ha.
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Ti ringrazio per la testimonianza: sappiamo almeno che siamo stati in due a guardarlo! 😛
E’ un filmone che ho sempre adorato sin dalla sua uscita, e mi spiace del pessimo trattamento subìto dalla distribuzione nostrana.
Il grado di cazzutaggine di Dolph in questo film è da livelli epici ^_^
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Ai tempi,negli anni 90, l’ho visto mi sa due volte, quindi me lo ricordavo,non so esattamente da cosa dipenda,ma,quello che mi ricordavo di più oltre agli inseguimenti continui era lei,da lei che si spoglia per farsi la doccia a loro che trombano in pieno deserto. L’ho rivisto tipo 6 mesi fa e devo ringraziare la mia scarsa memoria per avermi completamente cancellato dalla mente la grossissima sparatoria al centro del film,mi è cascata la mascella e continuavo a pensare ” ma stà scena da dove sbuca ? Come minchia è che non me la ricordavo ? Che poi pensavo fosse un film fatto con 4 spicci boh “.Un’ultima cosa,mi dispiace per la Alfonso ma mi sa che i miei complimenti alla bellezza vanno tutti alla sconosciuta controfigura,a meno che la mia vista non mi abbia ingannato dovrebbe esserci una controfigura con fisico che levati.
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Non so oggi, ma all’epoca si usavano moltissimo “body double”: non tutti gli attori avevano i glutei giusti e non tutte le attrici le curve giuste, così spesso le inquadrature più audaci avevano controfigure: diciamo che se oltre alle curve non inquadravano anche il volto, quasi sicuramente era uno body double. Se ti ricordi, si vedeva una body double anche nel film che stavano girando all’interno di “Omicidio a luci rosse” (1984) di Brian De Palma.
All’epoca il trailer di questo film lo vedevo tipo dieci volte al giorno, giravo appositamente i canali TV perché collezionavo trailer con i vari loghi dei vari canali (che rabbia esser riuscito a conservare solo una minima parte di quella collezione!) quindi ricordavo molto di più le sparatorie e le corse in auto.
Come detto, considero “Caccia mortale” uno dei migliori film di Dolph in assoluto, e mi spiace per tutti quelli che si ostinano a vedere solo Ivan Drago o He-Man in un attore che ha dato tantissimo al cinema d’azione, andando sempre a testa alta e con tanta voglia di divertire e divertirsi.
Questo film nella mia “Dolph classifica” se la batte solo con “Men of War” (1994), che a questo punto ti consiglio caldamente 😉
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Si mi ricordo della scena in omicidio a luci rosse (altro film da ripassare) e già non vedo l’ora di vedere Men of War che probabilmente mi manca o l’ho visto e dimentica chissa ? Lo scopriro,l’ho già messo a scar… emm volevo dire ordinato da Amazon,grazie per la dritta ciao.
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L’ho recensito il mese scorso, per il compleanno di Dolph: se ti va, una volta visto viemmi a raccontare che ne pensi ^_^
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Ma certo,una delle cose più belle dei siti come il tuo o la bara è vedere un film e poi leggerne la recensione,sopratutto se i recensori hanno più o meno i tuoi stessi gusti,su questa cosa seguo il consiglio di Nanni Cobretti,in breve senza farla lunga i recensori uno se li dovrebbe scegliere.
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Saggio consiglio ^_^
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Ciao, ho appena letto la tua recensione del film con il mitico Dolph! Io sono un suo grandissimo fan e lo considero il mio attore preferito… Ho visto praticamente tutti i suoi film e ne ho tantissimi in DVD e VHS. Proprio stasera ho rivisto questo film in VHS e mi piacerebbe tantissimo averlo in DVD o in Blu-ray ma non credo esista in versione italiana! Sicuramente i suoi migliori film sono i primi che ha fatto. In ordine sparso direi: Rocky 4, Red Scorpion, Arma non convenzionale, Resa dei conti a Little Tokyo, I nuovi eroi e Caccia mortale. Per il resto purtroppo.. poca roba… Concordi?
