Il nostro regista ottiene la tanto agognata patente di mediocrità, così da per poter lavorare con i grandi.
Dopo tre film nel solo 2012, il nostro eroe si prende una pausa di qualche anno, e poi se ne esce fuori con Extraction. Oh, Steven, se ti riposavi un attimino di più mi sa che era meglio.
IMDb parla di un budget di 12 milioni di dollari che mi sembra assolutamente esagerato, per un film minuscolo che si svolge tutto in alcune stanze chiuse e con un tre o quattro attori in totale: però nei titoli di testa ho contato addirittura 22 produttori, con meno di mezzo milione a testa è un attimo a tirar su bei soldi.
Uscito in patria americana il 18 dicembre 2015, Leone Film Group e 01 Distribution lo portano in DVD e Blu-ray italiani dal 9 giugno 2016.
La facciona svogliata di Bruce Willis che apre il film già mi deprime, perché è palese che questo sarà come il 90% della filmografia dell’attore negli anni Dieci del Duemila: cioè solo inutili comparsate di pochi minuti, giusto per mettere il suo nome in locandina.
È legato e un cattivo lo minaccia. Sorrido, e ripenso ai bei tempi andati, in quel Paradiso perduto che è L’ultimo boy scout (1991), dove Bruce sfoggia il suo mitologico «Toccami ancora e ti uccido». La vittima che minaccia il carnefice, oro puro.
Il tempo di tornare a focalizzarmi sul film, e sebbene legato Bruce ha appena ucciso tutti i suoi carnefici, ficcando una penna nel collo del cattivo. Non pago, lo sfotte pure:
«Sembri uno stupido con quella penna nel collo.»
Quando finisco di applaudire, sono ancora più triste. Già sento che questa sarà la scena mitica e spettacolare che rappresenta l’unica parentesi creativa che Miller si concede in un film anonimo. Purtroppo non verrò sbugiardato.
Cresciuto nel mito del padre Bruce Willis agente CIA, e traumatizzato dal non aver saputo impedire la morte della propria madre, il giovane Harry si allena ogni istante della sua vita e si gonfia fino a diventare quel manzo da competizione di Kellan Lutz. Ora è pronto a diventare agente sul campo della CIA ma la promozione non sembra venire mai. (Posso anche svelare subito il motivo: il papone non vuole e gliela fa bloccare ogni volta.)
Harry sa sparare milioni di colpi al secondo ed è stato addestrato nel combattimento niente meno che da Simon Rhee: è pronto a seguire le orme di papà Bruce.
Quando il papà viene catturato da un’organizzazione di chissà chi, Harry attraversa il pianeta per cercarlo: in realtà cambia al massimo due set, è una spy story particolarmente svogliata, perché trovano immediatamente il contatto con i cattivi e il resto del film è solo fuffa.
Ad aiutarlo sul campo c’è Victoria, sua ex fiamma ed ora agente sul campo, con i bicipiti e le cosce sode della mma fighter Gina Carano, che basta da sola a giustificare questo film.
Purtroppo il suo personaggio è lo zero più totale, ad un certo punto non c’è neanche più in scena e mica ho capito dove sia andato, e abbiamo anche una scena assurda. Del tipo che l’amica del cuore che pesa 20 chili dà a Victoria un suo vestitino allegrino, ignorando che Gina sia una lottatrice il cui solo bicipite pesa venti chili.
Con un abito che la fa sembrare un’orchessa, Victoria va in discoteca a rimorchiare il viscido cattivo e quando questo le dà uno schiaffo crolla come un sacco di patate. Chiede aiuto come una ragazzina, però poi arrivano le guardie del corpo e le smonta a suon di calcioni: perché sa difendersi contro dei gorilla e invece uno scemotto grande la metà di lei le fa paura?
Intanto Harry si impegna con il caratterista Ilram Choi in un combattimento al bagno, che nei miei sogni è un omaggio alla stessa sequenza vista in Danny the Dog (2005).
Un colpo di scena, tradimenti su tradimenti, e nella confusione pernacchiosa finisce la storia. Probabilmente Max Adams ed Umair Aleem erano i ragazzi delle consegne alla casa di produzione che per motivi ignoti sono stati promossi sceneggiatori.