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Ciao e ben trovato, fratello in Dolph ^_^
Rimane misterioso il motivo per cui “Caccia mortale” non abbia conosciuto alcuna edizione digitale mentre tanti titoli minori di Dolph si trovino tranquillamente in DVD: temo ci siano beghe distributive, tipo i diritti passati di mano e inghippi vari. Abituato a vederlo da qualità VHS, quando l’ho registrato da TV in una scintillante edizione digitale ad alta definizione mi sono brillati gli occhi!
Se vuoi te la rigiro (nel caso, scrivimi a lucius.etruscus@gmail.com), in attesa che ripassi: al che ti consiglio di non perderla. Da anni su FilmTV.it ho attivo l’alert che mi avverte ogni volta Dolph passa in TV 😉
Avendolo conosciuto proprio ai tempi di “Red Scorpion”, ovviamente sono d’accordo con te: quell’epoca è stata grandiosa e chiusa per sempre. Ma non per Dolph, semplicemente perché superata la metà degli anni Novanta quel tipo di cinema è finito per sempre, sia in serie A che in serie Z: è cambiato il gusto, sono arrivate menate alla Matrix e poi dal 2005 la morte del cinema ha portato tutti a girare robaccia in Bulgaria.
Dolph in questo è l’eroe che ha subìto meglio il triste destino del cinema d’azione. Dopo “Men of War” (1994) che per me rimane il suo capolavoro, a pari merito con “Caccia mortale”, ha fatto un sacco di roba triste ma tecnicamente buona: quando anche i tecnici bravi sono scomparsi, perché bisogna risparmiare e si gira con telecamerina del computer di casa, allora Dolph ha brillato. Mentre Seagal e Van Damme hanno iniziato a spalare letame, Dolph si è dato da fare con prodotti di basso livello ma impreziositi dalla sua presenza: più il prodotto è pessimo più lui se la gode, si diverte, gigioneggia e rende almeno piacevole la visione.
Basti pensare a “Direct Command” (2009), il suo personale Die Hard – anche questo titolo introvabile in Italia al di fuori di registrazioni televisive – dove sa di essere l’unico motivo per vedere il film e se la gode un mondo.
Sarebbe bello se tornasse quel tipo di cinema a cavallo fra Ottanta e Novanta, ma è il pubblico ad essere cambiato e nessun produttore spenderà mai per qualcosa che il pubblico non vuole. Tocca perciò accontentarci e abbassare drasticamente le pretese: di sicuro, nella melma che è il cinema d’azione attuale Dolph è il re, e vale almeno dieci John Wyck! 😀
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Trovo assurdo che non abbiamo fatto un DVD di questo film in versione italiana, così come per altri film come Action Jackson e Scappo dalla città.
A me personalmente non è piaciuto molto il film Men of war, lo trovo invece un po’ la dura realtà che stava capitando a Dolph, cioè il suo declino cinematografico che era partito a tutta potenza con Ivan Drago e che poi nel giro di 7-8 anni si è andata mano mano a spegnere..
Forse il suo migliore film da protagonista secondo me è Arma non convenzionale.. poi ci metto Red Scorpion e gli altri che ti ho elencato sopra… Ti dico la verità, io i suoi film continuo a guardarli e a cercarli quando posso anche i più recenti.. però penso che da circa metà anni 90 in poi purtroppo i suoi film non mi sono più piaciuti… La maggior parte li ho trovati di basso budget, con pochi attori di livello e con storie veramente poco avvincenti… E comunque resta il fatto che Dolph è un grandissimo! E che è stato sfortunato di avere avuto una concorrenza troppo alta con Stallone e Arnold che in quegli anni se la comandavano con i più grandi produttori… Io la penso così…
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Dolph è sempre un piacere da vedere e continuiamo a gustarcelo 😉
Purtroppo i distributori italiani agiscono per vie misteriose e insondabili 😛
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