Non è facile scrivere un film con una sceneggiatura così assurdamente lacunosa e spernacchiosa, e dispiace che da allora i due non abbiano più lavorato al cinema.
Extraction dimostra chiaramente come Miller abbia respinto nel profondo di sé ogni creatività in favore della mediocrità più urticante, dirigendo con mano sicura il vuoto pneumatico di un film che con un budget di 12 milioni sembra essere costato un paio di dollari.
Di sicuro è solo lavoro, non appare la solita scritta “A Steven C. Miller Film”, è un semplice regista su ingaggio, che riprende combattimenti al buio così da non far capire una mazza, proprio come fa qualsiasi mediocre regista. E purtroppo questo è ormai il nostro Miller.
Ho visto il film nel maggio 2016 e gli ho dato addirittura 6 come voto: sono allibito! Non merita neanche 4… Probabilmente ero annebbiato dal mio amore per Gina Carano…
L.
- Miller 12. LIVE! Corsa contro il tempo (2019)
- Miller 11. Escape Plan 2 (2018)
- Miller 10. First Kill (2017)
- Miller 9. Arsenal (2017)
- Miller 8. Marauders, i predoni (2016)
- Miller 7. Submerged (2016)
- Miller 6. Extraction (2015)
- Miller 5. Silent Night (2012)
- Miller 4. Under the Bed (2012)
- Miller 3. Scream of the Banshee (2011)
GUARDA IL FILM A € 2,99
Secondo me il tuo voto di allora era sensato se contestualizzato nel tempo, questo era uno dei primi film con Bruce che ci metteva la faccia (e poco altro, tipo la gustosa scena che hai descritto) e Ginona Carano ancora scalciava (letteralmente) prima di sprofondare anche lei nel gorgo del DTV, rivisto ora è solo una dei tanti film di quei due miti, come purtroppo se ne trovano pochi. Per Miller è stato evidentemente un lavoro su commissione, da qui inizia la sua fase “Dirigo vecchie glorie”. Cheers!
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E’ davvero un peccato vedere un talento così sprecato.
Sì, in effetti all’epoca c’era ancora speranza che Gina diventasse un’action woman e Bruce fosse ancora Bruce: era un 6 politico, mi sa 😛
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Il cervello mi si è spento per le risate al pensiero della Carano che fa Fiona di Shrek XD
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Purtroppo il vestito è quello, con la povera Gina che deve interpretare la ragazzina sbarazzina quando è l’esatto opposto.
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Confermo la teoria del vuoto pneumatico. Lo vidi ai tempi e non solo non ricordo quasi nulla, manco leggendo la tua rece (a parte, forse, l’inizio), ma non rimembro neppure che impressione mi fece ai tempi. L’unica cosa su cui i bookmaker si sbilanciano un po’ è che abbia ronfato per alcuni minuti della presunta e soporifera visione… che dire? Buonanotte o come si dice dalle mie parti…bonaugo! 🙂
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Povero Miller, dallo splatter all’effetto camomilla 😀
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Dopo soli tre anni gli hai tolto due puntii!
Ma tutti quei soldi di budget come li hanno spesi? Mica saranno andai in gran parte a Bruce! Un po’ sí ma mi sembra cmq un budget esagerato.
Ho riso da matti al pensiero del vestito con effetto orchessa, se puntassero di più sul comico e si prendesseo meno sul serio forse sarebbe meglio.
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Gina è una lottatrice, ha braccia e gambe da lottatrice e avendo gli addominali la sua vita è tipo il quadruplo di una delle anoressiche che di solito usano per questi ruoli, quindi darle un vestitino sbarazzino è stata davvero una pessima idea. Così come farla lottare al buio: che senso ha chiamare una vera lottatrice per farle fare quello che di solito fanno i finti lottatori???
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Lo stesso (non) senso che ha l’intero film, mi sa… quello Steven C. Miller che avrebbe ancora potuto capirla e lasciarla fare a modo suo, qui, ormai aveva già cessato di esistere da anni.
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